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Autore: slenderguy93    06/11/2017    2 recensioni
Ormai sono passati due mesi da quando la vita di Dante è stata stravolta.
E' stato costretto ad accettare che nascosto dal nostro, esiste un altro mondo, violento e spietato, abitato da creature antiche e potenti oltre l'umana immaginazione.
Tuttavia sembra che sia riuscito a raggiungere un equilibrio... destinato a spezzarsi nuovamente con l'arrivo di vecchie e nuove conoscenze.
Dal testo:
“La promozione si è esaurita, ed anche il mio BB è al limite.
Inizio a planare verso il suolo, lo sguardo fisso verso terra; non riesco ad incrociare quello degli altri. Ero la carta vincente del piano, ma non sono riuscito a compiere il mio dovere…
“…Ho perso il conto dei complimenti che ho fatto stasera, ma questi sono davvero sinceri e soprattutto meritati. Era da un paio di secoli che non subivo un colpo del genere.” Kokabiel è atterrato poco prima di me, e mi concede il primo sorriso privo di follia e derisione che gli abbia mai visto fare.
Peccato che non me ne freghi un cazzo che provi rispetto per me. Avrei dovuto sconfiggerlo ad ogni costo…”
Seconda parte di DxD Tales. E' consigliato di leggere prima Knocking on Hell's Doors.
Genere: Azione, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Asia Argento, Nuovo personaggio, Rias Gremory, Yuuto Kiba
Note: Cross-over, Lemon, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'DxD Tales'
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Dante Nandini emette un intenso sospiro. È sia di sollievo per essere sopravvissuto all’attacco terroristico, che di stanchezza: è così sfinito da non sentirsi quasi più gli arti.
Si trova di nuovo nella sala della riunione, mentre all’esterno i rinforzi stanno facendo pulizia, e soccorrendo le squadre di sorveglianza che hanno dovuto affrontare Walburga ed i suoi sgherri.
“—e questo è quanto. Non vogliamo negare od evitare le nostre responsabilità in quella tragedia, ma spero che comprendiate che la situazione dell’Inferno allora era fin troppo caotica.” Lo sguardo di Xandelsur si sposta alternatamente da un Maou all’altra, mentre si sfrega il mento con aria pensierosa.
“Lo comprendiamo. Ora che i principali responsabili sono di nuovo entrati in scena, ovviamente diventeranno il nostro primo obbiettivo…” …il Sekiryuutei sente un ma in arrivo. Sospira di nuovo.
A quanto pare l’idea della Caccia ha avuto origine in modo incredibilmente stupido: in pratica, era la campagna promozionale di Rivezim, erede del Lucifero originale… per la sua ascesa al trono dopo la morte del padre.
‘Il Vostro nuovo Maou sarà ancor più forte e determinato del suo Predecessore! Celebreremo la Sua venuta sterminando quei fastidiosi draghi metallici che tanto a lungo ci hanno messo i bastoni tra le ruote!’ …roba così. Ritiene che abbiano tutte le ragioni per essere così incazzati, soprattutto se si considera—
“…tuttavia, non sono stati certo gli unici a partecipare. Togliere di mezzo solo loro non soddisferà di certo la nostra gente: intere famiglie, interi clan sono stati spazzati via… non è rimasto un solo membro del nostro popolo che non abbia perso qualcuno, e in molti hanno perso ogni cosa…” gli occhi del drago d’ottone lampeggiano mentre fa una pausa.
“E questo perché avete supportato quel dannato folle. Se lui e quegli altri tre rifiuti di Katarea, Creuserey, e Shalba fossero stati da soli nel proclamare questa crociata, difficilmente avrebbero potuto radunare e guidare un eterogeneo esercito proveniente da diverse mitologie. Invece hanno avuto abbastanza appoggio da formare l’armata che ha funto da cuore e li ha condotti in una vera e propria campagna di guerra.” Già, è questo il fulcro della discussione: i clan che li hanno seguiti devono pagare il prezzo dei loro errori. Ma anche loro hanno delle ‘circostanze’…
“…in effetti alcuni membri delle nostre legioni si sono unite a loro. Tuttavia è stata una loro iniziativa,  e salvo rare eccezioni non hanno ricevuto l’approvazione dei capiclan. La richiesta del risarcimento e magari anche quella del processo potrebbero essere accolte, ma le scuse in blocco da parte di ciascuno dei clan di cui anche solo un membro abbia preso parte a tutto ciò, trovo sia eccessiva. Potremmo accettare di fornirvi quelle dei nostri Maou come richiesto, e quelle dei clan di cui è confermata la loro approvazione a questo incidente.” …non ha parole, per descrivere la faccia da culo del Gran Re. Sta affermando che intere legioni avrebbero avuto il coraggio di iniziare una campagna di guerra senza il suo benestare… quando tra di esse ce n’erano di provenienti dal suo stesso clan, ed oltretutto ha pure venduto senza problemi (e senza chiedere) la faccia di suo nipote ed i suoi compagni…
“Di quelle di quattro ragazzi che all’epoca non erano ancora coinvolti nel governo ne possiamo anche fare a meno. Le scuse che ci interessano sono quelle di coloro che hanno ‘fallito’ nel tenere sotto controllo i loro sottoposti. Mi pare che qualcosa di così chiaro e semplice sia stato compreso e messo in atto anche da altre forze qui presenti…” fa il drago buttando un’occhiata casuale ad Azazel. L’altro sembra aver ingoiato un limone, ma dopo circa un minuto fa un cenno al Maou Cremisi.
“…e sia. Lasceremo il resto delle trattative a voi: sarà meglio che noi due indiamo una riunione dei capiclan il prima possibile. E ricorda, Sirzechs… ci devi un favore.” Detto questo, Lord Bael si alza e si allontana insieme all’Arciduca. Tuttavia, il Governatore decide di seguire quest’ultimo, chiedendo un paio di minuti.
…favore sto’ cazzo. Che gran pezzo di merda…” sibila Zaldor tra i denti non appena i tre si sono allontanati a sufficienza. Il suo capo ed il suo compagno sospirano esasperati, ma per un istante mi sembra che Sirzechs assuma una smorfia divertita.
Il drago d’ottone sembra riflettere su qualcosa, poi si volge verso di lui.
“D’accordo, visto che la parte più fastidiosa e problematica è sistemata, direi che possiamo parlare a carte scoperte: l’ottemperanza di tutte le condizioni richieste per la nostra inclusione nel trattato di pace, sarà di enorme aiuto per la sua applicazione, ma non posso garantirvi al 100% che tutta la nostra gente lo accetterà. Comunque, sono abbastanza fiducioso che riusciremo a convincerli a darvi un occasione… starà a voi cogliere o meno quest’opportunità.” Il Maou annuisce.
“Capisco. Immagino che sia il massimo che ci possiamo aspettare… tuttavia mi sento in dovere di informarvi che anche molti diavoli faticheranno ad accettare tutto questo. Credo che—“
“—tutto ciò che ora possiamo fare sia coinvolgere più persone fidate che possibili, e mettere tutto il nostro impegno nel realizzare e mantenere questa pace. Non è forse quel che è sempre successo dopo un vero summit di pace?” Xandelsur si alza, e porge la mano a Sirzechs. Lui la guarda quasi stupito, poi lo imita e gliela stringe.
A quella vista, tutti i presenti nella stanza tirano un sospiro di sollievo, sentendosi alleggeriti. Michele dà alcuni ordini alla sua accompagnatrice, che lascia la stanza e l’edificio raggiungendo alcuni messaggeri che attendevano disposizioni all’esterno.
Pochi minuti dopo anche gli altri escono, ma mentre tutti seguono la serafina in cortile, Dante cammina rapidamente fino all’Aula del Consiglio dove lo attendono il Team Gremory, quello Sitri, ed una certa spadaccina. Al suo arrivo sono già in piedi, a causa di un avviso telepatico di Grayfia.
“…quindi è davvero fatta. Quasi non riesco a crederci…” un sorriso si disegna sul volto di Rias, mentre scioglie leggermente le spalle tese.
“Diciamo quasi fatta: per la firma del trattato si dovrà aspettare l’approvazione dei clan, e credo che lo stesso valga per i draghi. Ma sì, nonostante tutto ci è davvero andata bene.” L’entusiasmo si propaga nel gruppo, che dopo quanto successo erano tutti estremamente nervosi.
“Ah, Dante… avrei una richiesta da farti.”
“Dica, Master.”
“… d’ora in poi potresti impegnarti ad evitare, ogni singola battaglia che affronti, di finire in punto di morte?! Da quel che ho capito, Tobio ti ha salvato proprio per il rotto della cuffia.”
“Mi associo. Sei uno studente di questa scuola, e quindi è mia responsabilità evitare che tu ci resti secco proprio nel perimetro dell’Istituto!”
“Idem con patate. Non avevi una promessa da mantenere’?” Rias, Sona e Xenovia lo fissano tra il preoccupato e l’incazzato. Lui inizia a sudare leggermente.
“…beh certo, però durante—“
“—mi auguro tu non voglia dire che hai evitato di farlo durante il Rating con Raiser, perché ridursi in fin di vita in una situazione del genere, sarebbe stato degno dei Darwin Awards*.” Lui sbatte le palpebre palesemente in imbarazzo.
“…certo che no. Vi prometto che d’ora in poi sarò ancora più cauto.”
Intanto nel cortile, i tre leader ed i loro accompagnatori osservano i draghi metallici partire. Una volta usciti dal loro campo visivo, si volgono l’uno verso l’altro.
“Michele, credo sia meglio che sia tu ad informare Asgard, e successivamente il monte Sumeru. Al momento per me sarebbe problematico muoversi imprudentemente.” L’arcangelo annuisce alla proposta di Sirzechs, che ora sta fissando pensieroso la pergamena sigillata con lo stemma di Selgram che stringe nella mano.
“Sì, anche dal momento che il potere persuasivo di un Re degli inferi e del Governatore dei caduti non è lo stesso di quello di un emissario celeste. Dopotutto sono abituato a trattare con le divinità.” Ad un suo cenno, Yindrel e la maggioranza dei messaggeri volano in cielo, aprendo un passaggio per il Paradiso. Nel frattempo Azazel si è rivolto ai suoi sottoposti, schierati in gran numero dopo aver terminato la parte di lavoro a loro assegnata.
“Io lo dichiaro: ho scelto la pace. D’ora in poi gli angeli caduti non si scontreranno con gli angeli e con i diavoli. Coloro che sono insoddisfatti da ciò possono anche andarsene, tuttavia vi ucciderò senza riserve la prossima volta che ci incontreremo. Che coloro che vogliono seguirmi mi seguano.”
“Vivremo per il bene del Governatore Azazel fino al giorno della nostra morte!” la risposta dei suoi seguaci è un ruggito unanime. Lui replica ringraziandoli, e dopo aver ricevuto i suoi ordini, essi aprono i loro portali e ritornano a casa.
Poco dopo anche Michele e gli angeli rimasti, ed i diavoli agli ordini dei Maou se ne vanno. Gli unici rimasti sono appunto loro due, il caduto, ed i ragazzi appena giunti.
“Lascerò il resto delle pulizie a voi: sono stanco e credo che ritornerò a casa.” Prova ad agitare una mano, ma si ferma e punta invece l’indice dell’altra verso il gruppo Gremory.
“Proprio così, Dante. Dal momento che ho intenzione di trasferirmi qui per un po’, terrò sottocchio te e l’alfiere di Rias Gremory. Perché non sopporto vedere un Sacred Gear che non viene controllato.”
“…Urrà.” Replica fiaccamente lui.
“Per il rosso è l’armonia. Per il bianco è il potere. Entrambi non si arrenderanno mai per ottenerli.“ detto questo, Azazel se ne va fischiettando. Raggiunto l’ingresso della scuola, attiva un portale che lo porta direttamente nel Palazzo del Consiglio nei suoi domini.
Lascia la stanza d’arrivo dopo aver inserito il codice di sicurezza, e cammina fino alla sala riunioni: ad attenderlo all’interno trova il suo fidato vice, ed un cupo individuo dai lunghi capelli e dal completo neri, che indossa un paio di occhiali dalla montatura leggera sugli occhi rossi.
“Ed eccomi di ritorno. Mi fa piacere vedere anche te, Fafnir: hai deciso finalmente di lasciare il tuo antro?” l’interpellato alza gli occhi dalla console portatile con cui sta giocando.*
“…ho sentito del tradimento di Vali. Mi dispiace, anche io stavo iniziando a trovare gradevole la sua compagnia… comunque, com’è andato il collaudo del nostro SG?” Azazel sospira.
“…diciamo che c’è un ampio margine di miglioramento. Potrebbe servirmi ancora la tua assistenza.” Lui annuisce, e riporta la sua attenzione sul videogioco.
Intanto Shemhazai si è avvicinato all’amico e gli ha posato una mano sulla spalla.
“…non tutto è ancora perduto. Se ci giocassimo le carte giuste, potremmo farlo passare per un agente sotto copertura… certo, prima dovremo convincerlo a ritornare, ma poi—“
“—va tutto bene. Ce ne possiamo occupare più tardi, ora dobbiamo organizzare  l’assemblea per gestire i nostri e prepararci in vista del putiferio che scatenerà la firma del trattato. Inoltre… ho una buona notizia per voi: pare che l’Arciduca non sia cambiato in questi ultimi secoli, difatti alla mia proposta non è esploso né ha usato parole come ‘traditrice’ o ‘abominio’.”
“…davvero. Ana ne sarà felice: ha sempre sperato che accettasse la nostra relazione. Ma non ti ha detto se parteciperà o meno?” Azazel scuote la testa.
“Non ancora… dagli tempo per metabolizzare: non capita tutti i giorni di scoprire che la tua amata sorella scomparsa da lungo tempo sia ancora viva, sia incinta di un Nefilim, e stia per sposarsi con il Governatore di quella che per millenni è stata una fazione nemica.” A quelle parole Shemhazai spalanca gli occhi scioccato.
“…Governatore?! Cosa vuoi dire?” ora è il turno dell’altro di appoggiarli la mano sulla spalla.
“…voglio dire vecchio mio, che credo sia ora che tu riprenda il ruolo che ti spetta. Stiamo per voltare pagina, e le nostre fazioni trarrebbero maggiore vantaggio se tu tornassi al comando. Visto soprattutto che, TU stai per voltare pagina. C’è voluto più di quanto mi aspettassi, ma grazie a lei ed al vostro pargoletto credo ormai che tu sia riuscito a superare… quella cosa.” Segue un lungo silenzio, durante il quale i due si studiano attentamente a vicenda. Dopodiché il capo dei Grigori lascia andare il compagno e si dirige nuovamente verso la porta.
“…Vado a chiamare gli altri. Non c’è bisogno che mi risponda subito, però sono convinto che sia la scelta migliore: Dante è l’avanguardia… ma sento che sarete voi tre il ponte tra le nostre fazioni.”
 
