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Autore: Guido    04/11/2017    12 recensioni
Ragazzo. Caramelle.
Qualcosa che dovrei ricordare. Che mi manca.
Come lei.
Era bella. Ricordo solo che era bella. Ed era mia.
...Mia..."

Questa storia partecipa ad "All Together Contest - IV edizione", indetto da Mary Black sul Forum di EFP
N/A: E' sul rapporto Frank/Alice dopo che entrambi impazziscono… ma purtroppo il pairing non è disponibile
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Frank Paciock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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“C'è la guerra...”

“C'è la guerra...”






La macchina della nebbia, di nuovo. Funziona sempre, quando viene il ragazzo delle caramelle.
Ragazzo. Caramelle.
Qualcosa che dovrei ricordare. Che mi manca.
Come lei.
Era bella. Ricordo solo che era bella. Ed era mia.
...Mia...

“Mamma”, mi dice. Una parola strana, suona bene.
Gli ho già dato la sua caramella? Non ricordo.
Ora sta guardando quello là, quello che è sempre qui. “Papà”, lo chiama. A tratti mi sembra quasi di conoscerlo, quel tizio. A volte assomiglia a Frank.
Come mi manca il mio Frank.

Parla, il ragazzo. Me lo ricordavo più piccolo.
Più parla, più la nebbia si infittisce.
E quella vecchia che sta fissando ora... perché è sempre qui con me?
Dov'è...? Come si chiamava?
Alice. Mi è tornato in mente, si chiamava Alice.
E poi è... è...
Scuoto la testa: No!

Sussulto: il ragazzo ha gli occhi di Frank.
A volte ho l'impressione che sia ancora qui, il mio Frank.
La caramella. Devo dargli la caramella.
Perché continua a parlare?

Qualche parola si fa strada attraverso la nebbia.
“...guerra...”.
No!
Comincio a tremare.
Vedo lampi di luce rossa e verde. Guerra. Brutto. Molto brutto.
“...gli Auror sono stati sconfitti, il Ministero è caduto...”.
Auror.
Lo dovrei sapere...
Auror.
La nebbia si dirada.
“Mamma, Papà” sta dicendo “...c'è la guerra, non so se tornerò.”. Fissa quella vecchia con la caramella in mano e scoppia a piangere.

Piange.
Frank, perché il bambino piange? Dove ho sbagliato?
Bambino. Dov'è il bambino? Dov'è Frank?
Il mio piccolo. Il mio uomo. Sono sola.
...Piange.

La vecchia allunga una mano per sfiorargli il viso.
Uno squarcio nella nebbia.
Alice!
Gli occhi di Alice, la gentilezza di Alice...!

Sobbalzo.
Alice che urla, urla, urla, urla e si contorce...
Non posso fare niente.
E sento che questo,
questo, più della tortura che infliggono a me, mi fa impazzire.

Quel tipo allampanato sta facendo un verso strano. Forse gli fa male qualcosa.
Il ragazzo piange.
Eppure gli ho dato la caramella.
Avevo un bambino. Gli piacevano le caramelle. Ricordo che gli piacevano.
Perché piange, se ha avuto la caramella?

...Alice...
La nebbia è tornata.
...Alice... Ali...
...Come si chiamava?
Era bella. Tanto bella.
Il ragazzo mi guarda.
“Addio, Papà. Addio, Mamma.”.
Mi stringe. Perché mi stringe? Ho paura. Chi è?!
Voglio lei, lei. Come si chiamava? Era bella, tanto bella.
Il ragazzo si allontana; la nebbia finisce di richiudersi.


Note:
Non è stato agevole cercare di rendere processi mentali rallentati, che si svolgono intorno a poche idee fisse; spero di esserci riuscito, tanto più che sono nuovo alle flash.
Ho interpretato l'indicazione in maniera alquanto libera: Frank e Alice continuano ad amarsi, continuano a desiderare la reciproca presenza, a sentir la rispettiva mancanza... ma si riconoscono solo a tratti e con incertezza. A mio avviso, nessuno dei due soffre di danni fisici permanenti (la magia dovrebbe essere in grado di curarli), ma la follia è stata il loro unico rifugio contro l'immagine della tortura che veniva inflitta all'altro e il tremendo senso di impotenza di quei momenti; per questo non riescono mai a riconoscersi in maniera duratura, perché la loro testa dovrebbe fare i conti con ciò che non vuole ricordare. E infatti, dinanzi ad un momento di lucidità particolarmente intenso, in cui il ricordo riaffiora davvero, vediamo come reagisce Frank.
Mi è parso più verosimile introdurre un catalizzatore esterno per quest'episodio di rimembranza: di qui la presenza di Neville. Il quale, mi son detto, tra la caduta del Ministero e il proprio ritorno a Hogwarts, ben determinato ad opporsi al nuovo regime, deve pur essere andato a dire addio ai genitori, casomai... ed ecco, così, anche l'elemento scatenante, la menzione della guerra.
Le caramelle: nessuno dei due è in grado di capire che si tratta solo di carte di caramelle; ho voluto trovare una spiegazione per questo gesto ricorrente di Alice, che, secondo me, le dà a Neville fin da quando era piccolo, unicamente perché ricorda che al suo bambino piacevano e, secondo lei, sono la sola ragione delle visite di quel ragazzo sconosciuto.
Infine, la nebbia è la manifestazione visibile, per Frank, del meccanismo difensivo e della correlata confusione (“
La macchina della nebbia”, in esordio, vuol essere un omaggio a “Qualcuno volò sul nido del cuculo”); pur non riconoscendo Neville - almeno non a livello conscio: “Qualcosa che dovrei ricordare”, pensa all'inizio - suo padre reagisce ad ogni visita come ad una minaccia per le proprie difese mentali… e no, purtroppo non è neppure in grado di riconoscere un abbraccio per ciò che è.

  
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