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Autore: LaViaggiatrice    06/11/2017    2 recensioni
Dalla morte del padre, Bree ha capito che il vento gira contro di lei. Così ha fatto i bagagli e se ne è andata di casa, trovando rifugio a Dale, Canada, la città Natale di suo padre, dove ci sono tutti i suoi amici. Ma non sono tutte rose e fiori; non appena andrà nella nuova scuola dovrà confrontarsi con ragazzi spocchiosi, bulli di prima categoria e gente che non ha voglia di fare altro che non sia festeggiare. Fortuna che avrà dalla sua degli amici che le vogliono bene. Riuscirà a costruirsi una nuova vita? O i fantasmi del passato le si riproponeranno?
Spero di avervi incuriositi ;P
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!ATTENZIONE!
Sto riscrivendo questa storia, perché ci tengo molto anche se la trovo molto cringe. Cercherò di starci un po' più dietro ma non prometto nulla! Questa resterà, non la eliminerò, semplicemente ne farò un'altra con lo stesso titolo, quindi se siete ancora qui cercatela!
Baci
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Compagnia di Thorin Scudodiquercia, Legolas, Nuovo personaggio, Tauriel, Thorin Scudodiquercia
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La mattina dopo, Bree era a lavoro. Stava servendo la colazione ad alcuni clienti quando sentì il telefonino vibrare. Quando lo prese, l'immagine di sua madre comparve sullo schermo – Mamma, sto lavorando, cosa c’è?-.
- Scusa tesoro, ma ecco, si tratta della tua moto. Smaug ha detto che se non la faccio sparire dal garage entro due giorni la butta via.-.
Bree strinse la mano che reggeva il telefono – Puoi pure dire a quello stronzo che se tocca la mia moto lo ammazzo.- sbottò.
In quel momento entrò Dwalin, che chiese una birra. Bofur alzò un sopracciglia – Alle 8 di mattina?-. Lui fece spallucce – Non è mai troppo presto per una birra.- affermò prendendola in mano.
– Bree…- sospirò sua madre.
– Non c’è problema, oggi vengo a New York e me la porto via.-.
- E come porti via la moto scusa?-
- Vengo in treno e torno in moto!-
- Scherzi? Ma è un sacco di strada!- esclamò Ingrid talmente forte che la sentirono anche Bofur e Dwalin.
Quest’ultimo si fece passare il telefono – La accompagno io se vuoi.-
- Ancora peggio!-
- Hey!-
Bree sospirò – Mamma, basta, ormai ho deciso. Oggi pomeriggio vengo giù e la porto, punto.- disse.
Sua madre sospirò - Sei proprio cocciuta... Va bene. Ti aspetto. Ciao.-.
- Ciao.-
Dwalin le fece un cenno – Se vuoi posso portarti giù con la mia moto, e poi ti prendi la tua. Che ne dici?-.
Bree annuì con un sorriso grato - Grazie mille.- - Ma sono quasi dieci ore di viaggio, dovremmo partire subito.-. Lei annuì e guardò Bofur, che le mise una mano sulla spalla – Vai, tranquilla, me la cavo.-.
In quel momento i fratelli Durin entrarono – Buongiorno ragazzi.- li salutò lei sorridendo, mentre portava le ordinazioni a Bard e alla sua famiglia.
Fili e Kili la salutarono – Ciao Bree!-. Si sedettero ad un tavolo – Cosa vi porto?- chiese lei. – Un cappuccino d’orzo e un cappuccino normale grazie. Ah, e anche due brioche-.
Lei annuì e portò loro le ordinazioni – Fili.- disse quando portò loro la colazione – Domani lavori?-
- Si, dalle 15.30 alle 21.00. Perché?-
- Perché vado a prendere la moto da mia madre e vorrei chiederti se quando torno puoi darle una sistemata.-.
Lui sorrise – Certo! Allora ti aspetto.-.
Quel pomeriggio, preparò uno zainetto con il portafoglio, un cambio e un pigiama. Ci volevano otto ore ad andare e otto a tornare, perciò si sarebbero fermati in un posto che conosceva Dwalin. Quando salì e si aggrappo all’uomo, tornò indietro nel tempo a quando lo faceva con suo padre. Scacciò le lacrime.
- Pronta?-
- Si!-
- E allora andiamo!
E con un rombo di motori partirono.
Il viaggio fu fantastico, e Bree si sentì tornare indietro a quando girava con i suoi amici per l’America. Passarono i boschi che circondavano la città e che erano quasi deserti, costeggiarono il lago vicino alla città e infine si immisero nell’autostrada che gli avrebbe portati a New York. Il paesaggio scorreva dietro di loro, e la strada era come un lunghissimo nastro davanti a loro. Per la prima volta dopo mesi, si sentiva di nuovo libera.
 
