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Autore: Regina_S14    13/11/2017    3 recensioni
''Regina, non lo fare.'' iniziò la bionda osservando quasi terrorizzata il suo nome inciso sulla lama ''ti ho già risposto prima. Cosa altro vuoi sapere?''
''Quello che hai detto prima era una sciocchezza e lo sappiamo benissimo, Swan. Riesco sempre a capire quando menti.''
''Non ti piacerebbe sapere la risposta.''
''Cosa?''
''Non ti piacerebbe sentire il motivo, il vero motivo, per questo non lo voglio dire.''
Il braccio di Regina, tremante, si abbassò.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sperda il sole d'un suo sguardo
La tempesta del mio cor.
(Il Trovatore, G.Verdi.)



''Dimmi perché hai paura di abbandonare l'oscurità, dimmi perché non sei pronta a rinunciare ai tuoi poteri.''
''Regina, no, ti prego.''
Regina aveva le lacrime agli occhi per quello che stava facendo, l'ultima cosa che voleva fare era costringere Emma a dirle la verità.
Non era mai servito tra loro due, era sempre bastato che si guardassero negli occhi per capirsi a vicenda, ma non quella volta.
Quella volta la Salvatrice aveva alzato un muro così alto da tagliarla completamente fuori.
''Perché Emma? Perché non vuoi dire la verità?''
''Regina, non lo fare.'' iniziò la bionda osservando quasi terrorizzata il suo nome inciso sulla lama ''ti ho già risposto prima. Cosa altro vuoi sapere?''
''Quello che hai detto prima era una sciocchezza e lo sappiamo benissimo, Swan. Riesco sempre a capire quando menti.''
''Non ti piacerebbe sapere la risposta.''
''Cosa?''
''Non ti piacerebbe sentire il motivo, il vero motivo, per questo non lo voglio dire.''
Il braccio di Regina, tremante, si abbassò.
''Cosa stai dicendo?''
La ragazza distolse lo sguardo dal suo e per un attimo Regina la odiò.
Aveva imparato a volerle bene con il tempo, ma odiava quando non le dava delle risposte concrete.
E non era la prima volta che Emma Swan faceva una cosa del genere.


''Sceriffo, a cosa devo la sua visita?''
Regina alzò solo per un attimo lo sguardo per vedere la bionda irrompere nel suo ufficio per poi riabbassarlo sulle carte che aveva davanti.
Aspettò per qualche secondo la riposta che non arrivò e questo la costrinse a rialzare di nuovo gli occhi.
''Emma, cosa c'è?''
Il registro del sindaco era cambiato dopo aver visto la faccia semi-sconvolta della donna e subito una preoccupazione inizio a crescerle dentro.
Che fosse per Henry?
''Niente, è che...insomma sono appena passata da Granny e...pensavo...''
''Mi hai portato da mangiare?''
''No...cioè...non che non voglio portarti da mangiare o che non ci abbia pensato, non volevo dire questo...''
''Miss Swan.''
''Sì, scusami. Pensavo, se ti va, che potremmo andare a pranzo insieme visto che è ormai è ora e non penso che tu abbia qualcosa da mangiare...''
Regina si sentì scaldare il cuore, un po' per quanto Emma potesse essere ridicola in quel momento, ma anche perché non ricordava più l'ultima volta che qualcuno l'aveva invitata a pranzare con lei.
''Sceriffo, la faceva più scaltra nel dare appuntamenti.'' la provocò nuovamente mentre iniziava a riordinare i fogli che giacevano sulla sua scrivania.
''Appuntamento? Oh no, no. È solo che mi piacerebbe la tua compagnia, dato che sono sola e...vieni?''
Regina si era alzata dalla sua sedia e aveva preso il cappotto.
''Certo, ma offro io.''
''Sono io che ti ho invitata, mi sembra il minimo che sia io a...''
''Swan, non mi costringa ad usare la magia oscura per toglierle la voce.'' sentenziò il sindaco mentre si avviava a grandi passi verso l'uscita.
Sul volto di Regina Mills, dopo diverso tempo, era spuntato un sorriso sincero.


