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Autore: tweetyelena    09/11/2017    2 recensioni
Harry in Italia per il suo concerto da solista, Louis a Manny per la sua esibizione da solista , ricordi ... tanti di palchi condivisi e momenti vissuti, tiruali e scaramnzie, incontri e tanto amore
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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9/11/2017 Milano Italia
Harry  era dentro il camerino di  Xfactor, in Italia, ma quel programma televisivo con lo stesso format non poteva che fargli pensare al suo Louis. Il suo compagno di band, il suo migliore amico, il suo grande amore. La persona che negli anni ha amato e odiato di più allo stesso tempo. “We are addice to the drama” cantava l’altro e lui a volte il dramma avrebbe voluto spaccarglielo in testa.
Erano distanti quella sera. Spesso succedeva per impegni lavorativi ora che la band era in pausa. Louis si trovava a Manny, pronto per esibirsi anche lui. A fare il lavoro che sognavano da ragazzini, che sognavano assieme nella camera che condividevano ad Xactor. Il lavoro che hanno amato e odiato come niente altro. La medaglia aveva sempre un rovescio.
Prese il cellulare dalla tasca, aspettando che Louis chiamasse.
 
9/11/2017 Manchester Uk
Louis era nervoso e camminava su e giù per il camerino, la sua maledetta insicurezza. Questa volta sul palco saliva veramente da solista. Stava per farsi prendere dal panico quando guardò l’orologio. E subito digitò il numero di Harry. La loro promessa, il loro rito scaramantico. Quando erano una band avevano il loro abbraccio e gesto porta fortuna. La fronte appoggiata e il respiro sulla faccia dell’altro. Potevano aver litigato ma prima di salire sul palco il loro momento c’era e niente lo calmava come quello, niente calmava Harry come quel gesto. Solo che le reciproche carriere da soliste li aveva portati a non poter partecipare sempre alle esibizioni dell’altro. Avevano così optato alla videochiamata, un saluto e niente solo sentire l’altro più vicino avvicinando la testa allo schermo. Il loro staff li prendeva per pazzi ma dopo aver visto l’effetto benefico riguardo la loro ansia, beh  non avevano più obiettato. Così con un ci sentiamo dopo avevano ripreso il loro rito.
Poco dopo Louis stava salendo sul palco, le luci si accendevano e lui con la nuova band iniziava “just like you”. Il mondo conosce solo metà della storia, anzi forse un quarto visto che l’altro quarto è puramente finzione.
 
10/11/2017 Milano
Concerto di Milano. Harry era un po’ agitato perché il loro rito scaramantico era stato interrotto da problemi con il microfono e le prove dell’ultimo minuto non avevano lasciato ad Harry il tempo di calmarsi completamente. Poi il telefono di Louis risultava non raggiungibile. Harry imprecò contro la tecnologia, anche se spesso gli dava una mano a sopportare la distanza, ma ora voleva solo sentire Louis. 
Un attimo dopo era sul palco a dimenarsi in Kiwi e a pensare che la sua sweet creature fosse con lui, non nel suo telefono ma nel suo cuore, lì dove lo accompagnava sempre.
Avrebbe tanto voluto potersi fermare un attimo, invece che partire l’indomani per il Giappone. Contro ogni previsione alloggiava anche in quell’ albergo, quello in cui era stato con i ragazzi e con il suo Louis. Aveva un fantastico ricordo, stavano girando un photoshoot e lui e Louis erano assieme su un motorino. Non avevano ancora pensato che era il caso di dividerli pubblicamente, le chiacchiere su di loro non erano ancora scoppiate e lui era piccolo e curioso discoprire il mondo. Louis l’aveva stretto a se e dopo la foto aveva detto «Metti in moto» e lui aveva obbiettato «Non so come si fa» e Louis gli aveva sussurrato: «Impariamo insieme». Tante cose avrebbero poi imparato assieme, dall’amarsi in tutti i modi possibili, al litigare in tutti i modi possibili, fino anche, per fortuna, a scoprire tutti i modi di fare pace. E aveva messo in moto e tra sussulti, sbandate e urla dello staff erano sgattaiolati in un vicolo e si erano baciati. Harry si ricordava bene la sensazione delle labbra di Louis sulle sue.   Quanto avrebbe voluto riavere quel pomeriggio quelle sere, quei giorni con ancora pochi pensieri. Invece lui da Milano sarebbe partito per Tokyo e Louis da Manny per LA. Ancora 13 giorni per avere di nuovo un momento per loro. Erano grandi e queste cose sapevano gestirle bene, o almeno ci provavano, ma per Harry essere a Milano, in quell’albergo con le valige mai sfatte e da non disfare, lo faceva sentire nostalgico.  Gestivano meglio la distanza, ma Harry voleva che il telefono di Louis prendesse di nuovo. Chiamò la mamma e mentre lo faceva pensava a Louis che quella telefonata non avrebbe potuto più farla. Chiacchierò per un quarto d’ora abbondante e poi sentì la porta scattare.  Sobbalzò nel letto. Come poteva la sicurezza aver fatto passare qualcuno?  Mosse qualche passo e si trovò tra le braccia di Louis. Lo riconobbe subito dall’odore.  Quasi commosso disse: «Coglione, non staccare più il telefono, ero agitatissimo prima di salire sul palco» e Louis: «Cazzo Hazza che accoglienza, ero già in aereo. Non ti eri accorto che ero nel bagno dell’aeroporto prima? Eri proprio agitato!» e poi un bacio lungo e dolce. Harry senza staccarsi chiese: «Ma tu domani non devi essere a Los Angeles?» «Come te domani devi essere a Tokyo e parti tra 5 ore esatte. Ma sai come si dice, “Tutte le strade portano a Roma, qui in Italia giusto?” » Harry ridacchiò: «Louis sei una frana in geografia , siamo in Italia ma a Milano!» «Quisquiglie, vieni intanto»
Lo prese per mano e così come erano scesero le scale dell’hotel come due fuggitivi e senza sicurezza. Trovò un motorino parcheggiato fuori. Opera di Louis che lo fece accomodare davanti e gli disse: «Forza metti in moto!» Poi gli diede indicazioni fino ad arrivare al loro vicolo. Un lungo e lento bacio e un selfie nella stessa posa prima di ripartire
 
11/10 / 2030 Milano
Stessa camera di albergo, stesso motorino e due uomini. Stessa foto.
Ore 15:30 tweet di Louis
Tre foto: la prima di due ragazzini, la seconda di due giovani e la terza di due uomini. Con la sola didascalia. “Ho detto che voi sapete solo metà della storia oggi ve ne racconto un po’ di più. Ti amo Harry.”
 
 
 
   
 
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