Nello stesso momento, nei cieli sopra un isoletta dell’arcipelago giapponese.
 
“Per quale ragione ci ha seguiti, Lord Michele?” Xandelsur è rivolto verso il capo del Paradiso, da poco teleportatosi nell’area.
“…avevo una questione importante di cui parlare con lei, lontano da orecchie indiscrete. È possibile isolare la conversazione?” il drago inarca le sopracciglia, ma comunque fa cenno ai suoi due accompagnatori di allontanarsi. Quindi attiva uno dei suoi anelli creando uno Spazio Separato* che inghiotte entrambi.
“Dica pure.”
“…grazie alle nostre ricerche, siamo riusciti a ricostruire i movimenti di nostro Padre poco prima della Sua sparizione. L’ultimo viaggio che ha compiuto è stato a Galenstein, ed al Suo ritorno se ne è andato pochi giorni dopo lasciandoci una breve lettera. Conferma i dati in nostro possesso?” il Ministro prende un brusco respiro, ed inizia a ticchettare nervosamente il dito sul cursore del suo orologio.
“…ufficialmente, è stato dato ordine di riserbo assoluto per quanto riguarda una certa visita avvenuta nella nostra città a quel tempo, e tutto ciò a cui essa ha portato.” L’arcangelo stringe i denti, e china lentamente il capo.
“…questa non è la richiesta di un politico ad un altro: è la preghiera di un figlio che sta cercando il padre scomparso. Puoi aiutarci?” Xandelsur rimane in silenzio a lungo, palesemente a disagio. Alla fine sbuffa leggermente.
“239 anni fa, sono stato convocato dal Console della città per una richiesta: un suo importante ospite aveva espresso il desiderio di incontrare il nostro Antenato Alkhanthos. Grazie alla mia mediazione riuscimmo ad organizzare un incontro tra i due, ma tutto ciò che lo riguarda è top secret, e dovrebbe essere a conoscenza solo dei diretti interessati, dell’amata discendente del secondo… e di due suoi kouhai fin troppo ficcanaso.” Conclude lanciando un’occhiata seccata in direzione di Zaldor. A quelle parole le pupille di Michele si restringono.
“Quindi… era a questo che si riferiva. Se è coinvolta quella creatura… si spiegherebbero molte cose, e allora—“
“Fossi in lei non salterei a conclusioni affrettate. Riferirò a chi di dovere la sua richiesta, e cercherò di organizzare un incontro… anche per lei. Potrà appurare di persona le informazioni in nostro possesso.” L’anello smette di brillare, e i due si ritrovano nuovamente nel mondo umano. Quindi si salutano ancora una volta, e i draghi riprendono il loro viaggio.
L’arcangelo invece rimane immobile per un po’, perso nei suoi pensieri. Sentendo di essersi avvicinato ulteriormente alla meta della propria ricerca, non riesce a capire se essere più felice per l’opportunità di raggiungerla… o timoroso all’idea di scoprire cosa ci troverà.  
 
 
Lilith, Capitale dell’Inferno
 
Nella sala riunioni del Palazzo dei Maou, sette diavoli sono seduti attorno ad un tavolo. Quattro di loro sono i Maou, gli altri tre sono un anziano dai capelli blu e rossi con una veste da mago, un uomo dagli occhi ed i capelli grigi indossante una lunga giacca aperta che gli lascia il muscoloso torso scoperto, ed un elegante giovane dai capelli argentati e gli occhi verdi.
I loro nomi sono Mephisto Phele, Diehauser Belial, e Rudiger Rosenkreutz… tre dei diavoli più potenti ed influenti dell’Inferno. Hanno tutti un espressione grave, e fissano la pergamena aperta davanti Sirzechs.
“Quindi… se le trattative fossero saltate, o se fosse successo qualcosa ai loro ambasciatori, ci saremmo trovati a fronteggiare non solo l’intera razza unificata dei draghi metallici… ma anche Indra e le armate del Monte Sumeru?!” alla domanda del più robusto dei diavoli, il Maou Cremisi annuisce.
“Esatto, Diehauser. Pare che Xandelsur abbia tenuto questo patto d’alleanza come ultima risorsa per convincerci ad accettare… sebbene sospetto che le alte sfere di Selgram avrebbero preferito mantenere il tutto segreto, per ottenere il fattore sorpresa nella guerra conseguente al nostro probabile rifiuto.” Il più anziano del gruppo emette un piccolo sospiro.
“Sospetto molto fondato. È una vera fortuna che abbiano affidato la missione ad un individuo come lui… ma arriviamo al punto. Il motivo per cui ci hai convocati qui è che vuoi il nostro supporto, giusto?”
“Precisamente. Da soli noi quattro avremo non poche difficoltà a far rispettare questo trattato, anche perché è chiaro che la fazione di mio zio sta collaborando per pura convenienza, e visto che lo stanno già facendo a denti stretti, e viste soprattutto le clausole che ci ha anticipato Xandelsur…”
“…temete che non appena stipulato il trattato con le altre fazioni, e magari appena avremo instaurato dei rapporti con altre potenze, troveranno un cavillo per non rispettarlo e sfruttare i nuovi alleati come deterrente contro i metallici. Per questo avete bisogno di figure di spicco che supportino questo trattato anche dall’interno.” Conclude Rosenkreutz.
Segue un pausa, in cui ognuno dei presenti riordina le idee. Quindi Diehauser si rivolge a Sirzechs.
“Prima di decidere, credo che ci sarebbe d’aiuto sapere esattamente come avete fatto tu ed Azazel a preparare questa pace. Dopotutto, avete compiuto un’impresa degna di essere ricordata.”
“…beh, diciamo che tutto è iniziato dalla disputa per un sottoposto che entrambi volevamo nei nostri ranghi…”
 
Più tardi.
 
