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Autore: Sasi02    23/11/2017    1 recensioni
[JINXYOU]
Siete una ragazza italiana che ha appena traslocato in Corea, frequentate un'università, ma una mattina gelida come tante avrete un incontro imprevisto.
Dal testo:
"Rimasi leggermente basita dalla sua reazione, pertanto mi feci in qualche modo di esibire quel suo strano ordine, sempre se poteva essere definito tale.
Mi fece cenno di invitarmi a sedere, mentre annuì.
Mi sedetti, mentre le sedie di quel posto mi erano già simpatiche, erano comodissime e molto calde, infatti c'era anche l'aria condizionata, adoravo tutto ciò.
Quando però il ragazzo fece uscire il suo volto, mentre io ero intenta ad ammirare da lontano dei muffin, voltai leggermente il capo verso di lui e per poco non urlai dalla felicità e forse incredulità."
[One-Shot dedicata principalmente ad una mia amica, ma anche a tutte le ARMY.]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kim Seokjin/ Jin, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come un fiocco di neve                        

                                                            *Come un fiocco di neve*



La mattina di quell'inverno del 2017 mi ero svegliata tardi, troppo tardi.
Ero una ragazza come tutte le altre, andavo all'università, facevo i compiti, guardavo la TV e rimanevo tutta la nottata a mandare messaggi ai miei amici.
Sentivo un po' la loro mancanza, quella della mia migliore amica più di tutte, il trasferimento aveva dato segni positivi e anche negativi.
Sì, quando ero ancora in Italia bramavo di visitare la Corea del Sud assieme alla mia amica, ma non pensavo che ci dovessimo trasferire sul serio.
Mio padre era stato richiamato a causa di un lavoro, uno smistamento, quindi siamo partiti dritti dritti alla meta, precisamente Seoul.
Inizialmente non riuscivo a capire il Coreano, lo trovavo difficile, ma studiandolo si è rivelato più semplice del previsto e nel giro di un anno sono riuscita a parlarlo perfettamente, anche se ci sono ancora delle parole che non riesco a connettere tra loro.
Mi alzai, stiracchiandomi e raddrizzando la schiena alzando un braccio e appoggiare il palmo della mano all'avambraccio sinistro.
Poco dopo distesi leggermente le braccia, per poi portare il palmo della mano davanti alle mie labbra, le quali si erano staccate per provocare un sonoro sbadiglio, svegliando per poco la mia sorellina.
Mi alzai, appoggiando uno dei due piedi, nudi, sul pavimento.
Un brivido di freddo mi percorse per tutta la schiena e un gesto quasi involontario mi portò a stringermi tra me e me.
Il freddo era gelido e maligno, sembrava ce l'avesse con Seoul.
Mi recai in cucina, trovando la mia amata colazione a tema occidentale. Una semplice brioche con del latte caldo.
Lo immersi alla velocità della luce, addentandolo, non volevo fare tardi all'Università o sarei stata sfacciata.
Finita la colazione corsi in bagno, notando solo in quel momento che mio fratello era sveglio.
Frequentava le superiori, eppure sembrava ieri vederlo alle elementari, stesso argomento verso mia sorella quando andava alla prima elementare, adesso la trovo già alle medie.
Per la distrazione finì col sbattere la testa alla porta del bagno, provocando un gran rumore.
Mi massaggiai delicatamente la fronte e il naso, pulsavano leggermente.
Appena entrai in bagno trovai i miei vestiti appoggiati su un davanzale, probabilmente sarà stata mia madre, come tutte le mattine.
Mi privai ormai del mio pigiama ed entrai nella vasca, feci uscire l'acqua calda, cercando di far uscire una temperatura tiepida, anche se l'acqua calda mi piace.
il getto d'acqua improvviso mi bagnò il volto e i capelli: inizialmente rimasi sorpresa, ma poi ridacchiai tra me e me.
Era stato divertente.
Passarono pochi minuti quando finii di lavarmi, presi subito l'accappatoio e mi asciugai per bene, presi i vestiti dal davanzale e li indossai, sistemandomi per bene, poi mi avvicinai all'armadio, aprendolo e prendendo un fono.
Mi asciugai questa volta i capelli, pettinandomi per bene, odio quando sono disordinati, potevo essere un tantino vanitosa nell'argomento "acconciatura", ma bastava che nessuno li toccava, altrimenti sarebbe accaduta una strage.
Mi truccai un pochino, il giusto per perfezionare il mio volto, almeno non mi scambieranno per una bambina, di nuovo.
Ero una ragazza molto bassa, portavo sempre degli occhiali da vista e la mia pelle era leggermente abbronzata, i capelli erano mossi, neri, gli occhi invece di un marrone intenso, insomma, sono la tipica ragazza italiana.
Mi scambiavano spesso per una ragazzina, ma quando mi guardavano più a fondo, cosa che mi infastidiva, riuscivano a far ragionare quella zucca vuota.
Uscii dal bagno, notando in quel momento la mia sorellina entrare appena ero uscita.
Corsi verso la porta d'uscita e presi la borsa, gettandomi per terra mettendomi le scarpe.
