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Autore: darkroxas92    26/11/2017    2 recensioni
Kaito Kid è sempre stato famoso per essere un esibizionista… e finora è riuscito a portare a termine tutti i suoi furti. Ma se dovesse avere a che fare con un altro esibizionista, anche questi bravo in ciò che fa, riuscirà ad avere la meglio? Kaito Kid VS Great Sayaman! Nemici o alleati? Magia o energia? Ai posteri l’ardua sentenza.
Genere: Avventura, Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aoko Nakamori, Kaito Kuroba/Kaito Kid, Shinichi Kudo/Conan Edogawa
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Un'amicizia tra esibizionisti - Capitolo 1


E finalmente eccomi qui con una fanfiction crossover tra due fandom che finora ho solo sfiorato in altre storie.
Ebbene sì: questa storia sarà un crossover tra Dragon Ball Z e Magic Kaito 1412!
Inizialmente era previsto solo il primo capitolo, tanto che la prima versione del titolo era banalmente “Kaito Kid VS Great Sayaman” (ero reduce dalla visione di “Batman V Superman” XD). Poi, una volta finita, non ero soddisfatto… e così ho scritto tutta una seconda parte, fino a farla diventare una fanfiction di sette capitoli. Non è una storia seria come le altre che ho scritto finora, è più comica che altro. Spero che il risultato sia di vostro gradimento ù.ù
(Non ci dovrebbero essere spoiler, giusto qualche riferimento implicito agli ultimi episodi/capitoli di Kaito Kid e al secondo crossover tra Lupin III e Detective Conan)

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“Resta fermo Kaito!” Urlò Aoko, alzando la scopa che teneva tra le mani e cercando di colpire il compagno di classe e vicino di casa, che per tutta risposta abbassò la testa all’indietro, riuscendo così ad evitare il colpo.
“Sbaglierò, ma oggi mi sembri più violenta del solito.” La prese in giro lui, scansandosi giusto in tempo per evitare una sedia che volò fuori dalla finestra dell’aula. “Non sarà per il fatto che Kaito Kid ha, ancora una volta, superato i piani di cattura di tuo padre?”
“Quell’imbroglione ha barato, come al solito!”
“Kuroba… Nakamori… io starei cercando di fare lezione…” Sospirò esasperata l’insegnante di matematica, mentre gli altri studenti ridevano per la oramai scenata giornaliera tra i due.
“Scusi professoressa!” Esclamarono i due studenti, senza tuttavia smettere il battibecco.
“Non è colpa mia se Aoko non ammette che suo padre non è in grado di catturare Kid. Però a parte lui, non si è lasciato scappare nessun ladro. Giusto Lupin III, ma lui non è mai stato preso da nessuno.”
A quello Aoko si fermò, sospirando.
“Su questo hai ragione, quell’altro criminale ha procurato non pochi guai a mio padre. E anche a quel ragazzino… Come che si chiama?”
“Edogawa Conan.” Rispose Saguru. “Non si è ancora ripreso del tutto dalle ferite. Dopotutto gli hanno sparato e subito dopo si è ritrovato a saltare giù da un aereo che poi è esploso. Lupin gli avrà pure salvato la vita, però non poteva di certo guarirlo.”
Kaito annuì mentalmente, mentre sorrideva e chiedendosi come il famoso ladro internazionale avesse preso la sua piccola vendetta per aver usato il suo volto.
“Ad ogni modo, mio padre ha finalmente capito che effettivamente non può farcela da solo contro Kid.” Continuò Aoko, attirando l’attenzione di tutta la classe.
“Davvero?” Fece un sorpreso Kaito, mentre anche Akako guardava incuriosita i due.
“Già. Per questo dopo il suo ultimo annuncio di furto, mio padre ha accettato l’aiuto di una persona esterna, che si è offerta personalmente per catturare Kid.”
“E di chi si tratta? Dell’ennesimo detective proveniente dall’altra parte del pianeta? Abbiamo già Saguru per quel ruolo.”
“E tu quanto la finirai, Kid?”
“Per l’ultima volta, non sono io. Anche se modestamente credo di potergli dare del filo da torcere per quanto riguarda l’abilità.”
“Non si tratta di un detective.” Rispose Aoko, ignorando il litigio dei due amici. “Mio padre non mi ha detto molto, solo che si tratta di qualcuno per cui sarà impossibile non prendere Kid. Pare che finora non si sia lasciato sfuggire uno solo dei criminali che ha avuto di fronte, e questi sono stati tutti catturati nel giro di pochi secondi. Inoltre dice che ha sventato rapine di ogni genere, comprese quelle con bombe e sparatorie.”
“E chi sarebbe questo tizio, Superman?”
“In quel caso allora Kaito Kid sarebbe Batman?” Chiese uno dei loro compagni, per poi voltarsi verso Saguru, che fece un colpo di tosse.
“Beh, anche se si dovesse trattare di Superman, Kid si limiterebbe a tirare fuori la kryptonite. Quel ladro non teme nessuno.” Ridacchiò Kuroba.
Al suono della campanella, tutti cominciarono ad uscire, tranne Kaito, che venne fermato da Akako.
“Che vuoi?” Chiese lui, cominciando a chiedersi se doveva temere un altro attacco da parte della strega.
“Il Dragon Eye che vuoi rubare…” Cominciò lei, dopo essersi assicurata che nessuno potesse sentirli. “Lascialo perdere.”
“Eh?”
“Se andrai a rubarlo, stavolta non ne uscirai libero. Anche i miei poteri tremano di fronte a ciò che sta per succedere… è come se un demone ti stesse aspettando per prenderti. E credimi, io so bene di cosa sono capaci. Dopotutto, li ho già sfruttati più volte anche contro di te.”
Kaito sorrise. “Se bastasse quello a fermare Kid, sarebbe una delusione, no? Inoltre non si è mai tirato indietro dopo aver annunciato un furto. E anche se dovesse affrontare il re dei demoni, suo figlio, il suo allievo o quello che vuoi, riuscirà sempre a vincere.”
Akako sospirò mentre veniva superata dal compagno di classe. “Poi non ti lamentare quando verrai preso. Io ti ho avvertito.”
“E ti ringrazio per questo, ma non posso mollare alla prima difficoltà.” Pensò Kuroba. “E poi, quanto potrà mai essere davvero pericoloso questo tipo? Non sappiamo nemmeno chi è.”

Kaito non dovette attendere molto per avere la risposta.
Era a cena come al solito da Aoko, quando il programma televisivo che stavano guardando venne interrotto da un’edizione speciale del telegiornale.