''Dai, Emma, sputa il rospo. Perché mi hai invitata al pranzo?''
Regina aveva appena finito la sua insalata e con molta compostezza aveva posato la forchetta, fino a quel momento tenuta in mano, sul piatto.
''Ci deve essere un motivo?'' rispose la ragazza continuando a tenere in mano il suo panino fin troppo farcito.
''Andiamo, nessuno invita la regina cattiva pranzo se non c'è un motivo.''
Emma fece spallucce.
''Io non ho invitato la regina cattiva, ho invitato solo Regina.'' il sindaco fece per ribattere, ma Emma continuò ''vuoi? Non fare complimenti. Penso che per me sarebbero anche troppe.''
Regina guardò la vaschetta di patatine che la bionda le aveva avvicinato.
''Davvero?''
''Certo, sennò poi mi dici che mangio troppo.''
''No, non quello. Dico, davvero che non c'erano altri motivi per avermi invitata?''
Emma sorrise mentre continuava a masticare.
''Sei mia amica, non devo necessariamente avere secondi scopi per invitarti a pranzo con me.''
Regina si sciolse definitavamente e timidamente afferrò una patatina fritta.
''Com'è?'' chiese curiosa l'altra osservandola mentre la addentava.
''Terribilmente nociva per il mio fegato, ma buona.''
Iniziarono a ridere e dopo poco la vaschetta era vuota.


''Penso che dovrei tornare in ufficio.''
''Sì, certo.''
''Che c'è?''
''Nulla.''
Regina posò la mano su quella della ragazza.
''Emma.''
Le due si guardarono per qualche secondo e un brivido attraversò Regina.
Improvvisamente non era più così curiosa di sapere cosa turbasse la ragazza.
''Sono contenta di questo, di questo pranzo.''
''Quando vorrai ripetere sai dove trovarmi.''
Regina si alzò e pagò Granny.
''Quindi potrà ricapitare?''
''Certo Swan, non sei poi così male.'' affermò prima di uscire.
E fu così, che in un grigioso giorno d'autunno, Regina Mills, insieme al suo tailleur grigio, sentì per la prima volta il suo sangue bruciare per lo sceriffo di Storybrooke.

 


''Tieni il tuo pugnale, ne ho abbastanza di te e dei tuoi segreti.''
Gettò l'arma ai suoi piedi e si voltò inoltrandosi nella foresta.
L'unico rumore che sentì per diverse ore fu il frusciare delle sue vesti, non avrebbe retto a un nuovo confronto con Emma e tantomeno con tutta la famiglia quando avrebbero saputo cosa aveva provato a fare.
Usare il pugnale contro di lei.
Avere potere su di lei.

Regina chiuse gli occhi quasi per poter cancellare quello che era successo, l'ultima cosa che voleva fare era cedere nuovamente all'oscurità.
O ad Emma Swan?
Si sedette su un tronco di un albero esausta e con il fiato corto.
Smaterializzarti no, Regina? Sarebbe stata anche un'uscita migliore.
Sorrise tra sè e sè e si accarezzò il vestito rosso, lo adorava.
Come la sua giacca.
Scosse la testa, perché diavolo la Salvatrice si era così impossessata della sua mente? La odiava anche per quello.
Ma qualcosa la stava logorando.
E non era altro che quello che Emma non aveva avuto il coraggio di dirle e che lei non aveva avuto il coraggio di ascoltare.
''Sei qua.''
Regina trasalì.
''Emma.''
''Dimentichi chi sono ora, potrei trovarti ovunque se volessi.''
La vide spuntare dai cespugli, candida come la neve nonostante l'enorme potere oscuro che le ribolliva nelle vene.
''Non ho bisogno di nascondermi da te.''
''Però sembra che tu lo stia facendo.''
''Swan, non mi parlare in questo modo. Non sei superiore a me, nonostante il tuo potere.''
Emma sorrise e Regina si ritrovò, timidamente, a ricambiare.
''Mi eri mancata, sai.''
''Sono sempre stata qua.''
''Lo so, ma da quando...è successo quel che è successo non è stato più lo stesso.''
''Non ti perdonerò mai per quello che hai fatto, lo sai. Dovevi lasciare che prendesse me.''
''Per poi essere il nuovo signore oscuro? Chissà che outfits avresti sfoderato.''
Regina rise e la sua risata fece eco per tutto il bosco.
''Sarebbe stato divertente.''
''L'ho fatto solo per te. Hai trovato il tuo lieto fine, finalmente, non volevo vederti soffrire nuovamente.''
''Il mio lieto fine sarebbe Robin?''
Regina capì di aver usato un tono fin troppo sarcastico quando vide lo sguardo di Emma cambiare.
''Non è così?''
La mora si limitò a non rispondere e la sua attenzione cadde nuovamente sul suo vestito vermiglio.
''Lascia l'oscurità, Emma. Merlino può aiutarti. Fallo per Hook, per Henry, per la tua famiglia.''
''Lo farò, Regina. Ma in questo modo non potrò più proteggerti.''
Regina stava per ribattere che poteva tranquillamente badare a sè stessa prima di capire quello che Emma aveva detto.
Le aveva rivelato la sua paura più grande, quello che la frenava ad abbandonare l'oscurità.
E stavolta non c'era stato bisogno di nessun pugnale.


