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Autore: Meramadia94    05/11/2017    2 recensioni
E se oltre ai personaggi che gia conosciamo, ci fosse un'altra persona a sapere la veritą su Aramis?
E' un piccolo esperimento dove ho riscritto alcuni pezzi di qualche episodio per me significativo con un'aggiunta: Lunette, cameriera di Aramis e sua fidata amica.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aramis, Athos, D'Artagnan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La guarigione, per certi versi miracolosa di Lunette, portņ nuova gioia e nuova felicitą a tutti i suoi amici.
Nicoląs, poco meno di mezz'ora dopo il risveglio della sua adorata moglie, incaricņ Mariette di recarsi alla dimora di Aramis e a quella di Costance in modo da informarli dell'avvenuto miracolo.
Aramis fu la prima a precipitarsi a casa Montmercy dopo aver ricevuto la notizia e quando toccņ con mano che la sua pił cara amica era viva, minacciņ di strangolarla in un abbraccio fraterno, scoppiando a piangere per la felicitą. Era stanca, distrutta dalle notti di pianto, dalle veglie, dalle preghiere... ma si sentiva felice ed appagata. Come se una parte del suo cuore avesse ricominciato a vivere.
'' Mi hai messo paura...''- fece Aramis.
'' Mi dispiace.''- fece Lunette.
'' Riesci a ricordare qualcosa di quello che č successo?''- chiese Aramis prendendo in braccio la piccola Reneč cullandola leggermente sulle sue ginocchia.
Lunette annuģ stringendosi nello scialle che Mariette le aveva portato. Si era svegliata e dal canto suo si sentiva bene, ma stando al medico che il re e la regina avevano messo a sua disposizione, avrebbe dovuto rimanere a letto per un altro paio di giorni per recuperare pienamente le forze.
Lei avrebbe di gran lunga preferito tirare di scherma o fare delle cavalcate, rimettersi ad aiutare un poco la servitł della casa... insomma, qualunque cosa pur di uscire da quella stanza in cui aveva passato pure troppo tempo ultimamente, a parer suo.
'' Ricordo tutto... ho commesso l'errore di guardarla negli occhi e poi... solo di aver provato paura, rimorso e rimpianto. Poi il vuoto sotto di me.''
'' Dannata...''- Aramis ringhiņ di rabbia. La piccola Reneč si accorse del cambio d'umore da parte della persona che la  teneva in braccio ed iniziņ a piangere -'' no tesoro no... va tutto bene.''- disse cercando di calmarsi -'' č riuscita a provocare dolore e sofferenza solo con lo sguardo...''
'' Se il cielo vuole, adesso č finita. Non ci rivedremo mai pił.''
'' E se la cava cosģ?''- fece Aramis. Dal canto suo avrebbe voluto passarla a fil di spada per tutto quello che aveva fatto: aveva quasi ucciso la sua migliore amica, se n'era presa gioco quando Lunette stava letteralmente trattenendo l'anima con i denti, aveva quasi messo Nicoląs in condizione di farsi giustizia da solo, rischiando di rimetterci la vita lui stesso, condannando la piccola Reneč ad uno squallido destino.
D'artagnan e Costance l'avevano informata dellla discussione a cui avevano assistito tra due nobildonne, che di nobile avevano solo il titolo, che quasi non vedevano l'ora che la giovane tirasse le cuoia per convincere Nicoląs a riprendere moglie e magari una delle loro figlie... ed anche se aveva saputo che il principe Philippe le aveva rimesse al loro posto, umiliandole a dovere, avrebbe voluto prendere a schiaffi sino a far diventare le loro facce rosse come pomodori maturi.
Milady avrebbe dovuto pagare un conto salatissimo per tutto quello che aveva fatto... ma per il loro bene era meglio fingere. Meglio farle credere di aver raggiunto il suo scopo. Almeno per un po'.
Se mai fosse capitato loro di doversi recare alla prigione le avrebbero portato la notizia che Lunette era viva e felice.
Per ora, volevano solo godersi il fatto di aver recuperato un pezzo del loro cuore.

Passato il momento del pericolo, fu tempo di pensare ai festeggiamenti. Tra le altre cose, i loro amici non avevano dimenticato che dovevano festeggiare ancora il loro anniversario di matrimonio e il ritorno a casa del conte Montmercy. L'occasione per celebrare degnamente tutti questi avvenimenti non si fece attendere pił del dovuto. Si stava avvicinando la data che i due coniugi avevano fissato per il battesimo della loro figlia.
Con tutto quello che era successo, il rapimento di Nicoląs, il tentato omicidio di entrambi da parte di Milady, i preparativi erano finiti in sordina, e Lunette aveva deciso di recupare un po' per volta, appena aveva avuto il permesso del medico di alzarsi dal letto per il battesimo della bambina.