“Uh? Che succede adesso?” Domandò Kaito, finendo di mangiare la sua porzione di ramen, mentre anche l’amica si voltava verso la tv, che mostrò subito suo padre.
A veder ciò il ragazzo sospirò mentalmente. Era solo la classica risposta della polizia al suo ultimo annuncio. Tuttavia, il sorriso che stavolta l’ispettore Nakamori stava mostrando lo incuriosì. Sembrava ancora più sicuro del solito.
“Kaito Kid, so che mi stai ascoltando!” Cominciò lui, alzando un dito verso la telecamera. “Questa volta non avrai nessun scampo!”
“Vuoi vedere che mio padre rivelerà a tutti il suo misterioso nuovo aiutante?” Fece Aoko.
“Per troppo tempo hai preso in giro le forze di polizia, ed è giunta l’ora che tu venga fermato definitivamente! Per questo, in via del tutto eccezionale, abbiamo accettato l’aiuto di un civile, il quale tuttavia ci ha dimostrato di poterti prendere senza alcuna difficoltà!”
“Dov’è questa persona, ispettore Nakamori?” Chiese un giornalista.
“Già, vediamo questo Superman.” Lo prese in giro Kaito, cominciando a bere un sorso d’acqua.
Tuttavia si fermò a metà sorso quando l’ispettore fece un ghigno, per poi indicare sopra di lui.
Immediatamente la telecamera si spostò, inquadrando una persona che indossava una tuta nera coperta da un gilet verde, con un vistoso mantello rosso che svolazzava dietro di lui e un casco arancione a coprirgli il volto, lasciando libera solo la bocca.
Ma la cosa incredibile era il fatto che si trovava a una decina di metri d’altezza, sospeso nel vuoto.
A vedere ciò Kaito sputò immediatamente l’acqua, sgranando gli occhi.
“Cosa?!” Esclamò assieme all’amica d’infanzia, mentre la persona indicata da Nakamori cominciò a scendere verso terra, atterrando al suo fianco.
Immediatamente, fece un giro su se stesso, per poi fermarsi in una posa ridicola con una mano che indicava verso l’alto.
“Io sono Great Sayaman!” Urlò, con una voce chiaramente falsa.
“Non ci credo… mio padre ha preso un buffone per catturare un buffone…” Mormorò incredula Aoko, mentre Kaito tirava un sospiro di sollievo. Era un vecchio trucco, lui stesso lo aveva usato in passato.
“Sì, so cosa state pesando.” Intervenne l’ispettore Nakamori, ridacchiando, per poi tornare serio. “Ma non si tratta di un trucco come quello usato da Kid! Questo ragazzo è realmente in grado di volare! E non solo!”
“Ispettore.” Lo interruppe Great Sayaman, sorridendo. “Credo sia meglio fargli vedere una dimostrazione delle mie capacità.
“Oh, buona idea.” Ammise lui, per poi allontanarsi di qualche metro, mentre di fronte a lui una decina di poliziotti cominciò a caricare la proprio pistola, per poi puntarla contro il tizio mascherato.
“Che cosa vogliono fare?!” Esclamò Kaito, per la prima volta preoccupato.
“Al mio tre, cominciate a fare fuoco.” Ordinò l’ispettore, provocando subito l’agitazione tra i presenti, mentre il ragazzo rimase fermo al suo posto, incrociando le braccia.
“Ispettore, che cosa-”
“Uno… due… tre!” Urlò Nakamori, ignorando la domanda del giornalista.
Immediatamente una raffica di proiettili investi il ragazzo, che continuò a restare al suo posto, incurante dei colpi che stava ricevendo.
Dopo una decina di secondi, i poliziotti si fermarono.
Con lo stupore di tutti i presenti, Great Sayaman era uscito perfettamente incolume.
E con una sorpresa ancora maggiore, tutti potevano vedere chiaramente i proiettili a terra, tutti schiacciati su se stessi.
In più, come bonus, Great Sayaman aprì una mano, lasciando cadere a terra altri cinque proiettili, anch’essi schiacciati.
“Come potete vedere, sono perfettamente in grado di resistere ai proiettili. Oltre al fatto…”
E mentre diceva ciò si diresse verso un lampione, afferrandolo con una mano. Poi, come se fosse stato un filo d’erba, lo sradicò dall’asfalto, per poi piegarlo e fare un nodo con esso, lasciandolo infine cadere a terra, facendo sentire chiaramente il rumore del metallo contro il cemento.
“Solitamente sono contrario a mostrare la mia forza senza motivo, ma per questa volta ho deciso di non nascondermi. Questo Kaito Kid si diverte a prendere in giro le forze dell’ordine, continuando a commettere furti per poi limitarsi ad abbandonare in luoghi casuali la refurtiva. Io, Great Sayaman, non posso permettere che questo giochetto vada avanti! Per questo sfido Kaito Kid a rubarmi il Dragon Eye!”
Dicendo ciò, dei fari illuminarono una teca dietro di lui, sopra la quale era poggiata una sfera arancione, al cui interno c’era una stella rossa a cinque punte.
“So che finora non si è mai tirato indietro da un furto, quindi sono sicuro che si presenterà come da lui annunciato domani sera alle 22. Ti aspetto.”
Aoko a quel punto spense la televisione. “Quando l’ho visto, ho pensato che mio padre fosse impazzito, ma è evidente che stavolta Kid non ha speranze. Cos’hai da dire adesso, Kaito?”
Kaito per tutta risposta restò a fissare impassibile la televisione, senza mostrare alcuna emozione. Internamente però stava sudando sette camicie.
“Tuo padre ha davvero trovato Superman, eh?” Ridacchiò, alzandosi. “Beh, direi che non resta che aspettare e vedere come andrà a finire, no?”
“Vuoi dire che stavolta verrai anche tu a vedere Kid all’opera?”
“No, no, me ne starò comodo in camera mia a guardare la tv. È inutile stare in mezzo a migliaia di persone, sapendo che alla fine non vedrai niente.”
“Beh, però potresti venire con me domani pomeriggio a trovare mio padre. Chissà, magari potremo anche incontrare di persona questo Great Sayquelcheè…”
“Sai, non è una cattiva idea. Anche se dubito che starà in mezzo a noi comuni mortali.”
Dopo aver ringraziato per la cena l’amica, Kaito si diresse subito a casa sua, per poi entrare nel covo di Kaito Kid, dove finalmente fece cadere la sua faccia da poker.
