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Autore: Regina_S14    05/12/2017    8 recensioni
Alle volte per la felicità servono pochi ingredienti: 24 dicembre, Emma Swan, Regina Mills, una lastra di ghiaccio, due paia di pattini e un cappello rosso.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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[Salve a tutti, solitamente inserisco qualche frase personale al termine della storia, ma in questo caso ho voluto anticipare per due motivi molto semplici:
- La storia è stata scritta in seguito a un'iniziativa natalizia ideata e portata avanti dal gruppo ''Maybe I need you'' che mi ha fatto dono di un prompt per poter scrivere questa storia (il prompt originale è: ''Regina invita Emma ad andare a pattinare con lei il giorno della vigilia. C'è solo un problema: Emma non sa pattinare). Spero di essere riuscita a seguire al meglio lo spunto, posso solo dirvi che mi sono molto divertita a scriverla.
- Come potrete notare dopo aver letto questa mia lunga e noiosa introduzione, ho inserito un paio di versi di un'opera lirica (per i più curiosi si tratta della bohème di G.Puccini e per i curiosissimi
qua il link del momento da cui ho preso spunto). Ho scelto proprio queste frasi primo perché credo abbiano una potenza sentimentale immensa, secondo perché l'ultimo atto di bohème è ambientato proprio durante il periodo di natalizio. Quindi per me bohème= natale ed ecco perché ho voluto farli precedere a questa storia.
Altra piccola cosa, è la prima volta che scrivo in 2a persona e spero che i cambi di punti di vista non siano ''troppi''.
Che dire! Buona lettura!]

 


Quattro pattini e un cappello rosso.
 

 

Ho tante cose che ti voglio dire,
o una sola, ma grande come il mare,
come il mare profonda ed infinita...
(La bohème, G.Puccini)

 

 

Ti guardi allo specchio: giubbotto troppo grande, cappello rosso fuoco – come per voler compensare in qualche modo l'assenza della tua giacca preferita-, stivali alti fino al ginocchio.
Sì, sei sicuramente ridicola.
''Mamma...'' mormori tentando di convincere la donna che ti osserva soddisfatta che non serviva veramente che tu indossassi tutte quelle cose.
''Andiamo, Emma. Non è un appuntamento. L'importante è che tu stia calda.''
La osservi, in silenzio, perché sai benissimo che non avrebbe potuto capire.
Non poteva capire che ogni dannato incontro con il sindaco di Storybrooke era come andare ad una festa a palazzo.
''Ma...''
Niente da fare, dallo sguardo che ricevi capisci che non potrai farle cambiare idea e, quasi per rassicurarti, pensi che quella sera ci sarebbe stato anche vostro figlio Henry e che, forse, Regina Mills sarebbe stata meno attenta al suo abbigliamento.
Forse.


Faceva freddo quella sera.
Faceva dannatamente freddo, avresti dovuto senz'altro indossare qualcosa di più pesante.
Sospiri soddisfatta nell'osservare la distesa di ghiaccio davanti a te: l'hai creata tu stessa, poco prima, perché a Storybrooke non c'era neanche una pista per poter pattinare.
Quando lancerò un nuovo sortilegio dovrò ricordarmene.
''Regina!''
Ti volti e a stento riesci a riconoscere la figura che hai alle spalle, qualche metro più indietro.
''Emma?''
La osservi, o meglio, osservi la nuova creazione di Mary Margaret e non puoi fare a meno di sorridere.
''Dov'è nostro figlio?'' borbotta la ragazza impacciata portandosi le mani al viso per scaldarle.
''Nostro figlio ha avuto un impegno'' dici semplicemente ''ci raggiungerà tra pochissimo, ma se vuoi nel frattempo...'' non finisci la frase, ma ammicchi ai pattini che tenevi in mano. I tuoi li avevi già indossati.
''Vai pure...ti guardo da qua.''
''Swan, se non ti muovi rischierai di trasformarti in un blocco di ghiaccio e poi...vuoi per caso lasciarmi sola su una pista da ghiaccio la vigilia di Natale? Veramente?''
Alzi un sopracciglio come eri solita fare quando qualcosa ti indignava o, come in questo caso, quando eri terribilmente divertita.
''N-non so pattinare'' risponde Emma ancora più a disagio. Sai benissimo che in quel momento avrebbe desiderato semplicemente scomparire ''non so neanche perché sono venuta''.
''Non dire sciocchezze.''
Stavolta il tuo tono è fermo, quasi serio.
''Sei venuta per passare la vigilia di Natale con la tua famiglia e...vedrai che non è così difficile pattinare.'
Non aspetti di sentire la risposta, la afferri per il polso costringendola a sedersi su una panca.
''Dai Swan, togliti quegli scafandri che hai ai piedi e infila questi.''
''Ma...''
''Non essere noiosa.''


