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Autore: Nimiunee    01/11/2017    1 recensioni
Dopo la morte dei genitori, Thrain trovò Isil e si prese cura di lei; crescendo e vivendo insieme ai nani, divenne una brava guerriera. Viveva felicemente a Erebor ma la calma fu squarciata dall'arrivo di Smaug. Ella accompagnerà Thorin alla riconquista della montagna solitaria insieme a Gandaf, Bilbo e la compagnia di Thorin scudo di quercia.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia, Un po' tutti
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Capitolo sesto: Attimi di riposo.

Durante il viaggio, Gandalf affidò a Bilbo l'incarico di controllare il territorio, qualora, i nemici si fossero avvicinati troppo a loro; d'altronde, gli hobbit erano molto agili nel salire le rocce e camminare, senza farsi ne vedere ne sentire.
Inizialmente, vide gli orchi, che li inseguivano, poco lontani da loro ma un altro essere, alimentò le sue preoccupazioni.

“Quale forma ha assunto?” domando Gandalf al suo ritorno.

“Q-q-quella di un orso.. ma molto.. molto più grande!”

“Cosa ci sta inseguendo?” chiese Thorin preoccupato; un gruppo di orchi li stavano cercando e non poteva contrastare un altro nemico, in quel momento.

“C'è una casa qui vicino.. ci rifugeremo lì, ma non è ne di amico né di nemico!” ribadì lo stregone.

“È in atto una caccia ai nani di Erebor.. non abbiamo altra scelta che rischiare!” intervenne Isil “Dobbiamo andare, non abbiamo più molto tempo”.

L'alba non tardo ad arrivare; il loro passo aumentò quando la figura, dell'orso, apparve alle loro spalle.

“CORRETE PIÙ VELOCI!!! CI STA RAGGIUNGENDO!! DOBBIAMO ENTRARE NELLA CASA, LI SAREMO A SICURO!! comandò Gandalf.
Arrivando al suo interno, i nani presero a spingere il grande portone, la belva tentò di entrare ma, insieme, riuscirono a chiuderlo, fissandolo con una trave.

Furono salvi e Gandalf consigliò, ai membri, di riposare e riprendere le forze.

Tutti si radunarono nel fienile, evitando di dormire separati, ma Isil preferì spostarsi in una stanza isolata in modo da poter pensare, con calma, tutto ciò che era successo alla Carroccia; accese il fuoco e preparò un giaciglio.

Dopo un pò, Thorin aprì la porta della stanza per entrarvici.

“Lo so che vorresti rimanere da sola, ma ho bisogno di parlarti” chiudendola dietro di sé “So perfettamente cosa stai provando in questo momento!!”.

“Credevo di avverti perso, Thorin.. il mio cuore si era fermato alla vista del tuo corpo inerme.. cosa avrei fatto senza di te? come avrei potuto sopravvivere, in questa era, senza averti accanto? C-cosa..”.

Lui la zittì “Sono qui adesso! La tua voce mi ha condotto da te ed ora non c'è più nessun motivo di soffrire!”.

Il forte dolore che provava la fece piangere, inginocchiandosi, a terra, davanti a lui. Era la prima volta che non riusciva a trattenere le lacrime; La paura avvolse la sua anima e il suo cuore. Anche egli si inginocchio baciandogli il viso; i suoi occhi divennero rossi, vedendola in quello stato.

“Odio vederti soffrire, Isil.. rende debole ogni mia certezza!” ammise lui con voce roca e profonda.

“È questo ciò che provo Thorin, non posso farci niente! sei tutto il mio mondo.. se muori tu sarà cosi anche per me!”. 

“Tu pensi che non sia cosi anche per me?”.

Alzò lo sguardo stupita da quella risposta, le parole in quel momento erano inutili.
Lei gli prese il viso e incominciò a baciarlo delicatamente dalle guance fino alla fronte; poi lo guardò negli occhi, di quel color ghiaccio che amava tanto, e posò un leggero bacio sulle sue labbra, che venne timidamente ricambiato. 
La paura e l'incertezza, che provavano in quel momento, scomparvero, trasformandosi in passione.