“Bene… stavolta mi sa che sono fregato…” Mormorò, deglutendo, per poi scuotere la testa. “No Kaito, riprenditi! Non puoi cadere nei tuoi stessi trucchi! Non avrei mai pensato di dirlo, ma è ovvio che c’è una spiegazione a tutto quello che quel tizio ha mostrato di poter fare.”

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“Ciao papà!” Esclamò Aoko, cominciando a correre verso l’ispettore Nakamori, che sorrise non appena la vide.
“Aoko! Non ti aspettavo prima di qualche ora. E ciao anche a te, Kaito!” Salutò lui, mentre l’amico d’infanzia di sua figlia alzava pigramente la mano per rispondere al saluto.
“Allora pare che stavolta tu ce l’abbia fatta, eh?” Disse Kaito sorridendo, per poi guardarsi attorno. “Dovete fidarvi davvero parecchio di quel tizio, per lasciare il gioiello all’aperto, senza nessuna apparente forma di sicurezza.”
Infatti il suo sguardo era caduto sul Dragon Eye posto sopra al pilastro, come mostrato in televisione il giorno prima, con solo un gazebo a coprirlo.
“Già! È stata una richiesta di Great Sayaman di lasciarlo incustodito da qualsiasi tipo di protezione non umana. Dice che non gli piacciono molto le cose troppo sofisticate… Ha parlato di qualche brutta esperienza con dei robot.”
“Beh, lì siamo in due… Anche se dubito che anche lui abbia vissuto qualcosa di simile a me…” Pensò Kaito, ripensando al suo clone. “Ma non teme che possa essere proprio Kid sotto travestimento e che sia tutto un suo piano per rubare indisturbato il gioiello?”
“Ti dirò, Kaito, che l’avevo pensato anch’io all’inizio. Tuttavia, sarebbe la prima volta che ruba a se stesso.”
“A se stesso? Ma credevo che il Dragon Eye appartenesse al vecchio Suzuki.” Fece il ragazzo, sorpreso da quella rivelazione. Sperava che il vecchio imprenditore avrebbe architettato come al solito qualche sfida e che rifiutasse all’ultimo l’aiuto di Great Sayaman.
“Lo era. Chiunque sia, dev’essere molto ricco, o avere qualche amico messo davvero bene. Ha acquistato il Dragon Eye in contanti, dicendo che era interessato ad esso e lo stava già cercando da un po’.”
A sentire ciò il senso di pericolo di Kaito si agitò.
“Possibile che anche quel tizio sia alla ricerca di Pandora? E che potrebbe essere proprio quello?” Rifletté, tornando a guardare il gioiello.
Solo che stavolta c’era un ragazzo a fissarlo a distanza ravvicinata.
“Ehi tu!” Lo richiamo immediatamente l’ispettore. “Allontanati! Non dovresti nemmeno essere qui!”
“Eh, dice a me?” Rispose il ragazzo, voltandosi verso di loro e indicandosi.
Aveva dei capelli neri tutti all’insù, i quali sembravano sfidare apertamente la legge di gravità, e indossava un paio di pantaloni rossi e una maglietta a maniche lunghe bianca, coperta da un gilet nero smanicato, con una spilla sopra che probabilmente indicava una scuola.
“Sì, proprio a te! Questa zona è off limit per i civili!”
“Mi scusi, non ne avevo idea. Ho seguito quei due ragazzi quando ho visto che stavano venendo qui. Sa, sono un fan di Great Sayaman e volevo vedere che cos’avrebbe sorvegliato.”
“Lei è mia figlia Aoko, mentre lui è Kaito Kuroba, un nostro vecchio amico di famiglia. Sono solo venuti a trovarmi. Come hai fatto a superare i controlli?”
“Sono uno che passa inosservato.”
“Con quei capelli?” Pensarono i tre assieme.
“Quindi tu hai già sentito parlare di questo… Great Sayaman?” Domandò Kaito, chiedendosi se poteva approfittarne per ottenere qualche informazione in più.
“Direi proprio di sì. Sapete, ha anche salvato più volte la vita alla mia ragazza. Non che lei sia proprio la classica ragazza sempre in pericolo.”
“Mi ricorda qualcuno…” Mormorò Kaito, per poi schivare con nonchalance un pugno da parte di Aoko.
“Stai forse parlando di me?” Domandò lei, continuando a guardarlo male.
“Oh sì, è proprio così!” Esclamò il ragazzo, portandosi una mano dietro la testa e ridacchiando. Quando finì fece un leggero inchino. “Il mio nome è Son Gohan. Piacere di conoscervi.”
“Piacere nostro. Dai, ti accompagniamo noi fuori di qui, così non dovrai rispondere a troppe domande dai colleghi di papà. Anche se questo non ti esime dal rispondere alle mie. Voglio sapere il più possibile su Great Sayaman, visto che sarà lui a prendere finalmente Kid!”
“Potremmo fermarci a mangiare qualcosa. Siamo venuti qui subito dopo la scuola, ho un leggero languorino.” Propose Kaito, mentre internamente ringraziava Aoko per star inconsapevolmente assecondando i suoi piani.
Immediatamente la loro attenzione fu attirata dallo stomaco di Gohan, il quale brontolò rumorosamente.
“Scusate… quando sento parlare di cibo mi succede sempre…” Ridacchiò lui.
“Allora direi che è deciso!” Esclamò Aoko. “Ci vediamo dopo papà!”
“Certo! E finalmente porterò Kaito Kid in centrale ammanettato!”

Kaito e Aoko ringraziarono di non essersi proposti di offrire da mangiare.
“Se dovessi pagare io, mi toccherebbe tenere la prossima refurtiva solo per saldare i debiti…” Pensò Kaito, guardando incredulo la pila di piatti che si stava accumulando davanti a Gohan, il quale mandava giù peggio di un aspirapolvere.
“E-Ecco qui il prossimo…” Fece incredulo il proprietario dello stand di ramen dove si erano fermati, per poi cominciare a prendere alcuni piatti per lavarli.
“F-Fame, eh? Da quanto tempo non mangiavi?” Domandò Aoko, cercando di ridacchiare.
“Uh? Solo un paio d’ore, perché?”
“Un paio d’ore? Da come mandi giù si direbbe che hai attraversato mezzo pianeta di corsa senza mai fermarti…” Commentò Kaito.
Solo allora Gohan guardò i piatti vuoti di fronte a lui e finì velocemente quello cominciato. “Sì, forse ho esagerato un po’… Meglio finirla qui, non voglio approfittare troppo della disponibilità di Bulma.”