Osservi i pattini bianchi come la neve che Regina ti porge prima che il tuo sguardo risalga sulla sua figura e sul suo volto divertito e scocciato allo stesso tempo.
''Agli ordini, Vostra Maestà.''
Un'operazione che credevi facile si rivelò inaspettatamente impossibile.
Certo, toglierti le scarpe e infilare velocemente i piedi- coperti da calzini rossi perché il rosso in quel momento ti mancava dannatamente- dentro i pattini era stato facile.
Ma quei lacci? A malapena eri capace di vederli da quanto erano fitti.
''Non riesco...ma come diamine.''
Senti lo sguardo di Regina posarsi nuovamente su di te e diventi paonazza.
Avevi sempre combattuto con lei per dimostrarle di non essere un'incapace, fin dal primo giorno, ma c'erano certe cose che...semplicemente non riuscivi a fare.
''Emma, sono dei nodi.''
''Lo so, ma...''
Tiri ancora un laccio e l'effetto è ancora più disastroso.
''Ferma'' Regina ti blocca posando la mano sul tuo braccio e te ringrazi che ci sia uno spesso strato di tessuto che ti separa dalle sue dita ''ci penso io.''
Forse per la prima volta da quando la conosci il sindaco di Storybrooke si inginocchia davanti a te.
Una regina che si inginocchia? Quasi ti viene da ridere, ma subito vieni rapita dalle sue dita che velocemente rimediano al disastro che hai fatto.
''Come fai?'' le chiedi semplicemente.
''Swan, hai idea di che inferno siano i corsetti?''
Apri la bocca per poi richiuderla. No, in effetti non lo sai.
Poi una visione ti esplode letteralmente nella mente: Regina alle prese con il suo corsetto. Le curve di Regina sotto un corsetto.
Diventi ancora più paonazza, se possibile.
''Ecco, ho finito.''
La donna si alza, sorridendo e ti porge la mano per farti alzare a tua volta.
''Bene...ed ora?''
''Ora...pattiniamo...''
Regina non ti aspetta e con una sola mossa già scivola sopra la lastra ghiacciata.
Tu ti fermi a guardarla incantata mentre il vento le passa tra i capelli e la sua piccola figura si muove armoniosa.
Ride, ride veramente, e forse per la prima volta riesci a vedere una Regina spensierata.
Una Regina quasi bambina.
Una Regina senza il peso del mondo sulle proprie spalle.
Sorridi anche tu e prendi coraggio e per qualche metro sembra andare veramente bene, sembra che tu ce la stia facendo, ma non fai in tempo ad alzare gli occhi verso la donna che si era fermata ad osservarti che perdi l'equilibrio.
Cadi distesa sulla pista. Lunga, sdraiata, come un cucciolo di foca.
Che figura di merda...


''Emma!!''
Urli, divertita, ma urli. La ragazza era letteralmente crollata al suolo come un sacco di patate.
Aspetti che si rialzi, ma non si muove e in quel momento tutti i possibili pensieri allenati in quegli anni vissuti da madre single riaffiorano nella tua mente: commozione cerebrale, fratture, slogamenti.
Ti avvicini, velocemente, fino a raggiungerla e solo in quel momento tiri un sospiro di sollievo.
La figlia di Biancaneve era impegnata a ridere come forse non aveva mai fatto.
''Stai bene?'' le sussurri abbassandoti fino ad arrivare al suo livello.
''G-g-gina...'' riesce a dire, poi scoppia di nuovo a ridere.
Sorridi ancora.
''Ti vuoi alzare o devo chiamare un carro attrezzi?''
La ragazza smette di ridere, per qualche secondo, e agita le braccia in alto.
''Non ci riesco. Rimarrò qui per sempre.''
A quel punto ridi anche tu e ti senti scaldare il cuore. Dopo tutto quello che era successo saper di poter ridere ancora, in quel modo, era come una consolazione.
''Dai...per questa volta dovrò essere io la tua Salvatrice.''
Con grazia ti rialzi e le porgi entrambe le mani. Sì, perché per tirare su Emma Swan in quel momento sarebbero servite senz'altro entrambe le mani.


