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Autore: Nocturnia    05/12/2017    4 recensioni
"Ti arrendi?"
"Mai."
Selina ride, ed è bello - una scintilla che brilla sul fondo dell'unico occhio rimasto.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alfred Pennyworth, Bat Family, Batman, Selina Kyle aka Catwoman
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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hh Questa storia partecipa all’iniziativa “Calendario dell’Avvento 2017!” a cura di Fanwriter.it
Data: martedì 5 dicembre 2017
Rating/Avvertimenti: giallo
Fandom: Batman (comics)
Numero parole: 1306




"All great and precious things are lonely."
- John Steinbeck -





Memories




"Dove l'hai nascosto?"
Selina sorride - sfrontata, bellissima.
"Non sei il più grande detective al mondo? Scoprilo."
Bruce incrocia le braccia al petto e raccoglie la sfida.


"Un anno, Bruce."
Wayne tace, studia le decorazioni rosse e bianche che s'intrecciano tra i rami dell'albero di Natale come fili di sangue e luce.
"Un anno, e ancora non l'hai trovato."
Alfred porge loro due cioccolate calde, biscotti appena sfornati.
Bruce stringe le labbra e persevera nel suo offeso silenzio.


Gotham brucia e loro con lei.
Esplode il cielo, muore la terra - cadono uomini d'acciaio e dèi.
Selina è un profilo esangue al suo fianco, occhi sottili, attenti.
"È morto?" chiede, e non ha sapore la sua voce - colore.
Bruce si sporge oltre il bordo del cornicione, sotto i suoi piedi un Babbo Natale decapitato - carta azzurra e nastri argentati sporchi di fango e sangue.
Selina stringe le mani in pugni chiusi, l'orizzonte che si apre come una bocca famelica e rossastra.
"Se ne usciamo vivi te lo restituisco: giuro."
Il dolore soffocherà ogni altra promessa.


"Ti arrendi?"
"Mai."
Selina ride, ed è bello - una scintilla che brilla sul fondo dell'unico occhio rimasto.
Gli porge una tazza di eggnog, incrocia le caviglie sul bracciolo del divano.
"Non lo troverai."
"Prima o poi lo farò."
Selina gli appoggia la fronte sulla spalla, sospira su una pelle piena di cicatrici e memorie.
Tra le sue dita il Natale ha lo stesso sapore di un gioco mai esausto.


"Che cosa ti ha rubato, questa volta?"
Bruce tamburella con le dita sul bordo del tavolo da pranzo, alza un sopracciglio.
Dick si solleva sulle punte dei piedi, appende una corona d'oro e vischio.
"Gioielli? Documenti? La credibilità?" insiste, abbozzando una risata.
"Oh, non lo immagineresti mai, uccellino."
Grayson si volta, la vede - irriverente, divertita.
"Oh, Bruce: meglio per te che nessuno sappia mai di questa sconfitta nel mondo criminale."
Selina alza la mano verso di lui, batte il cinque: Bruce si arrende a quella strana alleanza che chiama famiglia.


"Master Bruce, se posso permettermi: forse sarebbe il caso di chiamare Superman."
Wayne tace, sospira - irritato.
"Oppure il signorino Tim: in fondo, è sempre stato un bravissimo detective."
Bruce scorre con l'indice sul cursore del mouse, lo ignora.
"Magari Constantine: chissà che la signorina Kyle non l'abbia spedito direttamente nell'altro mondo."
Wayne socchiude gli occhi, irrigidisce un muscolo nella mandibola: la risata di Selina è quasi offensiva.


Scivola sul suo corpo, tra le sue cosce: mormora il suo nome, la notte.
Selina lo piega alle sue voglie - si flette ai desideri di un uomo spezzato, intrappolato in un vicolo buio e sporco di Gotham senza possibilità di fuga.
Le prende il mento tra le dita, strattona - e morde Selina, selvatica.

Bellissima.

"Tanto non te lo dico comunque, Bruce."
Occhi azzurri, tormentati: anime sgretolate, sole.

Non più.

Sulla sua bocca Selina respira un Natale tardivo e pieno di speranze.


"Prima o poi lo troverà."
"Forse."
"Stiamo parlando di Batman: nulla sfugge alla sua ombra."
Selina si allaccia gli anfibi, controlla le lenti termiche.
"Uhm. Continua a ripetertelo, Dick. Continua a crederci."
Fuori, la prima neve copre incubi che solo la disperazione fa chiamare sogni.


