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Autore: Selva oscura    17/11/2017    1 recensioni
Titolo rigorosamente scippato dal libro alle fonti del Nilo, ma visto che la storia si svolge nella mia bellissima città Roma, mi è sembrato giusto citare nel titolo il fiume Tevere.
Tratto dalla storia:
"Guardò la bella sorella che ora la fissava dal ritratto, con un dito sfiorò i lineamenti che le erano appartenuti ". Non ricordava nemmeno il viso del padre del quale la sua famiglia non parlava mai.
Una giovane donna appena uscita dal convento.
Un giovane uomo che si divide tra una madre despota e un'amante asfissiante.
Cosa avranno in comune loro due? Leggetelo per scoprirlo
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Sango, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kagome, Kagura/Sesshoumaru
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

Roma 1674

Le fiamme del cammino acceso riscaldavano la donna che vi era vicino.
Era passato già metà mese di aprile, e l'aria primaverile ogni giorno si faceva sempre più calda. Ma la donna seduta sulla sua poltrona di velluto blu aveva dato alla servitù disposizione di tenere ugualmente il cammino acceso. Provava un profondo senso di tranquillità alla vista delle fiamme che giocavano nel legno.
<< Buona Kirara! >> sussurrò alla gattina che era scattata sull'attenti percependo un rumore sottile. << Sarà stato un sogno. >> disse accarezzandola, mentre la felina tornava ad anidarsi nel grembo soddisfatta dalle attenzioni della padrona.
<< Mammina! >>
Il sogno, nella veste di una ragazza ridente e piuttosto scarmigliata, esplose nella stanza in un turbinio di gonne bianche come la neve e nastri blu.
<< Questa diavola... questa diavola... >> disse la cameriera di mezz'età appoggiandosi esausta allo stipide della porta, ansimando per riprendere fiato.
<< Kagome! >> sussultò Kaede, portandosi entrambe le mani al petto. << Kagome, ma cosa... Tsubaki! Non era oggi che doveva tornare... o invece si? Cosa sta succedendo? >> gridò la donna rivolgendosi alla governante.
<< Questa diavola è scappata dal convento! >> ribatté la donna raddrizzandosi e ritrovando la consueta compostezza.
<< No! Che non sono scappata! Sono qui con l'autorizzazione della madre badessa. >> esclamò la ragazza, agitando il dito indice davanti al viso ancora esterefatto della madre. << Sissignore! Al convento c'era una terribile epidemia, e sono riuscita a convincere la buona sorella che essendo una creatura così delicata, e mancando poco meno di un mese alla data del mio ritorno a casa, poteva lasciarmi andare via. >> 
<< Delicata. >> borbottò ironicamente la governante.
<< Si delicata! >> ripeté la giovane portandosi teatralmente una mano sulla fronte. << Nonché l'ultima figlia... >>
<< Kagome! >> l'aspro rimprovero fece sussultare la ragazza. Rendendosi conto di quello che stava per dire, le rivolse uno sguardo allarmato alla madre, che sedeva impettita e pallida sulla poltrona.
<< Oh mammina cara! Perdonatemi sono stata cattiva non è vero? >> mormorò in tono desolato inginocchiandosi accanto.
<< No amore mio! Tu non sei mai cattiva! >> sussurrò la donna accarezzando teneramente la testa della sua bambina. Lo sguardo addolorato della figlia non le era passato innosservato. " Era impulsiva, sventata e troppo fiduciosa nel prossimo, ma la sua Kagome non era una ragazza cattiva consapevolmente. "
<< Hai viaggiato da sola? >> le domandò dandole un buffetto sulla guancia.
<< No mammina sono tornata con la suora zia. >> rispose seria. Poi ruotando lo sguardo controllò che tutti gli oggetti di quella stanza che tanto amava fossero ancora al loro posto. << Ma guardate un po! Dovrò rimproverare Urasue. Come si può essere così sbadate! >> esclamò girando il piccolo quadro che raffigurava suo padre che era girato contro la parete. Affianco vi era un altro quadro della stessa dimensione, ma vi era dipinto il viso di una giovane donna.
<< Non rimproveratela. Sono stata io che l'ho spolverato e rimesso male! >> intervenne Tsubaki in tono aspro.
Guardò la bella sorella che ora la fissava dal ritratto, con un dito sfiorò i lineamenti che le erano appartenuti: i lunghi capelli neri, gli occhi neri e vivaci, l'incarnato pallido delle guance riavvivate da un leggero rossore. Kagome non aveva alcun ricordo di lei. Kikyo era morta tredici anni prima, aveva sedici anni la stessa età che aveva lei ora. Somigliava così tanto alla madre, erano entrambe molto belle, due donne nate per far innamorare gli uomini. Non rammentava nemmeno suo padre Naraku, l'uomo nel ritratto nel quale si notava il cipiglio deciso, gli occhi neri infossati e la bocca un po dura. Una personalità indubbiamente intensa stando dai rari frammenti che le aveva raccontato la sua amica e domestica personale Ayame. " Chissà perché la sua famiglia non parla di mio padre. " pensò iniziando a ruotare su sé stessa finalmente felice di essere tornata nella sua casa e con le persone che amava, tuttavia non si accorse dello sguardo preoccupato che si scambiarono le due donne presenti.


Angolo autrice:
Come già vi avevo anticipato nella presentazione, questa ff l'ha pensata e scritta mio nipote di soli dodici anni, ed è diventato un grandissimo fan del anime Inuyasha grazie a me che l'ho costretto a guardare on line ogni singola puntata. hahahahah poverino l'ho stressato hahahhaha. 
   
 
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