Vedi le mani di Regina invitarti a stringerle e stai per farlo quando improvvisamente un'idea si insinua nella tua testa.
Sarà mai caduta, Regina?
Forse sì, forse quando era piccola. Ma sai anche che lo avrà fatto lontana da occhi indiscreti; solo lei avrebbe potuto vedere i suoi fallimenti, agli altri sarebbe stato permesso osservare solo la sua perfezione.
Cora, Cora.
Ti si stringe il cuore nel pensare a Regina bambina, a come le fosse stato impedito poter essere come tutti gli altri bambini, poter essere debole o entusiasta.
''Miss Swan? Vogliamo alzarci?''
La guardi e un sorrisetto furbo appare sul tuo viso, l'idea ormai è completamente radicata e decidi di metterla in atto.
Non è mai troppo tardi per poter essere imperfetti.


Stai per richiamare per la terza volta lo Sceriffo fin troppo assorto nei suoi pensieri, ma finalmente decide di afferrarti le mani.
Con forza inclini il busto all'indietro aspettandoti una collaborazione da parte di Emma, quando una forza ti tira nel verso esattamente opposto a quello previsto.
Perdi l'equilibrio e con un tonfo, seguito da un mugolio di dolore della bionda, cadi.
Le cadi addosso e dallo sguardo della Salvatrice capisci che questo non faceva parte dei suoi piani, ma un rimprovero parte dalle tue labbra istantaneamente.
''SWAN!''


Non doveva andare così, Regina sarebbe dovuta cadere ma non su di te. O meglio, non completamente su di te!
Dannazione, dovevo studiare più fisica a scuola.
''Oh scusami...'' dici con aria innocente. Ormai la frittata era fatta, tanto valeva portarla in fondo.
''Scusami? Oh Swan, non provare a convincermi che non lo hai fatto apposta!''
''Sei mai caduta, Regina?''
La guardi, i vostri occhi sono così vicini che ti sembra di poter vedere tutta la sua anima in quel momento.
''Certo! Sono caduta in questo momento! Per colpa tua!''
Sorridi e con una mano le togli i capelli dal viso.
''Pensavo a quando eri bambina...''
''Sono caduta, quando ancora stavo imparando'' ammette non sapendo dove volessi andare a parare.
''Chi ti ha insegnato?''
''Nessuno''
Ti sale un groppo in gola, se già l'immagine di una Regina bambina che voleva apparire a tutti i costi perfetta agli occhi della madre ti disturbava, il pensiero di immaginarla sola su una lastra di ghiaccio mentre imparava a cadere e a rialzarsi era troppo anche per te.
''M-mi dispiace'' mormori distogliendo lo sguardo da lei. Ti senti in colpa e sicuramente sei riuscita a rovinare il Natale.


Per quanto tu conosca Emma in quel momento non riesci proprio a capirla.
Ipotizzi che, come al solito, si stia addossando tutte le possibili colpe del mondo, anche di quello incantato. Emma Swan era fatta così.
''Ti dispiace per cosa, Emma?''
''Non volevo renderti triste.''
In quel momento ti rendi conto di quanto quella conversazione potesse essere intima, eri talmente presa dalle sue parole da non renderti conto che sono più di cinque minuti che sei sopra di lei e...non trovi nulla di strano in questo.
''Non mi hai resto triste. Io sono felice di essere qui e se me lo permetterai vorrei insegnarti a pattinare.''
''Davvero?''
Gli occhi della donna scintillano nuovamente e non puoi fare a meno di sorridere.
Ami ogni lato del suo carattere.
Questo pensiero ti scuote, nel profondo e sgrani gli occhi sollevandoti finalmente da quel corpo su cui ti stavi trovando fin troppo bene.
''Dai, alzati, altrimenti dovrò dire a tua madre che hai preso un malanno per colpa mia.''
Emma si alza, con il tuo aiuto, e fingi di non notare il suo sguardo interrogativo. Anche lei si è accorta del tuo cambiamento così repentino.
''Allora...Maestra Mills?'' ti dice.
La guardi ancora e ti stupisci di come sul suo volto sia rimasta quella traccia di innocenza nonostante tutte le avventure passate. Nonostante abbiate rischiato la morte più e più volte, nonostante il viaggio nell'Oltretomba, nonostante fosse stata il Signore Oscuro.
''Maestra Mills'' affermi e sorridi ''sappi che sono molto severa...''
''Oh, ma questo già lo sapevo.''


