Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Ellery    28/11/2017    2 recensioni
Una raccolta su situazioni, più o meno imbarazzanti, che lo sfortunato protagonista si ritroverà a dover gestire. Fatti quotidiani, che capitano nella vita di chiunque, prima o poi... quindi, perché non in quella del soldato più forte dell'umanità? - Raccolta di One-shot indipendenti le une dalle altre.
Dal testo:
«Posso entrare nel carrello? Mi fanno male gli scarponcini» fece per sedersi su una scaletta, di quelle usate dai commessi, ma una mano callosa lo tirò bruscamente in piedi.
«No»
«Perché no?»
«Ci devo mettere la spesa nel carrello»

La raccolta comprenderà situazioni differenti (sia AU, che non, all'occorrenza)
[La One-shot n° 8 partecipa al concorso "Situazioni XY" indetto sul forum efp da Biancarcano e Harriet]
Genere: Comico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Levi, Ackerman
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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10. La volta in cui Levi partecipò all' Eredità



Avevano scelto lui tra tutti i potenziali candidati. Ai provini cercavano un concorrente non troppo sveglio, con un passato tragico e una storia alle spalle da poter raccontare per sollazzare i telespettatori.
Erwin, ormai alle strette con i fondi per le spedizioni, aveva proposto di partecipare al quiz televisivo “L’Eredità” per poter recuperare denaro rapidamente. Aveva ordinato a tutti di presentarsi ai casting, consapevole che le possibilità di finire in tv erano comunque ridotte all’osso.

Alle audizioni avevano prontamente scartato il comandante, ritenuto troppo intelligente e, di conseguenza, quello con la maggiore probabilità di vincita. Hanji era strampalata al punto giusto, ma sfortunatamente si trascinava appresso un odore di titano morto che non piaceva a nessuno. Mike e Nanaba avevano superato la prima fase, ma il loro passato non era stato reputato abbastanza coinvolgente; Moblit non era neppure stato preso in considerazione.
Rimaneva, dunque, soltanto una possibilità: il soldato più forte era stato ammesso al programma, costretto ad indossare il completo nero per l’occasione, ed infilato in uno dei più grossi studi televisivi di tutta Mitras.

Si mosse a disagio, allentando con due dita il cravattino che gli fasciava il collo; faceva troppo caldo in quel posto! Possibile che lo sentisse solo lui? Squadrò gli altri concorrenti, imperturbabili ed affatto interessati alle altre temperature. Dopo la prima fase eliminatoria, erano rimasti soltanto in quattro: oltre a sé, Nile Dok, comandante della Polizia Militare; Reiner Braun, cadetto della centoquattresima; Kenny Ackerman, idolo delle folle, nonché il suo stramaledetto zio che, evidentemente, non vedeva l’ora di fargliela pagare; fortunatamente, allo Squartatore era stato impedito di portare in trasmissione qualunque tipo di arma.

Reiner aveva superato un duello, eliminando un tale Rod Reiss, che se n’era andato blaterando qualcosa su figlie bastarde ed eredi al trono. L’intermezzo pubblicitario era appena finito ed il conduttore, un tale Karlo Konti, stava giusto per annunciare il ritorno in studio.
Levi lo osservò attentamente: Konti aveva tutta l’aria di uno che sapesse esattamente l’ubicazione del mare, contando la carnagione talmente scura da far invidia a qualunque “abbronzatrice professionista” del mese di agosto. Però… non era agosto, era novembre. E nessuno poteva vantare una pelle  caramello in quel periodo, men che meno nel Wall Sina. Quindi, i casi erano due: o quello andava ad abbronzarsi nei deserti – ovunque essi fossero – tutti i fine settimana; oppure si spalmava degli abbronzanti a base di carote, cioccolato, vernice marrone e chissà cos’altro.

«Pff… vorrei avere io il suo colore.» sussurrò a denti stretti, paragonando la propria carnagione mozzarella a quella del conduttore.