Era passata quasi una settimana ormai, e Nicoląs si era ritrovato da solo in casa: Mariette e le poche domestiche si stavano occupando dell'allestimento della festicciola in giardino. Non sarebbe stata una cosa incredibile come la festa campestre che si era tenuta in quella stessa casa prima che scoppiasse l'affaire Maschera di Ferro, non ci sarebbero state decine di invitati, pochi ma le persone pił care ai due giovani conti e che con loro avevano diviso tutto, gioia, dolore, speranza, paura, felicitą...
Lunette aveva portato Reneč a casa di Bonacieux per farle prendere le misure per il vestitino da indossare al battesimo, e Nicoląs si era chiuso nel suo studio a rimettere in ordine le carte, i registri e i conti. Amministrare i conti della casa era un compito che spettava a lui, anche se ne avrebbe fatto volentieri a meno.
Passare un pomeriggio intero a compilare carte non era proprio in cima alla sua lista delle preferenze, ma almeno aveva un po' di pace e di solitudine. Dopo l'incubo che aveva appena vissuto, tutto quello che voleva era dimenticare che aveva quasi perso sua moglie e fingere che fosse stato tutto un brutto incubo.
E fu proprio la ritrovata quiete a fargli saltare nuovamente all'occhio la custodia in cui era custodita la lettera che il maschese De La Roche gli aveva chiesto di custodire sino a nuovo ordine.
Ormai era passata una settimana, ma del servo che avrebbe dovuto passare per chiedere se il suo padrone aveva lasciato qualcosa per lui e del quale gli era stata preannunciata una visita non si era ancora fatto vedere.
Non era normale. Dato che il marchese gli aveva parlato di documenti importanti, la cosa pił logica sarebbe stato recarsi quanto prima da lui per chiedere di riaverli indietro.
E poi, perchč il marchese gli aveva detto di non fargli domande se teneva un po' alla sua vita?
'' Che diavolo c'č in questi documenti?''- aveva deciso. Li avrebbe aperti. In fin dei conti, se si trattava di roba scottante doveva sapere se quella lettera metteva in pericolo lui e i suoi cari.
Ci pensņ per qualche secondo prima di rompere il sigillo con la ceralacca e chiese perdono al suo maestro anche se questi non poteva nč vederlo nč sentirlo.
Iniziņ a leggere... ed i suoi occhi, man mano che scorreva nella lettura, divennero grandi il doppio.
Nella lettera, vi era contenuta la confessione del marchese: aveva compiuto una lunga serie di investimenti sbagliati e tutto quello che gli rimaneva del suo casato era il titolo. In preda alla disperazione, aveva accettato la proposta di un certo duca De Parmentier che era riuscito a diventare vice consigliere del re, sfruttando la sua gran parlantina  ed era riuscito a convincere a dargli carta bianca per la gestione di alcuni territori francesi... che lui aveva provveduto a rivendere a degli affittuari inglesi. Ed il re si fidava cosģ cecamente che non aveva avuto il minimo sospetto. Era riuscito persino ad ottenere i favori di Richelieu.
Per un po' il marchese aveva goduto un po' di quel '' giochetto'' ed era riuscito a risanare una parte dei suoi debiti.
Poi perņ aveva avuto una crisi di coscienza: si era reso conto di aver mancato agli stessi principi che da sempre inculcava ai suoi studenti.
''.... sono un nobile, ma allo stesso tempo sono un suddito.  E la mia fedeltą va a sua Maesta. Possa Dio perdonarmi.''
Altro che roba che scottava... c'era da bruciarsi.
Alto tradimento verso lo stato e verso il re. Aveva come il sospetto di aver commesso un grave errore ad aprire quella busta... ma ormai l'aveva fatto e non poteva nč tornare indietro nč fingere di non sapere.
'' Amore?''- la voce di sua moglie lo riportņ sulla terra. Si affrettņ a nascondere tutto in mezzo ai registri contabili.
'' Tesoro...''- fece Nicoląs cercando di mostrarsi naturale -'' ehy... amore di papą, come stai?''- fece carezzando le guance paffute della bambina che la moglie teneva in braccio.
'' Benissimo.... lo zio Bonacieux ha preso le misure e ci farą un bel vestitino, vero tesorino?''- fece la donna schioccando un bacio sulla testa della bambina.
In quel momento notņ che il marito era pallido e che pareva sudorare freddo.
'' Tesoro, ma stai bene?''- fece la donna preoccupata sfiorandogli una guancia -'' Hai una faccia...''
Nicoląs sorrise tiratamente, sforzandosi di apparire naturale -'' Si... credo di essere solo un po' stanco.''
Lunette annuģ. Erano stati giorni difficili, Mariette le aveva detto che le era stato accanto notte e giorno e solo perchč Athos gli aveva versato qualcosa nel tč che l'aveva stordito, era riuscito a riposare.
Dopo essersene accorto avevano anche fatto a pugni. Se fosse stato un altro, Athos l'avrebbe sfidato a duello per lavare l'onta, ricordava bene che era stato sul punto di lanciare un guanto di sfida a D'artagnan per molto meno in occasione del loro primo incontro , ma aveva lasciato correre. Anzi, forse era quello che aveva voluto sin da quando gli aveva messo la valeriana nel tč.