“È il nome della tua ragazza?” Chiese Aoko.
“No, no, è un’amica di mio padre. È lei a pagarmi questo viaggio, tutto incluso.” E per dimostrare il punto tirò fuori una carta di credito, che porse subito al proprietario dello stand.
“Un’amica di tuo padre che ti fa un simile regalo? Immagino che non sappia che rischia il tracollo finanziario.”
“Nah, mangio molto meno di suo marito e di mio padre. Dovreste vedere loro. Anche se Vegeta ogni volta che mangia con noi la prende sul personale e si intestardisce sul voler mangiare a tutti i costi più di papà.”
“Per curiosità… che razza di metabolismo avete? Non sembri molto grasso per uno che, da quel che ci hai detto, mangia così praticamente sempre.” Fece Kaito.
“Faccio molta attività fisica. Abito in mezzo alle montagne e l’unica casa in zona è la nostra. Inoltre mio padre non è stato presente negli ultimi anni, quindi ho dovuto aiutare io la mamma e il mio fratellino Goten. Quindi tagliavo la legna, andavo a pesca-”
“Non nominare quella professione maledetta!” Esclamò subito Kaito, rabbrividendo.
“Scusa?”
“Perdonalo, ma Kaito non riesce a sopportare nemmeno la vista del pesce e di tutto ciò che ha a che fare con esso.” Intervenne Aoko, divertita.
“Creature malefiche… ecco che cosa sono…”
“Comunque Gohan, prima hai detto di essere un fan di Great Sayaman. Cosa sai dirci di lui? È sbucato fuori dal nulla per proteggere quel gioiello, che a quanto pare ha pure acquistato.”
“Beh, a dir la verità non so molto… Dove vado io a scuola è un po’ una leggenda. È apparso all’improvviso e ha cominciato a sventare rapine, rapimenti e crimini così. Ha dimostrato subito di possedere poteri unici, come il fatto di saper volare.”
“Non sarà qualche trucco? Non so, dei mini razzi o qualcosa del genere…”
“No, no, tutta opera sua. Lo ha dimostrato quando ha partecipato a un torneo di arti marziali che si è tenuto qualche tempo fa. Lì è dovuto apparire senza nessun oggetto che si poteva considerare in alcun modo pericoloso. Ha anche dovuto rinunciare al casco, sostituendolo con una bandana e degli occhiali da sole.”
“E come si è classificato?”
“Beh, stava per vincere, ma per vari motivi il torneo è stato cancellato, lasciando così il titolo al precedente campione. Ma Great Sayaman non ha mai chiesto di finirlo. Dopotutto, credo avesse un motivo ben preciso per voler partecipare.”
“E la sua forza?” Domandò Kaito. “È davvero così forte?”
“In una delle sue prime apparizioni ha piegato con due dita il fucile di un bandito. Perciò direi proprio di sì, anzi, probabilmente si trattiene la maggior parte delle volte. Dopotutto, lo hanno visto sollevare senza alcuna difficoltà e portare in volo un pullman pieno di passeggeri che rischiava di cadere giù in un burrone.
“Cosa?! È così forte?!” Esclamò Aoko incredula, rispecchiando perfettamente come si sentiva realmente Kaito, che stava usando tutto il suo autocontrollo per mantenere la faccia da poker.
“E io dovrei affrontare un simile tizio?!” Urlò internamente. “Non credo di riuscire a procurarmi in tempo della cryptonite! Sempre che esista, ovviamente…”
“Quindi non è mai stato battuto?” Domandò la ragazza.
“Pare di no. Ma sicuramente dev’esserci qualcuno in grado di tenergli testa, anche solo per allenamento. Gira voce che abbia anche salvato il mondo assieme a dei suoi amici. L’unica cosa di cui molti si lamentano è la posa con cui si presenta. Inspiegabilmente non è apprezzata da nessuno.”
“Che cosa strana…” Rispose sarcastico Kaito.
“Piuttosto, parlatemi di questo Kaito Kid. Ho sentito che è un ladro piuttosto particolare.”
“È solo un farabutto!” Replicò subito Aoko. “Sono anni che perseguita mio padre! Ha pure avuto la faccia tosta di sparire per anni, riapparendo dal nulla solo pochi mesi fa. E da allora non fa altro che continuare ad umiliarlo!”
“Su Aoko, calmati. Dopotutto, Kid usa dei trucchi niente male.”
“Personalmente parlando, preferisco i tuoi.” Rispose lei, distogliendo appena la testa.
“Uh? Di che trucchi state parlando?”
“Di magia!” Esclamò Kaito sorridendo, per poi muovere velocemente le dita, facendo apparire dal nulla un mazzo di carte. “O meglio, di prestidigitazione! Modestamente, me la cavo bene, anche se il mio sogno è quello di raggiungere la bravura di mio padre.”
“Mi sembri già piuttosto bravo! Sono sicuro che tuo padre è fiero di te!”
Gohan si rese subito conto di aver detto la frase sbagliata, da come il sorriso di Kaito scomparve, mentre anche Aoko gli rivolse uno sguardo triste.
“Mio padre è scomparso dieci anni fa durante uno spettacolo di magia. C’è stato un… un incidente e non ce l’ha fatta.”
“Oh… mi dispiace… Non ne avevo idea.”
Kaito fece un sorriso triste. “Ma credo che alla fine sì, sarebbe felice di ciò che sto facendo. Ancora oggi continuo a seguire le sue direttive per la magia.”
A quel punto Kaito guardò l’ora, per poi alzarsi. “Beh, direi che è meglio che vada. Jii mi ha chiesto di passare da lui oggi pomeriggio, ed è già tardi. Ci vediamo domani Aoko! E Gohan… spero di rivederti. Sei simpatico, sai?”
“Lo stesso vale per te, Kaito. Chissà, magari passerò di nuovo in questa città in futuro… sembrano succedere cose assai interessanti.”
“A dir la verità questa città è solo un magnete di crimini e omicidi. Anche se questi ultimi fanno la fortuna di detective come Goro il dormiente.” Ridacchiò Kaito, per poi allontanarsi.
“Speriamo che Jii abbia qualcosa che possa funzionare contro questo novello Superman… anche se ormai mi è chiaro che dovrò giocare tutto sull’astuzia, sperando che sia un tipo tutto muscoli e niente cervello…”

~~~~~~~~~~~~

Kaito Kid osservò tramite il suo cannocchiale Great Sayaman, in piedi al fianco della teca con il Dragon Eye.