“…avete rischiato grosso. Non aver calcolato che il seccatore piumato avrebbe potuto intromettersi fin da subito, e l’aver usato la pseudo-missione di spionaggio sia per comprare tempo che per provocarlo…” interviene Rudiger.
“Ne siamo consapevoli, tuttavia avevamo fiducia nel nostro agente: era l’uomo giusto nel posto giusto. Mi sono assicurato di insegnarli personalmente la mia magia, in modo che in caso di emergenza potesse utilizzare il sistema difensivo dell’area… e il fatto che conoscesse dei membri delle chiese esperti di spade sacre gli ha garantito gli agganci necessari per ottenere le informazioni per buttare giù un piano. Inoltre era chiaro che Kokabiel lo rispettasse per essersi inizialmente opposto a noi così determinatamente, cosa che gli ha garantito un raro trattamento di favore da parte di quel folle.” Replica Beelzebub.
“Però, lasciar credere a quel guerrafondaio di tenervi nel palmo della mano, quando in realtà eravate voi a manipolarlo… davvero brillante. Avventato, ma brillante. Quindi è per questo che dopo aver scoperto l’organizzazione clandestina di Grigori nel mondo umano di cui faceva parte quel Galilei, non l’avete distrutta… volevate evitare di allarmare il suo leader e fondatore in modo da poterlo annientare con essa.” Fa Diehauser.
“Ti ringrazio… e sarà stato avventato, ma credo che non ci fossero molte altre opzioni. Anche i Grigori si trovavano in una situazione simile alla nostra, ma fortunatamente la maggior parte dei dissidenti apparteneva ad una singola legione, e con l’eliminazione dalla scacchiera del suo leader la situazione si è fatta molto più gestibile. Se non si fossero presi dei rischi, sarebbe stato impossibile raggiungere gli obbiettivi prefissati.” La discussione prosegue per un altro po’, poi i tre ospiti si alzano e dopo aver assicurato il loro pieno appoggio e collaborazione, lasciano l’edificio.
Quando Mephisto raggiunge l’ingresso, un giovane occhialuto dai capelli viola scuro e indossante un abito da maggiordomo accenna un inchino e lo fa accomodare all’interno di una carrozza, seguendolo subito dopo aver dato istruzioni al cocchiere. I due rimangono in silenzio a lungo, fino a quando non raggiungono la stazione dei treni e salgono su quello riservato all’antico diavolo.
“…avanti, puoi chiedere. Immagino tu sia curioso riguardo alla mia improvvisa riunione con i Maou.” Il ragazzo accenna un sorriso, e si mette a giocherellare con il pendente intorno al suo collo.
“In verità è alquanto ovvio cosa vi abbiano chiesto. Piuttosto sei riuscito a scucir loro qualche informazione interessante?” il Mephisto annuisce e gli riferisce tutto, piano orchestrato da Sirzechs ed Azazel compreso.
“Mmmh, interessante. Ed anche il Sekiryuutei di quest’epoca promette bene, sembra determinato e sveglio il giusto… oltretutto si trova anche nella posizione adatta per tirare fuori il suo pieno potenziale. Ad essere preoccupante è la rotta di collisione in cui si trovano la fazione del Gran Re e i metallici… a questo punto credo che interverrò personalmente, il mio addestramento ormai è sufficiente, giusto maestro?”
 “…tra i giovani diavoli sei senza alcun dubbio il più abile tra i maghi, ma credo che sarebbe fin troppo pericoloso per te esporti. Se vuoi contribuire e maturare l’esperienza che ti serve… ti conviene intervenire indirettamente da dietro le quinte, oppure…” un sorriso si disegna sulle labbra del ragazzo.
“…trovarmi un nuovo Re e lavorare per lui. A te va bene la cosa?” il vecchio diavolo annuisce.
“Sì. Puoi considerarti già un Pedone libero, arrivati al castello inizierò a sistemare le carte. Però fossi in te aspetterei di ricevere conferma dal fortunato o dalla fortunata: non è prudente che tu vada in giro senza qualcuno che ti copra le spalle.” Il giovane sospira.
“…la storia della mia vita. Parlando d’altro, sembra che Lavinia abbia completato i preparativi per la sua missione, ma prima di iniziarla vorrebbe un paio di giorni liberi. Pare sia rimasta un po’ scossa dagli avvenimenti del summit…”
“Capisco, direi che è comprensibile.” Estrae un foglietto e ci scrive un paio di frasi, per poi farlo sparire in un cerchio magico. Per un po’ i due restano in silenzio, poi Mephisto si volge verso l’allievo.
“Orleim. So che non sei uno sciocco, ma vorrei che me lo giurassi ugualmente: non fare mosse azzardate. Un secolo non basta a far mollare la presa ad uno dei Pilastri, in particolar modo su una situazione come quella che ti riguarda. Ciò che è successo a tua zia ne è la prova.” L’espressione dell’altro si indurisce.
“…Ti prometto che non farò idiozie. So bene che per poter ottenere ciò che mi spetta, devo rimanere vivo per reclamarlo. Ma direi che il tempo è giunto: devo cominciare i preparativi per la mia entrata in scena.”

 
 
Asgard
 
 
“…E questo è il rapporto di Lord Michele, Sommo Padre!” un altissimo e massiccio uomo dalla barba ed i capelli biondo chiaro, lancia una pergamena in uno dei due bracieri posti ai lati del grande trono che domina la stanza. Seduto sopra di esso, siede un vecchio dalla lunga veste elaborata, che porta una benda su un occhio.
“Questi ragazzi sono diventati dei sostituti. È una cosa coraggiosa far finta di essere un dio, quel dannato Michele.”
“Cosa dobbiamo fare? Anche se il sospetto c’era, ora che è la scomparsa di Geova è stata confermata…”
“Effettivamente con quell’arcangelo, quel falso Lucifer, e quel cattivo ragazzo di Azazel sembra un raduno di marmocchi che giocano.”
“Allora dovremmo insegnare loro cosa sono i veri dei, e mostrare il potere di Asgard!” alle parole del biondo, che stava palesemente esaltandosi, il re degli dei si acciglia.
“…Calmati, ragazzo. Io non sarò in grado di rispondere ad una guerra che sta per inghiottire il mondo con questo mio vecchio corpo, e tu… non sei ancora abbastanza maturo per un compito del genere. Il ruolo che al momento ti si addice è quello di Campione degli Aesir*, non quello di condottiero. Comunque la loro serietà è interessante: potrebbe essere una buona idea andare ad osservare i Rating Games dei diavoli.” Per tutta risposta l’altro sbuffa seccato, e stringendo i pugni sembra sul punto di mettersi a protestare vigorosamente. Intanto non notato, un giovane uomo era entrato nella sala e sta osservando la scena: ha gli occhi di un azzurro ghiaccio identico a quello degli altri due, i suoi capelli invece sono corti e bruni.
“Nostro Padre ha ragione, Thor: questo non è il momento adatto per iniziare una guerra, e dovresti sapere bene il perché.” Alle sue parole, quelli si girano rapidamente verso di lui. Immediatamente Odino si mette a sorridere in modo strano.
“…non era necessario che intervenissi, ma sono felice che tu sia qui, figliolo. Stavo riflettendo su a chi lasciare il comando per la durata dei miei prossimi viaggi, sei arrivato proprio al momento giusto!” un espressione complicata di forma sul volto del dio del tuono. Il fratello resta invece completamente impassibile: alla luce dei fuochi della sala, il suo incarnato niveo risplende freddamente, facendolo sembrare quasi cadaverico… tuttavia trasmette ugualmente un’eleganza senza pari.  
“...lieto della tua considerazione nei miei riguardi. Ma ora credo che convenga cominciare i preparativi per la tua visita all’Inferno, potremo occuparci dopo delle altre questioni.” Detto questo, il bruno lascia la sala ed attraversa la reggia, fino a raggiungere una delle sue balconate. Da essa è visibile buona parte del regno, e dopo essersi seduto sul muretto con le gambe a penzoloni, si mette ad osservarlo con aria distante.
Il suo sguardo spazia per il paesaggio, fino ad arrivare al Valhalla, dove risiedono i caduti onorevoli che si sono guadagnati il titolo di Einherjar* …e continua fino a fermarsi sul Bifrost, il Ponte dell’Arcobaleno che permette il passaggio tra i Nove Mondi. I suoi occhi cercano di immagazzinare tutte quelle immagini che molto tempo addietro gli facevano battere forte il cuore dalla gioia e dall’orgoglio, e di richiamare quelle antiche emozioni… senza successo.
La sua espressione resta indifferente, ed i suoi occhi e il suo corpo gelidi, immuni a quello spettacolo.
“Cielo che mortorio! Passo a fare un saluto ad un vecchio amico, e lo trovo circondato da un’aura così deprimente da far sembrare giocondo perfino Fafnir!” una voce allegra risuona dietro di lui, quindi una giovane donna lo abbraccia da dietro.
La sua bellezza è tale da far perdere la testa a qualunque mortale: la sua pelle chiara è liscia e priva di imperfezioni, le sue forme piene ed armoniose, i suoi occhi di un intenso verde foresta con minuscole pagliuzze dorate, ed i suoi serici e lunghi capelli mostrano tutte le gradazioni dei caldi colori autunnali. 
“…beh, allora ciao, Freyja. Scusa se non sprizzo vitalità da ogni poro come te.” Il sorriso smagliante della Dea dell’Amore si affievolisce lievemente, ma lei non si dà per vinta. Inizia a solleticare il figlio di Odino in ogni punto raggiungibile… il tutto mentre si assicura che il suo seno generoso, a malapena celato dalla sua veste di seta, strusci sensualmente sulla sua schiena.
Dopo alcuni minuti però si ferma: non ha causato alcuna reazione nell’amico. Un leggero sospiro le sfugge dalle labbra, e lo lascia andare.
“…non dovresti metterti in una posizione così pericolosa. Se cadessi, considerato lo stato dei tuoi poteri, difficilmente ne usciresti illeso.” Afferma lanciando un occhiata verso il basso: uno strapiombo di parecchie migliaia di metri attende oltre la balconata.
“…disse quella mi si è incollata addosso e si è messa a farmi il solletico. Comunque non è un problema: anche se mi rompessi l’osso del collo, la mia condizione non cambierebbe… dopotutto, Hela si è limitata a lasciarmi andare e basta. Sono ancora morto.” Lo sguardo della dea si intristisce, e lo abbraccia nuovamente. Stavolta con lentezza ed enorme dolcezza.
“Baldr?… so che non deve essere facile… ma sappi che vogliamo tutti il tuo bene, e faremo ogni cosa possibile per aiutarti.” I due restano in quella posizione a lungo, poi lui si gira e scende dal muretto sciogliendosi dalle braccia di Freja.
“Forse c’è qualcosa che potrebbe aiutare a sentirmi meglio: voglio incontrare il mio spassosissimo fratellastro.” Lei sembra stupefatta, e batte le palpebre confusa.
“…Tu …vorresti incontrare Loki?!” lui annuisce.
“…quando sono giunto a Helheim*, non solo i miei poteri… anche tutte le mie emozioni si sono come congelate: le ricordo, e qualche volta mi sembra di sentirne l’ombra… ma non riesco a provarle. Da quando sua figlia mi ha liberato però, ed ho lasciato il suo regno… ho iniziato a sentire qualcosa. Una sensazione che non ho mai provato prima, e che si fa più forte quando mi viene in mente lui.” Restano in silenzio per un po’.
“Immagino che questa non sia una sensazione positiva, giusto? Tu vuoi davvero—“
“—vendicarmi uccidendo quella carogna? Vorrei poterti dire di no, che voglio solo assicurarmi che venga nuovamente incatenato per tenere il mondo al sicuro dalla sua malvagità… ma temo che sia proprio così invece. Per poter esserne sicuro, non posso fare altro che confrontarmi con lui direttamente.” Freyja gli si avvicina, e gli stringe piano la mano. Quindi lo fissa dritto negli occhi sorridendogli gentilmente.
“Non sei solo: ti accompagnerò nella tua ricerca. Insieme porteremo alla luce queste tue oscure emozioni—“ Baldr fa una smorfia di disappunto alla pessima battuta.
“—e daremo a quell’infame ciò che si merita: con tutti i tiri mancini che mi ha fatto, e tutte le volte che mi ha dato della ‘donna dai facili costumi’, ho anch’io parecchio da fargli pagare.” Il dio osserva la delicata mano della donna per qualche istante, poi ricambia la stretta.
 
