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Autore: Athelye    21/10/2017    1 recensioni
Mentre le stelle sparivano una ad una, e lasciavano spazio alla luce del mattino, Paul si ritrovò a pensare a quanto gli era piaciuta quella sera.
Non era stato niente di particolare, forse proprio per la sua familiarità l’aveva apprezzato di più.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Lennon, Paul McCartney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano le quattro del mattino.
Avevano bevuto così tanto da ritrovarsi sdraiati sul giardino ancora bagnato dietro a Mendips, il nome che avevano dato, probabilmente in un’altra di quelle notti da leoni, a casa di John, o meglio, di sua zia. Ma tanto ci viveva anche John, quindi dov’era il problema?
Paul si stava sentendo ghiacciare la schiena, a contatto con il prato pieno di goccioline, ma non gli importava poi molto.
Si sentiva tutto elettrico, nonostante il mondo intorno a lui continuasse a girare e dargli quel senso di nausea, anche se ormai si erano sdraiati lì da un pezzo.
Non era certo la prima volta che una serata finiva così: John si dimenticava dove Mimi nascondesse le chiavi, e finivano a dormire in giardino (rompere una finestra era completamente fuori discussione).
Però Paul non sapeva spiegarsi perché continuasse a sentire un gran caldo dentro di sé.
Pensò che potesse essere la febbre che saliva, oppure l’effetto dell’alcool ancora forte. Entrambe le opzioni avevano una logica per lui, in quel momento.
Il suo cuore gli diceva che era la risata del suo amico, quello che se ne stava disteso accanto a lui, cieco come una talpa, sognatore venticinque ore al giorno, a tratti completamente fuori di testa, anche da sobrio.
Soprattutto da sobrio.
Ridacchiava fra sé da almeno un quarto d’ora, senza nessun motivo apparente.
Ma Paul si disse che non era neanche quello.
Forse era solo il fatto che i due avevano passato quello che ai suoi occhi poteva avvicinarsi di più alla definizione di ‘appuntamento’.
Quel pomeriggio dopo le prove il maggiore gli si era avvicinato e gli aveva chiesto di uscire quella sera, solo loro due, per fare un giro, bere da qualche parte, fare gli scemi con le ragazzine. Non che a Paul dispiacesse stare in giro anche con gli altri, ma si sentiva più completo solo con John, ad esempio senza George fra i piedi.
 
Non fraintendete, Paul non era certo uno di quei ragazzi con le idee confuse, aveva solo i lineamenti un po’ femminili. Al contrario del suo migliore amico. Sì, sempre quello che rideva da solo come un idiota accanto a lui.
Forse era per quello che gli piaceva così tanto il suo viso.
 
Mentre le stelle sparivano una ad una, e lasciavano spazio alla luce del mattino, Paul si ritrovò a pensare a quanto gli era piaciuta quella sera.
Non era stato niente di particolare, forse proprio per la sua familiarità l’aveva apprezzato di più.
Si erano ritrovati dopo cena, avevano preso un gelato perché ne avevano voglia, passeggiando un po’ qua e là senza meta. Poi si erano fiondati in un locale e ne erano usciti ubriachi fradici, ma fradici davvero, perché nella foga di bere e divertirsi si erano anche rovesciati la birra addosso.
Ora erano lì, quindi in qualche modo avevano anche ritrovato la strada di casa, camminando un po’ a braccetto, un po’ sorreggendosi con un braccio sulla spalla l’uno dell’altro; per un momento a Paul era sembrato persino che John gli stesse tenendo la mano, ma non ne era sicuro.
 
L’orecchio di Paul fu stuzzicato dall’improvviso silenzio che seguì a quei frammenti di memoria.
Girandosi, vide che il ragazzo accanto a lui aveva smesso di ridere e si era addormentato con il viso rivolto verso di lui, e incredibilmente vicino.
Osservò i riccioli ormai spampanati sull’erba bagnata, le folte sopracciglia rilassate a incorniciarli gli occhi chiusi, e le labbra sottili chiuse, distese come in un sorriso.
Gli venne in mente la pazza idea di stringersi a lui, per combattere il freddo che ora gli stava attraversando le ossa, complice l’alcool che ancora gli annebbiava la ragione.
Accoccolandosi come fa un cucciolo contro i suoi fratellini, si aggrappò stupidamente alla giacca dell’altro, tenendosi più vicino.
Se anche avesse fatto domande la mattina dopo, avrebbe avuto la scusa dell’alcool, ci avrebbero riso su e il cuore di Paul sarebbe stato di un battito più felice, più vicino a toccare il cielo.









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Note dell'Autrice
Salve ancora! Come promesso, eccomi qui.
L'esame della patente l'ho passato, quindi pubblico anche con un sorriso enorme stampato in faccia, ahahah!
Dunque, per il quarto giorno (nel nostro caso quarta settimana) abbiamo il prompt On a date, e la parola Stelle datami dalla mia beta (sì, molto originale, vero?).
E' una delle pochissime volte incui ho fatto un giretto nella testa di qualche personaggio, non so perché, ma mi è uscita così questa. Non ci sono praticamente per niente abituata, infatti credo si veda. Il fatto non è che non mi piace, perché ogni tanto ci sta assolutamente il punto di vista di un singolo personaggio, però nello scrivere non mi viene quasi mai, soprattutto perché preferisco dare un """taglio cinematografico""" alle mie storie. Ho 'sta cosa che se è troppo introspettivo mi vien male, ahahah!
Sono problematica, lo so XD
Anyway, se vi piace, se non vi piace, se mi volete dare consigli, se anche mi volete insultare, fatelo, mi fa sempre piacere sapere che ne pensate di quello che scrivo, anche in MP (senza contare che qualcuno ha anche il mio numero, vero amore?).
Insomma, prendetelo come un caldo invito a darmi la vostra opinione, lol.
Ringrazio tantissimo la mia beta, che mi corregge tutto pazientemente, mi sopporta all'università, a pranzo, a cena, a notte fonda, sempre.
Comunque, per oggi ho finito, quindi ci sentiamo, anzi, ci leggiamo la settimana prossima! Potenzialmente venerdì, dato che non dovrei avere particolari impedimenti.
Via, un abbraccio grande a tutti,

Athelyè ~♥
   
 
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