“Mi da sui nervi la sua sicurezza. Ma al suo posto probabilmente farei lo stesso…” Borbottò abbassando il cannocchiale e rimettendosi il monocolo. “Beh, vediamo un po’ se l’esca funziona.”
Dopo aver detto ciò tirò fuori il suo smartphone, premendo immediatamente una sequenza di codici sullo schermo.
Come programmato, il suo classico manichino gonfiabile venne lanciato da Jii dalla cima di un grattacielo poco lontano, cominciando ad attraversare i cieli, fino a passare davanti alla luna.
Non ci vollero che pochi secondi prima che i fan e la polizia lo notassero, cominciando a indicarlo e facendo distogliere l’attenzione di Great Sayaman verso esso.
“Perfetto… ci casca in pieno anche lui! Ora si allontanerà per prenderlo e-”
Le parole gli morirono letteralmente in bocca quando il ragazzo mascherato alzò una mano, davanti alla quale si creò una piccola sfera di luce, che decollò a tutta velocità contro il pupazzo, scontrandosi contro esso ed esplodendo con forza tale da far alzare il mantello a Kid, oltre che fargli volare via il cilindro.
“Stiamo scherzando?!” Urlò incredulo recuperando il cappello e rimettendoselo, vedendo la nuvola di fumo là dove c’era la sua copia cominciare a dissiparsi, rivelando solo pochi frammenti bruciati scendere lentamente a terra. “Può anche sparare raggi laser?!”
“Tecnicamente sono sfere d’energia. Se avessi sparato un raggio, avrei rischiato di distruggere la luna.” Rispose una voce alle sue spalle.
Kid si voltò lentamente, ritrovandosi a fissare quello che era ormai sicuro sarebbe diventato il suo peggiore incubo.
“Great Sayaman presumo.” Fece, notando solo ora che era scomparso da dove si trovava prima. “Così sei anche veloce…”
“Non era una grande distanza da percorrere. E tu eri troppo distratto dall’esplosione.”
“Vuoi uccidermi? Non hai esitato a far esplodere il mio pupazzo convinto che fossi io e-”
“Non ho mai pensato che fossi tu.” Lo interruppe subito l’altro. “Non aveva nessuna aura vitale attorno. Quindi o eri un robot o non eri tu.”
“Puoi anche sentire le auree delle persone?” Domando con un sorriso Kid, cercando di non scappare via, ben consapevole che probabilmente sarebbe stato inutile.
“Proprio così… Kuroba.”
Sentendo ciò Kid spalancò gli occhi. “Come mi hai chiamato?”
“È stato furbo da parte tua, lo devo ammettere. Ho tenuto sotto controllo la zona per tutto il giorno, immaginando che avresti tentato di fare un sopraluogo. Ma che tu fossi in realtà un amico della figlia dell’ispettore Nakamori… questo mi ha sorpreso.”
“E cosa te lo fa pensare?”
“Te l’ho detto: percepisco le auree delle persone, e anche se mascheri volto e voce, non puoi alterare quella. La tua e quella di Kuroba sono identiche.”
“Allora è una fortuna che Kaito Kuroba in questo momento stia frequentando un raduno di maghi dall’altra parte del Giappone. Gli ho fatto trovare un biglietto qualche giorno fa, e lui è partito subito. Non è stato difficile sostituirmi a lui.”
Great Sayaman lo guardò con sospetto. “Quindi osi sfruttare anche l’aspetto di persone innocenti… Se le cose stanno così io, Great Sayaman, ti consegnerò alla giustizia!” E dicendo ciò si mise in posa come aveva fatto in televisione.
“… Scusa la domanda, ma è proprio necessario agire così? No, okay, io ogni tanto metto su una scena, ma è solo per distrarre… cosa che non mi pare tu abbia bisogno di fare.”
“Che hai contro la mia posa?” Replicò lui, per poi abbandonare le braccia al suo fianco e abbassando la testa depresso. “Nessuno che l’apprezza… e dire che mi ci sono messo anche d’impegno. Chissà come faceva la squadra Ginew a incutere tanto timore… e loro erano in cinque…”
Tuttavia Kid si concentrò sulla prima parte del suo delirio.
“Quelle parole… oggi le ho già sentite.” mormorò, ma venne comunque sentito dal suo avversario, che alzò nuovamente lo sguardo. “Sai, ho cercato informazioni sul tuo conto, ma non ho trovato nulla. Per il mondo tu non esisti. Eppure ti vanti di aver fatto cose eccezionali. Non ci ho fatto caso fino a poco fa, ma c’è stata una sola persona ad aver ammesso di conoscerti, anche se non di persona.”
Great Sayaman si fece serio. “Davvero?”
“Già. E direi che abbiamo avuto la stessa idea… Son Gohan.”
I due restarono a fissarsi per qualche secondo, finché l’eroe non sospirò.
“Dovrei smetterla di parlare troppo.” Disse con la voce di Gohan. “Sei già la seconda persona che scopre chi sono per colpa dei miei sproloqui. Anche se la prima è diventata la mia fidanzata.”
“No, davvero, Superman non ti ha mai citato in giudizio per palese violazione di copyright? Magari adesso mi dirai che di solito indossi anche degli occhiali per sviare ulteriormente i sospetti, eh?”
“Dici che sarebbe una buona idea? Detto da un maestro del travestimento, posso immaginare che sia così.” Rispose lui con tono disinvolto.
“Ma dillo che ce l’hai con la mia faccia da poker…” Borbottò Kid, per poi portare una mano in tasca.
“Non vorrai provare a colpirmi con qualcosa, vero?” Domandò Great Sayaman. “Ormai dovresti aver capito che niente può farmi davvero male.”
“Vero, e non sono così stupido da provarci. Contavo sul fatto che tu fossi un tipo tutto muscoli e niente cervello, ma a parte il tuo slittamento, probabilmente dovuto alla poca esperienza, direi che non sei così. Quindi non mi resta che batterti in astuzia!”
Dicendo ciò fece scivolare dalla tasca alcune palline, le quali non appena toccato terra cominciarono ad emettere del fumo bianco, che lo avvolsero completamente.
Gohan non si fece impressionare, né si meravigliò quando, sparita la nube, Kid non c’era più.
Gli bastò sentire le urla di gioia dei fan per capire che si era lanciato giù, probabilmente diretto verso il Dragon Eye.
Sorridendo, scomparve nel nulla.
Qualche decina di metri più in basso e in là, Kid volò grazie al suo deltaplano attraverso i pochi poliziotti presenti, passando così sopra la teca incustodita e prendendo al volo il gioiello, per poi tornare in alto.