Appena finii tutto, mi alzai e salutai mia madre con un bacio alla guancia, dopodiché mi voltai, aprendo la porta per poi varcarla, la chiusi dietro di me e scesi le scale del condominio per poi aprire il palazzo e correre verso l'università.
Mi strinsi, il mio giubbino era abbastanza caldo e la mia sciarpa non lasciava andare in contatto il vento al collo, non rischiando un mal di gola.
Il vento era troppo forte, sembrava che stessi scalando una montagna, tipo il monte Everest, ridacchiai solo al pensiero, io che scalavo un monte così alto? Non se ne parlava proprio.
Non perché non sia una tipa che ami i pericoli, anzi, nella mia vita avevo sempre vissuto quei momenti pericolosi, da brivido, che lasciavano sempre quella leccatina sui baffi o che ti lasciavano mordicchiare le labbra.
Ero anche abbastanza furba, riuscivo ad ottenere tutto ciò che volevo in un battito di ciglia, anche se allo stesso tempo ero davvero una frana, mi ricordo al periodo in cui frequentavo le scuole superiori in Italia, per la precisione un liceo.
Mi ero perdutamente innamorata di un mio compagno di classe, riuscivo ad essere una volpe con chiunque studente della mia classe, ma lui era speciale, riusciva a fregarmi solo perché ne ero attratta, perdutamente innamorata.
Pensandoci, l'amore ci priva quasi della vista, ci rende quasi ignoranti soltanto per avvicinarsi a questa determinata persona.
Sfortunatamente non ricordavo il suo nome, ma tanto meno, avrò una nuova vita qui a Seoul!
E in quel momento potevo anche non pensare ad una cosa del genere, potevo rimanere zitta.
Mi scontrai accidentalmente con un ragazzo molto più grande di me, un gigante, sentii la borsa staccarsi improvvisamente dal mio braccio e volare verso il tizio.
Era ben incappucciato, aveva un giubbotto nero con uno scaldacollo grigio, alle gambe padroneggiava di un paio di jeans grigi, mentre sclerai un secondo per le scarpe.
Sì, amavo all'impazzita le mie marche preferite, che siano scarpe, maglie o meno.
Mi alzai, spolverandomi il pantalone di lana all'altezza del fondoschiena, era abbastanza sporco, non ci voleva.
Quando portai i miei occhi castani ai suoi, unico punto visivo del suo corpo (potevo però intravedere i capelli quasi castani sfiorargli la fronte).
La sua pelle sembrava così chiara, lo si notava dalle mani, quasi come...
sentì qualcosa precipitarmi improvvisamente sul naso.
Con l'indice lo scostai, per poi aprire il palmo della mano, formando una sorta di cinque con esse, vedendo poi qualcosa di soffice atterrarci su.
Ecco.
Come un fiocco di neve.
Quando i fiocchi ricadevano sui suoi abbigliamenti ridacchiai tra me e me, sembrava così tanto misterioso dal nascondere il suo volto, ma in quel momento era divertente, dagli occhi potevo constatare che era in un momento di completo imbarazzo.
Quegli occhi neri, però, non mi sembravano nuovi, anzi, li avevo già visti da qualche parte, ma non ricordavo dove.
Prese come un uomo galante la mia borsa, porgendomela.
Era abbastanza pesante per essere considerata una borsa, non per nulla ci mettevo i quaderni e i libri, anche gli appunti se era necessario.
L'università era faticosa, ma mi avrebbe sicuramente regalato un futuro migliore.
Allungai il braccio nella sua direzione, avvicinando la mia mano verso la borsa, per un momento potei sentire il brivido delle sue mani.
Erano fredde, forse a causa della temperatura, per un momento volevo dimostrargli un atto di gentilezza regalandogli un paio di guanti, ma non penso che gli andranno bene e in più mia madre mi ucciderebbe, poco ma sicuro, ci scommetto la mia vita.
Fece per andarsene quando le mie mani avvolsero la borsa nera, ma con un braccio riuscii a fermarlo, la mia mano era stretta alla sua spalla, forse anche troppo forte dato che riuscii a sentire un gemito di dolore anche dallo scaldacollo.
La lasciai immediatamente, non volevo fargli del male quando lui si era comportato in un modo così gentile.
Tossì, chiudendo la mano destra in un pugno.
-Ti ringrazio, anche se dovrei scusarmi per l'impatto.- Mi grattai leggermente la nuca, imbarazzata, perfetto, e io che volevo dare arie da signora o cose del genere.
Di tutta risposta lui chiude gli occhi, ma non per la noia o per il sonno, sembrava felice.
Una cosa però che non riuscivo a tollerare era il suo modo di agire, perché non parlava?
Fece di nuovo per andare, ma cocciuta, lo richiamai.
-Allora?- Alzai leggermente un sopracciglio, mentre l'altro lo abbassai leggermente, mentre sul mio volto appariva un sorriso con trentadue denti, mentre la neve ricadeva su di noi.
In quel momento ero concentrata solo su di lui, il resto del mondo sembrava scomparso.
Un momento.
Il resto del mondo...
Feci un espressione sconvolta, una di quelle che potevano anche far ridere un tipo spietato come Adolf Hitler.
-L'università!- Presi la borsa e corsi, mentre per un momento potei notare che in quel momento era lui ad ad avvicinare il braccio verso di me, invano dato che ero già diretta verso la struttura