«Bentornati su Rai Sina! Siamo in studio con i nostri concorrenti. Il signor Braun ha appena eliminato Rod al duello, ma ora… è il momento dellaaaa…» l’uomo richiamò l’attenzione di tutti, puntando un indice verso la telecamera più vicina «…SCOOOOSSAAAAA.»

Una ragazza in abiti succinti scivolò al centro della scena, appoggiandosi languida ad un leggio.
«Eccoci alla domanda di oggi!» cinguettò, guardando allegra i concorrenti «La domanda è… come si chiamano i due giganti che la Legione Esplorativa aveva catturato?»

«Avete catturato dei giganti, nipote cretino?»

Levi voltò lo sguardo al parente, troppo vicino per i suoi gusti:
«A quanto pare…»

«Che cazzo ve ne fate?»

«Hanji voleva studiarli, ma…»

«Che schifo che fate.»

«Ma…»

«Tip e Tap» la voce della valletta lo interruppe prontamente «Cip e Ciop. La bella e la bestia. Sawney e Bean. Holly e Benji. Lady e Oscar.»

«Tocca al signor Ackerman, prego.»

Levi si schiarì la voce. Come funzionava il gioco? Ah, si… doveva dare tutto, tranne che la risposta esatta, no? Beh, era fortunato! Almeno, quella la sapeva!

«Lady e Os…»

«Lady e Oscar!» il tono perentorio di Kenny coprì il suo in un attimo.

Si volse verso lo zio, indispettito:
«Toccava a me!»

«Hanno detto “Signor Ackerman!”»

«Appunto!»

«Sono io il signor Ackerman, cazzo!»

«E io, allora?»

«C’è una gerarchia da rispettare. Sono il più anziano? Quindi è ovvio che spetti a me cominciare!»

«Non credo proprio…»

Karlo ignorò entrambi, limitandosi ad uno:
«Scoooossaaaa?» la casellina si colorò di grigio «VAAAAA BENEEEE!»

«Adesso tocca a me!­» Levi ringhiò, mentre scorreva velocemente l’elenco delle possibilità «e io dico…»

«La risposta giusta è Sawney e Bean!» Reiner sollevò una mano, sorridendo soddisfatto «Ho vinto, vero?»

«Scooossaaaaaa?» Bzzzzzzzz «Ahhhh, che peccato signor Braun! Doveva dare la risposta sbagliata perché fosse giusta! Eh, pensi che i nomi sono proprio Sawney e Bean! Ma sentiamo la spiegazione di Giuseppa.»

La velina sfoggiò un sorriso a trentadue denti:
«Ehh sì, pensate che i titani si chiamano proprio così! Prendono il nome da un serial killer, che uccideva e mangiava le proprie vittime. Tip e tap, invece, sono i nipoti di topolino.»

«Spero che Topolino sia stato più fortunato di me con la progenie…» gracchiò Kenny, mentre Reiner si grattava incerto il capo:

«Non ho capito. Non ho vinto?»

«No, signor Braun» Konti mimò una risatina incerta «Doveva dare le risposte sbagliate per accedere al gioco successivo.»

«Perché?»

«Beh, è scritto nel regolamento…»

«A Marlhe i quiz li fanno meno complicati…» bofonchiò il giovane, mentre Giuseppa lo accompagnava verso l’uscita dello studio.

Di nuovo, l’inquadratura si restrinse sul conduttore, che annunciò:
«è il momento del Triello!»
 

***
 

«Ragazzi, usciamo di sicuro. Fino ad ora c’è andata bene, ma…» Mike afferrò una manciata di patatine «è impossibile che Levi superi questa fase. Sono domande di cultura generale.»

«Non rubarmi le patatine!» Erwin trasse a sé la ciotola, senza staccare gli occhi dal televisore «E non essere pessimista. Può farcela!»
Si erano rintanati nel refettorio dove per l’occasione era stato montato un megaschermo. L’intero Corpo di Ricerca si era riunito per supportare il capitano Levi che, senza dubbio, sarebbe riuscito a portare a casa una somma talmente cospicua da finanziare le prossime spedizioni, gli esperimenti di Hanji e per pagare il salario arretrato di tutti. Qui e là, si intravedevano cartelli di incoraggiamento:
“Forza capitano!”