“Stavolta mi conviene arrendermi.” Disse a se stesso, riguadagnando quota e girandosi verso la luna piena. “Controllo subito e poi lascerò perdere.”
“Controllare che cosa?” Chiese Great Sayaman, il quale era apparso come dal nulla al suo fianco, volando parallelamente a lui.
“Se non fossi proprio qui non ci crederei…” Mormorò Kid, poco prima di venire letteralmente spazzato via da un colpo di vento generato da Gohan, che lo fece precipitare sul tetto di un palazzo.
Kid rotolò per qualche metro, sentendo il deltaplano spaccarsi più volte, fino a fermarsi.
Il Dragon Eye gli era scivolato di mano ed era rotolato poco lontano, dove venne preso da Great Sayaman, appena atterrato.
“Sai, sono curioso… sei diverso da tutti gli altri ladri che ho incontrato finora.” Disse, guardando il gioiello. “Commetti furti spesso e volentieri… ma ogni mese, quando c’è la luna piena, il furto è assicurato. I gioielli che rubi sono sempre rossi. E tutti loro vengono ritrovati il giorno successivo. E dato che stasera hai tentato di scappare subito dopo aver preso la refurtiva, dicendo tuttavia che lasciavi perdere, mi fa pensare che tu stia cercando qualcosa di preciso. Sbaglio?”
Kid si rialzò, tenendosi una braccio dolorante. “Non credo che tu possa capire. Nemmeno il piccoletto può farlo, e con lui ho anche collaborato più volte.”
“Mettimi alla prova. Pensavo tu fossi un ladro comune, e visto che avevi puntato a qualcosa per me importante, volevo solo prendere due piccioni con una fava.”
Kid sorrise. “Le tue parole mi stanno confermando che quello che hai in mano è proprio il gioiello che sto cercando… E se è così, devo prenderlo. Non m’importa di finire in prigione, ma prima devo avere quel gioiello.”
“Le mie parole?”
“Se è così importante da spendere un patrimonio per acquistarlo e fare tutto questo casino… Quel gioiello dev’essere per forza Pandora! Non è così?”
Gohan sbatté le palpebre dietro il casco un paio di volte.
“Pandora? Non sapevo fosse stato chiamata anche così.” Disse, fissando il Dragon Eye.
“Non vedo per quale altro motivo tu possa essere così interessato.” Fece Kaito Kid, alzando la sua pistola spara carte. “Ma io devo distruggerla a tutti i costi!”
“Ehi ehi ehi!” Esclamò subito Great Sayaman. “Aspetta un secondo! Non puoi distruggerla!”
“Per quella maledetta pietra mio padre è morto. E anch’io sono ricercato da persone ben più pericolose della polizia. Ma credo che tu lo sappia già… visto che sicuramente lavori per loro.”
Gohan lo guardò esterrefatto. “Probabilmente non mi crederai… ma non ho la più pallida idea di che cosa tu stia parlando. Ma non posso assolutamente lasciarti distruggere questa Sfera del Drago.”
Fu il turno di Kid di restare sorpreso. “Sfera del Drago?”
Gohan fece per rispondere, salvo vedere diversi elicotteri avvicinarsi a loro.
“Credo sia meglio continuare questa discussione altrove.” Fece, avvicinandosi a Kid e prendendolo per un braccio.
Prima che il ladro se ne rendesse conto, i due si ritrovarono ad attraversare a tutta velocità i cieli di Tokyo e nel giro di pochi secondi atterrarono in mezzo a un campo fuori città.
“Scusa, ma sfortunatamente non sono mai riuscito a imparare il teletrasporto da mio padre.” Fece Great Sayaman, togliendosi finalmente il casco. “Siamo stati troppo impegnati ad allenarci e dopo… beh, diciamo che saltare in aria nell’aldilà non ha aiutato molto mio padre ad essere più presente.”
Kid lo guardò incredulo. “Come scusa?”
“Lunga storia… diciamo solo che mio padre ha avuto a che fare con l’aldilà qualche volta… ancora adesso ogni tanto ci torna per allenarsi.”
“Stiamo pensando allo stesso aldilà? Quello pieno di spiriti con aureola in testa e ali?”
“Hanno solo l’aureola. Le ali sono un’invenzione. Non è poi così male come posto, ma sinceramente consiglio a chiunque di starci lontano il più possibile.”
“Ti prendi gioco di me, vero?” Domandò dopo qualche secondo Kaito.
“No, no. Ci sono stato anch’io poco più di un anno fa. Assieme a praticamente tutta la popolazione della Terra, ad essere sincero…”
“Okay, sei pazzo. Sei forte, hai incredibili poteri, sei intelligente, ma sei anche totalmente pazzo.”
Gohan ridacchiò, per poi farsi serio e mostrargli il gioiello. “Dimmi, questa Pandora di cui parli… perché vuoi distruggerla?”
Kaito Kid gli restituì lo stesso sguardo. “Immagino ormai avrai capito che non sono lo stesso Kaito Kid che l’ispettore Nakamori tentò di arrestare anni fa. Il Kaito Kid originale altri non era che mio padre. Ma quasi nessuno era a conoscenza di ciò. Io stesso, fino a poco tempo fa, lo ignoravo. Cominciai a seguire le sue orme per cercare di capire il perché agisse così, e lo ammetto, per un po’ di divertimento. Fino a quando non venni a sapere di Pandora.”
“Deduco che tuo padre fosse già sulle sue tracce.”
“Esatto. Proprio come me, anche lui voleva trovarla, impedendo così ad altri di usarla.”
“Usarla? In che senso?”
“Personalmente trovo la storia ridicola, ma dubito che una potente organizzazione segreta sia disposta a tutto pur di impossessarsene se non fosse vera. Compreso uccidere chiunque osi ostacolarli. Proprio come fecero con mio padre.”
Great Sayaman restò in silenzio per qualche secondo.
“Avevo intorno ai cinque anni quando la mia infanzia finì.” Cominciò l’eroe. “Mio padre morì per fermare suo fratello, e io venni subito dopo rapito da un vecchio nemico di mio papà, il quale decise di sfruttarmi e allenarmi per uccidere i compagni di mio zio, il quale prima di morire ci rivelò che sarebbero giunti per vendicarlo. La realtà era ben diversa. Sarebbero sì arrivati… ma solo per questa.” E dicendo ciò il Dragon Eye. “Non hai ancora risposto alla mia domanda: cosa può fare Pandora?”
Kid sospirò. “Donare l’immortalità.”
