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Autore: arisky    02/11/2017    3 recensioni
Nell’incerta luce dell’alba, mi fissi con stupore misto a inquietudine: ad attirare il tuo sguardo su di me è la vaga percezione di un mutamento nella bellissima immagine che hai davanti, l’immagine di te stesso.
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La scena in cui Dorian vede il primo cambiamento nel ritratto è descritta magistralmente da Wilde... Ma, se avesse potuto, cosa avrebbe pensato l'altra protagonista della scena, ossia l'anima di Dorian?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dorian Gray, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Sono la tua libertà, il tuo ego in cattedra
Guardati! Io sono te…
Sono la tua oscenità, la tua misera realtà
Sono la tua maschera
Io ti vedo!”[1]
 

Dorian… Guardami Dorian.
Spingiti oltre l’apparenza, oltre gli strati di colore, oltre la tela. Davanti ai tuoi meravigliosi occhi, imprigionata in questa cornice d’oro, c’è la tua anima.
Ma tu ancora non riesci a sentirmi, a comprendermi, ad accettarmi.
Nell’incerta luce dell’alba, mi fissi con stupore misto a inquietudine: ad attirare il tuo sguardo su di me è la vaga percezione di un mutamento nella bellissima immagine che hai davanti, l’immagine di te stesso. E’ un cambiamento quasi impercettibile alla vista, una sorta di distorsione che ti scuote profondamente dentro, facendoti provare un brivido di terrore che non riesci a spiegarti.
Resti  immobile, a domandarti il senso di quella nota di crudeltà e disprezzo che ora vedi turbare e increspare la curva sensuale delle tue labbra sul ritratto. E’ la realtà, o è solo una tua suggestione dovuta alla stanchezza per la notte insonne? E se fosse vero, come può un dipinto, nient’altro che una sovrapposizione di colori, un qualcosa del tutto inanimato, mutare nel tempo, come se avesse vita propria? Sì, perché, ne sei certo, quell’espressione agghiacciante la vedi per la prima volta. Il sorriso, l’innocenza e la purezza del volto sembrano scomparsi.
Continui a tormentarti nel tentativo di trovare una spiegazione logica a tutto ciò, senza riuscire a capire che la chiave è il legame indissolubile tra l’uomo e la propria anima. Un legame in cui tu non hai mai creduto.
Eppure per te, Dorian, dovrebbe essere tutto più semplice… Qualunque altro individuo può solo ascoltarla; tu, l’anima, ce l’hai davanti, la puoi vedere. Guardami! Sono io che mi esprimo attraverso il tuo ritratto, attraverso la tela in cui tu stesso mi hai imprigionato.
Ma ecco, noto un cambiamento nel tuo sguardo, una nuova consapevolezza affiora da esso. Lo vedo: quel pomeriggio d’estate, lo studio di Basil, il quadro… Improvvisamente tutte queste immagini ti si presentano alla mente chiare e nitide, e con esse, anche il ricordo di quel patto infernale. Parole pronunciate in un impeto di follia e di vanità, trascinato dalle velenose teorie di colui che, da quel giorno, non avrebbe mai smesso di affascinarti.
 

“Sono geloso di qualsiasi cosa la cui bellezza non muoia. Ogni minuto che passa sottrae qualcosa a me e dà qualcosa al ritratto. Oh, se solo potesse accadere il contrario! Se solo fosse il ritratto a cambiare e io potessi rimanere per sempre come sono adesso! Per questo, darei qualsiasi cosa! Sì, darei anche l’anima!”[2]
 

