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Autore: imunfjxable    16/10/2017    2 recensioni
E' una pagina di diario di 600 parole con la quale partecipai ad un concorso, la cui traccia era appunto, scrivere l'estratto di una pagina di diario di un viaggiatore.
Se avete voglia di evadere dal luogo nel quale vi trovate ora, per seguire due giovani alle prese con il Grand Tour, questa OS fa per voi.
Genere: Generale, Introspettivo, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Epoca moderna (1492/1789)
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“Se volete che il giovane apprenda il più possibile durante il viaggio dovrete così comportarvi. Dategli qualche libro che descriva i paesi che visiterà; fate che egli tenga un diario”


L’ultima frase del mio precettore è il motivo principale che mi spinge, da ora, fino alla fine del nostro viaggio, a tenere un diario ove appuntare tutto ciò che mi colpirà nell’animo e non solo, durante il mio Grand Tour.

Tento di convincere me stesso di tali parole, perché non debbo scivolare nella passione dell’ars scriebndi scribendi, in quanto codesta arte- mia bella e dannata ossessione- come ben sostiene mio padre, mi allontanerebbe del tutto dai miei studi giuridici, necessari a me per poi prenderne il posto nel ridente studio di Siena.

 

14 maggio 1769

 

Partii dunque da Siena verso il mezzo aprile, in compagnia di un conte mio paesano, Vittorio, giovine di bellissimo aspetto, di età circa due anni più avanzato di me, di un certo intuito naturale, quanto me; riflessivo, assai meno, e più amatore del gran mondo che conoscitore o investigatore degli uomini. 

Giungemmo a Stocolma Stoccolma dopo un lungo ed estenuante viaggio, che ricordo tuttavia con una leggera gioia, la quale mi sovvien ripensando alle risate- troppo sguaiate, che non c’erano mai state concesse nella corte italiana- condivise da me e dal buon Conte Vittorio. Nonostante ci fossimo trovati bene in quella città, decidemmo comunque di spostarci, procedendo verso nord, presi dalla nostra smania di andare e vollemmo partire verso il fine di maggio per la Phinlandia Finlandia, terra selvaggia ed inesplorata che nessuno degli avvenenti aristocratici di Siena aveva mai osato sfidare, e che noi, pieni di coraggio e forza d’animo, scegliemmo di esplorare.

Sia il medesimo che scrive, che il buon Conte Vittorio, condividono una forma di sfida e ribellione verso il destino, la natura. A che scopo porsi limiti sé il nostro unico limite siamo noi medesimi?

Giungemmo presto in una cittadina Finlandese, che s’affaccia sulle gelide acque di questo mare oscuro e inquieto. Non ricordo bene il nome della sopracitata cittadina in quanto la lingua di questo popolo sta mettendo a dura prova sia me che il buon Conte Vittorio, entrambi abilissimi nel greco e nel latino, eppure codesto idioma, nuovo, sembra essere ben più ostico di quelli antichi.

Era gelato gran parte di mare, e il tragitto era impossibilitato da immensi lastroni di ghiaccio che galleggiavano nell’acque imperniate di isolette, che morivamo dalla voglia di scrutare con i nostri occhi giovani, e che coprivano un ampio tratto di mare così come le stelle punteggiano la volta celeste. Quelle isolette mitigavano l’aspetto di quell’orrido mare, le cui acque verdi piene d’alghe, non lasciavano passar i raggi di Febo.

Mi soffermo particolarmente sulla descrizione di tal ghiacciai in quanto questa è cosa inverosimile per gl’italiani.

 Nella sua selvatica ruvidezza quello è un dei paesi d'Europa che mi siano andati più a genio, e anche il buon Conte Vittorio la pensa così commentandone i paesaggi brulli e le lande desolate, aride distese di ghiaccio, delle qual ti pare d’esser padron in tal modo “Mio caro Ascanio, ‘ste lande m’ han destate più idee fantastiche, malinconiche, ed anche grandiose, per un certo vasto indefinibile silenzio che regna in quell'atmosfera, ove ti parrebbe quasi esser fuor del globo.”

Questo è il resoconto della Finlandia, ora, non appena il mare lo permetterà, ci muoveremo verso Pietroburgo, e aggiornerò il mio amato diario, che mi dà conforto più d’ogni luogo, pietanza, o donna in questo lungo viaggio. Per oggi ho concluso, in particolar modo poiché mi duol la mano destra e il tardo orario non mi consente di scrivere in maniera ordinata e precisa – senza cancellature- come mio solito.

 

 

AYEEE.

 

Partecipai ad un concorso con questa breve pagina di diario che mi permise di vincere. La traccia era appunto scrivere la apgina del diario di un viaggiatore, e m'ha sempre affascinato quel viaggio impregnato di fascino antico quale è il Grand Tour. Spero che vi sia piaciuta, fatemi sapere cosa ne pensate. Ma questo buon Conte Vittorio vi ricorda qualcuno per caso? ;) 

 

 

   
 
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