''Henry, non dovevi essere con Emma e Regina questa sera?''
Affannata cerchi di tenere il passo del ragazzo, la neve, nonostante il tuo nome, non ti era mai andata a genio.
''Sì, nonna. Stavo andando giusto in questo momento.''
Lo vedi fermarsi e curiosa lo raggiungi dopo qualche secondo.
''Tesoro cosa...''
Ma la voce ti abbandona perché ciò che ti si para davanti agli occhi è forse una delle migliori cose che tu abbia mai visto.
Tua figlia si era liberata del cappotto e sai che dovrai rimproverarla una volta tornata a casa, ma non ci pensi perché per la prima volta dopo tempo la vedi felice.
Emma ride mentre impacciata tiene le mani a Regina che cerca di non farla cadere e la trascina per tutta la pista.
''Si stanno divertendo...'' commenta tuo nipote e per un attimo lo guardi per paura che in qualche modo potesse sentirsi escluso. Ma non noti niente di strano nel suo volto se non un grande e sincero sorriso.
''Emma non sa proprio pattinare...'' commenti vedendola inciampare e essere prontamente sorretta da quella che, un tempo, era stata la tua peggior nemica.
E ora anche Regina ride, le guance rosse, i capelli non in ordine come sempre.
Stai assistendo a uno spettacolo unico, stai vedendo le donne ''oltre il muro'', le stai vedendo per come realmente sono.
''Beh, credo che ad Emma non servano i guanti'' borbotti stringendoli tra le mani. Era quello l'unico motivo che ti aveva spinto ad uscire di casa quella sera.
''Torniamo a casa?'' ti chiede Henry e per un attimo lo guardi interdetta.
''Non vuoi andare a pattinare?''
Lui alza le spalle.
Henry Daniel Mills sei uguale a tua madre.
''Non mi va di pattinare stasera e poi mia madre sembra troppo impegnata ad insegnare a pattinare alla mamma.''
''Cioccolata calda?'' proponi passandogli un braccio intorno alla spalla.
Adori viziare tuo nipote.
''Andata!'' esclama entusiasta prima di correre verso casa.
Tu dai un'ultima occhiata in direzione della lastra ghiacciata, giusto per vedere tua figlia barcollare nuovamente e poi, sorridendo, decidi di avviarti verso casa.


Guardi il cellulare non sapendo come reagire al messaggio che ti è appena arrivato.
''Regina?''
Alzi gli occhi dallo schermo per guardare la donna che si è seduta accanto a te.
''Henry non verrà...'' abbassi gli occhi per un attimo ''siamo solo noi due.''
''Non dirlo come se ti dispiacesse.''
''Non ho mai detto questo, Swan. Solo che avrei voluto vederti alle prese con tuo figlio sulla pista'' dondoli di lato facendo in modo che le vostre spalle si colpiscano.
Emma ride e si abbassa ulteriormente il cappello, rosso come il suo viso.
''Sarà per un'altra volta.''
Rimanete in silenzio per qualche minuto.
''Sono stata una buona insegnante?''
Alzi gli occhi al cielo per la domanda idiota che hai appena fatto, ma la ragazza non sembra farci caso.
''Mi hai salvato la vita una centinaia di volte, penso proprio di sì!''
Ridete e vedi Emma portarsi le mani alla bocca per scaldarle. Solo in quel momento ti accorgi che è senza guanti.
''Ehi.''
Senza neanche pensare a quello che stai facendo prendi le sue mani tra le tue.
''Lascia che te le scaldi'' continui osservando il netto contrasto tra le sue mani candide e i tuoi guanti di pelle nera.


Rimani imbambolata a fissare Regina e non opponi resistenza mentre senti le sue mani sfregarsi sulle tue.
Le guance ti vanno a fuoco, se l'obiettivo della donna era di scaldarti ci stava riuscendo perfettamente.
''Sei felice?'' chiedi con timore ''di essere qui con me, intendo.''
Regina apre la bocca come per rispondere, ma la richiude subito dopo come se all'improvviso le mancassero le parole.
''Pattiniamo?''
Si alza porgendoti la mano e capisci che per il momento non avrai altre risposte da lei.


