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Autore: morethanyouknow    20/10/2017    3 recensioni
Può l'utopico e famigerato castello di Hogwarts essere il posto sbagliato? Se il tuo nome è Alex Harvey, probabilmente sì. L'indole ribelle e curiosa della ragazza infatti le porterà non pochi problemi, nonostante tutti i maghi vedano del potenziale in lei da preservare con cura. Però una cosa è risaputa: i divergenti non si possono controllare, mai. E se due divergenti si trovano nello stesso posto, potrebbero essere ancora più letali. Alex trascorre un anno fatto di segreti, dubbi e troppi misteri perfino per un'avventuriera qual è lei. La sua vita diventerà un intricato labirinto, fin quando qualcuno non l'aiuterà a risolvere questo grande rebus.
[Crossover tra il contesto di Divergent e quello di Harry Potter, ma i personaggi sono completamente inventati da me].
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuova generazione di streghe e maghi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Quella notte sembrava interminabile, più di qualunque altra vissuta nel corso dei miei sedici anni. Il pericolo era stato apparentemente soppiantato, eppure non riuscivo a scrollarmi di dosso quella sensazione che la tranquillità sarebbe stata di lì a poco solamente un'illusione. Inoltre, non ero mai stata una persona suggestionabile e, invece, avevo sempre mostrato una certa predisposizione nel prevenire gli eventi della mia vita. Inutile specificare che ciò mi terrorizzava ancora di più. Avverto dei ridicoli tremori alle gambe quando sento delle nocche battere contro la porta della mia stanza. "Smettila, Alex, le creature mostruose non chiedono di entrare nelle camere delle vittime. Insomma, toc toc, voglio ucciderti. Non funziona così" mi dico per provare a tranquillizzarmi. Quando apro la porta mi ritrovo dinanzi un viso familiare: Nia.
-Non eri alla festa? - indago, evitando la ramanzina che mi ero preparata dopo il nostro litigio.
-Lo ero, ma è successo qualcosa...ti sto affidando un compito importante, Alexandra - risponde lei con gli occhi sgranati e il volto pallido.
-Calmati, mi stai facendo paura.
-E'una cosa seria, ci sono in ballo delle vite delle persone. Capisco se non te la senti, ma sei la nostra unica speranza al momento - replica parlando velocemente.
Resto interdetta per qualche secondo, prima di afferrare la giacca a vento e seguire Nia percorrendo il corridoio. Ci imbattiamo in Matthew, che ci si piazza davanti con aria preoccupata.
-Vengo anch'io - dice, lanciando a Nia un'occhiata quasi di sfida.
-Sappiamo bene com'è andata a finire l'ultima volta, tu non ne sei in grado... - sussurra lei prendendolo da parte, ma abbastanza vicino perché io riesca a sentire ogni singola parola.
-Il problema è di nuovo quello? I Macchinatori? - le chiede.
-Sì, è per quello che tu non dovresti venire con noi -.
-E credi che Alex ne sia in grado? Ha appena scoperto di essere una divergente, dovrebbe affrontare uno o più di loro? - domanda Matthew guardandomi di soppiatto.
-E'più forte di quel che credi. Dovresti fidarti del mio intuito. Diamoci una mossa, Alex, ogni secondo è prezioso - conclude Nia.
-Vengo anch'io, non potete impedirmelo. Non sono più quello di una volta, Nia, stiamo parlando di più di due anni fa - incalza Matthew, affiancandoci. Nia sbuffa e s'incammina decisa verso l'uscita. - Va bene, io ti avevo avvertito però - dice, rivolgendosi a Matthew. 
Usciti dal castello, il freddo della notte autunnale mi penetra dentro le ossa e mi rendo conto di star barcollando per la stanchezza. - Non credo di essere pronta per un combattimento, guardami, cado a pezzi - faccio notare a Nia, indicando le mie occhiaie nere, il viso scavato e l'evidente andatura che non sprizza energia da tutti i pori. - Non è un combattimento fisico, questo è mentale - risponde lei. - Sì, non nego sia peggiore, almeno per le persone facilmente condizionabili - aggiunge, come risposta al mio silenzio. Chiudo il cancello alle mie spalle, ma rimango paralizzata appena noto quel che è successo oltre le sbarre. Il mio primo istinto è quello di chiudere gli occhi ed immaginare di essere altrove, ma decido di affrontare la situazione. Stesi su un misero tappeto di foglie, riconosco i corpi di molti studenti di Hogwarts, alcuni della mia stessa Casata. Ognuno di loro ha gli occhi chiusi e il viso contratto da una smorfia di dolore, ma nessuno ha segni visibili di ferite. Prima di lasciarmi trasportare dal panico, provo ad afferrare il polso ad una ragazza dei Corvonero per provare a sentire il suo battito cardiaco, ma non sento nulla se non un acuto silenzio. Mi volto verso Matthew e Nia: Matthew sta contraendo la mascella e scuotendo la testa, come se stesse opponendo resistenza contro qualcosa. Sto per avvicinarmi e chiedergli come sta, ma Nia s'inginocchia sul cemento accanto a me.
