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Autore: Nao Yoshikawa    28/10/2017    8 recensioni
[Il grande Gatsby]
"Daisy ha le labbra rosse curvate in un sorriso, in mano tiene un bicchiere di pregiato champagne, ridendo gioiosamente.
Al centro, tra me e Jay, è come se fosse protetta da ogni male che in questo mondo alberga.
Lui le parla, ne sono certo, perché muove le labbra, eppure non odo alcun suono, troppo impegnato a perdermi ella perfezione di quel momento.
Accanto alle due persone che più amo, la realtà diventa effimera, distante, la realtà diventa nulla, così come il tempo"
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'The perfect number'
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Avverto la brezza di un pomeriggio d’estate inoltrato. Il sapore di champagne sulla lingua.
Il profumo di Daisy sulla mia camicia. O forse la colonia di Jay, non saprei dirlo con certezza.
Ma con certezza so che il vento caldo, che sibilante entra dalla finestra spalancata, mi accarezza il viso, mentre i miei occhi sono chiusi.
Li apro, e la prima cosa che vedo è la bionda chioma dell’unica donna che scatena in me una tempesta.
Daisy ha le labbra rosse curvate in un sorriso, in mano tiene un bicchiere di pregiato champagne, ridendo gioiosamente. 
Al centro, tra me e Jay, è come se fosse protetta da ogni male che in questo mondo alberga.
Lui le parla, ne sono certo, perché muove le labbra, eppure non odo alcun suono, troppo impegnato a perdermi nella perfezione di quel momento.
Accanto alle due persone che più amo, la realtà diventa effimera, distante, la realtà diventa nulla, così come il tempo.
Non ricordo neanche da quanto tempo sono steso su questo materasso. Non ricordo quando il mio cuore ha iniziato a battere non per una, bensì per due persone.
Contemporaneamente. Due persone così diverse tra loro, diverse da me, ma che completano la mia anima, la mia esistenza di misero scrittore incompreso.
Un amore estivo, oserei definirlo, nato nei modi più improbabili.
Io non ero altro che un messaggero, il filo conduttore che avrebbe dovuto riunire due amanti perduti.
E ciò è successo. Ma non avevo messo in conto che in mezzo ci sarei finito anche io.
Non più il terzo incomodo, bensì parte integrante di quell’amore appassionato, fatto di tenerezze e carezza nascoste.
Tre corpi in un’anima sola, un segreto grande, troppo grande da mantenere.
Deplorevole, impuro, perverso. Probabilmente così un occhio esterno avrebbe definito ciò che legava me, Jay e Daisy.
Oh, quante notti passate insonni nella speranza di trovare a ciò una soluzione!
Quante ore trascorse ad autocommiserarmi!
Sbagliato, era tutto sbagliato. Eppure, entrambi mi hanno teso una mano, rendendomi partecipe del loro amore. E allora a quel punto, ogni preoccupazione sembrava essere stata inibita.
“Nick”
Sento la candida voce di Daisy che mi chiama. Sussurra il mio nome con la stessa dolcezza con cui un alito di vento sfiora una foglia.
Le sue guance sono arrossate, i ciuffi di capelli davanti al viso, ribelli, non vogliono stare al loro posto.
Io rispondo con un lieve sorriso, al suo tocco. Poi Jay allunga un braccio, e con quel semplice e unico gesto ci cinge entrambi in un abbraccio.
E io respiro quella che è diventata l’essenza della mia vita, il significato di ogni mio giorno.
La mia vita è divenuta un susseguirsi di divertimenti, lì in quel castello fatato e tutto nostro, di notti di passione sfrenata in cui le inibizioni scivolano puntualmente sul pavimento, come i vestiti, che giacciono sgualciti finché non sorge il sole.
Il nostro mondo perfetto, così fragile che potrebbe crollare da un momento all’altro.
Probabilmente sono l’unico ad avere questa consapevolezza. Daisy e Jay, con il loro animo romantico e la loro positività, non sembrano pensarci.
Per questo taccio, ed ora, incrocio gli occhi azzurri di Jay, che con dolcezza mi osserva, facendo fremere la mia anima, da sempre tormentata, e che probabilmente non troverà mai la sua pace.
E’ il tramonto quando Daisy si è addormentata adagiata tra le lenzuola di stoffa preziosa - forse provenienti dall’India, non ricordo - quando mi affaccio alla finestra, da cui posso osservare la vastità dei giardini, di proprietà di Jay.
