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Autore: SandraWillock    02/12/2017    0 recensioni
[12th Doctor, 13th Doctor]
Il dodicesimo Dottore è prossimo alla rigenerazione. Incontrerà nuovi e vecchi amici che lo aiuteranno a sconfiggere la paura dell'ennesimo cambiamento. E questa volta il cambiamento sarà del tutto radicale.
Genere: Avventura, Drammatico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het, FemSlash | Personaggi: Clara Oswin Oswald, Doctor - 1, Doctor - 12, Doctor - Altro, River Song
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DOCTOR WHO 
TWICE UPON A TIME

Parte I
Un tempo sufficiente
 



-Non cambierò!- urlò il Dottore, irato. Sembrava quasi arrabbiato con se stesso. -Io non cambierò! Non più! Non posso più cambiare!- 
D'un tratto sentì una voce nell'oscurità. Una voce profonda, chiara e sbrigativa. -Io non cambierò! Non cambierò! Ma è assolutamente ridicolo!- lo incalzò, imitandolo. 
Il Dottore si alzò da terra, scrutando verso il buio, cercando di capire chi avesse parlato. 
La misteriosa voce chiese: -Chi va là?- 
-Sono il Dottore!- rispose lui, urlando per farsi sentire in mezzo a quella tempesta di neve. 
-No, no, no, no... tu sarai UN dottore, mentre io sono IL Dottore, l'originale, potrei dire- fece la voce. Un uomo emerse dalla notte, fissandolo attentamente. Aveva i capelli bianchi, il mento appuntito, un'espressione inconfondibile. Oh, il Dottore sapeva bene chi era. E come poteva non saperlo? Era lui. La sua prima rigenerazione. I suoi occhi erano così giovani, così freschi, così...innocenti. I due si osservarono con sincero interesse. Bastò poco perché il più vecchio (solo apparentmente) notasse la cabina telefonica dietro lo sconosciuto. Sgranò gli occhi, impietrito, con lo sguardo carico di consapevolezza. 
-Quello è...il mio Tardis? So che è lei, eppure sembra diversa... molto più stanca, più vecchia- balbettò, confuso.
-Ma senti! Quel Tardis è mille volte più ben mantenuto di quanto lo era con te! Rinnovato, lucidato, curato! Tutte cose che tu ti ostini a non fare- 
-È solo una macchina, dopo tutto- 
Il dodicesimo Dottore lo fissò, esterrefatto. -Una macchina che ti ha fatto e che ti farà scoprire tutte le bellezze e gli orrori dell'universo. Non sottovalutare mai l'importanza che ha nella tua vita. Nella nostra vita- 
-Quindi tu sei me?- osservò il vecchio, sbuffando di irritazione. 
-Io sono te e tu sei me, ma in tempi diversi, in momenti diversi. Ho avuto già a che fare con situazioni simili- 
-Non è possibile. Lo sai bene che può essere dannoso. Due Dottori in uno stesso luogo, in uno stesso tempo? No, no, così non va. Non va bene per niente! Come sei...sono arrivato qui?- 
-Il Tardis- spiegò lui. -È stata lei a portarmi qui- 
-Perché?- 
-Non lo so. Ma probabilmente a causa tua- 
-Non ha alcun senso. Il Tardis non agisce in questo modo. Non si guida da sola!- 
-Credimi- ribatté il Dottore, con un sorrisetto malizioso. -Fa spesso di testa sua. È una vera ragazzaccia- 
Il Dottore lo squadrò, ammutolito. Ad un certo punto l'energia rigenerativa si sprigionò attorno alle dita del Dodicesimo Dottore.
-No! Ho detto basta!- urlò e la polvere dorata scomparve all'improvviso, poiché riuscì a reprimerla dentro di sé. Faceva male. Molto male. Sentiva tutto il suo corpo bruciare all'interno. Sentiva il bisogno di lasciarsi andare, ma non poteva. Non voleva. Desiderava restare lui. Questa volta seriamente non voleva andarsene. Non lo accettava. Non accettava l'idea di diventare continuamente qualcun altro. 
