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Autore: 7vite    23/10/2017    6 recensioni
La vita di Doremi e le sue amiche è cambiata definitivamente da quando le sei apprendiste hanno deciso di rinunciare per sempre all'uso dei poteri magici, scegliendo di restare a vivere nel mondo degli esseri umani.
Le loro strade si sono divise, ognuna di loro ha intrapreso un cammino diverso, promettendosi però di restare amiche per sempre.
Ed è qui che le incontriamo nuovamente, alle prese con i problemi che affliggono tutte le adolescenti.
Riusciranno a gestire le nuove avversità senza l'aiuto della magia?
Genere: Commedia, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-EPILOGO -
 
 
15 ANNI DOPO
 
Un sordo rumore di tacchi si espandeva per il corridoio vacante, riecheggiando fino a diventare quasi assordante.
Il mantello nero adagiato sulle sue spalle sventolava da una parte all’altra mentre la Strega raggiungeva a grandi passi la porta alla fine della stanza. Bussò tre volte, annunciandosi, poi, senza attendere alcuna risposta, aprì il portone e scivolò dentro il lussuoso salone, facendo un profondo inchino alla donna che le stava dinnanzi.
«Maestà, gli alberi della vita sono in fiore, è giunto il momento di scegliere quali tenere su questo mondo e quali mandare sulla Terra.»
Annunciò senza preamboli, sollevano in fretta il capo e volgendo il proprio sguardo alla Regina.
La donna aveva la pelle diafana, lunghi capelli biondi le ricadevano elegantemente sulle spalle e dietro la schiena, ed i suoi svegli occhi castani brillarono nell’udire quella dichiarazione.
«Molto bene Eufonia, ti ringrazio. Mi farai compagnia durante la valutazione?»
Eufonia allargò le labbra in un sorriso.
«Se è questo che desideri, Hanna…»
 
«Questo fiore sboccerà presto.»
Eufonia informò la Regina, indicando una rosa.
«Sembra forte.»
Commentò Hanna, sfiorandone delicatamente i petali.
«Lo è.»
Confermò la Strega, studiandone la forma.
«Che qualità possiede?»
Domandò Hanna, osservando le gocce di rugiada che rendevano il fiore molto più bello, quasi come si trattasse di una gemma preziosa.
«È un fiore molto profumato, significa che il nascituro sarà coinvolgente e trascinante, ma ha un colorito pallido, il che lo rende riservato e poco propenso a mettersi in mostra. Ha poche spine, significa che è in grado di proteggersi, sebbene preferisca non ferire il prossimo.»
«Mi piace molto.»
La informò Hanna, osservandolo con più interesse, ancora incerta su cosa farne.
«Avrà bisogno di una buona educazione.»
Le suggerì Eufonia velatamente.
«Se istruito bene, farà grandi cose.»
Hanna giocherellò a lungo con la rosa, prima di decidersi sul da farsi.
«Lo manderò sulla Terra.»
Concluse infine, cogliendolo dall’albero della vita. Eufonia non parve affatto sorpresa da tale mossa.
«Cristallo Fatato/ realizza quanto da me desiderato: guida il fiore sulla terra e stabiliscine il fato.»
Il cristallo emise un luccichio. La rosa rimase sospesa in aria per una frazione di secondo, poi scomparve nel nulla, dissolvendosi nell’aria, come se non fosse mai esistito.
 
 
I petali dei fiori di ciliegio dondolavano pericolosamente sulle cime dei rami, prima di abbandonarsi al volere del vento e fluttuare brevemente nell’aria, fino a cadere per terra sul suolo.
“La fioritura dei Sakura è una delle mie cose preferite.”
Pensò una giovane donna, rimasta in piedi ad ammirare quella soave danza come rapita.
In quel momento una voce familiare la distrasse. Un uomo, poco lontano da lei,stava spiegando ad un bambino, probabilmente suo figlio, il significato dei fiori.
«Se non ti avessi visto, avrei dubitato che fossi realmente tu, Akatsuki.»
Gli disse lei avvicinandosi, mostrandogli un dolce sorriso.
«Non posso crederci, sei proprio Doremi?»
Domandò l’uomo dai capelli viola, issandosi in piedi per guardare la giovane donna in volto.
Doremi annuì senza staccare gli occhi dal Principe dei Maghi per il quale molto tempo prima aveva avuto una cotta, studiando i cambiamenti del suo viso.
«Cosa ci fai qui?»
Domandò lui, ma prima ancora che lei potesse aprire bocca per rispondere, una voce la chiamò.
«Mamma, mamma, guarda che cosa ho trovato!»
Una bambina di circa quattro anni le veniva incontro agitando qualcosa che teneva stretto nelle sue piccole mani. Akatsuki osservò meglio la creatura, aveva i capelli rossi come quelli della madre e gli occhi azzurri, sicuramente ereditati dal papà.
«Lei è…»
Fece per dire, ma Doremi lo anticipò.
«Mia figlia, Harmony.»
«Mamma, guarda che strano fiore ho trovato!»
Ripeté la bambina, senza curarsi dello sconosciuto. Akatsuki spalancò gli occhi sorpreso.
«Non ci posso credere, ma quello è…»
«È il fiore dell’albero della vita del Mondo delle Streghe.»
Concluse Doremi al suo posto, altrettanto sbigottita.
«Lo riconosci?»
«Ma certo… Molti anni fa, da uno di quei fiori, ho visto nascere la mia prima bambina, non lo dimenticherei per niente al mondo.»
Doremi sorrideva malinconicamente. Sapeva che Harmony non l’aveva trovato per puro caso, doveva esserci lo zampino di Hanna. Si chinò fino a quando non si trovò faccia a faccia con la bambina, gli occhi azzurri di lei si ingigantirono.
«Sai cosa significa questo, Harmony? Che un giorno diventerai la mamma di una streghetta.»
La bambina sorrise, deliziata da quella prospettiva.
 