''Swan.''
''Smettila di chiamarmi così! Diamine, Regina, ci conosciamo da anni!''
Emma era completamente fuori di sé da quando Regina le aveva illustrato il suo piano.
''Cos'altro dovrei fare?''
''Non voglio vederti sacrificare così. Sai perfettamente che ti scopriranno e...io non voglio perderti, Henry non lo vuole. Nessuno lo vuole.''
''Emma, per una volta voglio essere d'aiuto.''
''Ci sono tantissimi altri modi. Lo sai che se ti unirai a loro n-non tornerai più indietro e io non sarò con te per guardarti le spalle e...'' la voce della bionda si incrinò appena ''Sai benissimo di cosa è capace Gold.''
Regina avanzò verso Emma, a passi lenti, fino a quando non furono a pochi centimetri di distanza.
''E tu lo sai di cosa sono capace io?''
''Non sei più quella persona. Non puoi fingere, Regina.''
''Emma.''
''Ti prego, non andare. Troveremo un altro modo.''
Emma sfiorò la guancia dell'altra con due dita, come se avesse paura di toccarla.
''Lo sai che devo. Lo devo alla città e a tutti voi. È questo l'unico modo per capire il loro piano.''
La ragazza abbassò gli occhi consapevole che non c'era nulla da fare, Regina aveva deciso, che lei fosse d'accordo o meno.
''Promettimi solo che starai attenta. Almeno questo me lo devi...almeno in questo ascoltami.''
''Emma, lo sai che...''
Regina non terminò la frase.
''Cosa?''
Si guardarono negli occhi per qualche secondo.
''Sono felice di averti conosciuta.''
''Anche io.''
Continuarono a fissarsi, come se fosse realmente l'ultima volta che si vedevano.
''Regina, prima che tu vada, voglio chiederti una cosa...''
''Dimmi.''
Emma si fece avanti e colmò la distanza che le separava abbracciandola come forse non aveva mai fatto con nessuno.
''Non piangere.'' sussurrò Regina non staccandosi da lei.
''Dannazione, Regina, vedi di tornare sana e salva.''
Si strinsero ancora perché sì, forse sarebbe stata realmente l'ultima volta.
Dopo Neal, Emma non credeva di poter perdere un'altra persona a lei cara. E sicuramente non voleva perdere Regina.
''Torna, Regina.''
''Lo farò.''
Non si dissero altro, Regina lasciò la stanza in lacrime prima che anche l'altra si accasciasse sulla sedia senza forze.


''Puoi proteggermi anche senza l'oscurità, Emma. Come hai sempre fatto.''
''Sono sempre stata totalmente inutile, chissà quante volte hai rischiato la vita per colpa mia.''
''Incredibilmente tante, ma non per questo devi rimanere il signore oscuro. Lo sai che la magia nera divora l'anima della persona che la usa. Come ha fatto con me.''
''Sei la persona migliore che io conosca, non usarti come esempio.''
Regina strinse il vestito, nervosa. Non le era mai piaciuto ricevere troppi complimenti.
''Questo perché ho trovato la mia strada, ho un figlio e ho trovato l'amore. È questo a renderci migliori, Emma.''
''Anche io ho trovato l'amore, ma non mi ha portato a nulla.''
I loro occhi si incontrarono e sembravano gridare solo un'unica cosa.
Forse non è quello giusto.
''Vieni, andiamo a fare una passeggiata.''
Regina prese per il gomito la Salvatrice conducendola verso il sentiero.
''Non penso di essere in vena di questo.''
''Fidati, ti farà bene.''


''Grazie per oggi.''
La voce di Emma ruppe il silenzio che si era creato per tutto il viaggio.
''Sono qui per questo.''
''Avrei dovuto ucciderla.''
''Per quello che ti ha fatto? Molto probabilmente sì. Ma tu non sei così, Emma. Sei migliore di lei, ricordalo sempre.''
Emma strinse nervosa il volante del suo maggiolino prima di accostare in un'area di servizio.
''Fermiamoci qui, per qualche ora.'' si voltò per guardare Lily che già dormiva sui sedili posteriori.
''Dormi pure, rimango a fare la guardia.''
''Lo troveremo.''
La mano della bionda andò ad incontrare la sua.
E no, non era sicuramente il momento adatto per piangere., ma non riuscì a trattenersi.
''Regina, tranquilla.''
''Non sto piangendo per Robin.''
''Cosa?''
Il sindaco di Storybrooke voltò la testa per fissare la donna che continuava a stringerle la mano.
''Io...penso che una parte di me non voglia trovare Robin...lo so è terribile...e mi sento un mostro per questo.''
''Hai solo paura, Regina, è normale.''
Emma fece per interompere il contatto, ma Regina intensificò la sua stretta.
''Non è solo questo. È che ho paura di aver trovato quello che realmente voglio, senza di lui.''
Emma non alzò lo sguardo, consapevole che Regina le stesse aprendo totalmente il cuore.
''Io...''
Lily si svegliò di colpo facendole trasalire entrambe.
''Si può sapere perché ci siamo fermate, mica avrete intenzione di dormire?''
Emma si schiarì la voce.
''No, certo, ripartiamo subito.''
Regina non vide l'occhiata che la Salvatrice le riservò e, forse, fu meglio così.