 
Monte Sumeru
 
 
Raiza cavalca i flussi vorticosi del vento, volando intorno all’immenso monte che ospita il suo pantheon. La sua pelle abbronzata sta fremendo, ma non per l’aria fredda che le scivola addosso: è attraversata da una scarica di adrenalina conseguente all’aver ricevuto il via libera per il trasferimento ad agente esterno.
Ora potrà finalmente lasciare questa reggia dorata ed avventurarsi nel mondo umano, ottenendo l’esperienza che tanto agogna. Perché tutto sia perfetto, resta solo una cosa da fare… 
Dopo altri cinque minuti di viaggio, giunge finalmente a destinazione: un alta valle coperta in larga parte da fitte foreste di bambù, in cui scorre un limpido fiume. Seduti a gambe incrociate vicino ad esso, ci sono tre figure umanoidi… mentre di fianco a loro, parzialmente immerso nelle acque cristalline, c’è un gigantesco Lung dalle squame verde foglia.
Atterrata lieve come una farfalla ad un centinaio di metri da loro,  prende ad avvicinarsi con calma. I due individui di taglia media sono la sua cara amica e confidente Almyora, discendente del Primo Guardiano Alkhanthos e sparring partner preferita del secondo… ovvero l’Imperatore Celeste.
La figura più piccola, una vecchia scimmia intenta a fumare una pipa, è il youkai Sun Wukong. È il famoso Buddha guerriero conosciuto in tutto il mondo, nonché il maestro di numerosi tra i più grandi talenti del mondo marziale.
Infine l’enorme creatura verde è Yu-Long, il Re Drago che due secoli addietro aveva salvato la sua razza dall’estinzione guidandola in questo luogo, e giurando fedeltà al suo sovrano. Peccato che…
“No, no, ed ancora no! Ha tutta l’aria di essere una missione seccante, e io di certo non ho intenzione di averci nulla a che fare! Se vuoi un mezzo di trasporto, usa la tua stramaledetta nuvola Kinton*!” …spesso il suo carattere capriccioso lo porti a dimenticarla. Come ha appena dimostrato in questo momento.
“Ehi. È l’opportunità perfetta, approfittando della ricerca  di Bikou potrete raccogliere informazioni e combattere la Khaos Brigade. Comunque a Sun serve un partner, non una cavalcatura. Avanti, Yu: se fai il bravo mi assicuro di farti preparare tanti deliziosi pranzetti in ogni zona che visiterete.” Alle parole di Indra il drago agita la coda poco convinto, ma alla fine sbuffa sconfitto.
“Solo perché me lo chiedi tu, Boss.” intanto lo sguardo del youkai si punta sulla nuova arrivata, che ormai li ha raggiunti. Lei si inchina rispettosamente, quindi consegna il certificato che attesta il suo nuovo status all’amica.
“Mmm, la giovane Raiza… a cosa dobbiamo il piacere della visita?” Almyora intanto legge rapidamente quanto ricevuto per poi annuire soddisfatta, lanciando un occhiata all’Imperatore Celeste.
“…Volevo fare richiesta per il trasferimento nel mondo umano. Penso di essere pronta per mettermi alla prova sul campo.”
“Molto bene, richiesta approvata. Verrai inviata a Selgram come seconda ambasciatrice, unendoti alla missione che ho intenzione di affidare alla nostra agente sul posto. Visto che ha più esperienza di te, seguirai le sue istruzioni, chiaro?” la ragazza che stava tirando fuori un sorriso radioso, alle ultime parole del dio si congela. Quindi si limita ad annuire rispettosamente.
Il Buddha sogghigna dopo aver espirato una boccata di fumo, e lancia uno sguardo provocatorio ad Indra, che aggiunge un paio di righe all’attestato per poi restituirlo alla proprietaria.
“Felice di vedere che avevi già preparato un piano di riserva in caso le trattative di Xandelsur andassero in porto… ma la tua insoddisfazione si percepisce quasi nell’aria.” L’interessato replica con una smorfia esasperata, e dopo aver fatto un cenno a Raiza, estrae una fiaschetta di Soma da cui prende un’abbondante sorsata. Non appena la ragazza si è allontanata, tira un lieve sospiro.
“…non è un mistero che avrei preferito cancellare l’Inferno dalle mappe combattendo insieme al suo ‘Nonnino’ e il resto della sua gente—“ fa indicando la dragonessa con un cenno di capo.
“—e magari anche il Paradiso, se fossero stati così sciocchi dal sostenere il trattato fino alla fine. Se qualcuno non è in grado di proteggere e gestire coloro che gli donano fede e devozione, dovrebbe sparire per lasciar posto a qualcuno di più qualificato… dopotutto, gli oltre due miliardi di cristiani sono un boccone succulento, e sono sicuro di non essere l’unico ad aver pensato di recuperare i credenti che abbiamo perso a causa loro con tanto di interessi.” Il dio scuote piano la testa.
“Ma non è da me perdermi in discorsi ipotetici. Restando in tema, vorrei inviare alcuni osservatori esterni per tenere occhio Asgard e il Monte Olimpo: anche se Odino e Zeus dovrebbero essere più interessati alla pace che all’ottenere più potere ed influenza, questo non vale certo per tutti i membri delle loro disfunzionali famiglie…” Almyora inarca le sopracciglia.
“Parli di quelle rissose teste calde di Thor e Ares? Per loro la soluzione a tutti i problemi è sempre stata una bella battaglia…”
“No, i loro padri sono abituati a tenerli a freno… credo si riferisca alla feccia di Asgard, che pare di recente sia riuscito a fuggire dalla sua prigione, ed a quel dannato scheletro. Ho capito, mi assicurerò di mettere qualche professionista fidato sulle loro tracce, durante il nostro viaggio.” Interviene Sun.
“…io invece mi metterò in contatto con l’Antenato. Sono certa che lo farà pure il nostro Ministro, ma credo che sarebbe felice di ricevere un rapporto anche da me. Vuoi che gli riferisca qualcosa?” Indra sogghigna alla proposta, e ripone la fiaschetta.
“Sì. Solo che non vedo l’ora che concluda il suo ritiro: mi mancano parecchio i confronti con lui, sia quelli verbali che quelli fisici.” Lei annuisce, e sposta la sua coscienza sul piano astrale.
“…mi pare di capire che indipendentemente dalle nostre azioni, stia per scoppiare un conflitto globale. Dovrei mobilitare anche la mia gente?” alla domanda di Yu-Long, il dio alza le spalle.
“La scelta è tua. Finche combatterai per me non sarà necessario, però… se dovesse finire come temo, potreste rimpiangere di non esservi battuti quando avevate l’occasione di farlo al meglio. Non sono così arrogante da credermi onnipotente e di potervi proteggere da tutto: esistono entità contro cui nemmeno utilizzando tutte le mie risorse, e tutto il mio potere, sono sicuro di poter vincere.”
 
 
Costa giapponese
 
 
Una forte tempesta si è scatenata in alto mare, e le folate arrivano fino alla terraferma raggiungendo le due figure sedute in cima alla scogliera, che in alcuni punti mostra tracce di fusione. Si tratta di un giovane uomo ed un cane.
Il ragazzo osserva le onde infrangersi su di essa con aria impassibile, dando distrattamente qualche carezza al compagno al suo fianco. Il vento forte gli scompiglia i capelli facendogliene finire alcuni sugli occhi,  ma sembra quasi non notarli.
All’improvviso dietro di lui compare un cerchio di trasporto, e una figura incappucciata si materializza da esso. Essa si avvicina, e gli si siede accanto.
“…Ehi. Sapevo che ti avrei trovato qui…”
I due rimangono in quella posizione per parecchi minuti, poi l’ultima arrivata si appoggia a lui volgendo il capo verso il suo.
“Avanti, parla. So che hai bisogno di sfogarti.”
“…ti sbagli. Lavinia. È andata come mi aspettavo andasse a finire, e non è stato un chissà quale trauma il suo tradimento. Temo di aver mollato con lui ormai da tempo, altro che durezza fraterna necessaria per la crescita. Non c’è nulla di nuovo in tutto questo.” Lei gli stringe il braccio, e gli bacia piano la guancia.
“... invece è proprio questo, e il fatto che tu sia venuto qui a farmi preoccupare. Lui ha fatto ancora una volta la scelta sbagliata, ma so che tu in realtà speri quanto me che ritorni sui suoi passi… proprio come speravi che il tuo cambio di atteggiamento gli facesse capire che doveva cambiare lui stesso, per poter andare avanti.”
“…” lui non replica, rimanendo freddo come una statua. La lieve piega che però ha assunto la sua bocca, e il lieve tremolio nei suoi occhi, non sfuggono alla ragazza.
“…ti prego, parlami. Va-kun se n’è andato con quella… dannata, e non potrei sopportare che anche tu ti allontani da me…” la voce di Lavinia tremola, come se fosse sul punto di spezzarsi. Alla fine lui sospira.
“…ovvio che ci spero. Ma sono realista: siamo passati sopra a quel… quell’incidente vista la sua giovane età, ma ormai è un adulto… e non ha dato segno di aver imparato nulla!” le unghie si piantano nei suoi palmi, facendo sgorgare del sangue.
“Tobi…”
“…la sogno ancora, lo sai? Quell’Uccello Vermiglio… la mia falce che si immerge—“ la sua voce si interrompe, quando la maga lo tira verso di sé e lo bacia intensamente e compulsivamente. Delle lacrime colano lungo le loro guance, poi lui si scosta.
“…ho ucciso mia cugina. Ci sarebbero stati cento altri modi in cui sarebbe potuta finire quella contesa, e invece… questo la dice lunga su che tipo di persona io sia.”
“Non è stata colpa tua. Il tuo Longino è sempre stato difficile da controllare… e quella era la prima volta che sbloccavi il secondo livello del tuo Balance Breaker!” esclama la ragazza in lacrime.
“Ciò non cambia che—“
“—invece significa che non avevi coscienza delle tue azioni! Sono certa che anche Suzaku non ti porti rancore: tutto ciò che ha fatto, è stato per adempiere ai suoi doveri del clan… non per risentimento nei tuoi confronti. La colpa è stata dei maghi di Oz: se non fosse stato per loro la questione si sarebbe risolta pacificamente.”
I due restano immobili per molti minuti. Poi…   
“…tu. Sai sempre da che verso prendermi, vero?” lui finalmente si volta completamene verso di lei, e ricambia l’abbraccio. Prova ancora l’intenso dolore che lo assale quando ripensa a quell’evento, ma non vuole far soffrire ulteriormente la sua ragazza.
Lavinia sente del sollievo, vedendo il suo fidanzato che sembra cominciare a riprendersi… ma ad esso si affianca un odio ed una rabbia che le sono molto poco caratteristici, e che prova unicamente nei confronti di una persona. Osserva la tempesta sempre più vicina, mentre anche il tumulto nel suo cuore cresce.
Perché c’è una cosa che ha scoperto, e che non ha mai riferito al suo compagno ed al suo gruppo per paura delle conseguenze: l’identità di coloro che hanno manipolato da dietro le quinte i Cinque Clan, e indirettamente spinto Vali ad affrontarli causando quell’escalation di violenza. Della prima se ne era già occupata due anni fa, ma ora…
[…ora è il tuo turno, sgualdrina dalle fiamme viola. Spero per te che tu abbia imparato ad usare quel Longino meglio della tua maestra.]
 