-Sono morti? - le chiedo, sentendo una lieve fitta al petto.
-Questo dipende da voi due...lo sono per adesso, sì - risponde.
-Non capisco. Cos'è successo? Chi è stato? - domando.
-Dimmi, Alex, pensi di essere tu l'assassina? E'colpa tua? - domanda, divagando.
-Eh? Ti giuro, non sono stata io! Come puoi pensarlo? - le chiedo indignata.
Nia mi scruta per qualche secondo, per poi sorridere soddisfatta. - Proprio come pensavo, sei un'Immune. Sei fortunata! - esclama.
-Continuo a non capire -.
-Matthew ha parlato prima di Macchinari. Sai, sono delle figure che da sempre danno la caccia ai Divergenti. Tra le peggiori, direi. Non si manifestano mai in forma umana, nessuno sa come siano fatti, ma sono capaci di farti il lavaggio del cervello, spingerti a prenderti le colpe di qualcosa che non hai fatto e, nei casi peggiori, a toglierti la vita. Sono dei sadici, se tu non fossi stata Immune, tutti loro sarebbero morti - spiega Nia pazientemente.
-A te non è successo nulla però...sei rientrata in tempo o? - osservo.
-Io sono un caso particolare, ho dei poteri ereditati da alcuni antenati. Sono una discendente di Sciamani - risponde.
-Gli Sciamani? Quei personaggi della storia che si travestivano da animali ed entravano in contatto con l'aldilà? - dico, ricordandomi le prime pagine che avevo studiato durante il primo anno di scuola superiore. Associare quella descrizione ad una ragazzina mi risultava fin troppo strano.
-Più o meno - sorride Nia. - Altri tipi di Sciamani, altri maghi e streghe in contatto con qualsiasi essere vivente dotato di poteri, anche quelli che danno la caccia ai Divergenti. Nessuno di loro può ferirci o ucciderci, questo è il patto, tutti loro erano Sciamani un tempo. Quelli attuali, che non hanno deciso di uscire da questo gruppo, sono aiutanti dei Divergenti - spiega.
-Perciò sei dalla mia parte. A meno che tu non voglia all'improvviso cambiare idea e combattere contro di me - scherzo.
-Impossibile -.
-Beh, sono contenta che abbiamo risolto dopo la discussione di ieri, poteva succedere in un modo meno brusco ma... - 
-Fa piacere anche a me, almeno sei più integrata in questo mondo ora -.
-Sì ma...ehi, loro non dovrebbero svegliarsi? - chiedo preoccupatamente, indicando gli studenti, ancora immobili nelle identiche posizioni di prima.
-Dovrebbero - risponde Nia allarmata, alzandosi da terra.
-Sei sicura che io sia un'Immune? Insomma, prima nel castello è arrivata una  creatura con l'intento di uccidermi e io sentivo un'inspiegabile attrazione verso il luogo in cui si trovava - le spiego.
-Tutti i Divergenti sono attratti dal pericolo, tu devi essere per forza un'Immune, saresti impazzita qui altrimenti - risponde Nia, esaminando ogni studente nell'attesa di un cenno. - Dov'è Matthew? - mi chiede poco dopo, voltandosi agitatamente. Guardo la ringhiera su cui si era seduto appena eravamo arrivati, ma di lui non c'è traccia. Mi ero subito precipitata ad osservare i (quasi) cadaveri dei miei compagni e mi ero completamente dimenticata di lui, così come Nia, però avevo la sua smorfia di dolore impressa nella mente. Non si era lamentato, non c'era stato alcun grido, eppure era evidente che stesse male. I sensi di colpa mi pervadono e inzio a correre senza aver idea di dove andare, seguita a ruota da Nia. Quando mi volto verso di lei, vedo delle lacrime che le rigano le guance.
- Temo che Matthew non ce l'abbia fatta - mi dice. - E'il motivo per cui loro non si svegliano. Se lui è... - 
-Morto? Hai paura di dire quella parola? - sbotto. - E'colpa nostra se lui non è più qui e se loro non si sveglieranno, sapevi benissimo che lui non era Immune! - aggiungo, tra i singhiozzi. Cerco di ricacciare indietro le lacrime.
-Ascoltami, due anni fa lui era inesperto, lottò e soffrì molto, ma ce la fece - prova a calmarmi Nia. - I Divergenti hanno grande empatia tra loro, se è vivo possiamo trovarlo. Pensa alla sua voce, il suo viso, quello che provi per lui... - aggiunge.
-Quello che provo per lui? Lo conosco appena! - esclamo, pregando che Nia non noti il mio viso che sta pian piano andando in fiamme.
-Andiamo, non ti devi dichiarare, lo so che vi conoscete poco, ma sai di lui più di quanto credi. Chiudi gli occhi e pensa! - mi esorta.