La sua casa si erge come un castello su una montagna, ho l’impressione di trovarmi così in alto rispetto agli altri, così normali, così ignari del segreto dietro queste mura.
Il vento adesso sembra essersi calmato, ma nonostante ciò in me incombe una tempesta. Non posso fare a meno di pensare al futuro, così incerto.
Non posso non pensare che Daisy è ancora sposata. Per una donna di buona famiglia come lei, intraprendere una relazione di questo tipo equivarrebbe alla rovina.
Ma a lei sembra non importare. Sembra proprio che non le importi di ciò che l’attende.
E’ coraggio o incoscienza?
Non lo so, ma la invidio.
Nulla mi ha mai intimorito come l’incertezza.
Sento ad un tratto qualcuno alle mie spalle, e solo poco dopo capisco che si tratta di Jay. 
Mi ha cinto da dietro, con naturalezza. Sebbene la cosa inizialmente mi imbarazzasse, adesso la sento così naturale.
“Nick, ti vedo – mi dice – sei pensieroso. Cosa ti diciamo sempre, io e Daisy? Che non dovresti pensare troppo”
Sospiro. Il mio cuore batte con impeto sotto il palmo della sua mano, poggiata sul mio petto. Continuo a guardare verso il sole morente.
“C’è futuro per noi, Jay? - domando in tono neutro -  questi giorni di felicità e spensieratezza sono stati meravigliosi come un sogno. Ma sai come me che oltre queste mura c’è un mondo”
“Non è necessario che il mondo sappia – mi dice incoraggiante, afferrandomi e costringendomi a guardarlo – tu e Daisy siete il mio mondo. E tu, hai forse cambiato idea?”
A quel punto mi viene naturale sorridere.
Non potrei mai cambiare idea. Io e voi abbiamo bisogno di essere in tre, abbiamo bisogno di condividere l’amore che proviamo l’uno verso l’altro, per quanto innaturale sia, dinnanzi l’umanità, dinnanzi a Dio.
“Non ho cambiato idea. Lo sai Jay, dobbiamo stare insieme. Arrivati a questo punto, se osassimo separarci, potremmo morirne”
Lui ride. Non capisco se lo faccia per prendermi affettuosamente in giro o per altro.
Lo vedo allungare la mano e accarezzarmi lo zigomo.
“Qui non morirà nessuno, Nick! - esclama – nessuno. Saremo solo io, tu e la nostra dolce Daisy. Io la sposerò, ma per noi sarà come se anche la tua anima sarà legata alle nostre.
Perché è così. Siamo legati. E poi vivremo qui, avremo la vita che abbiamo sempre sognato. Te lo prometto. Tu sei stato il mio primo amico, il mio angelo custode, in un certo senso. Se non fosse stato per te, io e Daisy non ci saremmo incontrati. E’ per te che siamo qui, è per te che esistiamo, è per te che siamo vivi”
A quel punto ogni mia facoltà di pensiero viene meno. Jay mi stringe, e mi bacia.
Mi bacia con dolcezza, con un briciolo di possessività. Ed io mi sento morire per l’ennesima volta, sento i pensieri malevoli sparire, la speranza di un futuro divenire reale.
Ti amo.
Vi amo entrambi, con ardore, fino all’estasi.
Il nostro momento di intimità viene interrotto dai lamenti di Daisy. Si stiracchia, aprendo gli occhi.
“Ma come? - domanda lei con un sorriso da infante – mi lasciate in disparte in questo modo?”
Jay ridacchia.
“Non oseremmo mai – dopodiché mi afferra per un polso, lasciandomi intendere le sue intenzioni – direi che il nostro Nick ha bisogno che gli rinfreschiamo le idee”
“Ah! - esclama lei divertita – non c’è alcun problema”
Adesso sorrido. Senza ragione. Forse perché amo così tanto da arrivare a sperare che per noi un futuro esista.
Esisterà?
Non posso saperlo.
Per il momento preferisco abbandonarmi tra queste lenzuola, con i miei amanti, mentre il sole scompare all’orizzonte.

NDA
Da troppo tempo volevo tornare a scrivere su questi tre personaggi. Rispetto all'altra, questa è sicuramente meno drammatica, ma comunque il finale rimane aperto. Chi può dire cosa il futuro riserverà a Nick, Jay e Daisy?
   
 
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