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Autore: DANI1993    25/10/2017    3 recensioni
“ Mio signore” implorò una voce di donna alle sue spalle. Si voltò. Bellatrix Lestrange era dietro di lui, sulla soglia della porta che dava al salone, dove aveva tenuto la riunione per la cattura del ragazzo, pochi mesi prima. La testa china e le labbra sottili tremolanti. Si rivolgeva verso di lui, implorante, con le lacrime agli occhi.
“ Mio signore… vi prego… perdonatemi”
Lui la fissò
“ Mio signore…”.
In lacrime, Bellatrix cadde in ginocchio e avanzò verso di lui. Arrivata ai suoi piedi, gli baciò la veste nera.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Voldemort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Harry Potter non avrebbe più dovuto sfuggirgli.
Narcissa, Lucius, Bella e Draco si erano comportati come degli idioti.
Ma d’altronde avrebbe dovuto saperlo che non sarebbero stati in grado di tenere a bada un ragazzino adolescente di appena diciassette anni.
E Bella… Bella che non mancava mai occasione per dirgli quanto fosse onorata di essere nelle sue grazie.
Bella che aveva accettato anche la prigionia di Azkaban per dimostrare la sua cieca fedeltà.
Bella che alla fine era da sempre risultata la sua mangiamorte più fedele.
Ma era anche la Bellatrix che aveva fallito due volte. Quasi due anni prima nella disastrosa spedizione al Ministero per impossessarsi della profezia, ma anche quella sera quando permise nuovamente la fuga di Potter da Villa Malfoy.
Per questo l’aveva punita. Questa volta se l’era meritata tutta.
Di solito non la puniva mai perché non ci riusciva… non sapeva neanche lui il vero motivo per cui non la puniva mai. Ma questa volta non poteva transigere.
Aveva fatto la fine del cognato e della sorella: l’aveva fatta cadere in disgrazia.
“ Si…non posso perdonarla. Troppo grande è la delusione che mi ha dato, questa volta. Non posso permetterle di farle guadagnare troppo terreno. Io sono il suo signore, e lei deve obbedire ai miei ordini. Non faccio favori a nessuno, neanche a lei”
“ Mio signore” implorò una voce di donna alle sue spalle. Si voltò. Bellatrix Lestrange era dietro di lui, sulla soglia della porta che dava al salone, dove aveva tenuto la riunione per la cattura del ragazzo, pochi mesi prima. La testa china e le labbra sottili tremolanti. Si rivolgeva verso di lui, implorante, con le lacrime agli occhi.
“ Mio signore… vi prego… perdonatemi”
Lui la fissò
“ Mio signore…”.
In lacrime, Bellatrix cadde in ginocchio e avanzò  verso di lui. Arrivata ai suoi piedi, gli baciò la veste nera.
“ Mi hai profondamente deluso, Bella. Non me lo sarei mai aspettato da te. Credi che baciarmi la veste possa sistemare tutto?”
Bellatrix allora, tentò di ammorbidirlo attraverso un altro annuncio che, forse, gli avrebbe fatto piacere. Sempre in lacrime rivelò: “ Mio signore… l’elfo l’ho ucciso io. E’ morto grazie a me”
Ma lui scosse la testa infastidito.
“ Non m’interessa dell’elfo domestico. Io vi avevo dato istruzioni molto precise: catturare Potter. Uccidere i suoi amici, ma lui doveva essere mio. E invece cosa avete fatto? Gli avete permesso di sfuggirmi ancora. E io dovrei perdonarvi?” Disse le ultime parole con un tono di voce più alto, con collera crescente.
Bellatrix chinò il capo, certa che questa volta non sarebbe stata perdonata. Poi con aria sdegnata rivelò: “ E’ colpa di Draco, mio signore. E’ stato lui a indugiare quando gli abbiamo chiesto se era Potter. Evidentemente non è ancora pronto, mio signore. E’ ancora indeciso da che parte stare.”
Voldemort indugiò un attimo, poi ordinò.
“ Alzati Bella”
Lei si alzò di scatto ma, nonostante tutto, rimase lievemente incurvata come per continuare a inchinarsi.
“ Tu cosa ne pensi?” domandò lui dopo una lunga pausa.
“ Io, mio signore?” chiese Bellatrix incredula. Era la prima volta che le chiedeva un consiglio. Di solito era abituato a decidere da solo.
“ Si, tu! Non farmi pentire di averti chiesto un parere. Considerati fortunata…”
Bellatrix che fino a poco prima aveva le lacrime di disperazione, mentre ora si erano sostituite con quelle di gratitudine, disse: “ Io credo che Draco non sia pronto, mio signore. Lo vedo troppo titubante… troppo incerto. Non ha il carattere nostro, mio signore. Ne ho parlato anche con Cissy questa mattina. Ma lei, sapete com’è, su questo argomento preferisce non mettere bocca. Fosse per lei, vorrebbe che Draco conducesse una vita normale. Io naturalmente non sono d’accordo con mia sorella. Per me sarebbe un onore darvi mio figlio al vostro servizio. Sarei fiera che mio figlio, se l’avessi, diventasse come me. Fiero o fiera di servirvi. La sua unica, vera, ragione di vita. Come la mia.”
Voldemort non disse nulla ma, dal silenzio e dallo sguardo che fece, rivoltò al pavimento, Bellatrix intuì che si era ammorbito.
“ Se dovessi darvi un consiglio, mio signore vi direi di costringerlo con la forza a servirvi, ma non è figlio mio. Non posso prendere le parti di mia sorella, e neanche di Lucius”
Continuò il silenzio del padrone, e Bella allora proseguì in quello che era il suo cavallo di battaglia da un anno e mezzo.
“ Non temete anche per Severus, mio signore?”
Voldemort si voltò verso di lei, fissandola attentamente: “ Non ti fidi neanche di lui, Bella. Ha ucciso Silente”
Bellatrix sospirò: “ Non so, mio signore… a me sembra che stia facendo il doppio gioco con voi. D’altronde è rimasto ben 16 anni con quel vecchio rimbambito. Voi sapete quanto sia stato astuto, quel vecchio, quando era vivo. Non credete che sia tutta una messinscena? Magari ideata da Silente stesso?”
Voldemort scosse la testa.
“ Non lo credo, Bella. Credo che tu ti faccia fin troppi problemi. Ho visto vera fedeltà in Severus durante gli ultimi due anni. E tu sai che non mi sbaglio su queste cose”
Bellatrix annuì, seppure non del tutto convinta. Prima volta in assoluto, che non sapeva accettare una decisione del suo adorato padrone. Quella proprio non la capiva.  Temeva davvero che Piton stesse mentendo.
“ E poi sta amministrando Hogwarts esattamente come gli ho chiesto. Non credo proprio che stesse facendo il doppio gioco. Almeno, non con me. Ora se vuoi scusarmi, voglio stare da solo”
Bellatrix chinò ancora il capo, e fece per uscire. Poi arrivata sulla soglia, si voltò di nuovo verso il suo padrone, e con sguardo supplichevole domandò: “ Allora, mi avete perdonata mio signore?”
Lui la fissò con vaga curiosità, chinando la testa di lato come un bambino. Poi la raddrizzò e disse dopo un sospiro: “ Sei fortunata, Bella. Hai davvero molta fortuna… non so neanche io perché lo faccio”
E Bellatrix, contemplandolo adorante e con le labbra sottili piegate in un sorriso soddisfatto,  uscì dalla stanza.

 


 
   
 
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