Appena arrivata vidi le mie amiche aspettarmi all'uscita, ero leggermente in ritardo, ma vederle lì, aspettarmi, mi rallegrava di gioia e felicità.
Mi servivano delle amiche, dopo aver perso la mia migliore amica, che momentaneamente si trova in Italia, ero caduta in una leggera solitudine.
Entrai, aspettandomi una lunghissima lezione.


Quando tutto finii, dopo troppe, forse gigantesche, ore, uscii dalla struttura, notando che fuori continuava a nevicare.
Salutai subito le mie amiche, sfortunatamente da strade diverse, loro si trovavano leggermente più vicino all'Università, cosa che le portava a fermarsi subito, mentre io dovevo camminare a piedi per un gigantesco tempo.
Improvvisamente vidi nuovamente il ragazzo di un paio d'ore fa, seduto su una panchina con i capelli scoperti, quel castano chiaro veniva macchiato dai fiocchi candidi della neve.
Appena incrociò il mio viso si alzò di fretta e furia, avvicinandosi a me per poi prendermi per il braccio, portandomi in un bar delle vicinanze.
Rimasi leggermente basita dalla sua reazione, pertanto mi feci in qualche modo di esibire quel suo strano ordine, sempre se poteva essere definito tale.
Mi fece cenno di invitarmi a sedere, mentre annuì.
Mi sedetti, mentre le sedie di quel posto mi erano già simpatiche, erano comodissime e molto calde, infatti c'era anche l'aria condizionata, adoravo tutto ciò.
Quando però il ragazzo fece uscire il suo volto, mentre io ero intenta ad ammirare da lontano dei muffin, voltai leggermente il capo verso di lui e per poco non urlai dalla felicità e forse incredulità.
Prima che potessi urlare si avvicinò a me e coprì con il suo palmo le mie labbra, mentre con l'altra mano portò l'indice davanti alla sua bocca.
Kim Seokjin era lì davanti a me, non potevo crederci.
Era un membro del famoso gruppo coreano BTS, un k-idol per la precisione.
In Italia il concetto di cantanti in un gruppo è diverso dalla Corea, tipo, ci sono moltissime band italiane che però si limitano soltanto al canto, la voce principale è soltanto una, il cantante, mentre il resto dei membri ha il compito di suonare la chitarra elettrica o la batteria, anche altri strumenti che io non abbia citato.
Qui in Corea ci sono invece moltissimi gruppi che mentre cantano ballano sulle loro coreografie, come se levitassero nell'aria, la maggior parte sa anche suonare degli strumenti, tipo una chitarra, non molto quella elettrica, ma ce ne sono alcuni prototipi.
Ero rimasta incantata dal gesto di Seokjin, anche se si fa chiamare da tutti col nome di Jin, forse dovrei chiamarlo così.
Ma se poi non sarei confidenziale? Io non lo conosco e non vorrei fare brutta figura, ma se succederebbe potrebbe odiarmi come non mai!
Calma ragazza!
Devo calmarmi, sangue freddo.
Distoglie il palmo dalle mie labbra e si allontana, quasi mi dispiace.
-Mi dispiace per essere stato così rude nei tuoi confronti.- Solo quelle parole mi fanno rimanere a bocca aperta, incantata.
Mi ripresi, scuotendo il capo.
-Non preoccuparti... Seokjin, non sei stato affatto rude.- Risposi in modo educato, a differenza del comportamento che gli avevo dato in serbo precedentemente.
Con l'indice si massaggia la tempia assieme ad uno sguardo imbarazzato.
-Vedo che mi conosci.- Senza esitare colpisco il tavolo con le mani, alzandomi.
-E' ovvio! Come puoi dire una cosa del genere? Siete famosissimi nella nostra nazione, è impossibile che non esista un entità che non vi conosca!- Mi lasciai trasportare un po' troppo, ma non fa niente, dovevo lasciare il mio spirito da fan al mio idolo.
Lui di tutta risposta ridacchia, per poi sorridermi leggermente.