Un silenzio carico di tensione calò tra le due figure. Il Primo Dottore pareva del tutto confuso, quasi spaventato. 
-Perché? Perché non vuoi rigenerarti?- chiese.
-Ho avuto tempo a sufficienza. Non me ne serve altro- 
-È mai possibile? Non faccio che sfuggire alla morte. Non ho mai accettato l'idea di poter morire un giorno... e ora vedo il me del futuro: così desideroso di voler mettere fine alla sua vita. Che cosa mai ci ha fatto cambiare in questo modo?- 
-Nel tuo futuro ci saranno tantissime meraviglie, ma altrettante sofferenze. Non sono più in grado di sopportare il peso delle mie decisioni, il dolore di tutte le perdite. È un'esistenza troppo lunga, la nostra. Impariamo troppo della vita e questo ci condanna a un perenne tormento- 
-Quanti anni hai? In quale rigenerazione sei?- 
-Se te lo dicessi non mi crederesti. Dove siamo a proposito?- 
-Beh, a te cosa sembra?- 
Al Dottore non servì molto prima di capire in quale pianeta si trovassero. Annusò l'aria, si leccò l'indice e lo sollevò in alto. Realizzò ben presto il luogo e abbozzò un sorriso di compiacimento. -Terra, Antartide, 1916- 
-Esatto- 
-Che cosa ci fai qui fuori, in questa tormenta di neve?- 
-I Dalek mi hanno rubato la cosa che mi sta più cara- 
-Polly?- 
Il Dottore lo fissò disgustato e altrettanto sorpreso. -Polly!? Quella donna ridicola? No, certo che non è Polly! Come ti viene in mente? No, no! Sto parlando del Tardis, naturalmente. Lo hanno preso i Dalek- 
Il dodicesimo Dottore cercò di ignorare il suo sdegno e le sue parole. Sapeva bene che in futuro se ne sarebbe pentito. Polly era stata una delle sue prime compagne che avevano accettato di viaggiare con lui. Aveva sempre sottovalutato la sua presenza, la sua importanza. Rammentava che aveva realizzato quanto tenesse a lei appena dopo la sua scomparsa. -I Dalek hanno preso il Tardis?- chiese, serio. 
-Sì- 
-Come?- 
-È una storia troppo lunga per raccontartela su due piedi. Ma com'è che non te lo ricordi? Dovresti ricordarti di questo! Di te! Ovvero di te stesso dal futuro che ti viene a fare visita!- 
-È piuttosto complicato. Solitamente durante le rigenerazioni decido, o meglio, decidiamo di cancellare i ricordi meno importanti- 
-E a te questo non sembra importante!?- esclamò il vecchio, con gli occhi sgranati e un'espressione sconcertata sul volto.
-Siccome non mi ricordo minimamente di questo incontro a quanto pare no- si affrettò a dire. 
-Lo sai che non puoi evitare di rigenerarti, vero?- 
-Ritarderò la rigenerazione finché ne sarò in grado. Non ho nessuna intenzione di cedere- 
-Sei uno sconsiderato, un pazzo. Lo sai che può essere pericoloso!- 
-Non m'importa- 
-Dovrebbe importarti!- 
-Ho vissuto troppe vite perché possa importarmi ancora. Te l'ho detto: ho visto tutto quello che c'è da vedere. Sono troppo stanco per continuare. Non voglio più corrore, Dottore. Ho corso fin troppo a lungo e ora non ha più senso avanzare- 
-Ritardando la rigenerazione potresti morire-
-È quello il mio intento-
-Stai commettendo un grave errore, a mio parere- 
-Tu sei giovane, troppo giovane per poter capire- 
-Io so solamente che c'è un intero universo là fuori che aspetta di essere esplorato. Nemmeno un Signore del Tempo ha tanto tempo a disposizione per visitarlo tutto! Non penso affatto che tu abbia visto tutto quel che c'è da vedere. Hai ancora così tanto da fare, così tanto da imparare!- 
-Mi ricordo com'è essere te- lo interruppe il Dottore. -Un'inesorabile voglia di vivere, una curiosità genuina che ti spinge a provare tutto ciò che c'è da provare, un continuo desiderio di novità.. Oh, ero così giovane allora, quasi un bambino. Nascondevo dietro quel viso solcato di rughe un temperamento giocoso e infantile, quasi come se me ne vergognassi, come se volessi apparire più responsabile, più coscienzioso con l'aspetto di un nonno- 
-Sembri nostalgico- 
-Oh, lo sono, sì. Provo nostalgia di tutte le persone che ero. Ognuna di loro ha fatto la sua parte e ha forgiato l'uomo che sono oggi. Vado fiero di tutti loro, perché sono riuscito a diventare la persona che ho sempre desiderato essere: il Dottore- 
-E ora che hai raggiunto il tuo scopo vuoi abbandonare tutto? Morire e farla finita?- lo rimproverò lui. -Hai detto che sei felice per essere riuscito a diventare il Dottore, quello che hai sempre desiderato essere. Ma immagina cosa potrà diventare la tua prossima rigenerazione! Il Dottore per eccellenza!- 
-Tu non puoi capire-
-Capisco perfettamente, invece- 
-Dottore, tutti quanti devono morire, persino noi. Non pensi che dovremmo accettarlo prima o poi?- 
-No- schernì lui, sincero.