Osservi soddisfatta Emma pattinare, ormai senza più la paura che potesse cadere o rompersi l'osso del collo.
In quel caso Mary Margaret ti avrebbe uccisa.
Sorridi al pensiero e ti appoggi alla recinzione che delimita la pista.
Emma poco prima ti aveva chiesta se fossi felice. Sì, lo sei. Forse fin troppo. Per questo non le hai risposto.
E ora, mentre la osservi scivolare sulla lastra di ghiaccio totalmente senza grazia, con i capelli lunghi al vento, senti di nuovo quella sensazione. Quella che avevi sentito quando le sei caduta addosso, la stessa di quando le hai stretto le mani tra le tue.
Infastidita ti volti dandole le spalle e dalle tue labbra escono solo due parole.
''Dannazione, Swan.''


Nonostante stessi cercando di restare in equilibrio per tutto il tempo non sei riuscita a staccare gli occhi dalla donna che continuava ad osservarti dal lato della pista.
Poi vedi il suo volto cambiare, assumere un'espressione quasi scocciata e poi le sue spalle.
C'è qualcosa che non va.
Ti avvicini, forse non dovresti farlo, ma non ci pensi e speri che la recinzione sia in grado di fermarti perché in quelle due ore non sei ancora riuscita ad imparare a frenare.
La raggiungi, fin troppo velocemente, e ti schianti con un tonfo sulle assi di legno cercando di reprimere un gemito dolorante.
''Emma!''
Il sindaco di Storybrooke ti guarda con gli occhi fuori dalle orbite.
''Stai bene?'' ti chiede addolcendo un po' il tono mentre tu cerchi di assumere una posizione più naturale possibile appoggiando il gomito alla staccionata.
''Benissimo. Sono arrivata con fin troppa velocità.'' mormori ignorando la fitta di dolore che continui a sentire nella zona addominale.
Regina ti squadra e poi si immerge nuovamente nei suoi pensieri.
''Cosa c'è? Ho fatto qualcosa di sbagliato?'' le chiedi poggiando una mano sulla sua spalla.
L'ultima cosa che vuoi è che si richiuda in se stessa.


Sospiri prima di trovare il coraggio di guardarla.
''No. Tutt'altro...sono molto felice di passare la vigilia con te. Sei la mia famiglia, insieme ad Henry e...''
Non fai in tempo a finire che ti ritrovi stretta nell'abbraccio di Emma.
Per qualche secondo rimani sorpresa e pensi che l'ultima volta che vi siete abbracciate era stato per la proposta di Hook; il pensiero ti fa aggrottare le sopracciglia, ma con sollievo pensi che il pirata era lontano dalla vita della Salvatrice da mesi ormai.
''Sono così felice che mi consideri parte della tua famiglia, Regina.'' si stacca da te, ma non interrompe il contatto ''ricordi la prima volta che ci siamo viste?''
Sorridi.
''Avrei voluto incenerirti in quel momento...'' affermi mordendoti un labbro per non dire le altre cose che avresti voluto fare quella volta.
''Oh beh, non avresti avuto tutti i torti.''
La ragazza si appoggia nuovamente alla recinzione con naturalezza, ma la sua espressione cambia e un verso sofferente esce dalla sua bocca.
''Emma?''
''Oh'' la vedi guardarsi il dito tra il disgustato e il sofferente.
''Si può sapere che hai fatto?''
''Nulla. Una scheggia. La prossima volta puoi costruire una staccionata di marmo?''
Alzi un sopracciglio e le prendi la mano.
''Fammi vedere''
La scheggia, noti, non è andata poi così in profondità.
''Fortunata, Miss Swan, non servirà nemmeno l'ago.''
''Almeno non rischio un incantesimo del sonno.''
Le scocchi un'occhiataccia.
''Non sarebbe da me. Poi toccherebbe far tornare quel pirata da strapazzo per risvegliarti.''
''Non dire sciocchezze...''
Sorridi e ti porti il dito alla bocca non lasciandoti sfuggire il cambiamento repentino di colore nel volto della ragazza.
''Regina?''
''Zitta e ferma, Swan'' dici a denti stretti ''altrimenti dovrò veramente usare un ago.''
Con i denti riesci ad afferrare la piccola scheggia di legno, ma ti soffermi un po' più del dovuto sul dito della ragazza.
Il viso di Emma aveva assunto il colore del suo cappello e in un'altra situazione saresti scoppiata a ridere.
Poi con un gesto veloce tiri via l'intruso dalla pelle di Emma.