"Ricordi la prima volta, Bruce?"
"Eravamo sullo yacht della Travers e..."
"No, eravamo per le strade dell'East End e..."
"Oh, ma dai: lo sanno tutti è stato nell'ufficio di Shreck, dove eri stata assunta come segretaria e..."
"Stronzate. Ti ha beccata mentre volevi rubare una statua d'oro dal museo egiziano e poi..."
"No, no, no; è un fatto più recente: parliamo di quando rubò quei documenti segreti dai laboratori della Wayne e la D.E.O la portò fino a Blackgate, dove liberò Bane e..."
"Piantatela. Si sono incontrati quando si finse una cameriera all'annuale ricevimento in villa alla memoria di Harvey Dent e..."
"Non ha importanza." ribatte Alfred, mettendo a tacere ogni discussione e sistemando il puntale sull'albero di Natale.
Scende dalla scala, si spazza le mani tra di loro - li fissa, ieratico.
"E poi lo sanno tutti che la signorina Kyle ha incontrato Master Bruce molto prima."
Grayson alza un sopracciglio, Jason lo esorta a continuare - Tim lo studia, perplesso.
Alfred solleva il mento ed esce dalla stanza senza aggiungere una parola.


Torrone al cioccolato (Flamigni) e macarons viola e verdi (Pierre Hermé, negozio di Rue Bonaparte a Saint-Germain-des-Près.)
Selina si massaggia la spalla ferita, ne mette in bocca uno - lo percepisce sciogliersi sotto la lingua, contro il palato.
"Che notte di merda."
Bruce trattiene un sibilo di dolore, si appoggia la borsa del ghiaccio sul fianco, dove il pugno di Croc gli ha quasi rotto due costole.
"A saperlo che mi toccava combattere coccodrilli mutanti nelle fogne e insetti provenienti da un altro mondo con cadenza regolare mica rinunciavo alla mia vita criminale, sai?"
Selina affonda il dito nella crema morbida di una focaccia ormai fredda, occhi stanchi, palpebre pesanti - un corpo che si adatta al suo con una facilità imbarazzante, piena.
"E domani è Natale."
Bruce l'affianca, respira il suo odore - cuoio e Gotham.
"Merda." ripete solo, e china il capo, esausta - stizzita come solo i gatti sanno essere.
Bruce intreccia le dita tra i suoi capelli e sorride.


"Dieci anni, Bruce."
Wayne alza lo sguardo, gli occhiali da vista che scivolano sulla punta del naso.
"Dieci anni, e ancora non l'hai trovato."
Bruce si reclina sulla poltrona, inclina il mento verso di lei - aspetta.
Selina si avvicina, appoggia una scatolina di velluto nero tra le sue carte - tace.
"Hai perso, Bruce."
"Uhm."
"Hai perso, e io ho vinto." gongola Selina, labbra rosse e un sorriso per il quale morire.
Bruce allunga le dita verso la scatola, la solleva, tenendola davanti al viso come se volesse studiarla.
"E comunque non mi era mai piaciuto: dico, chi diavolo appende un batarang all'albero di Natale e lo spaccia per..."
Bruce apre la scatola, Selina si zittisce all'improvviso, interdetta.
Wayne ne osserva i lineamenti mutare, le sopracciglia aggrottarsi, le labbra stringersi - il battere nervoso del piede sul tappeto persiano.
"Hai sempre saputo dove si trovasse."
Silenzio.
"E mi hai mentito. Per tutto questo tempo."
Bruce si alza, appoggia i fianchi contro il bordo della scrivania.
"Non lo chiamerei mentire, quanto più omettere."
Selina fissa l'interno della scatola, il cuscino rosso su cui è adagiato un anello in oro bianco e diamanti.
"È una proposta, Bruce?"
Wayne si avvicina, cercandole gli occhi, la bocca - divorando lo spazio che li divide.
"Forse."
Selina accetta il bacio di un uomo che ferisce e taglia a ogni respiro.

****

Hanno combattuto dèi caduti dal cielo, mostri vomitati dalla terra.
Sono sopravvissuti alla fine del mondo, ai ricatti di una città che non faceva sconti o regali.
Hanno lottato contro villain che poi hanno chiamato amici, pianto alleati trasformati in tiranni crudeli - un occhio in meno e una spina dorsale spezzata.
Il loro corpo è stato un'arma, un traditore inclemente - pelle satura di cicatrici e storie.
Sono morti alcuni pettirossi, altri sono diventati falchi spietati - sparvieri il cui nome incute timore nel cuore dei criminali e dei vigliacchi.
Selina nasconde il viso nell'incavo del suo collo, appoggia l'orecchio sul suo petto - un battito debole, asimmetrico.
"È stata una lunga corsa, Bruce."
"La più lunga."
"Forse possiamo fermarci."
"Mi piacerebbe."
"È un buon momento per farlo."
"Sì, lo è."
Selina chiude gli occhi, si rilassa contro il suo fianco - un profilo sgualcito e debolmente illuminato dalla luce che filtra dalla finestra.
"Hai dimenticato di chiudere le tende."
"Lo so."
Intreccia le dita alle sue, tace - ascolta.
"Buon Natale, Bruce."

Alla prossima vita.

"Anche a te, Selina; anche a te."

"Ricordi la prima volta, Bruce?"
"Eravamo sullo yacht della Travers e..."
"No, eravamo per le strade dell'East End e..."

Pace è il nome che diamo a un dolore finalmente sopito.




"I'll love you even when I can't.
I'll love you even when I shouldn't."
- Colleen Hoover -








 

   
 
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