“Levi ti amo!”

“Niente kritike, solo komplimenti!”

«Erwin, non farti illusioni.» tornò a sbuffare il caposquadra Zacharias  «Il livello di cultura di Levi è simile a quello di un paramecio…»

«Cos’è un paramecio?»

«Non lo so, ma qualcosa di non troppo sveglio, senza dubbio.»
 

***

 
«Ecco le materie di oggi!» Karlo Konti indicò lo schermo dove erano apparsi alcuni cartellini gialli e neri «Geografia, storia, economia domestica, titani. Inizia il signor Dok perché è in svantaggio.»

Nile scrutò attentamente le materie:
«Scelgo “Titani”.»

Levi batté malamente un piede a terra:
«Ma no, cazzo! Non ne sai niente di giganti, tu! Sei solo un fottuto damerino della capitale. Non potevi lasciarla a me? È l’unica domanda a cui saprei rispondere… Beh, forse anche ad “Economia domestica”…»

«Domanda per il signor Dok: come si riproducono i giganti? A) impollinazione anemofila. B) per partenogenesi. C) non si riproducono. D) tramite Meiosi.»

Nile si grattò il pizzetto incerto:
«Ah, difficile! Chiedo l’aiuto della telefonata a casa!»

«Mi dispiace, signor Dok, quello appartiene ad un altro programma…»

«Ah, si? Allora… Mh… D! Per Meiosi!»

Il tabellone emise un bagliore rosso.
«Risposta sbagliataaaa… tocca al signor Ackerman!»

«Quale dei due?!» Levi pestò un pugno sul monitor davanti a sé «Posso rispondere almeno ad una domanda oppure sto qui a fare la statuina?»

«Va beh, se ci tiene proprio…»

«Oh! C! non si riproducono»

Un trillo allegro confermò la sua scelta.
«Esatto! Tocca ancora a lei signor Ack…»

«Mi chiami Levi e basta! Scelgo economia domestica.»

«Bene! La domanda riguarda i rimedi della nonna… Vediamo, eh… se sua nonna ha saputo consigliarla bene.»

«Non ce l’ho mai avuta una nonna. Emh...»

«Peggio per lei! Allora… Per lavare efficacemente i vetri, dobbiamo mescolare acqua e… A) Caffè. B) Aceto. C) Olio. D) Latte»

«Ah, questa è facile! B) Aceto!» Levi batté le mani, non appena la risposta si accese di verde. «Era facilissima! E ora scelgo… Storia!»

«Bene! È semplice. L’anno in cui è caduto il Wall Maria. A) 844. B) 845. C) 846. D) 847»

«Mh… boh. Dico… amh… A?»

«Ma no, signor Ackerman Junior! Tocca al signor Ackerman Senior rispondere.»

Karlo Konti si voltò verso la postazione successiva, dove Kenny lo Squartatore stava allegramente pomiciando con la velina:
«Signor Ackerman, scusi… dovrebbe rispondere?»

«Che?! Proprio ora? Non vede che sono impegnato? Io e Giuseppa ci stiamo scambiando i numeri di telefono…»

«Sì, beh, non mi sembra opportuno…»

«Sembra opportuno a me!»

«Allora, mi dispiace…» il conduttore scosse il capo «Temo che dovrò eliminarla dal programma!»

«Che cazzo stai dicendo?! Non ci pensare nemmeno…» la mano di Kenny scattò immediatamente al fianco destro, alla ricerca della fondina, ma senza successo. Dove era la sua fida pistola? Ah, sì… gliel’avevano requisita prima dell’ingresso in studio. Maledetta Security! Un assassino non poteva nemmeno portarsi appresso gli strumenti del mestiere? Soffocò una imprecazione, mentre Giuseppa lo prendeva per mano per accompagnarlo fuori dallo studio «Non è finita qui, brutto stronzo! Ti ucciderò nel sonno! Io non posso essere eliminato! Ti ucciderò e venderò la tua pelle arancione come tappeto…»

Karlo mantenne la sua imperturbabile aria serafica davanti a quelle minacce, limitandosi ad osservare i due concorrenti:
«Ebbene, siamo alle fasi finali del nostro programma! Calci di rigore che vedono contrapposti il signor Levi contro il signor Nile. Chi vincerà?»
 