Arrossisco leggermente alla reazione, sedendomi, mentre sentii le gote riscaldarsi, saranno sicuramente rosse, ma non di imbarazzo o rabbia.
-Grazie per i complimenti, voi Army sapete sempre come rasserenarci, grazie.- Chiuse gli occhi, inchinandosi leggermente, per poi alzare nuovamente il volto verso di me, mostrando le iridi nere.
-Allora...- Portai leggermente lo sguardo verso il tavolo, imbarazzata.
Jin sembra ricomporsi, gesticolando con le mani dall'imbarazzo della situazione.
-Volevo scusarmi per stamattina. Sono stato maleducato, ecco, ma quando volevo decidermi a rispondere sei scappata via.- Mi disse, mentre io mi sentii abbastanza in colpa, anche se ne andava della mia vita da universitaria.
Per me poteva anche andare a quel paese l'università, adoravo i BTS e Kim Seokjin con tutta me stessa, mi reputavo una loro grande fan, ma trattare così uno di loro mentre era in anonimo, giustamente, mi sentivo una schifezza.
-Mi dispiace, mi sento in colpa.- Riuscì a rispondere soltanto in quel modo, non sapevo come scusarmi.
Noto le sue mani avvicinarsi alle mie che erano appoggiate al tavolo, me le strofina delicatamente, mentre il mio viso divenne nuovamente un peperone.
-Non devi sentirti in colpa, quello che si sente in colpa sono io, invece.- Ribattè, mentre annuì consapevole di appoggiarlo.
Pensavo ancora che io fossi la maleducata, ma lui sembrava quasi ottuso, anche se ero sicura che non lo fosse.
O almeno, lo speravo.
Fece per alzarsi, sorridendomi dolcemente.
-Devo andare o farò tardi. Grazie per la chiacchierata, spero di rivederti in futuro, in uno dei nostri concerti assieme alle altre fan.- Mi sorrise dolcemente, superandomi, quando nuovamente gli toccai la spalla, questa volta con delicatezza.
Arrossì.
Volevo dirgli qualcosa, non volevo che andasse via senza dirgli nulla, era un occasione più unica che rara!
-Sai... Jin...- Abbassai il capo, mentre lui si voltò, la mia mano ancora appoggiata alla sua spalla.
-Sei così dolce e gentile... come...-
-un fiocco di neve.- Appena pronunciai quelle parole, anche lui lo fece, ciò mi fece rimanere a bocca aperta, quasi stupita.
Sorrise, avvolgendo le sue mani alla mia mano, quella dove era stata appoggiata poco prima sulla sua spalla.
Si avvicinò, avvolgendo questa volta le sue mani sul mio capo, mentre io lo alzai, essendo troppo bassa rispetto a lui.
Abbassò il capo, avvicinando le sue labbra sulla mia fronte, mentre io arrossivo, assistendo a tutto ciò.
Quando le sue labbra abbandonarono la mia pelle, si piegarono in su, lasciando segni di felicità.
Ricambiai il sorriso, mentre lo vidi uscire.
Kim Seokjin mi aveva baciato sulla fronte, un semplice ultimate che mi dona un regalo del genere.
Non c'erano dubbi, Jin era dolcissimo.
Proprio,
Come un fiocco di neve.




Angolo Autore

Ciao a tutti ^^ sono nuovo del fandom, ma iscritto su EFP da moltissimo. Questa è la mia prima storia in questo fandom, dedicata come accennato ad una mia amica, ma anche a tutte le army (in particolare alle Jin biased/ultimate x3).
Penso che nel testo ci saranno degli errori, non rileggo mai quando leggo, anche perché non ne ho tempo, se ne troverete qualcuno vi prego di segnalarmelo ^^
E' anche la mia prima storia su *Personaggio*X*Lettore*, quindi perdonatemi, è la prima volta e per l'aspetto ho usato quello della mia amica dato che non ne avevo uno in mente xD.
E nulla, se la one-shot vi è piaciuta ci tengo tantissimo ad un vostro commentino, se ci sono degli errori critici vi pregherei di segnalarmeli.
A presto ^^
Sasi02

   
 
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