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Autore: pandafiore    21/10/2017    2 recensioni
[FlashFic]
[Angst - sorpresa]
Dal testo:
“Doveva chiamarsi Bianca.
Ma lei non è mai nata. Non c'è mai stata.
Doveva chiamarsi Bianca, ma non venne sussurrata mai nemmeno per sbaglio.”
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cato, Clove, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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FlashFic

Cato – Clove's daughter
 

Doveva chiamarsi Bianca





Doveva avere una costellazione di lentiggini color ruggine, come la mamma, su quella pelle candida e marmorea, nivea.
Mossi e sempre ribelli sulle spalle, i suoi capelli plumbei avrebbero sferzato il vento e le fronde del distretto, vincitore e vincente, come sempre - o quasi. Ci avrebbe pensato il sole a giocare con quelle ciocche, a dar loro riflessi ramati, a farli sembrare lingue di fuoco, agitati e funesti.
E gli occhi? Oh, gli occhi! Iridi azzurre, come il papà: due pupille sottili come spilli, strette quanto scattanti, furbe, vigili. Palpebre dalle lunghe ciglia nere e ricurve, che avrebbero addirittura ombreggiato le gote, cariche di efelidi, ma così belle, così sincere quando sarebbero arrossite per la corsa troppo celere, fatta nel bosco, a rincorrere il nulla, se non il tramonto.
Doveva essere agile e snella; piccola, ma incredibile veloce, quasi invisibile.
Doveva chiamarsi Bianca.

Ci sarebbe stato in lei un coraggio ineguagliabile, ma che non sarebbe mai sfociato in sciocca temerarietà. La lealtà, poi, l'avrebbe soggiogata sin da subito, rendendola schiava di un bene più grande di lei - così ingenua, ma non sciocca. Solo pura.
Doveva essere la migliore, la più forte, grandiosa e imponente nonostante la gracilità del suo fisico minuto. Sarebbe stata perfetta con i coltelli e meravigliosa con le spade, ma non si sarebbe mai offerta volontaria come tributo: i suoi genitori l'amavano troppo - sangue del loro sangue, frutto d'un amore tanto strano quanto vero - per condurla al suicidio come loro, anni prima, avevano stupidamente deciso.
Doveva chiamarsi Bianca.

Si sarebbe innamorata. Sì, a sedici anni si sarebbe innamorata, e la sua pelle bianca che le dava il nome e le sue guance si sarebbero tinte del tenue rosa dei fiori di ciliegio sotto i quali si sarebbe presto sposata. Avrebbe subito amato nel modo più intenso ed in quello più vero, cercando l'esempio nella Natura, madre di tutto, amante allo sfinimento di ogni suo figlio, senza distinzione, né privilegio alcuno. Spesso questa grande madre sarebbe stata il suo giaciglio notturno, un abbraccio notturno, quando si sarebbe sentita triste e sola, abbandonata: l'avrebbe attesa quella grande quercia - quella secolare, in fondo alla foresta - con la sua pancia concava, perfetta anche in caso di pioggia. E poi avrebbe amato la pioggia, gelida lungo la schiena. Il suo scroscìo sulle cortecce degli alberi. Il fruscìo sulle foglie e sui petali delle rose. Ogni singola goccia, ogni singola lacrima per lei non sarebbe caduta invano.

Doveva chiamarsi Bianca.
Ma lei non è mai nata. Non c'è mai stata.
Doveva chiamarsi Bianca, ma non venne sussurrata mai nemmeno per sbaglio.

Entrambi i genitori sapevano della sua esistenza.
Erano stati folli, è vero, a fare una cosa così pericolosa poco prima dei giochi, così immaturi, poi!
Ma lo avevano fatto.
Ed era nata lei.
La bambina mai nata.
Bianca.

Doveva chiamarsi Bianca.
Bianca come la purezza conosciuta solo da coloro che non fanno parte di questo mondo, orribilmente frivolo e corruttibile.
Bianca, Bianca.
Come la neve, la pace e la luce – cose che non avrebbe visto mai.
Doveva chiamarsi Bianca.






Note finali:
Per questa ff, sono stata ispirata da una ragazza che letteralmente adoro: bianca_district2 e ci terrei a dedicargliela! ;);)♥
A parte questo,
la storia sottintende che Clove fosse incinta di Cato nel momento in cui è entrata nell'Arena. Impossibile? Beh, magari non così tanto.
Una figlia che, se Clove avesse vinto (preferibilmente assieme a Cato), avrebbe avuto una vita normale, splendida anzi: vi è un accenno ad essa nella storia: si sarebbe innamorata, per esempio; non avrebbe mai partecipato ai giochi; sarebbe stata figlia del vento e del bosco. Bellissima ed irraggiungibile.

Spero che la storia vi sia piaciuta, nella sua malinconia e nelle sue note, che spero di aver ben intonato.
Un grazie speciale a chiunque dovesse recensire o gradire comunque la mia storia.

   
 
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