***
 

Erwin sorrise a quella notizia. Un colpo di fortuna inaspettato! Eliminato Kenny, la strada era ormai in discesa. Nile non era poi un avversario così temibile, ecco. Anzi, era quasi uno scontro alla pari.
Agguantò un’altra manciata di patatine:
«è la volta buona!» disse solo, osservando gli altri veterani ancora increduli «Questa volta, Levi combinerà qualcosa di giusto, me lo sento!»
 

***
 

La prima domanda era a suo favore. Levi allentò ancora un poco il cravattino:
«Non fa un po’ troppo caldo qui?»

«No, è una normale temperatura desertica. Di quelle a cui sono abituato…» Konti gli rivolse un sorriso asciutto, composto, prima di snocciolare «Signor Ackerman Junior, tocca a lei. Prima domanda. “Come si chiama l’attuale re delle mura?»

«Amh…» boh. Non si era mai interessato di politica. Men che meno di aristocratici e panciuti sovrani. Non ne aveva idea, ovviamente. Scosse piano il capo, tirando a caso «Renzi?»

«Nooooo… si chiama Fritz! Signor Dok! Tocca a lei…”Come si chiama lo stemma della Legione Esplorativa?”»

«Le ali della libertà»

«Eh, grazie al cazzo! Già che ci siamo, perché non gli chiedete come si chiama sua moglie?!» Levi sbuffò, incrociando le braccia al petto. Quel programma era tutta una montatura, senza dubbio. Stavano facendo il possibile per far vincere Nile? Ovvio, era evidente. «Voglio anche io una domanda facile!»

«Signor Ackerman, tutte le nostre domande sono scelte casualmente dal notaio.»

«Seh, come no… che sicuramente sarà un amico d’infanzia di questo spaventapasseri qua.» ringhiò, accennando al comandante della Polizia Militare.

«Guarda che posso arrestarti per oltraggio a Pubblico Ufficiale.» le parole di Nile, tuttavia, passarono completamente inosservate.

«Seh, come no…» il capitano storse la punta del naso, sempre più seccato «Allora, la domanda?» incalzò, mentre Konti riprendeva a biascicare:
«Signor Ackerman, prossimo quesito. Qual è l’indirizzo completo della cantina di Eren Jaeger?»

«Ma come cazzo faccio a saperlo?! So solo che è a Shiganshina… mh… Via dei Caduti, venticinque?»

«No, sbagliato. Tocca al suo avversario» vide Konti girarsi nuovamente verso Nile «Signor Dok… prossima domanda “Come si chiama sua moglie?”»

«Marie!»

«Esatto! Due a zero.»

Levi scattò in piedi, sbattendo entrambi i pugni sul tavolo «Va beh, è una palese presa per il culo! Perché non chiedete a me come si chiama mia moglie?!»

«Lei è sposato, signor Ackerman?»

«Beh, no…»

«E allora come facciamo a chiederle come si chiama sua moglie? Suvvia, si sieda. Prossima domanda. Signor Ackerman “Quante sono le mura?”»

«Mh…tre?»

«Riiispostaaa esatta! Due a uno. Forza, può rimontare! Passiamo al signor Dok. “Quante sono le dita della mano destra del comandante Smith, della legione esplorativa?»


«Mh… cinque?»

«Esat…»

«Protesto!» Levi si alzò nuovamente, interrompendo la trasmissione «Erw… volevo dire, il comandante ha recentemente perso il braccio destro in una spedizione, quindi… la risposta giusta è “nessuna”!»