 
Base segreta della Hexennacht
 
 
Una serie di gemiti ansanti risuona nella grande stanza di pietra, appena rischiarata da numerose candele nere. La maggior parte di essi sono prodotti da una giovane donna dai lunghi capelli color lavanda, che sta cavalcando in perfetta posizione amazzone un ragazzo disteso sul grande letto a baldacchino.
Ma anche quest’ultimo, nonostante l’aria semi-impassibile, di tanto in tanto se ne lascia sfuggire qualcuno e assume per alcuni istanti un’espressione ‘compiaciuta’.  Ad un certo punto, le afferra i fianchi ed inizia a contribuire con dei colpi di reni di crescente vigore e velocità.
I due continuano così per qualche minuto, poi inarcano entrambi la schiena liberando delle urla soffocate.
“Ah, ah… era ora che ci prendessi mano. Iniziavo a temere che fossi frigido, Vali-kun…” Mormora lei piegandosi su di lui in modo da portare le labbra ad un soffio dal suo orecchio.
“…sei ancora convinto di preferire il lato B?” mentre la donna gli mordicchia il lobo, il mezzo-diavolo la fissa per qualche istante, regolarizzando il proprio respiro.
“…credo che lo scopriremo presto, Walburga. Prima di venire qui ho buttato un occhio ad un certo libriccino, e sarei curioso di provare una cosa…” alzandosi bruscamente a sedere, la prende nuovamente per i fianchi e la gira piegandola in avanti, mettendola così carponi. Ora lui si trova in ginocchio dietro la strega, ed accosta il bacino al suo didietro. 
“Ahhh, finalmente un uomo che osi prendere l’iniziativa con me…” la donna socchiude gli occhi soddisfatta, ma prima che l’altro abbia modo di iniziare il secondo round… un sigillo magico compare sulla porta attirando l’attenzione di entrambi. Un espressione terrificante si disegna sul volto di lei, e punta il dito in direzione di essa.
Dall’esterno sembra provenire un urlo agghiacciante, ma è a malapena udibile a causa dell’isolamento acustico. Inoltre, dalla fessura sotto la porta filtra una tremolante luce viola…
“…fortuna che avevo detto di non disturbarmi. Procedi pure, Pasticcino…”
 
I due si lasciano cadere uno di fianco all’altra, respirando affannosamente. Walburga stringe al petto il braccio di Vali, ed inizia a baciargli lentamente le dita.
“Mi è difficile credere che fosse la tua prima volta. A parte il primo round, devo dire che sei andato magnificamente… come hai fatto?” lui inarca le sopracciglia.
“…come ho già detto, ho studiato un certo libriccino. Inoltre, ho anche chiesto una dritta o due ad Albion, il resto è venuto da sé. Mi pare di capire di aver soddisfatto con successo la seconda condizione per la nostra alleanza…” lei sorride beatamente. Poi però sembra ricordarsi qualcosa, e con uno sbuffo si costringe a lasciarlo e ad alzarsi.
“Per ora. Direi che questo è un dovere che devi compiere almeno… un paio di volte a settimana. E poi, ammettilo: anche a te è piaciuto parecchio…” lui replica stiracchiandosi placidamente, mentre la osserva rivestirsi. Quindi la donna raggiunge la porta e lascia la stanza.
Appena uscita, un leggero olezzo di carne carbonizzata ed ossa sciolte le aggredisce le narici. Una sua sottoposta che la stava aspettando lì vicino, le porge una scatoletta di metallo nero.
“…vuole che stavolta rimuova l’odore del tutto?” lei scuote la testa, ed apre il contenitore esaminandone il contenuto. Quindi lo richiude inspirando con un sorriso soddisfatto.
“Vali non è persona che si disturbi per un profumino così leggero… è davvero adatto a me…” mormora sovrappensiero.
“Il suo cliente mi ha detto che l’avrebbe aspettata all’ingresso per discutere di alcune… questioni. È per questo che la mia collega aveva osato disturbarla. Si trova ancora lì.” A quelle parole, Walburga sbianca completamente. Dopo aver lanciato una gelida occhiata alla maga, ora tremante come una foglia, si teleporta via in un lampo, ricomparendo davanti al portone della base.
La strega si guarda intorno rapidamente, ma non vede nessuno. Allora chiude gli occhi, e si concentra sull’ambiente circostante.
“Salve, bella signorina. Questo vecchietto iniziava a temere di non essere abbastanza interessante per ricevere le tue attenzioni…” udendo quella voce, un fremito le corre per tutto il corpo: nemmeno lei è sicura sei sia per la rabbia… o per il timore che le incute il suo proprietario. Propende maggiormente per la seconda.
La donna vola fino all’origine di essa, ovvero una figura con veste e cappuccio neri seduta su un masso ad un centinaio di metri da lì. Appena arrivata viene accolta da un leggero applauso.
“I miei complimenti per essere riuscita ad acchiappare al laccio quella piccola peste. Nonostante la tua fama, temevo fosse troppo perfino per te… ho fatto un ottimo investimento.”
“…la ringrazio. Posso sapere per quale motivo è voluto venire di persona? Credevo che il nostro contatto fosse Eucl—“ si interrompe improvvisamente, vedendo l’uomo incappucciato avvicinarsi a lei accostandole il proprio volto. Quindi egli comincia ad annusarla, fermandosi in particolar modo sul collo.
“…Ara ara. Allora al summit non scherzavi affatto! Non dirmi che rischio di diventare bis-nonno… avete preso le dovute precauzioni, vero?!” lei, già abbastanza pallida, diventa quasi bluastra.
“Assolutamente sì, Lord Rivezim! Non sono così sprovveduta da non calcolare rischi come questo!” lui resta in quella posizione ancora per qualche secondo, poi ridacchia e si allontana un po’.
“Beh, peccato. Non mi dispiacerebbe affatto accogliere in famiglia una ragazza dotata come te.” Lei sbarra gli occhi, e si costringe faticosamente a non tremare come una foglia.
“Comunque, volevi sapere perché sono qui? Il fatto è che intendo ingaggiarti per un altro incarico, oltre al prenderti cura del mio adorato nipotino. E volevo assicurarmi di persona che ne fossi all’altezza… sì, direi che ci siamo.” Le porge una busta chiusa.
“Lì ci sono i dettagli, se decidessi accettare riferisci pure al mio assistente. In caso contrario, nella lettera c’è un potente incantesimo psionico che a dieci minuti dall’apertura della busta  cancella automaticamente il suo contenuto dalla mente di chi la legge, oltre ovviamente a bruciarla.” Walburga accetta la busta, sforzandosi di apparire calma.
“Bene direi che è tutto: saluti signorina, e tante belle cose!” un portale si apre ai piedi del Superdemone, che sparisce in un lampo di luce argentea. La ragazza rimane immobile ancora per un po’, quasi stordita dell’improvvisa svolta degli eventi.
Infine sospira, e dopo aver lanciato un’occhiata preoccupata alla busta, la intasca.
“Uff… sarà più dura del previsto.”
 
Intanto, all’interno della base.
 
[Sono serio, Vali. Tutto ciò è stato fin troppo incauto da parte tua: anche contando sul supporto dei tuoi compagni, è davvero rischioso usare come rifugi, anche temporanei, delle basi appartenenti a dei maghi oscuri. Sono individui per cui tradimenti, torture, massacri e molto altro ancora, sono il pane quotidiano.]
L’argentato solleva gli occhi al soffitto del corridoio che sta attraversando. Da quando ha accettato l’offerta della strega, non è passato giorno senza che non ricevesse proteste o avvertimenti da parte dei compagni… in particolar modo da parte del Drago Celeste.
[Ti ho già detto che li useremo il minimo indispensabile, ed oltretutto non è neanche necessario un lungo preavviso per farlo. Mandiamo un messaggio, arriviamo, riposiamo(facendo ovviamente i turni di guardia), e ce e andiamo. Per quanto riguarda le due condizioni… non mi sembrano un gran problema, ad esempio per la seconda mi basterà dirle che voglio farlo all’aria aperta.]
[Grrr. Invece è proprio questo il problema! Se non fosse per la resistenza alle tossine che ti ho trasmesso in quanto mio detentore, probabilmente ora saresti già sotto il controllo di quella megera!]
Il ragazzo aggrotta la fronte: durante le precedenti ore di svago, gli era in effetti capitato di sentire qualcosa che tentava di influenzare i suoi sensi e la sua capacità di ragionamento. Ma sentendo che non era riuscito ad attecchire, aveva presto smesso di preoccuparsene.
[Feromoni stregati. Filtri d’amore. Non so di preciso che razza di diavoleria abbia preparato, ma quella donna puzzava chiaramente di magia di ammaliamento, sebbene sia riuscita a mascherarla abbastanza bene.]
Vali alza le spalle.
[Finche non tira fuori qualcosa di abbastanza pericoloso da superare la mia resistenza, non vedo problemi, Albion. Comunque posso interrompere la collaborazione quando voglio, non c’è bisogno che vi agitiate tanto.]
Ignorando i brontolii del drago, raggiunge un ampia stanza adibita a stanza comune per lui e il suo team. All’interno di essa, si trovano tre persone, di cui due sedute attorno ad un’ampia tavola imbandita che stanno rifocillandosi e discutendo tra di loro.
Sono il youkai Bikou, seduto a gambe incrociate ed impegnato a divorare numerose polpette di carne, ed un ragazzo dal portamento elegante che indossa un abito formale. Porta anche un paio di occhiali leggeri, ed ha dei capelli color sabbia lunghi fino alle spalle raccolti in una treccia laterale.
All’arrivo dell’Hakiryuukou quest’ultimo porta istintivamente una mano all’elsa della spada legata alla vita, per poi allontanarla una volta confermata la sua identità.
“…Vali. Hai finito i tuoi… affari con la nostra ospite?” questi annuisce divertito, per poi puntare lo sguardo verso l’ultimo membro del team: una prosperosa ragazza mora dal kimono nero accoccolata di fronte al camino acceso. La particolarità di quest’ultima è che… ha una doppia coda e delle grandi orecchie di gatto nere.
“Kuroka, vorrei che usassi le tue abilità per schermarci: credo sia il caso di stabilire una volta per tutte la nostra linea d’azione con la Hexennacht.” Lei solleva il capo infastidita, ma attiva comunque un misterioso cerchio mistico ricoprendo la stanza di una strana luce evanescente.
“…era ora. Né io né Arthur possiamo sopportare di restare in questo postaccio un minuto di più.” I quattro si riuniscono intorno al tavolo, iniziando a fissarsi. O meglio, i tre già presenti squadrano attentamente Vali, mentre quest’ultimo li osserva uno dopo l’altro.
Eccezion fatta per Bikou, che ha la sua solita aria allegra e rilassata, gli altri due hanno un cipiglio freddo e distaccato. Il mezzo-diavolo si gratta la testa mentre riordina le idee.
Inizia a temere che forse, avrebbe dovuto riflettere meglio su quella proposta, prima di accettarla.