Arrivarono a New York di sera. Bree si guardò intorno con una smorfia di disgusto. Odiava quella città. Così… caotica, impersonale, grande. Era più una tipa da paesini come Dale. Il traffico era incredibile, come al solito. I taxi sfrecciavano senza remore, gli abitanti si aggiravano tra i grattacieli, e uomini in completo tornavano a casa. Ad un tratto, vide un gruppo di suoi ex compagni di classe, e ringraziò mentalmente di avere il casco. Diede indicazioni a Dwalin, e si ritrovò finalmente davanti ad un appartamento. Trovò il portone aperto e non appena arrivò davanti a casa sua esitò. Da dentro, c’era solo il rumore di posate. Evidentemente stavano cenando. Si chiese se ci fosse anche Smaug, ma molto probabilmente era così. Un sorriso feroce le illuminò il viso. Bene, aveva proprio voglia di dirgliene quattro. Suonò il campanello. Sentì la voce dell’uomo – Chi mai sarà a quest’ora?-
- Oh, sta tranquillo, vado io! Sarà qualche ragazzaccio che vuole fare uno scher…- ma non fece in tempo a finire la frase che lui aveva già aperto. Squadrò per un attimo sorpreso la ragazza che stava sulla porta. I capelli ramati erano pettinati accuratamente, e gli occhi ambrati erano spalancati per lo stupore
- Tu… Cosa ci fai qui?-
- Mi riprendo ciò che è mio.-. Intravide sua madre dietro le spalle di Smaug che faceva scivolare qualcosa oltre le sue gambe. Bree si chinò a accogliere la sua chiave e dopo aver sorriso all’uomo disse – E mi dileguo. Ciao figlio di puttana!- esclamò letteralmente volando giù dalle scale ululando di gioia. Smaug digrignò i denti e la inseguì, ma non appena arrivò lei era già montata in moto – Addio stronzo!- gli gridò, e con un rombo uscì in strada e si accodò a Dwalin che la aspettava pronto a partire. Al primo semaforo cui si fermarono Dwalin guardò la sua moto – Bella!-
- Già… Era di mio padre.-.
Dwalin sorrise – Sempre avuto buon gusto Robin.-.

Quella notte si fermarono a dormire in un Bed&Breakfast, e la mattina dopo si svegliarono all’alba per ripartire. Bree adorava quella sensazione di avere tutto il mondo per se, di poter fare ciò che voleva. Erano solo lei, la sua moto e le infinite strade del mondo.

Quando tornarono a Dale erano le cinque del pomeriggio – Dwalin, io passo in officina da Fili, ci vediamo dopo!-
- D’accordo! Ciao!- esclamò facendo dietro front.
L’officina si trovava su un lato della strada, poco lontana dall’ingresso della città. C’era una tettoia sotto la quale c’erano delle pompe di benzina e per gonfiare le ruote, e più in fondo un garage. Dentro c’era Fili, con una maglia rossa, dei pantaloni della tuta e un grembiule unto d’olio. I capelli biondi erano legati in una coda spettinata, e stava pulendo una moto con uno straccio. Quando arrivò la ragazza sorrise – Oh, ciao Bree. Ti sei fatta un bel giro, eh?-.
Lei annuì scendendo e togliendosi il casco - È stato meraviglioso.-. Le fece portare la moto nel garage e la osservò a lungo – Non la usi da un po’, giusto?-.
Lei sospirò – Già. Purtroppo.-. Fili le posò una mano su una spalla – Comunque, non è presa tanto male, basta sistemare due cose. Probabilmente entro stasera è a posto.-.
- D’accordo. Per che ora passo a prenderla?-
- Quando finisco ti faccio uno squillo.- rispose lui con un sorriso.
Lei ricambiò – D’accordo, allora a stasera.-. Quindi si diresse verso casa. Fili rimase a guardarla allontanarsi con un sorriso sulle labbra.

Nel frattempo, Bree passò da Bofur per informarlo che era tutto a posto e tornò a casa. Si distese in divano a guardare la televisione, finchè il suo telefonino non suonò - Ciao Fili!-
- Ciao! Ho sistemato tutto.-
- Perfetto, allora aspetta che mi sradichi dal divano e la passo a prendere.-
Lui soffocò una risata - Se sei a casa te la posso portare io.-
- Ma no, tranquillo...-
- Lo faccio con piacere! Ciao!-
Poco dopo suonò il campanello. Fili era fuori dal cancello con la sua moto. Lei sorrise e la prese – Grazie mille.- mormorò. Lui fece spallucce – È il mio lavoro.-.
Rimasero per un po’ a guardarsi, senza parlare. I loro sguardi parlavano già per loro. Poi Bree si riscosse – Adesso dovrei andare, domani comincio la scuola e…- balbettò. Fili annuì – Certo! Allora ci vediamo. Ciao.- disse sporgendosi in avanti e dandole un lieve bacio sulla guancia. Si allontanò, lasciando la ragazza in piedi sulla soglia e con il cuore impazzito.

*Angolo Autrice*
Questo è l'ultimo capitolo di transito, dal prossimo anche questi sfaticati cominceranno la scuola! A me sinceramente questa idea piaceva, ma niente paura che poi darò spazio a tutti i personaggi nuovamente. L'idea di Bree che ne dice quattro a Smaug mi piaceva troppo - scusate le volgarità, ma quando ci vuole ci vuole, eh! - e anche il giro in moto. E che a nessuno venga in mente una coppia tra Dwalin e Bree! Mi sembra più che ovvio, ma con voi non si sa mai ;)
Detto ciò, un bacio, e mi aspetto come minimo un applauso alla Fantozzi ne La corazzata Kotiomkin!
LaViaggiatrice
   
 
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