-Ho avuto abbastanza tempo per rimuginarci, al contrario di te- 
-Bene! Mi fa davvero imbestialire il fatto che un giorno mi arrenderò e mi lascerò morire in questo modo disdicevole! Dottore, reagisci!- 
-Non è meglio così? Ho accettato la morte, finalmente, e sono pronto a morire. Perché mi fermi?- 
-Perché l'universo non è ancora pronto a dirti addio. Ha ancora bisogno di te. Pensa a quante vite puoi ancora salvare se ti rigeneri!- 
-Non ho fatto già abbastanza? Non credi che mi merito un po' di pace, adesso?- 
-Hai promesso. Hai promesso di rendere questo universo migliore finché avrai vita! La rigenerazione è incominciata, c'è ancora una vita che può essere vissuta. E invece tu ti arrendi. Stai infrangendo la promessa, eppure tuttavia dici di essere il Dottore- 
-Perché non posso perdere? Solo un'unica volta?- 
-No! Un vero Dottore non si comporta così!- 
-Un vero Dottore non commette tutti gli errori che ho commesso io- 
Il vecchio ammutolì. Fissò lo sguardo in quello dell'altro e non parlarono per alcuni istanti.
-Beh... Che ne dici se ti dò uno strappo?- fece il Dodicesimo Dottore, cambiando discorso. 
-Uno strappo?- ripeté l'altro, quasi prendendolo in giro per il suo modo di parlare. 
-Dove pensi che abbiano portato il Tardis?- 
-Beh, facile, me l'hanno detto dove lo portavano: Germania, Berlino-
-Lo sai che è una trappola, vero?- 
-Certo, Dottore. Hanno rubato il Tardis per farmi venire là senza macchina del tempo, cacciavite sonico e completamente innocuo- 
-Ti sbagli, come al solito. Hai un Tardis, un cacciavite sonico e un altro Dottore a tua disposizione- 
-Non so se funzionerebbe...- mormorò lui, pensieroso.
-Oh! Non ci resta che provare!- esclamò eccitato il compagno. Fece per entrare nella cabina blu, quando l'altro Dottore lo fermò.
-C'è un'altra cosa, però...- 
-Cosa?- 
-I Dalek hanno prelevato il Tardis con la forza e sai bene come reagisce in tali circostanze...- 
-Continua- 
-È meglio se vieni a vedere- 
Il Dodicesimo Dottore ebbe un esitazione. Il Tardis può agire sempre in modo inaspettato e sapeva bene che qualunque cosa fosse non sarebbe stata per nulla gradevole. I due uomini avanzarono nella tormenta. Le loro gambe affondavano nella neve fresca e stentavano a camminare. Il luogo in questione non era troppo distante. Ben presto raggiunsero un enorme cratere e nel centro vi erano due uomini. Tutti e due si puntavano contro una pistola e avevano tutta l'aria di essere nel bel mezzo di una battaglia. Il Dodicesimo Dottore scese fino a raggiungerli e ben presto si accorse della stranezza che aleggiava in quel posto. I due erano pietrificati, immobili. Non respiravano, né si muovevano. Si rese conto che dall'arma del generale dalla giacca blu era stata sparata una pallottola, la quale se ne stava a galleggiare nell'aria e puntava diritta contro la fronte dell'altro. 