Dargli una scusa per aggredirlo, in modo che potesse sfogare la rabbia e l'odio che aveva nel cuore, senza gravi ripercussioni.
'' Chiedo a Mariette di portarci un po' di tč... il tempo di metterla a letto e sono da te.''- nel dir cosģ gli diede un bacio sulle labbra.
Odiava avere dei segreti e che ce ne fossero tra loro. Certo, sapeva della vera identitą di Aramis e che Lunette custodiva gelosamente il segreto ( beh, mica tanto segreto visto che lo sapevano praticamente tutti), ma non aveva mai fatto parola di essere a conoscenza di quella piccola omissione, in quanto era stata fatta per saldare un debito d'onore che a detta di Lunette non sarebbe mai riuscita a saldare sino in fondo.
Lui aveva mentito sulla sua vera identitą per capire se Lunette avrebbe voluto bene a Nicoląs anche se non avesse avuto nulla da offrire e da allora tra loro non c'erano mai state ombre, segreti e sospetti.
Aveva giurato quando l'aveva accolta come sua sposa che mai le avrebbe tenuto nascosto qualcosa... ma purtroppo avrebbe dovuto rompere il giuramento.
Quella lettera metteva in serio pericolo chiunque fosse a conoscenza del suo contenuto. Se qualcuno avesse scoperto che era lui ad avere quel pericoloso documento, la reazioni di Parmentier sarebbe stata prevedibile: prendere lei e Reneč per ricattarlo. E forse nemmeno i moschettieri sarebbero riusciti ad aiutarlo, visto che questa volta erano coinvolte delle cariche importanti.
Avrebbe aspettato qualche altro giorno e poi non avrebbe pił aspettato qualcuno che magari non sarebbe mai arrivato. Avrebbe chiesto un colloquio privato con il re e gli avrebbe consegnato la lettera al re.
Per il momento voleva solo un po' di calma e quiete familiare. Tra pochissimo tempo sarebeb stato il battesimo di sua figlia. E non voleva pensare al male in quei giorni di festa.
Doveva solo trovare un buon posto in cui nascondere quella lettera maledetta, cosa non facile dato che sua moglie aveva l'abitudine di mettere in ordine la casa assieme alle domestiche.
'' Tesoro?''- lo chiamņ sua moglie -'' Il tč č pronto.''
La nascose nella tasca interna della giacca. Ci avrebeb pensato tra poco.

- Vigliacco traditore...- quasi urlņ il duca Roland De Parmentier, un uomo alto, snello, dal volto duro ed arcigno, linealmenti aguzzi, un caschetto di capelli castani raccolti dietro la nuca, abbigliato con un' elegante marsina nera -'' Dov'č adesso?''
Il suo servo, abituato agli scatti d'ira del suo padrone, capģ che presto sarebbe iniziato un gran brutto momento per lui -'' E' scappato, su una nave diretta in Inghilterra. Ormai non lo riprendiamo pił.''
-'' E la lettera?''- insistą il nobile ringhiando.
-'' Scomparsa. Sappiamo solo che č stata affidata a qualcuno e che presto un suo servitore andrą a ritirararla...''-
-'' Qualcuno?''- fece il duca calmandosi un poco -'' Chi č? Come si chiama?''-
-'' Non lo sappiamo. Solo che era una persona che gli era molto cara e di cui si fidava molto.''- fece il servitore -'' farņ tenere d'occhio la servitł di De La Roche....''
''Non serve. Sicuramente č partita con lui, tranne la persona che deve recuperare la lettera e consegnarla al  re... portalo qui con una scusa, fallo parlare. Digli che il suo padrone č colpevole di alto tradimento e che se non parla subirą la condanna a morte. Canterą come un'allodola e ci dirą chi č lo sventurato che si č accollato un segreto del genere.''
'' Ed una volta individuato?''
'' Gli offriremo tutto quello che vuole: terre, denaro, carriera. Sarą ben felice di aiutarci, vedrai.''
'' Sģ, ma...''
'' Ma cosa?!?''- ringhiņ nuovamente il duca. Se c'era una cosa che non sopportava era proprio essere contraddetto. Da un servo poi... la categoria che lui considerava quasi come degli oggetti che una volta rotti o non pił utili come un tempo dovevano essere buttati via e sostituiti.
'' Beh..''- fece lui prendendo coraggio -'' si vocifera che questa persona sia stata una dei suoi studenti a cui De La Roche a cui ha insegnato...''
'' Si si...''- fece il duca annoiato -'' Onore, lealtą, coraggio, disciplina                tutta roba buona da leggere quando non si ha niente di importante da fare... Victor, chiariamo una cosa: tutti hanno un loro prezzo. Basta solo scoprire qual'č. Gli offriremo il mondo e vedrai come si sbrigherą ad accettare....
Se invece questo tizio č un pazzo che vuol fare l'eroe...  sarą nostra premura ricordargli che gli eroi fanno sempre una brutta fine.''
  
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