 
 
[Dante]
 
 
Chiudo con uno schiocco secco il libro tra le mie mani. Mi è stato prestato da Rias, e tratta della struttura socio-politica dell’Inferno… ormai sono abbastanza sicuro di averlo imparato a memoria.
Sospiro. Ora comprendo appieno ciò che voleva dirmi Momo Hanakai riguardo i nostri due casati: il lavoro di Sirzechs ed i suoi compagni sarà durissimo, e il sogno di un luogo dove i diavoli di bassa classe, soprattutto i reincarnati, possano vivere dignitosamente… è ancora lontano.
Credo che continuerò ad aiutare Sona il più possibile, visto che sembra essersi presa carico della responsabilità di cambiare l’Inferno fin da ora. Comunque… prima ci vorrebbe proprio una vacanza.
[Puoi ben dirlo Partner: è praticamente dalla tua convalescenza dai Grigori che non ti prendi una vera pausa e ti alleni incessantemente.]
Già, domani è l’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze estive, poi avremo due mesi di libertà. Mi chiedo come potrei organizzarmi…
[Prepara già un programma per gli allenamenti estivi: ora che hai tutti i giorni liberi, sarebbe un crimine non approfittarne…]
[Ehi, Dwering! Abbiamo appena concordato che gioverebbe un periodo di relax, e tu già te ne esci con questa storia?!]
[Senti un po’ Ddraig. Può benissimo dividere le giornate in allenamenti e attività ricreative. Attualmente la priorità è assicurarsi che al suo prossimo incontro possa tener testa al Bianco senza l’aiuto nostro e degli artefatti del Governatore!]
Pffff! Ahahaha!
[Che hai da ridere, ragazzo?!]x2
Niente… penso solo al fatto che tutto questo è cominciato proprio perché volevo sbarazzarmi della voce che sentivo… ed ora invece ne ho due, più altre sette sigillate.
[…mi spiace di non essere intervenuto prima, Dante. Tuttavia ti ho già spiegato quale sia il mio compito: non appena avrò finito di trasmetterti le mie conoscenze tornerò definitivamente all’interno del sigillo insieme agli altri.]
Ti ringrazio, Maestro. Ti prometto che troverò un modo per gestirvi tutti… e di padroneggiare il Juggernaut Drive.
Già, di recente ho scoperto che questa micidiale tecnica è già stata appresa ed attualmente usata, da Vali. Lui ci riesce sostituendo l’energia vitale consumata con enormi quantità di youki, io invece… dovrò trovare un altro metodo, devo raggiungerlo ad ogni costo.
“Eccoti qui, ti ho cercato dappertutto. C’è una questione importante di cui dobbiamo parlare.” Sollevo lo sguardo verso Xenovia: ha appena spalancato la porta della stanza, e mi sta fissando con urgenza. Lentamente porto la mano al rotolo di carta igienica al mio fianco, e ne strappo un po’.
“…d’accordo. Possiamo però farlo dopo che ho finito di pulirmi, e di aprire la finestra? Non credo che questo sia l’ambiente adatto per discussioni del genere…” lei fissa stupita il libro, poi annuisce e richiude rapidamente la porta.
………………………d’ora in poi chiuderò sempre la porta a chiave, quando sono in seduta.
[Mi sa che devi perdere questo vizio, Compagno. Se continui a restare sulla tazza così a lungo, ti verranno le emorroidi.]
[Decisamente sì.]
Su questo andate d’accordo, eh?
[…fa come ti pare.]
[Il culo è tuo.]
 
Siamo entrambi sul divano, ed io la sto guardando in attesa. Alla fine alza lo sguardo dalle ginocchia, ed incrocia il mio.
“…Dante. Vorrei discutere di come abbiamo reagito all’attacco terroristico. Direi che abbiamo entrambi combinato un gran casino.”
“…credo di capire cosa intendi: ci siamo mossi sull’impulso del momento, compiendo scelte davvero stupide. Tu hai assaltato la base nemica da sola, facendo così scoprire il portale d’emergenza e permettendo la sua disattivazione. Io ho sfidato a duello Vali senza studiare la situazione e calcolare intromissioni da terzi.” Lei annuisce.
“Esattamente, senza un intervento esterno saremmo morti entrambi, ed io avrei probabilmente trascinato Mil-tan con me. Visto che la Khaos Brigade ha deciso di distruggere l’alleanza delle tre fazioni, direi che ci troveremo ad affrontarli di nuovo, perciò…” fa una breve pausa.
“…Credo che dovremmo iniziare ad allenarci insieme, e prendere confidenza con i reciproci stili di combattimento.” …beh, direi che è un idea sensata. Però ci sarebbe un cosa da chiarire prima di metter su un ‘dinamico duo’…
“È un ottima idea, ma prima di andare oltre c’è una cosa che vorrei sapere. Ora che hai sentito la verità da Lord Michele, ti sei fatta qualche idea sulla strada che vuoi percorrere? Non puoi più far parte della Chiesa, ma nulla ti obbliga a rinunciare alla tua fede. Se però sei ancora decisa a farti reincarnare da Rias…” lei contrae lievemente la mascella.
“…dovrò rinunciare a leggere testi sacri, preghiere, e molto altro, lo so. Su questo non mi sono ancora decisa, però…” mi prende lentamente la mano, mentre un’espressione quasi intimorita le balena sul volto. Ma è così rapida che probabilmente me la sono solo immaginata: insomma, lei non si spaventa così facilmente, no?
Un momento… giusto, questo potrebbe aiutarla! Mi alzo e la trascino con me fino alla mia camera, dove recupero da un cassetto un sacchetto di iuta.
“Tieni, vorrei che tu prendessi questo.” Lei lo esamina per qualche istante, poi lo apre. Ciò che estrae da esso, è un piccolo crocifisso in legno, vecchio ma ben conservato.
“Mi è stato donato da Asia alla partenza per la missione, ma ormai io non posso più toccarlo. Me l’aveva dato come portafortuna, ma soprattutto per ricordarmi di rimanere me stesso, a dispetto di tutte le cose brutte che mi potessero capitare. Ci ho messo un po’ a capirlo… comunque, so che hai gettato il tuo quella notte, e visto che non sono riuscito a ritrovarlo vorrei che tenessi questo: sono sicuro che anche lei approverebbe.” Xen lo osserva senza parole per un minuto buono. Infine, se lo stringe al petto con un magnifico sorriso.
“…grazie.” Rimane immobile per un po’, poi lo ripone nel sacchetto e se lo infila in tasca. Ora è lei a trascinarmi, riportandomi in salotto.
Dopo esserci nuovamente seduti, lei prende un profondo respiro e si gira decisa verso di me.
“Bene, ora riprendiamo il discorso. Ti stavo dicendo che non sono ancora decisa su quale strada intraprendere, però... su una cosa sono certa: voglio percorrerla insieme a te. Voglio essere abbastanza forte ed abile da combattere al tuo fianco, e da proteggerti… quando quella strega ti ha attaccato, ho sentito qualcosa dentro di me che si spezzava, e il mondo mi è crollato addosso. Questo perché—“ i suoi occhi dorati sono quasi febbrili, e stanno trafiggendo i miei con un intensità che non ho mai visto prima. Le sue mani, ora entrambe strette attorno alla mia, tremano leggermente.
Ehi, che le prende? Ciò che sta dicendo, il suo comportamento… non sono assolutamente da lei.
“—io ti amo.” ………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………..lei mi ama.
………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………...
[Dante.exe ha smesso di funzionare, direi. Avanti, sveglia Compagno! Non vorrai fare scena muta?!]
…lei …mi ama. È… assurdo!
Come può essersi innamorata di un nerd solitario che ha perseguitato per mesi perché facesse un po’ attività fisica, e con cui ha litigato praticamente ogni giorno cercando di renderlo un buon cristiano?! Focalizzo nuovamente lo sguardo sfasato su di lei.
Non si è mossa di un millimetro, e continua a fissarmi mentre lampi di speranza e paura si alternano nel suo sguardo. Devo darle una risposta soddisfacente, il punto è… quale?
Attualmente le mie emozioni sono in completo tumulto, indistinguibili!
“…wow. Questo è… sorprendente. Non pensavo che tu potessi arrivare a provare qualcosa di simile per me. Io… di sicuro ti ammiro, ma questo lo sai già.” Prendo un profondo respiro anche io. Cazzo, non posso essere così patetico!
“…sarò sincero: non ho la minima esperienza in queste cose ma… posso dirti che anche io voglio restarti vicino. La tua compagnia mi rasserena e rende le giornate vivaci e degne si essere vissute. Per capire se voglio dal profondo del mio cuore, averti al mio fianco in quel modo, invece che come amica… credo che non si possa fare altro che provare…” mi stringo metaforicamente i coglioni in mano, e le circondo lentamente e con cautela la schiena: l’abbraccio più goffo di sempre. Lei in risposta deglutisce arrossendo lievemente, ma comunque mi butta decisa le braccia al collo.
I nostri volti si accostano e le nostre labbra si avvicinano sempre di più. Ora si trovano a pochi millimetri, e lentamente iniziano a schiudersi…
DING DONG.
Sobbalziamo e sbarriamo entrambi gli occhi, increduli che possano esserci dei seccatori con un tempismo così pessimo. I nostri sguardi però non si staccano, e si intendono al volo: ormai siamo in ballo.
DING DONG.
Riavviciniamo nuovamente le nostre teste, ed ignorando il campanello io—
DING DONG. DING DONG. DING DONG. DING DONG. DING DONG. DING DONG. DING DONG. DING DONG. DING DONG. DING DONG.
—digrigno denti, e lancio uno sguardo omicida alla porta d’ingresso. Xenovia invece sospira, e si alza dal divano raggiungendola ed aprendola.
“Era ora, cavolo. Che stavate facendo di così impegnativo da rallentarvi così tanto?!”
Porca. Di quella. Vacca.
 