-Provo gratitudine, penso. Stasera mi ha salvata e voglio fare lo stesso anch'io, essere in grado di aiutarlo. Provo empatia perché è l'unico Divergente che conosco ed è come se fosse la sola persona in grado di capirmi in questo momento - mormoro con la voce spezzata e gli occhi socchiusi. Riesco a immaginare un posto, una torre di pietra alta e imponente e lì vedo Matthew, affacciato al balcone con un'espressione d'inquietudine stampata sul volto. Riapro immediatamente gli occhi.
-E'sul balcone di una torre - dico a Nia, a metà tra la gioia per averlo scoperto vivo e la fretta e il terrore di non riuscire a trovarlo e salvarlo in tempo.
-La torre di astronomia! - esclama Nia, trascinandomi per un braccio verso una stradina in salita. Corro a più non posso finché non sento i fianchi doloranti e l'affanno che aumenta ogni secondo che passa. Quando arriviamo alla torre di astronomia, Matthew è sporto pericolosamente verso la ringhiera e sta fissando un punto imprecisato dell'orizzonte.
-Matthew! - lo chiama Nia, sbracciandosi. Lui la degna appena di uno sguardo e dentro di me spero sia in grado di riconoscerci.
-Lasciami stare, Nia. E'colpa mia, li ho uccisi io - urla lui, con il dolore che sembra perforargli gli occhi e l'anima.
-Matthew, non hai fatto nulla. Tu sei più forte. Affronta te stesso e la tua mente, ti prego, ce l'hai già fatta una volta - gli grida Nia.
-Di che stai parlando? Questa volta è diverso...quelle persone le ho uccise davvero, ricordo ancora il momento in cui è successo - ribatte lui.
-Nia, tu sei discendente di Sciamani, nessuno ti può far del male! Non vale anche per le persone a te care? - le chiedo, cercando disperatamente un'altra soluzione.
-Vale, ma io e Matthew non abbiamo mai avuto un legame importante. Tu non sei una di noi, ma sei pur sempre un'Immune. Se hai compreso la sua personalità e se insisti dicendogli le parole giuste, potrebbe... - 
-Non importa che succederà, io ci proverò - affermo, cercando di fidarmi di me stessa. 
Mi avvicino il più possibile alla ringhiera sulla quale è seduto Matthew e lo guardo per qualche istante, senza dire nulla. - Prima cosa, non buttarti per nessuna ragione al mondo! - lo ammonisco. - Perché non dovrei? Guardami, Alex, sono un assassino, un debole, volevo aiutarti a saperne di più sui Divergenti quando non conosco nemmeno me stesso! - risponde tra le lacrime.
-Ti conosci abbastanza da sapere che non faresti mai del male a nessuno - provo a dirgli.
-Questo è un tasto dolente - s'intromette Nia.
-Va bene, ma non volontariamente, almeno, spero. Ritorna nella torre, non sporgerti oltre, tu non hai ucciso quelle persone - gli ripeto.
-Mi dispiace, Alex, ma è successo realmente - dice. - Non lo meritava nessuno di loro, è così che deve andare. Non sono chi credi di aver conosciuto - aggiunge.
Penso a qualcosa di convincente da dirgli, ma una nube mi offusca la mente e tutto quello a cui riesco a pensare è al fatto che sto per assistere alla morte di una persona che mi ha salvato la vita e non riesco a fare nulla per evitarlo. Le gambe di Matthew sembrano essere sempre meno attaccate alla ringhiera, finché non decido di urlargli una semplice e banale frase, una delle prime che mi aveva rivolto. - Siamo Divergenti, non possiamo essere controllati! - gli grido, con quanto più fiato possiedo in corpo. Lui si ritrae immediatamente, tornando a sedersi sulla ringhiera del balcone della torre. 
-Alex! - esclama. - Mi hai salvato -.
-Sei tornato in te? - gli chiedo.
-Sì, io...mi dispiace, Nia, avrei dovuto ascoltarti - dice. - Infinite grazie, Alex.
-Ora siamo pari - rispondo. -Adesso scendi, magari non dal balcone - sorrido.
Nia mi rivolge uno sguardo di approvazione. - Sei la Divergente meno esperta eppure più coraggiosa e forte che io abbia mai conosciuto! - esclama. - Dai, ora andiamo da Matthew e raggiungiamo gli altri. Credo avremmo un bel po'di cose da spiegargli al loro risveglio - aggiunge.

Salve! Sono ritornata dopo un po'di tempo, ho avuto alcuni problemi tra la mancanza di tempo e il pc che funziona un giorno sì e altri tre no. Comunque, rieccomi, sono felicissima di aver (ri)trovato l'ispirazione per un nuovo capitolo e spero vi piaccia. Come sempre, ringrazio chi ha recensito i precedenti, aggiunto la storia alle preferite/seguite/ricordate e chi semplicemente legge. Inutile dire che le recensioni sono ben accette!
Alla prossima!




 
   
 
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