-Sono congelati nel tempo. È colpa del Tardis. Non so come ci ha trasportati tutti qui, ma loro hanno avuto la peggio. Non ho idea di come fare per scongelarli. Insomma...dovrei avere il Tardis qui con me per poterli aiutare- spiegò il Dottore. 
-Ma il Tardis ce l'hai- 
I due si lanciarono un'occhiata di complicità. Il Primo Dottore si lasciò andare in un sorriso. 
Raggiunsero il Tardis e il Dodicesimo spalancò la porta. Fece un segno con la mano al Primo Dottore di entrare e dopodiché scomparve all'interno, senza troppe cerimonie. Il Dottore ebbe un attimo di esitazione. Benché la curiosità lo divorasse, sapeva che per le leggi dei Signori del Tempo una cosa simile era del tutto proibita. Eppure... sentì i suoi piedi muoversi, avanzare verso quel Tardis all'apparenza nuovo di zecca, ma che in realtà doveva avere... quanti? Duemila anni? Si soffermò sulla soglia, indeciso sul da farsi. La sua coscienza gli diceva di non farlo, ma quando mai aveva dato retta alla sua coscienza? Sospirò, imbronciato, e fece il fatidico passo per entrare. 
-Beh, è completamente diverso dall'originale, lo sai?- commentò, guardandosi intorno. 
-Mi piace dare un tocco personale, ecco tutto- 
-Trovo che sia un po' impolverato qui. Dov'è Polly? Non dovrebbe incominciare con le sue pulizie primaverili?- 
-Non dire così- 
-Quindi dov'è?- 
Il dodicesimo lo squadrò, con calma. -Posso dirti solo questo: sono vecchio, abbastanza vecchio da dirti che Polly se ne è andata da secoli, ormai-
Il primo abbassò lo sguardo, in silenzio. Aveva udito un tono di amarezza nella voce dell'altro. Una voce spezzata dal dolore. 
-Goditi ogni momento con lei, perché ne avrai nostalgia- continuò il Signore del Tempo.
Il Tardis si attivò e incominciò a sibilare, producendo quel rumore così familiare a tutti e due. L'uomo all'apparenza più giovane corse intorno alla console, cercando di guidare la macchina del tempo. Il Primo Dottore si fece avanti e lo aiutò. Spinsero leve e premettero bottoni, indirizzando il Tardis dove volevano loro. 
-Certo che hai cambiato proprio tutto qui- 
-Ti piace?- 
-È orribile-
-I gusti sono gusti. Beh, procediamo!-
-Per scongelarli bisogna ritornare nello stesso momento in cui il mio Tardis li ha teletrasportati qui e dopo aver fatto questo...- incominciò il Primo Dottore, ma venne subito interrotto dalla voce della sua rigenerazione futura. 
-Non serve che me lo spieghi. Io sono te, ricordi? Sappiamo tutti e due come fare-

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*Questo capitolo è ispirato al trailer e alle notizie riguardanti lo speciale di Natale, Twice upon a time. 
Curiosità: la frase che dice il primo Dottore "Dov'è Polly? Non dovrebbe incominciare con le sue pulizie primaverili?" durante il corso della storia l'ho ricavata da un articolo, il quale sosteneva che è una frase che il primo Dottore dirà durante l'episodio di Natale. 
"Maschilismo e scontro generazionale saranno al centro dello speciale di Natale 10. Il confronto tra due generazioni lontane decenni -il Primo Dottore è degli anni '60- porterà all'inevitabile discussione sulla società, sui nuovi valori e sulla concezione della donna. Il comportamento del Primo influenzerà il Dodicesimo in un Signore del Tempo donna. Chibnall invita il pubblico di Doctor Who abituato ai vecchi canoni -così come il Primo Dottore- a evolversi. Oppure, mollare la serie." 

  
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