Gohan sorrise. “Ed era proprio quello che cercavano quelle persone. Nella battaglia contro di loro, morirono quasi tutti gli amici di mio padre, compreso il mio maestro, verso il quale alla fine mi ero affezionato.”
“Sindrome di Stoccolma, eh? Ti avrà trattato bene immagino.”
“Prima dimmi che cosa consideri per ‘bene’. Mi ha abbandonato in mezzo alle montagne per sei mesi, circondato da mostri pericolosi e armato di una semplice spada. E i sei mesi successivi mi addestrò personalmente, facendomi vivere in un piccolo inferno. Non per niente suo padre era considerato il re dei demoni.”
“Ah…” Fu l’unica cosa che riuscì a dire Kaito, ricordandosi le parole che aveva rivolto ad Akako il giorno prima. Ma si riprese subito. “Aspetta, quindi ammetti che quel gioiello è realmente Pandora?!”
“Sì e no. Effettivamente, con questa è possibile ottenere l’immortalità… ma da sola non è sufficiente.”
Dopo aver detto ciò si portò una mano in tasca, per poi tirare fuori una piccola capsula. Schiacciò un tasto sopra essa e la lanciò per terra.
Con un piccolo sbuffo, al suo posto apparve un cuscino, sopra il quale c’erano altre sei sfere identiche al Dragon Eye, con l’unica differenza che il numero di stelle al loro interno variava, fino ad arrivare ad averne sette. E sopra di esse c’era uno strano apparecchio, simile a un vecchio orologio da taschino.
“Le sette Sfere del Drago.” Spiegò Gohan. “Sette sfere magiche in grado di esaudire qualsiasi desiderio. Rendere immortali, riportare qualcuno in vita, dominare il mondo… Ci sono ben pochi limiti.”
Kaito a quel punto abbandonò del tutto la sua faccia da poker, guardando esterrefatto Gohan. “S-Stai scherzando, vero?! Non possono esistere delle cose del genere! Nemmeno la lampada di Aladino poteva tanto! E si parla di un oggetto inventato!”
“Incredibile, vero? Eppure è così. Mio padre è stato riportato in vita grazie ad esse, come anche tutti gli altri abitanti della Terra… Beh, della mia Terra almeno.”
“Prego?”
“Un anno fa è successo un piccolo incidente.” Continuò Gohan. “Io e mio fratello Goten, assieme a Videl, abbiamo radunato le Sfere del Drago. C’era stato un piccolo incidente e buona parte di una città era stata distrutta in seguito. Sfortunatamente… mio fratello, prima che chiedessimo il nostro desiderio, scherzando mi chiese se mi sarebbe piaciuto vedere altri mondi… e io risposi che più che vedere altri mondi, mi sarebbe piaciuto vedere qualche realtà alternativa.”
“No, non dirmelo…” lo interruppe Kaito, portandosi una mano sul volto. “Queste sfere hanno esaudito il desiderio sbagliato…”
Gohan ridacchiò. “Già. E così mi ritrovai qui. Ovviamente cercarono subito di riportarmi a casa, ma non fu possibile. A quanto pare, è possibile viaggiare solo dal mondo in cui viene espresso il desiderio. Uno dei pochi limiti di cui ti parlavo prima. Allora, dopo aver sentito velocemente i nostri amici, decisero prima di inviarmi una carta di credito con cui pagare ovunque senza problemi, usando i soldi di Bulma. Poi desiderarono di mandarmi qui le sette sfere, così da poter esaudire io stesso il desiderio.”
“E cos’è successo?”
“Beh, ci sono ovviamente delle condizioni. Ad esempio, c’è un limite di tre desideri per volta, dopodiché le sfere si disperdono per tutto il pianeta e diventano inutilizzabili per un anno. Oltre al fatto che non è possibile riportare indietro i morti più di una volta. Essendo già al terzo desiderio, le sfere non appena giunte qui si sono disperse lungo tutto il pianeta. E così sono rimasto bloccato qui per un anno. Quando sono diventate nuovamente utilizzabili, sono partito alla loro ricerca.”
“Fino ad arrivare qui, dove entrambi abbiamo messo gli occhi sullo stesso oggetto.”
“Proprio così. Mi dispiace deluderti, ma essendo qui da solo un anno, non possono essere loro il gioiello che stai così disperatamente cercando… Kuroba Kaito.”
“Ti ho già detto che non-”
“Tranquillo, non lo dirò a nessuno. Ma credi davvero che sia così facile imbrogliare un altro personaggio mascherato? E poi, le informazioni coincidono. Kaito Kid e Kaito Kuroba hanno entrambi perso loro padre anni fa… Insomma, non c’è bisogno di fingere. E poi, tra poco me ne andrò.”
“Vuoi dire che vuoi chiedere qui il tuo desiderio?”
“Esatto. Non potevo di certo farlo in città. Sarebbe scoppiato il panico. Beh, non che qui non succederà.”
“Perché, che diamine succederà?”
Gohan non rispose, limitandosi a poggiare la settima sfera affianco alle altre.
Immediatamente esse cominciarono a lampeggiare.
“Eh?”
“Non spaventarti troppo adesso.” Fece il ragazzo sorridendo, per poi alzare le braccia verso l’alto. “Appari, Drago Shenron!”
Non appena concluse la frase le sette sfere restarono accese, mentre il cielo sereno sopra di loro cominciò a venire coperto da delle spesse nuvole nere, le quali furono immediatamente attraversate da decine di fulmini.
La luce delle sfere a quel punto convogliò verso l’alto in un unico raggio dorato, il quale cominciò a prendere la forma di un gigantesco drago verde, il quale continuava a uscire dalle sette sfere, come se fosse infinitamente lungo.
“Q-Q-Questo… non è possibile…” Indietreggiò Kid, incredulo di fronte a quello spettacolo, mentre il muso del drago si fermava sopra di loro.
“Eccomi! Allora, quali sono i desideri che intendete esprimere? Parlate!” Ruggì il drago.
“Dimenticavo di dirti che le sfere in realtà servono solo per evocare il Drago Shenron. È lui ad esaudire i desideri.” Fece Gohan, sorridendo.
“Potevi anche dirlo prima! Almeno non correvo il rischio di chiedere subito un cuore nuovo!”
“Ebbene, che cosa desiderate?” Domandò di nuovo Shenron
“Meglio non perdere troppo tempo. Tra poco arriveranno le forze di polizia. Qui sembrano molto più attive che da me.” Fece Gohan, sentendo delle sirene cominciare a suonare. “Drago Shenron! Puoi esaudire due o tutti e tre i desideri nello stesso momento?”