“Allora… che ne dite ragazzi, siete interessati?” fisso impassibile Rias, mentre termino di calmare il mio animo in subbuglio. Dire che lei ed Akeno siano state inopportune è un eufemismo, ma soprassediamo. Mica l’hanno fatto apposta… giusto???
Ragiono un attimo sulla proposta che ci hanno fatto. O per meglio dire, che Sona ha fatto al gruppo Gremory: sfruttare la piscina scolastica per tutta questa domenica, per poi ripulirla e coprirla in vista delle vacanze.
Beh, direi che non è una cattiva idea. Scambio uno sguardo con Xen, che annuisce con aria stoica: direi che siamo d’accordo, prima però ci sarebbe qualcosa da fare.
“Direi che lo siamo, ma ci sono due faccende da sistemare. La prima è che a Xenovia serve un costume, perciò domani dovrà andare a comprarlo. E la seconda… potremmo sapere che ci fanno questi due qui?!?” poso lo sguardo su Lathian e Zaldor, che dopo un breve saluto all’ingresso sono rimasti in disparte in silenzio.
“Sono stati trasferiti qui a Kuoh Town come ambasciatori… non sei contento? Ora potrete organizzare nuovamente le vostre ‘serate videogame’, e con un giocatore in più per giunta!” vedendomi stranamente teso ed irritabile, il drago d’argento interviene.
“La nostra presenza a Selgram attualmente non è di gran rilevanza, perciò il nostro capo ha ritenuto che invece fosse meglio dare il buon esempio e cominciare ad instaurare legami tra i nostri popoli il prima possibile. In pratica, se dimostriamo che le nostre specie possono convivere senza sbranarsi a vicenda, il suo lavoro sarà molto più facile.” Ah. Siamo già a questo punto?
No, credo sia proprio a quel Xandelsur che piace giocare d’anticipo…
“È esattamente come dice. Per quanto riguarda il costume, direi che possiamo accompagnarla domani dopo la scuola: anche noi pensavamo di prenderne un nuovo paio.”
“Già, quelli dell’anno scorso iniziano a starci un po’ stretti…” aggiunge Akeno con il suo solito sorrisetto. Quest’ultimo commento attira lo sguardo di Zaldor, che dopo aver esaminato attentamente le ‘parti incriminate’, annuisce con approvazione.
“Signorine, non è che vi potrebbe servire un parere mas—UFF!!!” il biondo viene interrotto da una violenta gomitata alle costole da parte di Lathian, che sbuffa lanciando uno sguardo di scuse alle due. La nostra sadica si mette a ridacchiare, mentre Rias si limita a scuotere leggermente il capo.
“Spiacente, questo è shopping tra ragazze; sarà per un’altra volta. Comunque pensavo di invitare anche la tua amica dei Grigori, Asia… e pare che pure Ravel ne sia stata informata. Mi aspetto una sua chiamata da un momento all’altro: mi chiedo come mai le sia venuta la fissa col mondo umano…” deglutisco. Ora siamo nella merda: se quelle due si incontrano, summit o non summit, scoppierà un’altra guerra tra Inferno e Grigori!  
Soprattutto se com’è ovvio che sia, la prima si porta appresso quella vipera di Raynare…
“Sono felice di poter contare su di voi, appena possibile ringrazierò anche la Kaichou.” Cosa stia passando per la testa di Xen è abbastanza ovvio: essendo stata fino a poco tempo fa un’esorcista, considerava individui che come Asia erano stati scomunicati della feccia da tenere sott’occhio, e in molti casi da eliminare. Credo che voglia parlarle e scusarsi adeguatamente con lei, visto che dopo l’attacco di Kokabiel non c’è riuscita. 
“Perfetto: cominceremo subito dopo pranzo. Quanto a voi, ragazzi… sono sicura che troverete qualcosa da fare. Magari se vi va coinvolgete anche Kiba e Gasper: farebbe bene ad entrambi una bel pomeriggio tra maschietti.” Un lieve sorriso si forma sul volto di Lathian, mentre Rias ed Akeno si dirigono verso l’uscita.
“Conta pure su di noi. È il minimo che possiamo fare, visto che ci hai fornito un alloggio di ottimo livello gratis.” …un momento. Non è che—
“Molto bene, domani dovrebbe completare il trasloco pure Mil-tan. Ci vediamo a cena ragazzi!” fisso interrogativo il castano, escludendo automaticamente dalla mente l’idea di ritrovarmi la ‘maghetta’ sotto il mio stesso tetto.
“Hai capito bene amico: siamo i tuoi nuovi vicini. Piacere di conoscervi, Dante e Xenovia… io sono Zaldor di Selgram!” risponde per lui il biondo, tendendomi la mano con un ghigno sfrontato. Mentre gliela stringo meccanicamente, inizio a rendermi conto di una cosa.
Finora ho considerato la priorità aver ben chiaro il mio obbiettivo, il traguardo che voglio raggiungere; ed ho agito di conseguenza programmando la mia vita in modo da raggiungerlo. Perfino dopo la reincarnazione, ho continuato a farlo… nonostante fossero quelli di altri.
Tuttavia, ho commesso un grave errore: una volta tracciata la via, ho continuato ha percorrerla limitandomi a fare piccole correzioni di rotta senza fermarmi a riflettere se fosse quella giusta, e non calcolando neanche l’idea di cambiarla. È come mi aveva detto Lathian durante il mio sfogo: esistono le inversioni di marcia.
Perché nessuna strada è eterna… esistono una miriade di fattori che possono causare deviazioni, e non tutti possono continuare il loro viaggio nonostante gli imprevisti. Ora la domanda è: riuscirò ad arrivare alla fine di quella che sto percorrendo? O non è quella giusta, e dovrei cercarne un'altra?
Il drago di fronte a me era accecato dalla vendetta, eppure ora sta stringendo la mano ad un diavolo. Probabilmente non ci ha ancora rinunciato ma… ha comunque deciso di interrompere il suo cammino di sterminatore per scegliere una via più moderata al fianco dei suoi compagni.
Adesso non sono in grado di rispondere a queste domande, però…
“Il piacere è tutto nostro: benvenuti a Kuoh Town!” sorridendo lievemente, lancio uno sguardo a Xenovia. Lei si è adattata a tutto ciò che le è successo, e continua caparbiamente ad andare avanti pur essendo a sua volta piena di dubbi.
Ed ormai ho capito che ciò non dipende solo dalla sua forza d’animo, ma anche dal fatto che abbia persone a cui tiene e su cui può contare… me in primis. Direi che devo prendere esempio da lei, ed assicurarmi di vivere appieno ogni momento della mia vita affrontando un problema per volta.
Dopotutto… è proprio per poter guardare a testa alta lei e gli altri compagni che mi sostengono, che ho deciso di diventare veramente ciò che si aspettavano da me. Il Drago Rosso Imperatore… il Sekiryuutei.
 
 
[Esterno]
 
 
Tre giovani uomini si trovano nel cortile dell’Abbazia di Newcastle. Il più alto di loro è appena arrivato, ed ha incrociato gli altri due mentre lasciavano uno degli edifici.
“Ho sentito che in questi ultimi giorni ci sono stati molti ‘licenziamenti’ tra le alte cariche delle chiese… eri di ritorno da un altro repulisti generale, Fratellone?” chiede ad uno degli altri due. Quest’ultimo è nientemeno che Michele, il leader del Paradiso.
“Esatto. È inaccettabile che la casa di Nostro Padre contenga persone disposte a permettere il sacrificio di vite innocenti per delle ricerche, o di usare come pedine sacrificabili delle ragazze appena 16enni quando hanno combattenti capaci di neutralizzare la minaccia con relativa sicurezza. So che è anche colpa nostra che abbiamo limitato il più possibile contatti con il piano materiale, dando loro solo alcuni consigli e delle benedizioni… ma questo non li giustifica.” Il ragazzo al suo fianco abbassa lo sguardo abbattuto. È biondo ed ha gli occhi verdi, e indossa una tonaca bianca con un rosario attorno al colletto.
“Se penso che mentre ero alla ricerca del nostro compagno scomparso, Irina e Xenovia hanno dovuto affrontare tutto questo…”
“Non è dipeso da te, Dulio… inoltre non sei il solo che avrebbero potuto mandare insieme a loro. Piuttosto, sei riuscito a—“ l’espressione di Michele spinge l’ultimo arrivato a fermarsi. Dopodiché, chiede all’esorcista di aspettarlo al cancello.
“…temo di no. Il nostro spadaccino migliore e la sua scorta di spade maledette appartengono ora alla Fazione Eroi. E la cosa peggiore è che non è l’unico: la notizia dell’alleanza con Inferno e Grigori sta causando un enorme malcontento tra i nostri seguaci. Era prevedibile, ma… temo sarà un problema ancor più grosso di quanto ci aspettassimo, e dovremo affrontarlo al più presto.” L’altro annuisce.
“Ovviamente puoi contare su di me. Sarà meglio che tu ti concentri sulla politica estera: ho sentito che gli Asgardiani si faranno vivi durante i prossimi Rating Games…”
“…d’accordo, Raffaele. Se ti serve assistenza chiedi pure a Gabriel.” Detto ciò l’Angelo Capo raggiunge Dulio, e si teleporta via insieme a lui. L’unico rimasto entra quindi nell’edificio più vicino, e lo attraversa fino a raggiungere l’ultima camera da letto occupata.
Dentro di essa, trova due persone: un uomo di mezza età seduto su una sedia, ed una ragazza sul letto intenta a guardare il cielo fuori dalla finestra. Hanno entrambi i capelli castano chiaro, ma mentre lui sorride cercando di non far notare la preoccupazione che talvolta gli balena sul volto, lei è il ritratto dell’apatia.
L’arcangelo li osserva attentamente, poi bussa sullo stipite della porta aperta. Lo sguardo dell’uomo si posa su di lui, e subito si alza in piedi.
“Lord Raffaele… grazie per essere qui, ora vi lascio soli. A più tardi, Angelo mio.” Conclude volgendosi un’ultima volta verso di lei.
“Figurati, Touji: è il mio lavoro.” L’uomo lascia la stanza, chiudendo la porta dietro di sé. Il bruno prende quindi il suo posto, esaminando con cura la sua paziente.     
“…Irina. Come ti senti oggi?” l’interpellata sposta lo sguardo su di lui, sorridendo lievemente.
“…meglio. Oggi il cielo è davvero limpido.” La sua voce è tranquilla ed ha quasi un accenno di soddisfazione, ma l’arcangelo percepisce ancora in essa il profondo distacco che si è venuto a formare da quando si è risvegliata alcune settimane prima. Finora ha deciso di mantenere la situazione stabile in modo che si riprendesse dal trauma… ma ora è arrivato il momento di farle affrontare il problema.
“Mi fa piacere. Oggi discuteremo di quella questione… sei disposta a farlo?” i suoi occhi violetti hanno leggero tic, ma dopo poco annuisce.
“Bene, direi di cominciare a valutare la tua comprensione sull’avvenimento… mi sai dire perché quell’individuo ha agito in quel modo?”
“…voleva soddisfare la sua lussuria, giusto?” Raffaele rimane in silenzio affidandosi al detto chi tace acconsente… ma sa bene qual è il vero motivo che ha portato quella ragazza alla sua ordalia. Odio… semplice odio che il traditore ha voluto sfogare ferendo ed umiliando qualcuno che rappresentava ciò che avrebbe dovuto essere lui.
In questo specifico caso, più che invidia simile a quella che molti angeli caduti provano per i loro ex-fratelli dalle ali ancora immacolate, sembra essere stato il disgusto e la frustrazione per aver dovuto prestarsi a fare per innumerevoli anni qualcosa che reputava fastidioso per raggiungere i suoi obbiettivi. Che sono poi divenuti un odio pari a quello per le creature che privarono a lui ed alla sorella Linz dei loro genitori… e lo avevano spinto a diventare uno dei più pericolosi eliminatori di demoni che la Chiesa avesse avuto da molto tempo.
“E dunque… ormai è passato quasi un mese. Cosa pensi di fare?”
“…” il punto le è dolorosamente chiaro. Dovrebbe rialzarsi, e riprendere il suo ruolo… ma per quanto non voglia ammetterlo, sa cos’è a tenerla ancorata in quel letto.
Paura.
“…temo non essere adatta: tra i tre che si sono infiltrati in quella base, io sono l’unica che si è fatta catturare. Forse dovrei… appendere la spada al chiodo?”
“…se lo desideri davvero, sei libera di farlo. Ma devi esserne convinta: una volta che ci si tira indietro, diventa sempre più difficile affrontare i propri… problemi. Non dico che sia certo, ma abbandonando questa vita, è molto probabile che non riuscirai più a riprenderla; neppure se in futuro dovessi volerlo fortemente.” La ragazza si morde le labbra.
“…mi può dire che cosa è successo a Xenovia? Trovo impossibile che sia così impegnata da non essere ancora riuscita a farmi visita, ma mio padre si è limitato a dirmi che si trova lontano da qui, e che per un po’ non potrò vederla…”
“…diciamo che si è dovuta allontanare a causa di alcuni problemi tecnici. Stiamo cercando di trovare una soluzione, purtroppo potrebbe volerci parecchio tempo. Attualmente è stata scomunicata dalla sua chiesa, ma contiamo di sistemare la faccenda, visto che non ha alcuna colpa a quel riguardo.” Lei stringe le lenzuola tra i pugni. Vorrebbe alzarsi, uscire, e dire al padre di stare bene; per poi cercare l’amica e farsi dire di persona quale sia questo grosso problema che tutti sembrano voler evitare di spiegarle.
Ma non ci riesce: ogni volta che si alza, e cerca di lasciare l’edificio… inizia a sentirsi debole, ad avere l’impressione che da qualche anfratto, qualcuno la stia osservando pronto a saltarle addosso…
“Dimmi… qual è il seme delle carte da ramino che ti piace di più?” la ragazza batte le palpebre, sorpresa dal cambio di discorso.
“…direi i fiori, perché?” un sorriso si disegna sul volto dell’angelo.
“Che coincidenza. È anche il mio! Che ne dici di una partita a scala?” fa estraendo un mazzo di carte. Lei ha un’aria sconcertata, ma accetta ugualmente.
Raffaele mescola il mazzo e distribuisce le carte, iniziando la partita. Una volta finita, ne fanno un’altra, poi una terza…
Molti minuti dopo, la ragazza ha vinto un’altra partita, portandola alla pari con l’arcangelo. Mentre raggruppa le carte, si ferma ad osservare la sua scala: è composta dai fiori, ed ovviamente la prima è l’asso.
“…tu sei come quest’asso, Irina.” Lei solleva gli occhi e fissa l’altro interrogativa.  
“Hai un enorme potenziale, ed a seconda di come lo sfrutti puoi valere uno, o superare perfino il Re. Lo pensa anche Michele: sente che un giorno potresti arrivare a cambiare le cose nella nostra fazione. Noi vogliamo scommettere su di te… tu invece, sei disposta a farlo?” all’improvviso, una vampata prende a salirle dal profondo del cuore: è come se tutte le paure e insicurezze che sente dentro di sé,  stessero bruciando e venendo lentamente consumate da una calda luce gentile.
Le lacrime che finora ha trattenuto iniziano a sgorgare, mentre dei deboli singhiozzi la scuotono piano. Ma essi si interrompono quando dopo un po’, Raffaele la raggiunge e la abbraccia lentamente.
La prima reazione della ragazza a ciò è l’irrigidirsi e il sbarrare gli occhi. Dopo poco però la sensazione di calore e sicurezza che, ora è certa, proviene dall’Arcangelo della Guarigione, supera la paura che nelle ultime settimane le ha impedito perfino di lasciarsi toccare dal suo stesso padre. I suoi occhi si chiudono, ed inizia finalmente a sentire qualcosa che temeva di non provare più: serenità.
 