Quando Isil si risvegliò, il fuoco illuminava pressoché la stanza.

La sua testa era appoggiata sul petto di Thorin ed una coperta, avvolgeva i loro corpi; la sua pelle emanava calore e il suo cuore batteva velocemente. 

“Brutti sogni?” domandò Thorin accarezzandogli la nuda schiena.

“Mmm.. questa volta no!” rispose baciandogli il petto “Posso farti una domanda?” chiese lei.
Con un cenno lui rispose di si.

“Quando hai capito di esserti innamorato di me?”
Sospirò..

“In verità, mio padre riuscì a capirlo prima di me.. cercò in tutti i modi per farmi capire ciò che provavo, ma non ero ancora pronto ad ammetterlo; molte responsabilità erano sopra le mie spalle e nonostante tutto, in qualsiasi momento, avevo paura di perderti”.

“Ma la paura di amare non è già amore?” rispose lei appoggiando il mento nel petto di lui.

“Si.. ma ero un ragazzo leale e responsabile ma anche confuso e impreparato, in certe cose”.
Stringendola a sé, la fece appoggiare la testa sulla morbida paglia, portandosi sopra di lei “Ma ora, non lo sono più! So qual'è il mio posto..ed è accanto a te a Erebor!! È questo il nostro destino, mia regina!”.

“Ricordati che un drago sputafuoco, dimora al suo interno!” disse lei afferrando le sue muscolose braccia, piene di piccole cicatrici “Non sarà semplice entrarvici e ritrovarvi l'arkengemma!”.

“Se staremo tutti insieme, riusciremo ad ucciderlo e poi io confido in Bilbo!” baciando il collo di lei.

“Mi soprendi! Hai cambiato idea su di lui?”.

“La mia regina mi ha fatto capire che dovevo provare a fidarmi di lui.. ed ora lo sto facendo e non mi pento di questa mia decisione!” disse con voce profonda avvicinando la sua bocca nell'orecchio di lei.

“Grazie a lui, potrò riappropriarmi delle mie stanze, del mio letto e tu sopra di lui!” Rispose facendo un mezzo sorriso.
Isil non ebbe il tempo di rispondergli che Thorin la baciò con foga, lasciandosi abbandonare dal tepore delle sue labbra. 

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“Un mutaforma??! Mi stai dicendo che quell'essere che ci inseguiva era un essere umano con le sembianze da orso??" 
La voce di Isil archeggiava per tutta la fattoria.

"Bhe! non mi stupirei più di tanto.. conoscendo il mondo in cui viviamo, non credi?” Gandalf sapeva come far sparire ogni traccia di dubbio “Si chiama Beorn, è l'ultimo della sua specie.. fuggi dagli orchi e si stabilì qui, per poter iniziare una nuova vita”.

“Lo invidio!! all'inizio vedevo Erebor lì davanti a me.. ma ora mi sembra sempre più lontana!! Ho paura.. ho paura di perdere, di nuovo, la mia famiglia, di perdere lui e non so dove trovare la forza per affrontare tutto ciò che verrà dopo; se non era per Bilbo...” le mani di Isil incominciarono a tremare “Io non ho la sicurezza che, lui, non soccomberà nella stessa malattia del nonno e del padre, Gandalf.. è l'oro ciò che brama e il potere collegato ad esso; ho bisogno dei tuoi consigli.. la mia speranza si sta affievolendo ed ogni mia certezza sta vacillando”.

“Non posso renderti facile il cammino ma posso dire, che riuscirai a trovare la forza che tanto cerchi; quando meno te lo aspetti, arriverà!” sorridendo dolcemente “Sta a te condurlo nella giusta via.. ti darà ascolto, lo ha sempre fatto in un modo o nell'altro”.

“Lo spero, Gandalf!”.

“A tal proposito, i tuoi incubi sono diminuiti?”.

“No, fuoco e stanze piene di oro invadono i miei sogni, ma questi sono eventi passati Gandalf... non hanno alcun senso, adesso!”