«Notaio» Konti accennò ad un vecchietto seduto in un angolo «Può confermare questa cosa?» un cenno d’assenso e poco dopo l’annuncio «COLPO DI SCENAAAAAA… ah, il bello della diretta. Signor Ackerman, tocca a lei: “Di cosa sa l’acqua del mare?”»

«Di sale, lo sanno tutti!» incrociò le braccia soddisfatto, rivolgendo un ghigno alle telecamere.

«In realtà non lo sa nessuno, ma … proprio per questo, terremo buona la risposta! Nessuno l’ha mai assaggiata, quindi poteva dire un gusto qualunque che sarebbe comunque andato bene. Due a due! Signor Dok “Quanto fa  dodici per tre?”»

«Ah.. mh, le tabelline si fermano solo a tre per dieci. Mh… ventotto?»

«Noooooo! Attenzione, il signor Ackerman può passare in vantaggio…»

«Non vi insegnano nemmeno a contare nella Polizia Militare?»

«Signor Ackerman, come si chiama di cognome il famoso assassino Kenny lo Squartatore?»

«Ackerman!»

«Esattooooo…Salutiamo il signor Kenny che sicuramente ci segue da casa!» Konti sollevò una mano, mentre da dietro le quinte giungeva un ruggito.

«Ma siete cretini tutti?! Guardate che sono qui!»

Il conduttore, tuttavia, proseguì senza scomporsi:
«Signor Dok, prossima domanda: nel 834, dove si svolsero le prime olimpiadi del Wall Maria?»

«Ah, boh… a Trost?»

«Nooooo… attenzione! Se il signor Ackerman risponderà esatto, diventerà il nuovo campione dell’eredità! Signor Ackerman… “Nel corpo di ricerca, come si chiama il caposquadra Zacharias di cognome?”»

«Emh… Zacharias?»

«Risposta esattaaaaa… quattro a due, vince il signor Ackerman!»

Levi scattò in piedi, ricacciando un ghigno verso l’avversario sconfitto che, mestamente, si stava preparando ad abbandonare lo studio:
«Testa di merda! Pensavi di vincere con i tuoi sporchi trucchetti da unicorno color muschio?! Legione uno, Polizia di stocazzo zero!»
 

***


Erwin per poco non cadde dalla panca. Incredibile, ma vero. Levi era riuscito ad arrivare al gioco finale.
Spiò immediatamente oltre i vetri, controllando il tempo. Stava nevicando? Non ancora, ma per precauzione il cielo si stava annuvolando prontamente. Nel caso avesse vinto, ovviamente, si sarebbe scatenata la peggiore delle bufere.

«Non abbiamo ancora vinto…» Mike gli posò una mano sulla spalla, obbligandolo a rimanere seduto ed a tornare con i piedi per terra.

«Lo so, ma… lasciami sognare, per una volta».

«Il gioco finale è facile, di solito» si intromise Hanji, scolando l’ennesimo bicchiere di birra analcolica «Sono sicura che ce la farà.»

«Mah, io sono dell’idea di Mike…»

«Non fare la guastafeste, Nanaba! Vincerà, vi dico.»

«Caposquadra, è sicura di voler continuare a bere? Rischia di dover andare in bagno per tutta la notte.»

«Non rompere le palle, Moblit! Piuttosto…» Hanji cacciò il boccale sotto al naso del suo assistente «Rabbocca, oste!»

 
***
 

Karlo Konti posò la busta sigillata, invitando il concorrente a mettersi le cuffie, prima di attaccare:
«Per chi si fosse sintonizzato solo ora, abbiamo un nuovo campione. Il signor Levi Ackerman gioca oggi per sessantamila monete d’oro. Iniziamo con le prime due parole. “Giovedì” oppure “Venerdì”»

«Mh…» Levi si sfregò la fronte, incerto. Cosa rispondere? La prima parola andava sempre a casaccio, d’altronde. Non aveva altri indizi «Giovedì» sentenziò, mentre la grafica si animava. La parola cadde dritta sul montepremi, che rimase invariato.