ALTRI 25 ANNI DOPO…
 
«Dimmi Harmony, hai già scelto il nome per il bambino che porti in grembo? Che ne dici di Kureo?»
Tetsuya guardava la figlia concentrandosi sul grosso pancione che sembrava pronto ad esplodere da un momento all’altro.
«Ti ho già detto che sarà una femmina Tetsuya!»
S’intromise Doremi, prima ancora di dare alla figlia la possibilità di rispondere.
«Mamma sei proprio cocciuta, persino il medico continua a ripetere che è un maschio!»
Doremi non volle sentir ragioni.
«E invece io rimango dell’idea che sarà una bambina.»
«Non sarà ancora per quella vecchia leggenda della rosa, non puoi crederci veramente.»
Harmony rise di gusto, toccandosi il ventre e ascoltando i piccoli calci della creatura al suo interno che sembrava voler dire “eccomi, ci sono anch’io, sto arrivando!”
«Eh no, io sono certo che questa volta sarà un maschietto, che dire? Me lo sento! Non vedo l’ora di insegnare al piccolo Kureo come giocare a calcio.»
Tetsuya si sfregò le mani con espressione compiaciuta.
«E va bene, se ne siete convinti, allora non insisto.»
Disse Doremi alzando le mani in segno di resa.
«Ma solo una curiosità, se fosse femmina, come la chiameresti?»
Domandò infine alla figlia, ignorando le smorfie sul volto del marito. Harmony sollevò gli occhi al cielo pensandoci su.
«Se fosse femmina… Non saprei, non ho mai considerato quest’eventualità… Eppure penso che il nome che le darei… Ma sì, perché no? Le darei il nome Fami.»
 
ALTRI 7 ANNI DOPO…
 
«Fami, hai fatto cadere tu il vaso?»
Doremi non aveva alzato la voce, eppure Fami si sentì irrimediabilmente in colpa.
«Nonna ti giuro che non l’ho fatto apposta! Lo stavo guardando ed ho immaginato che cadesse, e lui è caduto per davvero! Non so come sia possibile…»
Doremi piegò gli occhi e si avvicinò alla nipote.
«Volevi fare una magia?»
La bambina annuì.
«Non so come controllarlo.»
Spiegò intimorita, guardandosi le mani. I suoi grandi occhi rosa vibrarono.
«Ti svelo un segreto.»
Disse Doremi sedendosi alle sue spalle ed intrecciando i capelli rosa per farle un’acconciatura speciale.
«Devi inventarti un incantesimo.»
«Un incantesimo?»
Ripeté Fami fissando il vuoto dinnanzi a lei, senza azzardarsi a muovere la testolina.
«Certamente! In questo modo non rischierai di commettere errori. Trova una formula magica e ripetila solo quando desideri effettuare una magia, così imparerai a controllare i tuoi poteri.»
Le suggerì Doremi.
«Ma non so cosa inventarmi. Mi aiuti?»
«E va bene… Che ne dici di “magia della musica diffondi la felicità?”»
«Magia della musica diffondi la felicità? Sì, mi piace!»
«Allora ripetilo, ma con più convinzione.»
«Va bene, magia della musica diffondi la felicità / il vaso che ho rotto adesso si riparerà.»
In un battibaleno tutti i cocci si raggrupparono unendosi, ed il vaso tornò come nuovo.
«Sai nonna? Tu sei l’unica che crede ai miei poteri magici, per questo in tua presenza riesco a compiere le magie. Davanti alla mamma non ci riesco mai, lei mi crede una bugiarda.»
Le confessò Fami con una punta di desolazione nella voce.
«Sai perché ti credo? Ti svelerò un segreto, ma devi promettermi di non dirlo a nessuno.»
La bambina agitò la testa e mimò il gesto di incidersi una croce sul cuore.
«Lo prometto.»
«E va bene allora. Tanti anni fa, quando ero una bambina, ero un’apprendista strega. Volavo su una scopa magica e facevo visita al Mondo delle Streghe ogni volta che lo desideravo.»
«Davvero? Io non ci sono mai stata…»
«Solo perché sei ancora troppo piccola. Vedrai che presto riceverai la visita della tua Strega Madrina, e lei ti condurà nel Mondo delle Streghe per farti superare delle prove magiche.»
Fami si girò di scatto e cercò gli occhi della nonna.
«Nonna Doremi, ti voglio tanto bene.»
Le confidò, prima di cingerla in un abbraccio.
 