Mezz’ora dopo l’angelo lascia la stanza di Irina, e si dirige all’esterno. Il peso che sentiva sulle spalle ovviamente non è scomparso, ma dopo aver notato finalmente dei miglioramenti consistenti nella ragazza, gli sembra essersi alleggerito un po’.
I corridoi dell’edificio gli scorrono intorno, e in un lampo si ritrova nel cortile dell’abbazia. Il suo sguardo vaga per tutta l’area, soffermandosi nella cappella… poi sospira.
Gli sono tornati alla mente tutti i sacrifici e le sofferenze che hanno dovuto patire i cristiani, ed il pensiero che dopo tutto questo tempo, e tutti questi sforzi, il messaggio di loro Padre ancora non abbia raggiunto veramente molti di loro… lo lascia con l’amaro in bocca. Perfino ragazzi cresciuti all’interno delle stesse chiese arrivano a preferire la violenza al proteggere ed al comunicare con gli altri…
“È un giorno triste quello in cui perfino uno dei Quattro più vicini al Sommo, emana un aria così abbattuta. I miei saluti Lord Raffaele.” Mentre era immerso nelle sue riflessioni, l’arcangelo è stato raggiunto da un anziano prete dai capelli bianchi. Tuttavia, le sue sembianze sono quanto di più diverso ci si possa aspettare da un prete… ed anche da quello che tecnicamente è un vecchietto di oltre ottant’anni!
Collo taurino, petto muscoloso, braccia massicce, e gambe come tronchi. Ogni parte di quel corpo che supera abbondantemente i due metri, sembra un ammasso di forza esplosiva!
“Eminenza Strada. Anche lei è qui per fare visita alla giovane Shidou?”
“Mi farebbe piacere, ma non intendo disturbarla prima che si sia ripresa del tutto. Chi volevo incontrare è lei.” L’angelo inarca un sopracciglio, quindi inizia a passeggiare tranquillamente per il cortile insieme all’altro. Vasco Strada: Cardinale Presbiterio della Chiesa Cattolica Romana, è un famoso istruttore esorcista, nonché il più forte guerriero delle chiese attualmente in circolazione.
Una leggenda vivente che durante la seconda guerra mondiale, ha respinto un raid non autorizzato dei Grigori guidato da Kokabiel in persona, mettendolo in seria difficoltà.
“Dammi pure del tu. Per quale motivo volevi incontrarmi?”
“Credo tu possa immaginarlo: il summit con i diavoli ed i caduti ha sollevato un vero polverone tra noi esorcisti. Non dirmi che pensavate che avremmo accettato di riporre tranquillamente le armi…”
“No, non lo pensavamo. Però questo andava fatto, ne va del nostro futuro. Abbiamo anche in mente qualcosa per facilitare la transizione…”
“…sì, ne ho sentito parlare. Ma anche così non riuscirete ad evitare una forte opposizione: proteggere gli uomini dal male ed eliminarlo è la nostra vita.” Raffaele sospira.
“…quindi immagino che tu non sia interessato al Progetto Brave Saints di prossima attuazione…” Strada scuote la testa.
“…No, e sono certo che questo valga anche per Ewald. Penso vi convenga puntare alla nuova generazione: noi abbiamo fatto il nostro tempo, tutto ciò che possiamo fare ora è occuparci dell’addestramento dei ragazzi… e prenderci la responsabilità per i nostri allievi.” L’angelo si blocca, e si mette a scrutarlo attentamente.  
“…mi stai chiedendo di limitarmi a tenervi sott’occhio dall’alto?” l’altro risponde con un triste sorriso.
“Il fatto che voi abbiate iniziato ad intervenire direttamente qui sul piano materiale è confortante per molti, ma… alcune cose sarebbe meglio lasciarcele risolvere da noi. Spero che comprendiate… il giovane Siegfried non è certo l’unico ad aver reagito male perché preoccupato per la vostra nuova linea di condotta.”
“Capisco. Cercherò di venirvi incontro il più possibile, ma devo comunque svolgere il mio lavoro. Per ora, conto su di te.” Il Cardinale annuisce, e dopo essersi scambiati i saluti, i due si separano. Raffaele si alza in volo e si prepara ad aprire un portale per raggiungere il Sesto Cielo.
Tuttavia, all’improvviso si ferma ad osservare l’abbazia dall’alto. Non è sicuro di essere felice o meno degli sviluppi di quest’ultima faccenda.
Che i membri delle chiese cerchino di venire a patti da soli con la nuova situazione è giusto, dopotutto il ruolo degli angeli è di custodire le anime e guidarle quando necessario, non di essere i loro comandanti… il problema è che difficilmente le altre forze i gioco se ne resteranno a guardare.
“È il nostro dovere, vegliare su di loro. Tuttavia… deve essere una loro scelta, se accettare la nostra mano.” Questa è la logica conclusione a cui sono giunti.
“Dopotutto, il libero arbitrio è sempre stato ciò a cui più di ogni altra cosa Nostro Padre teneva. Solo gli uomini possono decidere qual è il loro Paradiso.”
 
 
 
1 Darwin Awards: termine inventato nel film omonimo che sta ad indicare il riconoscimento ad una persona, di essere così idiota dal meritarsi la morte dovuta alla selezione naturale. Esempi: qualcuno che vuole testare personalmente le finestre antisfondamento del proprio ufficio… al centesimo piano di un grattacielo. E scopre di essere stato truffato. Oppure, qualcuno che per giocare uno scherzo ad un amico e lo sfida alla roulette russa… dimenticandosi una pallottola nel tamburo.
2 Trovo il Fafnir della novel assolutamente inadatto: era un nano trasformato in drago e costretto a far da guardia al tesoro dei Nibelunghi da una maledizione, difficilmente avrebbe potuto diventare un comico fissato con le mutandine. Ho perciò deciso di sostituirlo con la sua controparte di Kobayashi no Dragon Maid… che secondo me lo rappresenta abbastanza bene(un hikikomori fissato invece con le maledizioni ed i videogames) e riesce comunque ad essere divertente.
3 Spazio Separato: dimensione artificiale atta alla vita (a differenza delle ‘Tasche dimensionali’ o ‘Anelli di Archiviazione’ di altre opere).
4 Aesir: una delle due stirpi di dei norreni. Ad essa appartengono Odino e la sua famiglia.
5 Einherjar: anime di coloro che sono morti gloriosamente, e si sono guadagnati l’accesso al Valhalla. Vengono trasportati in esso dalle Valchirie, dove si alleneranno in vista del Ragnarok quando si batteranno sotto il comando di Odino stesso contro le forze del caos.
6 Helheim: letteralmente‚ ‘Regno di Hel‘, è la dimora della Dea della Morte Hela. È una landa gelida ed oscura sferzata dal vento e dalla pioggia, abitata dalle anime di coloro che sono morti senza gloria.
7 Nuvola Kinton: la dorata nuvola magica che Sun Wukong usa per volare.
 
 
NdA
 
Ed eccoci qui alla conclusione della seconda fic! Chiedo scusa per il ritardo, ma a causa di un calo di ispirazione mi sono ridotto a finirla proprio questo week-end… se doveste trovare delle cavolate(visto che stavolta la revisione è consistita solo in un paio di rilette), fatemelo sapere.
Da dove cominciare? Innanzitutto ringraziando i miei cari recensori fenris ed er kebbabaro, poi anche Deader e Feanor787 che hanno inserito la fic nelle seguite, ed infine Ansem6 nelle preferite.
Vista la notevole lunghezza del cap(ho superato le 30 pagine°_°), sono stato costretto a tagliare alcune parti: la riunione dei leader dei Grigori, il ritorno di Xandelsur a Selgram, ed altro ancora. Inoltre ho stringato per l’ennesima volta la parte con Tobio… poveretto, lo sto davvero trattando malissimo. Spero almeno che la sua side-story risulti abbastanza intrigante, visto che sarà strettamente legata a quella di Vali e la sua focosa amante.
Ho anche deciso di gettare nella mischia politica tre grandi diavoli che secondo me avrebbero meritato più spazio nella novel, ed inserire un nuovo pg originale. Più un paio di divinità norrene extra, giusto per mettere un po’ di pepe nel culo a Loki: il suo andarsene in giro tirandosela come se non ci fosse un domani non mi va molto giù…
E si arriva al momento clou: la dichiarazione di Xenovia! Grazie al suo comportamento anomalo era telefonato, ma mi ritengo abbastanza soddisfatto, essendo io una persona dal romanticismo praticamente in negativo. State però tranquilli: resterà fedele all’originale, è solo un po’ più matura del canon.
Si chiude con l’arcangelo su cui ho investito di più, e che spero sia apprezzato nel suo ruolo di medico celeste. Irina non si è ancora ripresa completamente, ma grazie alle sue cure comparirà ugualmente dopo le vacanze estive… solo, sarà meno iperattiva del canon.
Bene, mi auguro di essere riuscito ad intrattenervi. La terza fic non sono sicuro di quando sarà pronta, ma spero di farcela in tempi non biblici(ora potete lapidarmi).
Saluti da Slenderguy!
 
 
 
   
 
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