«Ghigliottina» Stonk! «Vaaaa beeeeneeee. Prossima parola, signor Ackerman: “Patate” o….»

«OOOOOOOOOO» fece eco il pubblico, mentre il conduttore proseguiva imperterrito:
«…finocchi»

«Finocchi»

«Ghigliottina» Swiiissshhh «No, no… era Patate. Abbiamo ancora trentamila monete. Continuiamo con “Primo” OOOOOO “secondo”.»

«Secondo?»

«Ghigliottina» Swiiiissshhhh «No. Era Primo. Quindicimila, signor Ackerman. Proseguiamo con “Mike-Erwin” oppure “Nile-Shadis”.»

«Mike – Erwin?? Che cazzo vuol dire?!»

«Mike – Erwin? Ghigliottina.» Stonk «Va beeeeeeeeeeneeee. Signor Ackerman! Un minuto di tempo per scrivere la parola giusta e consegnarla, prego. Gioca per quindicimila monete d’oro.»
 
Levi osservò le parole con attenzione. Non gli veniva in mente niente, ovviamente. Per di più, la coppia apparsa sul tabellone lo disturbava particolarmente. Era un indizio sui gusti pregressi del comandante? Una tresca di cui era all’oscuro? Un segreto di stato? Si, ma… che c’entrava con Giovedì? E tutto il resto? Forse era un indizio! “Il giovedì, Erwin e Mike vanno a patate, fermandosi nel primo bordello a disposizione”. Quindi… la parola giusta poteva essere “bordello”. Oppure… Giovedì era giorno di bucato, no? Quindi poteva anche essere “bucato” la parola, ma non si sposava alle altre. Si grattò furiosamente il capo. Perché era tutto così difficile? Perché?

«Tempo scaduto! Deve consegnare la parola.»

Levi scrisse in fretta e consegnò la busta. Non era affatto convinto, ma quella era la sola parola che gli era venuta in mente…
 

***


Erwin scattò in piedi, osservando il televisore.
«La so!» annunciò «è facilissima…»

«Cioè?» Mike lo guardò perplesso, mentre Nanaba cercava disperatamente di rimettere in piedi Hanji, caduta sotto al tavolo dopo essersi ubriacata di birra analcolica. Moblit era già corso in infermeria a cercare aiuto.

«Gnocchi.»

«Cosa?»

«La parola!» il comandante indicò lo schermo con l’unico braccio che gli rimaneva «è “Gnocchi”. Gli gnocchi sono un primo. Si dice, “giovedì gnocchi”. Sono fatti di patate e… beh, lo hai capito, no?»

«Si, certo ma… con noi ci stava bene anche la parola “manzi”»

«Vero, ma “giovedì manzi” non l’ho mai sentito» Erwin tornò a spiare la trasmissione «Ti prego, fa che abbia scritto “gnocchi”.»

«Il signor Ackerman ha scritto…» la voce gracchiante di Karlo riempì la sala, diffondendo dai vecchi altoparlanti « “Lavanderia”. Vuole spiegarci il perché signor Ackerman?»

Un tonfo arrivò a coprire l’audio della trasmissione. Erwin aveva perso i sensi, ruzzolando involontariamente sotto al tavolo.
Mike scosse mestamente il capo:
«è proprio un deficiente…»

 
***
 

Le luci dello studio si abbassarono, mentre Karlo Konti si alzava e tendeva la mano allo sfortunato concorrente:
«Che peccato, signor Ackerman! Beh, rimane comunque il campione in carica. Potrà riprovarci doman…»

Il conduttore non terminò la frase. Da dietro le quinte si udì uno scoppio e, un attimo dopo, la figura di Konti si accasciò al suolo, mentre il sangue zampillava da un paio di fori sulla schiena.

«Così impari ad eliminarmi dal gioco, brutto stronzo con la faccia da budino!» furono le ultime parole che i telespettatori sentirono, mentre Kenny lo Squartatore sgusciava via nella notte, solo ed indisturbato.
 

 
 
  
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