ALTRI 6 ANNI DOPO­
 
«Fami, sei qui! Perché ti stai nascondendo? Tutte le tue compagne stanno festeggiando per essere  riuscite a superare la prova del primo livello!»
Fami se ne stava seduta su un albero, lontana dal frastuono e dal vociare allegro delle altre apprendiste Streghe. Lei non aveva alcuna voglia di celebrare, voleva solamente starsene sola e pensare.
La donna si avvicinò con cautela. La guardava con occhi sinceramente tristi, pareva dispiaciuta.
«Ho sentito dire che tua nonna è passata a miglior vita pochi giorni fa.»
A quelle parole gli occhi rosa di Fami iniziarono a tremare e delle calde lacrime iniziarono a rigarle il viso. Aveva cercato di nascondere la sua vulnerabilità, ma adesso non ce la faceva più.
«La mia nonnina… Non c’è più!»
Confidò con voce straziante, abbracciandosi le ginocchia e singhiozzando talmente forte da spaventare gli animali selvatici che avevano trovato riparo sullo stesso albero.
La Regina le rivolse uno sguardo carico di apprensione. Con una magia si trasportò al suo fianco e le circondò le spalle con le sue braccia.
«So che non deve essere affatto semplice per te. Purtroppo alcune cose capitano e non c’è nulla che possiamo fare per cambiare il corso degli eventi. Immagino che tu sappia già che l’uso della Magia è vietato per tentare di curare gli ammalati, o per riportare in vita le persone scomparse.
Fami annuì con la testa, mentre le lacrime sgorgavano senza alcuna sosta, inumidendole persino il mento.
«Lei era l’unica in grado di capirmi…»
«Pensa che sarà sempre dentro di te, che il suo ricordo non ti abbandonerà mai.»
Rimasero in silenzio sul ramo di un albero, mentre Fami cominciava lentamente a calmarsi.
«Sai Fami? C’è una cosa che vorrei chiederti.»
La ragazzina alzò la testa e guardò il viso gentile della Regina Hanna.
«Di cosa si tratta?»
«Negli anni ti sei dimostrata una Strega abile e capace, hai superato tutti i tuoi compagni, ottenendo i voti più alti di tutta la classe.»
Fami abbassò gli occhi, non riuscì ad impedirsi di arrossire.
«Mi chiedevo se ti andrebbe di prendere il mio posto in futuro, di diventare la futura Regina del Mondo delle Streghe e dei Maghi.»
La sorpresa fu tale, che per poco Fami non rischiò di precipitare dall’albero.
«Io? Credi che ne sarò capace?»
Domandò Fami, facendosi assalire da mille dubbi.
«Certamente, credo che tu possieda la stoffa per fare grandi cose, se solo lo desideri…»
La ragazza non rispose immediatamente, era ancora troppo stordita dalla notizia.
«Dovrò abbandonare la mia famiglia?»
«No, non te lo chiederei mai. Negli ultimi anni il varco che separava i due Mondi è stato aperto, adesso è molto più semplice entrarne ed uscirne a piacere. Potresti vivere in entrambi in Mondi senza avere alcuna ripercussione.»
La informò Hanna, rendendola meno diffidente.
«E poi, se diventassi la futura Regina, avresti la possibilità di trascorrere molto più tempo in compagnia del Principe dei Maghi, conosci Kazeo, non è così?»
Fami arrossì violentemente. Conosceva bene Kazeo, dal momento che si era presa una bella infatuazione per lui. Per un attimo ebbe il dubbio che la Regina ne fosse al corrente, perché sembrava fare uno sfrozo enorme per non lasciarsi sfuggire un sorriso.
Ma no, non poteva essere, si disse.
Hanna fece per alzarsi, ma Fami la bloccò.
«Regina aspetta un momento! Dimmi, è vero che mia nonna Doremi è stata un’apprendista Strega, quando aveva la mia età?»
Hanna si bloccò improvvisamente. Si rese conto che fosse ingiusto il fatto che lei avesse passato così tanto tempo insieme a Doremi, mentre sua nipote invece così poco.
«Sai… Se hai de dubbi…»
Cominciò a dire, senza voltarsi.
«Ti consiglierei di usare la magia per controllare personalmente. Dopotutto, non ci sono regole che lo vietino.»
Fami aspettò che la Regina si fosse allontanata del tutto e di restare da sola, prima di eseguire l’ordine.
«Magia della musica diffondi la felicità / Portami indietro nel tempo e mostrami la verità.»
Un raggio di luce gialla apparve dal nulla e  inghiottì  tutto ciò che si trovasse nei paraggi.
Un attimo dopo cessò e tornò tutto alla normalità.
Fami non c’era più.

  
 
Fine.
  
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