''È qui.''
Emma era impallidita fermandosi di colpo.
''Chi?''
''Tremotino.''
Regina seguì lo sguardo di Emma che, come al solito, si perdeva nel nulla.
La Salvatrice aveva a che fare con delle vere e proprie allucinazioni.
''Ehi, ehi, Emma. Guardami!''
Emma la guardò, ma dopo qualche secondo distolse nuovamente lo sguardo.
''Ho detto guardami. Guarda solo me.''
Fu allora che Emma le afferrò le mani come se ne valesse della propria vita e Regina sorrise leggermente.
''Brava, così. Ci siamo solo io e te in questo momento, ok?''
La ragazza annuì impercettibilmente senza perdere la concentrazione.
''È solo questione di allenamento, devi imparare a dissociare la realtà dalla fantasia. Tremotino è solo nella tua mente. Allontanalo e pensa solo a me.''
''Io penso anche fin troppo a te.''
Regina accusò il colpo e rimase in silenzio per qualche secondo mentre cercava di riprendere il controllo di sè.
''È andato?''
''Non ancora.''
''Cosa ti piacerebbe che succedesse ora? Cosa immagineresti?''
''Ora? In questo momento?''
Regina si accorse che Emma aveva allentato la stretta e ora le loro mani restavano unite in un modo incredibilmente dolce.
''Sì.''
''Ecco mi piacerebbe essere in un campo, di margherite bianche, perché penso che il contrasto con il tuo vestito sarebbe così bello da togliere il fiato.''
''Bene...''
''Ti vedo, mentre mi corri incontro, una mano a sollevarti la veste scoprendoti di poco le gambe, i capelli sciolti e scompigliati, il viso rosso per la fatica.''
Regina si stupì di come Emma la stessa realmente immaginando in quel modo. Era come se descrivesse una scena a cui aveva pensato più e più volte.
''Ti dico qualcosa?''
La ragazza scosse la testa.
''No, ridi e basta. E sei così bella che qualcuno dovrebbe farti una foto. Però siamo a Camelot e a Camelot non esistono macchine fotografiche. Quindi non posso fare altro che memorizzare ogni dettaglio e osservarti.''
Regina sorrise, ma non voleva assolutamente che la ragazza smettesse.
''Continua.''
''Mi afferri la mano e iniziamo a correre. Ma perdi l'equilibrio, nonostante tu sia così dannatamente brava a camminare su quei tacchi riesci a cadere in un prato. Mi trascini con te e finiamo in mezzo ai fiori.''
Rosso e bianco.
Bianco e rosso.

''Non continuare...''
''Cosa?''
''Credo di sapere il resto della storia.''

Regina non le diede il tempo di finire che aveva poggiato le labbra sulle sue.
Il bacio fu dolce e casto allo stesso tempo e le sconvolse: perché in un bacio così semplice aveva sentito un'emozione così forte da lasciarle stordite.
''Ho indovinato?'' chiese continuando a non respirare.
''Non del tutto...''
Emma le si avvicinò nuovamente e le passò una mano dietro il collo, fino ad arrivare ai suoi capelli.
''Ti baciavo così.''
E stavolta si baciarono, con desiderio, con passione...con amore.
''Tremotino era già sparito da tempo, vero?''
Emma continuò a tenere le labbra sulle sue, ma non poté fare a meno di sorridere.
''Dalla prima volta che mi hai detto di guardarti negli occhi.''
''Tutta una scusa per baciarmi, Miss Swan, mmh?''
Ma la domanda di Regina rimase sospesa perché le due quel giorno, in quel bosco, parlarono poco.

Nota: Salve a tutti, qualche giorno fa rivedendo il dialogo tra Emma e Regina delle puntate a Camelot mi è venuta in mente questa piccola oneshot.
Spero vi piaccia.
In settimana, per chi la segue, aggiornerò la storia non ancora conclusa.
Un saluto!
Sara.

 

 

   
 
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