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Autore: Regina_S14    10/11/2017    4 recensioni
La casa, buia e solitaria, non era certo ciò che Regina aveva sempre desiderato, ma fu quella ad accoglierla al suo ritorno.
Quasi sospirando si tolse le scarpe che lasciò lungo il corridoio.
Da quando Henry ed Emma se ne erano andati era come se avesse perso la sua scintilla vitale.
Si limitava a vivere e lavorare.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Come può uno scoglio
arginare il mare
(Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi, L.Battisti.)




Dove vai quando poi resti sola?


Emma era seduta sul divano, il sole era ormai tramontato da un pezzo ed Henry era già andato a letto.
E lei era sola.
Come ogni volta.
Solo che quella sera era il giorno del suo compleanno, il giorno in cui sarebbe dovuta essere veramente felice.
Ma aveva perso il sorriso, forse da qualche giorno.
O qualche mese?
Durante il giorno cercava di tenere la mente il più occupata possibile: aveva ricominciato a lavorare, ma stavolta si era accontentata di un semplice lavoro da commessa in una libreria, era stufa dell'adrenalina e non voleva assolutamente sottoporre Henry agli orari stressanti che aveva un tempo.
Faceva sport, andava a correre ogni mattina.
Tutti i sabato andava al cinema insieme a suo figlio e poi al ritorno prendevano sempre un hot dog.
La vita che aveva sempre sognato, quella che aveva sempre desiderato, ma ora che l'aveva era come se le mancasse qualcosa.
O qualcuno.
Forse poteva permettersi di pensare a quello che si era lasciata alle spalle, per soli cinque minuti lo avrebbe potuto fare.
Ma anche se si opponeva con tutte le sue forze, era come se tutti i ricordi della sua vita passata confluissero in una sola persona.
Capelli corvini, labbra rosso sangue, occhi attenti.
Regina Mills.


Il ricordo come sai non consola.


Il ricordo della donna non la consolava, la logorava nel profondo, le smuoveva tutti i desideri repressi in quegli anni.
E forse ora l'aveva dimenticata...forse si era creata una nuova vita. Forse era veramente felice.
E io continuo a pensare a lei.


Quando lui se ne andò, per esempio
trasformai la mia casa in un tempio


Con grande sforzo Emma cercò di staccarsi dal ricordo di Regina, dalla sua casa, dal suo abbigliamento.
A Storybrooke aveva perso Neal, il padre di suo figlio, l'amore della sua vita.
Il mio lieto fine.
Sì, perché Emma aveva amato Neal, forse dal primo momento che lo aveva visto e la sua perdita era stata uno dei dolori più forti che avesse mai dovuto affrontare.
Lo aveva amato, si erano amati, ma lui non c'era più.
Lui l'aveva lasciata sola.
O forse no.


E da allora solo oggi non farnetico più
A guarirmi chi fu?
Ho paura a dirti che sei tu.


Regina.
Regina era stata l'unica a capirla, anche lei aveva perso l'amore della sua vita, anche lei aveva sopportato più di quanto fosse giusto.
Regina l'aveva guarita?
Probabilmente sì, ma Emma si disse tra sè e sè che non lo avrebbe mai confessato alla donna.
Tanto non la rivedrò più.
Con un dito seguì l'orlo della tazza che teneva in mano e pensò che molto probabilmente avrebbe dovuto esprimere un altro desiderio, dopotutto la prima volta era stato efficace, Herny si era presentato alla sua porta, perché non provare nuovamente e...
Al diavolo.
Era una sciocca. Aveva abbandonato quel mondo fatto di magia non per tornarci quando ne sentiva la necessità.
Sarebbe andata avanti come sempre.
Poi qualcosa la fece sobbalzare, qualcuno stava suonando al campanello.
Con un sbuffo si alzò, era certa che si sarebbe trovato davanti il suo vicino di casa che ci provava con lei da mesi. Inutilmente.
La mattina stessa le aveva addirittura fatto recapitare un mazzo di rose rosse.
Spalancò la porta pronta a rimproverarlo, ma le parole le morirono in bocca.


Ora noi siamo già più vicini.