Mille pensieri attraversarono la mente di Gandalf ma capii, che i suoi sogni, non presagirono nulla di buono.

“È dov'è il nostro futuro re, stamattina? Non l'ho ancora visto!” cercando di cambiar discorso.

“Sta riposando, gli porterò qualcosa da mangiare avrà sicuramente fame” disse lei sorridendo.

“Lui è molto affezionato a te.. non metterebbe, mai, la tua vita in pericolo, Isil”.

“Lo so!” disse lei rientrando nella casa.

Gandalf, riaccese la sua pipa... facendo una grande nuvola di fumo.

“Bilbo Baggins! Perchè stai lì dietro ad origliare??”.
Bilbo uscì da dietro l'aiuola, imbarazzo.

“N-non volevo disturbarvi!”.

“Vieni.. avvicinati! Non ho avuto molta possibilità di parlare con te, mio caro amico.. cosa ne pensi di questa avventura?

“Mmm.. bhe non saprei.. ehmm.. io non lo so, Gandalf! So solo che voglio aiutarli”.

“Apprezzerò sempre la bontà d'animo degli hobbit, mi stupisce in ogni era!” alzandosi prese a camminare, canticchiando un motivetto a lui sconosciuto.
Bilbo lo guardò allontanarsi, sorridendo.

Rientrando nella stanza, Isil vide Thorin dormire profondamente; finalmente, dopo tanto tempo, riposava serenamente.
Con la mano gli accarezzò, delicatamente, il viso e suoi lunghi capelli neri, dove vi si formarono delle piccole ciocche bianche, stando attenta a non svegliarlo.

“Ti amo Thorin!” la sua voce tremava al solo pronunciare quelle parole.

Quando cercò di ritrarre la sua mano, lui l'afferrò baciandola “Il più bel risveglio che possa ricevere un re” disse guardandola con amore

“Distenditi accanto a me, te ne prego!” lei fu stranizzata da quella richiesta ma acconsentì.

“Cosa ti turba mio re?”

“Che la missione non vada a buon fine! Se ti succedesse qualcosa di brutto, non potrei mai perdonarmelo!!”.

“Thorin, Erebor è anche la mia casa! Voglio riconquistarla e insieme ci riusciremo! Fili e Kili non aspettano altro.. fin da piccoli hanno sempre ascoltato le tue storie con la speranza di poterla vedere, un giorno, con i loro occhi e anche il nostro popolo vuole questo; Lo abbiamo promesso!”.

Un attimo di silenzio li circondò.

“Isil... potresti considerar l'idea di non venire e stare al sicuro?”.
Lei lo guardò con disapprovazione “No, non posso.. devo essere li quando riusciremo ad entrare nella montagna!”.

Thorin sospirò rassegnato.

“Va bene, allora manterremo la nostra promessa.. mia regina!”.

“Adesso mangia, sei debole e devi rimetterti in forze!” disse lei alzandosi su e prendendo, con le mani, una fetta di pane con il burro.
Lui la mangiò, avvicinando la bocca alle sue dita e con sguardo profondo la guardò, facendola diventare rossa dall'imbarazzo; Appoggiando la sua mano nella guancia, si portò in avanti, la baciò facendola distendere lentamente.

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Dopo il pranzo, Isil, si prestò a ripulire le armi dal sangue degli orchi e dei goblin; Beorn, seduto dall'altra parte del tavolo, l'osservava incuriosito.

“Tu sei diversa da loro, che ci fai qui?” domandò con voce profonda.

“Cucino e lavo!” rispose lei “Sono la loro balia”.

“Mmmm.. ma almeno sai usare quei taglia carte che hai in mano?”. Disse riferendosi ai suoi coltelli.

“Tu che pensi? che essendo una donna, non ne sia capace?”.

“Provamelo e ti saprò dire sé sia vero o meno!”.

Isil, ne prese uno e cercò un bersaglio; quando lo trovo, abilmente lo tiro conficcandolo nel muro di legno, vicino all'orecchio di Kili e Beorn fu stupito della sua mira.