Davvero non riesci a credere che questo tuo desiderio possa essere stato esaudito? Eppure la prova è proprio sotto i tuoi splendidi occhi azzurri. Quell’espressione crudele impressa sul ritratto, tu la vedi, la puoi constatare attraverso i sensi, è qualcosa che non puoi negare.
A poco a poco la nebbia del dubbio si dirada, fino a lasciar penetrare i raggi della verità, con tutta la loro chiarezza. E mi comprendi.
Ma il tuo sguardo mi sta rivolgendo un’altra muta domanda, ora.
Intuisci immediatamente che ci deve essere un legame misterioso tra ciò che è accaduto la notte appena trascorsa e la comparsa di quel ghigno repellente sulla tela.
“Crudele? Sono stato crudele con Sibyl?”
Sono queste le parole che aleggiano nella tua mente.
Nel tuo contorto ragionamento continui a credere d’essere innocente, irreprensibile: è stata lei ad averti illuso, ad aver distrutto con la sua superficialità la tua prima storia d’amore. Accecato come sei dall’orgoglio e dall’egoismo, riesci solo a pensare alla tua delusione, alla sofferenza che hai provato durante quelle tre ore di spettacolo. Ma non senti i singhiozzi strazianti di lei, il suo implorarti di non lasciarla; non vedi il suo delicato corpicino rannicchiato pietosamente a terra, le sue candide manine protendersi verso di te mentre la abbandoni nel dolore e nella disperazione in quel sordido camerino.
Hai distrutto la vita di quella dolce bambina che dicevi di venerare, di amare più della tua stessa vita, di colei che si è macchiata di un’unica colpa, come ti ostini a definirla: quella di amarti troppo, di aver scoperto grazie a te la pienezza dell’amore vero, e la falsità di quello recitato sul palcoscenico.
Sì, l’hai distrutta! Perché tu, Dorian, ancora non sai… Non puoi immaginare…
Tessi nella tua mente una miriade di buoni propositi per rimediare a ciò che hai fatto, per cancellare dal ritratto quel ghigno di disprezzo: scrivi un’appassionata lettera d’amore a Sibyl, la prima che tu abbia mai scritto, vuoi ottenere il suo perdono, giuri di sposarla!
Ma, stavolta, non riuscirai ad avere ciò che vuoi come fai sempre, con un capriccio o grazie al tuo meraviglioso aspetto.
Stavolta hai giocato con un avversario troppo pericoloso: la tua anima.
Stavolta è troppo tardi per tornare indietro…
Sibyl Vane è morta, si è tolta la vita a causa tua! La nota crudele che increspa le labbra del tuo ritratto è comparsa nell’esatto momento in cui Sibyl ha bevuto il suo veleno. E’ indelebile ormai.
Ma stai tranquillo, Dorian, quando apprenderai questa tragica notizia, il dolore che proverai avrà la durata di un lampo. Troverai subito una fredda spiegazione logica che immediatamente ti assolverà, rendendoti innocente ai tuoi occhi. Ti tufferai a capofitto nella vita, nei suoi piaceri, nelle sue distrazioni, nei suoi affascinanti peccati… Dimenticherai in un attimo. Accade sempre così alle persone sensibili e complesse: hanno forti passioni che devono schiacciare, altrimenti ne sono schiacciate; che devono uccidere, altrimenti ne sono uccise.[3]
In questi precisi istanti, in quest’alba incerta, la visione di quel mutamento nel dipinto ti ha posto davanti ad un bivio: fare del ritratto la tua guida, la tua coscienza, o lasciare che si trasfiguri nella prova tangibile della tua depravazione; vivere d’ora in avanti nella moralità e nella giustizia, o abbandonarsi completamente al piacere dei sensi.
In cuor tuo hai già scelto, Dorian. Quel patto infernale fu la tua scelta. E lo sai che andrai fino in fondo…
 

“Lenta si consumerà
Dentro e fuori l’anima
Nel cuore tuo, Dorian
C’è un fiore che muore lento…”[4]

 
 
 
 
 
 
 
 
Nota dell'autrice:
"Il ritratto di Dorian Gray" è in assoluto il mio romanzo preferito, e in paticolare questa scena, ogni volta che la rileggo, mi trasmette emozioni diverse: a volte provo pietà per Dorian, altre invece sono parecchio infastidita dal suo atteggiamento infantile, come se tutto gli fosse dovuto. In questo caso diciamo che non sono stata proprio comprensiva...ma, dato che è l'anima a parlare, me la sono immaginata così, molto severa con lui.
Spero che la mia storia vi abbia coinvolto, come ha coinvolto me nella scrittura e, soprattutto, spero di essere riuscita a trasmettere la mia passione per questo romanzo stupendo. Grazie per aver letto e...aspetto le vostre recensioni!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
[1] Dal testo del brano “Un uomo senza età” tratto dal musical “Dorian Gray – la bellezza non ha pietà”
[2] Citazione dal romanzo “Il ritratto di Dorian Gray” cap.2
[3] Citazione dal romanzo “Il ritratto di Dorian Gray” cap.18
[4] Dal testo del  brano “Un uomo senza età” tratto dal musical “Dorian Gray – la bellezza non ha pietà”
   
 
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