''Regina.''
''Emma.''
''Cosa ci fai qua?''
''Sono venuta a darti un motivo per tornare.''
Emma era sicuro di sognare, forse la torta che lei e suo figlio si erano mangiati a cena non era poi così buona.
''Non puoi essere tu.''
''Sono io. Ho fatto ore di volo per essere qui...e ti sto chiedendo di tornare. Manchi, a tutti noi.''
Emma si scostò per farla entrare, ma Regina avanzò solo di qualche passo, giusto per esserle davanti.


Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi.


Emma studiò il volto della donna che aveva davanti e si sorprese di come fosse rimasta uguale a come lo ricordava, pur perdendo quella solarità che l'aveva sempre contraddistinta.
Regina sembrava...spenta.
Il cuore le balzò nel petto solo al pensiero, era così per lei? Era lei a farle questo effetto?
''Entra, ti preparo un tè'' mormorò non riuscendo a muoversi.
Era travolta da così tante emozioni che aveva perso anche la capacità di pensare, per questo aveva tirato fuori quella frase di cortesia tipica di sua madre.
''Accetto molto volentieri.''
Regina scandì all'inverosimile ogni parola, come era solita fare, e si allontanò da lei dirigendosi verso il salotto.


Dove vai quando poi resti sola?
Senza ali, tu lo sai, non si vola


Mentre stava preparando il tè Emma non potè fare a meno di spiare la sua ospite.
Sì, Regina aveva perso qualcosa da un anno a questa parte.
Emma riusciva a capirlo anche solo dal modo in cui si era seduta sul divano.
Regina sembrava così stanca che al diavolo il tè, l'avrebbe baciata fino a farla ridere nuovamente.
Ma non poteva, non subito, aveva lottato così tanto per quella vita e non ci avrebbe rinunciato senza realmente sapere le intenzioni dell'altra donna.
Forse era stata mandata semplicemente dai suoi genitori.


Io quel dì mi trovai, per esempio
quasi spersa in quel letto così ampio
stalattiti sul soffitto i miei giorni con lui
io la morte abbracciai


Mentre fissava la teieria sul fuoco Emma si spinse fino a pensare ad Hook, una delle ragioni per cui aveva lasciato Storybrooke.
Perché Emma si vergognava terribilmente di essersi innamorata di lui, l'aveva rovinata e lei glielo aveva permesso.
Si era lasciata travolgere dalla passione, soprattutto dopo la morte di Neal era come se avesse bisogno di qualcuno, ma aveva scelto la persona sbagliata.
Come al solito.


Ho paura a dirti che per te
mi svegliai


''Emma, penso sia pronto.''
La bionda si riscosse dai suoi pensieri, non si era neanche accorta che Regina si era alzata dal divano e l'aveva raggiunta.
La teieria stava producendo un rumore terribile, ma che arrivava distratto alle orecchie di Emma che si era di nuovo persa negli occhi di Regina, perché diavolo avrebbe potuto guardarla per l'eternità.
La donna, non staccando lo sguardo dal suo, allungò una mano e elegantemente spense il gas, perché solo lei era in grado di fare una mossa così semplice in quel modo.


Oramai fra di noi solo un passo
Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi


Senza neanche accorgersene si era avvicinata così tanto alla mora che i suoi capelli le sfioravano la fronte.
Emma la stava studiando, ogni più piccolo dettaglio del suo viso che fino a quel momento non aveva notato era esaminato.
Perché non erano mai state così vicine.
''Tè alle mele?'' sussurrò Regina.
Una delle classiche frasi da sindaco che usava per uscire dalle situazioni compromettenti, dalle situazioni in cui si sentiva a disagio.
Ma Emma non glielo permise, non quella volta.
Quasi tremando allungò una mano e le sfiorò la guancia rossa.
Per il caldo o per me, Regina?
L'altra non sembrò essere contraria a quel contatto, anzi, reclinò il capo appoggiandosi totalmente alla mano della bionda, prima di baciarne il palmo.
Emma chiuse gli occhi e il passato irruppe prepontemente nella sua mente.
Tutto quello che aveva cercato di stivare in quell'anno di lontananza uscì, ruppe tutti i lucchetti e come una corrente la investì.
Lei amava Regina Mills, l'aveva sempre amata.
Colmò quella piccola distanza che le separava e la baciò, finalmente, come aveva sempre pensato di fare dalla prima volta che l'aveva vista.
La mano, prima sulla guancia del sindaco, si spostò tra i capelli scuri attirandola ancora di più a lei.
''Perché non sei venuta prima?''
Ma Regina non la fece parlare, le passò un dito sulle labbra e la baciò nuovamente attingendo quasi alla sua anima come se ne valesse della propria vita.