“Sì, posso farlo. Che cosa desiderate?”
Great Sayaman guardò Kaito. “Mi rendo conto di averti creato un po’ di disturbi. A me bastano due desideri, uno per tornare a casa e un altro per portare con me le sfere. Tu cosa desideri?”
“Eh?!” esclamò incredulo il ladro. “Vuoi davvero farmi esprimere un desiderio?!”
L’eroe annuì. “Non credo chiederai qualcosa di pericoloso. Potresti chiedere di avere Pandora tra le mani… o potresti chiedere che tuo padre torni in vita.”
Kaito spalancò gli occhi. Poteva farlo? Avrebbe potuto rivedere davvero suo padre?
Fece per aprire la bocca ma poi si fermò.
“No… non posso farlo.” Disse infine, sorprendendo Gohan.
“Perché?”
Kaito sorrise. “Non sarebbe giusto. Sono un ladro gentiluomo, perciò ho le mie morali. Non posso chiedere di avere il gioiello a cui tanto ambisco senza fare alcun sforzo, e allo stesso modo non mi sognerei mai di rubare alla morte qualcosa.” Disse. “Perciò non prendertela male Gohan, ma rifiuto l’offerta. Tuttavia, penso di avere un modo diverso per usare questo desiderio.”
“Ossia?”
“Beh, semplicemente, è possibile far dimenticare tutto ciò che riguarda te e le Sfere del Drago? Domani mattina, in tutto il mondo, le foto di questo drago saranno sulle pagine dei giornali e televisori. E credo sia meglio che tutta questa faccenda venga ignorata. Anche per il nome di Kaito Kid. Non mi piace che si sappia che alla fine non sono riuscito a commettere un furto. Ho una certa reputazione, sai?”
Gohan annuì. “Sì, capisco perfettamente. Va bene, come vuoi. Sai, mio padre ti avrebbe senz’altro dato una pacca sulla schiena per questo.”
“Se è davvero più forte di te, rifiuto. Come minimo dovrei dire addio a qualche costola.”
Great Sayaman scoppiò a ridere. “Sì, hai ragione. Va bene, allora andiamo. Drago Shenron, ecco i miei desideri! Prima di tutto, voglio che mi riporti a casa mia! Poi voglio che tu e le sette sfere mi seguiate! E infine, desidero che tutti gli abitanti di questo pianeta, ad esclusione di Kaito Kuroba, dimentichino completamente la mia e la tua esistenza, assieme a tutte le prove!”
“Cosa?!” esclamò Kaito. “Perché mi hai escluso dalla lista?!”
“Beh, in questo modo anche stasera avrai rubato qualcosa. Tu solo saprai di un evento che probabilmente non si ripeterà mai nella storia di questo mondo. Così avrai rubato un ricordo, qualcosa che ben pochi ladri possono vantarsi di aver fatto, no?”
Kaito restò a guardarlo incredulo per qualche secondo, per poi sorridere. “Ben detto! Ma stavolta credo che terrò per me la refurtiva. E chissà, forse un giorno potremmo rivederci.”
“Se qualcuno sbaglierà di nuovo ad esprimere il desiderio, potrebbe anche succedere.”
“Molto bene!” Li interruppe il drago Shenron. “I tuoi desideri verranno esauditi! Addio!”
Il drago si dissolse immediatamente nel nulla, mentre Gohan e le sette sfere, assieme allo strano orologio e al cuscino su cui erano poggiate si sollevarono in volo.
“Fino ad allora… addio, Kaito Kid!” Lo salutò Gohan, alzando la mano in un saluto.
“Addio, Great Sayaman. Direi che questo nostro scontro si è concluso con un pareggio.”
Nessuno dei due riuscì a dire altro che Gohan, assieme alle sfere e al resto, sparì nel nulla.
Le nuvole nel cielo scomparvero all’instante, e dopo pochi secondi le sirene si spensero.
“Povero ispettore… si starà chiedendo che cosa ci fanno lui e la polizia in tenuta anti Kid.” Ridacchiò il ladro, per poi fare un giro su se stesso, avvolgendosi con il mantello. Non appena concluse il giro dei suoi vestiti di Kaito Kid non era rimasta più traccia, lasciando un Kuroba Kaito in mezzo al nulla.
“Bene… adesso vediamo di capire come tornare a casa.” Mormorò, sospirando. “Forse avrei almeno dovuto chiedere a Gohan se poteva riaccompagnarmi in città prima di sparire…”


~~~~~~~~~~~~


“Insomma Kaito! Muoviti!” Esclamò Aoko, guardando sconsolata l’amico, il quale si stava letteralmente trascinando verso scuola, facendo numerosi sbadigli lungo la strada.
“Arrivo, arrivo… cavoli, sei così attiva oggi…”
“E tu sembra che sei stato sveglio tutta la notte. Scommetto che sei rimasto a guardare qualche spettacolo di magia su internet.”
“No, ho dovuto camminare da fuori città fino a casa, visto che a causa del furto di Kaito Kid tutte le linee notturne erano state soppresse. E la cancellazione della memoria non le ha ripristinate…” Pensò. “Sono totalmente esausto.”
Lentamente Kaito entrò nell’edificio scolastico, fermandosi davanti al suo armadietto per cambiare le scarpe. Ma con sua sorpresa non appena lo aprì una busta scivolò fuori.
“Uh? E quella di chi è?” Domandò curiosa Aoko, guardando l’amico prenderla e aprirla.
Immediatamente un sorriso apparve sul suo volto. “Ma tu guarda… davvero un bel gruppo.”
La sua amica si avvicinò, vedendo così che Kaito teneva tra le mani una foto di un ragazzo dai capelli neri, circondato da una decina di persone.
“Chi è?”
“Un amico. A quanto pare deve aver trovato un modo per farmi avere la foto della sua famiglia. Se n’è dovuto andare in fretta e furia.”
“Ed è tornato qui solo per lasciarti una foto senza salutarti? Che maleducato!”
“Credo abbia chiesto aiuto a un suo amico. Mi ha detto che conosceva qualcuno in grado di fare qualsiasi cosa. Un vero e proprio drago, si potrebbe dire così.”
“Sì, certo, certo… Scommetto che era un altro appassionato di trucchi magici proprio come te.”
Kaito restò indietro. “Già… ma i suoi erano decisamente più reali dei miei.” Mormorò con il sorriso sulle labbra. “È un peccato che non sia rimasto più a lungo. Mi sarebbe piaciuto imparare a volare.”
   
 
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