“EHIII!! Ma che ti prende? Che cosa volevi fare?!” domandò, Kili, innervosito e alzandosi rapidamente in piedi.

“Nulla! Solo una prova! Volevo tagliarti i capelli ma, ahimè, ho mancato il bersaglio” rispose lei sorridendo.

“AHH..SII? Vieni qua furbacchiona e vediamo chi è il bersaglio!!” disse incominciando a correre verso di lei, vedendola scappare, ridendo.

“Ahahahah!! Ci voleva un po' di allegria, qui!!” ammise Balin guardandoli divertire.

In tarda serata, dopo un abbondante cena, ogni nano decise di rilassarsi come più poteva: chi continuava a mangiare come Bofur, chi, invece, stava tranquillamente seduto vicino al fuoco o immerso nell'ombra, a fumare l'erba pipa.

Isil, dopo un bel bagno caldo, decise di fare una passeggiata, rassicurata dal fatto che il loro anfitrione proteggeva la fattoria, lasciò le sue armi a Dwalin e si avviò verso il prato.
La luna piena illuminava il luogo e fu facile camminare senza una torcia di fuoco; Ormai l'erba verde scomparve lasciando posto a quella secca. 

“Da quando abbiamo iniziato questo viaggio, sembra che la natura stia cambiando con noi.. ma non so se esserne felice o meno” ammise togliendosi il grande cappotto e sciogliendo i suoi lunghi capelli, incominciando a volteggiare; Il suono della natura era la sua melodia e sorrideva! sorrideva perchè era felice di essere lì, nella pace più assoluta.

Thorin, seduto vicino al fuoco ad intagliare un pezzo di legno, l'osservava, pronto ad intervenire per qualsiasi evenienza.
Non era la prima volta che la vedeva ballare ed era contento quando lo faceva; tanti fa, dopo esser stati rimproverati da Thrain, perchè correvano per tutto il palazzo, Isil decise di voler uscire per poter vedere le stelle che brillavano su nel cielo.
Quando furono fuori, lei, prese a ballare nell'erba alta con la sua pelle che era illuminata dal chiarore della luna.

“È cosi bello qui, Thorin!” disse sorridendo.

“Si, è vero!” rispose lui facendogli un mezzo sorriso e tenendo giunte le mani davanti a sé.

Avvicinandosi a lui, fece un inchino e prese le sue mani calde.

"Sei cosi rigido!! forza, balla con me!”.

“Lo sai che non ne sono capace!”

“Ballare è come usare un arma.. ci vuole allenamento e fiducia, ricordi?” disse appoggiando il suo braccio sul fianco sinistro e stringendogli la mano destra; incominciarono a muoversi, insieme, lentamente, guardandosi negli occhi.

“Chi ti ha insegnato a ballare?”

“Tua sorella Dis!! è sempre molto gentile con me!”

“Ti vuole bene, lo sai”!

“E io ne voglio a lei”.

Staccandosi, giunsero le mani e presero a girare.

“Prima o dopo dovevi imparare! sopratutto per quando diventerai re e sceglierai.. la tua r-regina..”dopo quella fra, nel viso di Isil, scomparve ogni traccia di felicità e pian piano si rabbuio.

Si staccò improvvisamente da lui dandogli le spalle “Ritorniamo.. si staranno, sicuramente, preoccupando!” disse vedendola camminare verso il palazzo, con passo veloce.

I ricordi riaffiorarono nella mente di Thorin come una terribile tempesta; gli dispiaceva di non aver potuto ricambiare, prima, i suoi sentimenti ma non intendeva più frenarsi nel farlo! era determinato a renderla felice ad ogni costo.

All'improvviso vide Fili e Kili raggiungerla per poter ballare con lei; Bofur prese a suonare, il suo clarinetto, un motivetto allegro accompagnato dalla viola di Dwalin.

“Sei fortunato, mio caro ragazzo!” disse Balin “ È l'unica a riuscire a vedere la luce anche nella profonda oscurità!”.

“Spera solo, che questa luce, illumini sempre il nostro cammino.. senza mai affievolirsi!” rispose lui con sguardo fiero.

   
 
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