Come può uno scoglio
arginare il mare


Perché se c'era una cosa che Emma amava in Regina era l'intensità che metteva in ogni cosa che faceva.
E al diavolo tutto, Regina valeva la pena di ritornare a Storybrooke, di far recuperare la memoria al loro figlio, di rischiare la vita.
Regina era per lei come il mare, dopo averlo visto per la prima volta non puoi fare altro che innamorartene e ricercarlo in ogni posto.
Ma di Regina ne esisteva solo una e in quel momento le sembrava quasi assurdo che fossero insieme e che, quasi perdendo l'equilibrio, fossero arrivate al divano senza staccare per un attimo le rispettive labbra.


Anche se non voglio
torno già a volare


Emma aveva provato a lasciarsi tutto alle spalle e per qualche tempo forse ci era riuscita.
Ma ora sapeva che aveva perso inutilmente un anno.
Un anno buttato via.
Ma allo stesso tempo era servito, quell'anno era servito a lei, a Regina, a loro rapporto.
E in un attimo tutte le insicurezze era sparite insieme ai loro vestiti e ora c'era solo il nuovo, quello che fino a quel momento nessuna delle due aveva avuto il coraggio di affrontare, quello che doveva accadere tempo prima.


Le distese azzurre
e le verdi terre


Regina era per lei un mondo completamente nuovo.
Perché sì, la conosceva da anni, ma ora era come riscoprirla.
Avrebbe voluto scrutare ogni singolo centimentro della sua pelle e, cavolo, lo avrebbe fatto in tutti i giorni che avrebbero passati insieme.
Perché la pelle di Regina sembrava solo aspettarla, come se in fondo solo lei avrebbe potuto capirla.
Toccarla.
Baciarla.
Leccarla.
Morderla.


Le discese ardite
e le risalite


Il loro rapporto era stato come una montagna russa, si erano odiate forse fino al midollo, ma poi avevano iniziato a scoprirsi.
Entrambe avevano preso dei picconi e avevano distrutto i rispettivi muri e, ora che finalmente ogni mattone era caduto a terra sgretolandosi, potevano conoscersi fino in fondo.
Poteva amarsi senza più pensare se fosse giusto o sbagliato.
Senza pensare al giudizio degli altri.
Senza pensare a nulla.
Solo a loro due.
Perché in quel momento il loro mondo si limitava a quel divano, ai loro corpi uno sull'altro, alle loro bocche che non facevano altro che cercarsi, alle loro mani che indugiavano ovunque.


Sul nel cielo aperto
e poi giù il deserto

 

Perché Regina Mills sarebbe stata la sua salvezza e la sua dannazione.
Sarebbe stata il suo dolce e il suo amaro.
Sarebbe stata la persona per cui valeva veramente la pena preoccuparsi, quella persona che vale la pena chiamare anche solo per sapere come sta.
Quella persona con cui mangiare ogni sera, litigare, fare l'amore fino ad addormentarsi.
Regina era semplicemente la sua persona ed Emma si stupì di come le fosse incredibilmente chiaro adesso.


Con un grande salto.


Ed Emma e Regina lo fecero quel salto.
Osarono insieme, legarono le anime tra di loro, intrecciandole fino a sentire male.
Perché se c'era una cosa che Emma aveva imparato era che il passato sarebbe sempre venuto a farle visita.
E ora il passato le aveva riportato Regina.
E non se la sarebbe fatta scappare, non questa volta.


Nota: Salve a tutti!
Inizialmente pensata come una oneshot ho deciso di allungarla di un altro capitolo.
Come nel precedente ho seguito una canzone, sempre di Battisti (che, personalmente, ritengo un capolavoro.)
Spero che la storia vi sia piaciuta, ho cercato di lavorare più sulle emozioni di Emma piuttosto che sui fatti veri e propri e, infatti, non è stato facile riportare il tutto sulla pagina.
Fatemi sapere, se volete, cosa ne pensate.
Buon fine serata e buon week-end!

Sara.

   
 
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