Questa non ci voleva proprio pensi mentre osservi Regina togliersi dalle labbra la scheggia che prima era nel tuo dito e lasciarla cadere a terra.
''Visto? È stato facile.'' ti dice.
Continui a guardarla con gli fuori dalle orbite mentre il tuo cervello cerca in qualche modo di elaborare un pensiero coerente.
''Sei brava a togliere schegge.''
Oh che idiota.
Ti guardi il dito, era rosso, ma non per il tuo sangue. Solo una cosa a Storybrooke poteva essere così rossa: le mele del giardino del sindaco e il suo rossetto.
Regina ride, per la tua affermazione precedente, e si porta i capelli dietro l'orecchio.
''Grazie, Swan, credo sia uno dei migliori complimenti che io abbia mai ricevuto da te.''
Tu non sorridi però e abbassi gli occhi come se improvvisamente fosse successo qualcosa di brutto.
''Emma? Che c'è?''
''Sei bellissima.''
Lo dici piano come se non volessi veramente che la destinataria di quelle parole ti sentisse.
Ma Regina ti sente, Regina sente sempre tutto.
''Cosa?'' chiede.
Alzi di nuovo gli occhi su di lei.
''Credo che questo sia un complimento migliore di quello delle schegge, non credi? Ne avrei molti altri, posso dirli?''


Improvvisamente senti il tuo cuore accelerare, forse fin troppo.
Da quanto tempo non succedeva? Forse da Robin. Ma in quel momento il ricordo dell'uomo ti sembrava terribilmente lontano.
''Emma?''
La ragazza sembra essere rimasta senza parole e per incoraggiarla le appoggi in una mano sul braccio.
''Sei bellissima, ma questo l'ho già detto. E odio dover ripetere le cose, ma forse era il caso di dirlo nuovamente nel caso prima non avessi sentito. Sei intelligente, forse anche troppo intelligente, testarda, diabolica, presuntuosa, non sempre sia chiaro, un'ottima madre, una amica meravigliosa sei...sei Regina! E non so con quali altri aggettivi chiamarti perché sarebbe solo un diminutivo e...nonostante i tuoi difetti tutti ti amano! Anche io ti...''
Le poggi una mano sulla bocca fermandola e riprendi fiato, perché dannazione da quando lo Sceriffo ha iniziato a parlare sei stata in apnea tutto il tempo.
''Parli troppo come tua madre, Swan'' dici piano. In verità Emma ti ha totalmente stupita e investita con i suoi sentimenti.
Dopo qualche secondo lasci scivolare la tua mano lungo il mento della bionda che stringi portando il suo viso verso il tuo.
''Diabolica?'' le chiedi.
''N-non è un difetto, almeno non per me e...''
''Mi piace'' dici convinta così da fermare la parlantina della ragazza.
''Ok.''
Non c'è bisogno che tu tenga il mento dello sceriffo, Emma è già fin troppo vicina anche senza il tuo aiuto, ma visto che ti ha definito diabolica...
''E dato che siamo in vena di sincerità... io? Io ti piaccio?'' chiedi sapendo che quella domanda avrebbe portato la Salvatrice a pronunciare un'altra cinquantina di parole.
''Tu? Dio, Regina, mi piaci fin dal primo giorno in cui ti ho visto. Anche se devo ammettere che eri proprio una stron...'' alzi un sopracciglio fingendo di essere contrariata ed Emma si ferma per qualche secondo ''non eri molto cordiale con me'' ricomincia tossendo appena ''ma mi piacevi e ancora non ti conoscevo così bene. Solo che...''
''Qual è il problema, Miss Swan?'' sussurri mentre i tuoi occhi vagano sul viso della ragazza.
La verità è che hai paura che il problema sia il tuo passato, quel dannato passato che solo da poco hai imparato ad accettare. Ma era così per tutti? Tutti lo avevano accettato?
''Tu sei...beh tutte quelle cose che ho detto prima. Ed io sono io'' ti viene quasi da ridere, ma cerchi di non darlo a vedere ''tu sei il sindaco, sei una regina, sei...tu. Io...''
Ti stufi, non starai ad ascoltarla mentre parlerà male di se stessa. Posi le labbra sulle sue e la senti tremare contro di te, ma, forse, anche tu stai tremando.
''Tu sei perfetta'' affermi staccandoti di qualche centimetro solo per guardarla negli occhi ''tu sei perfetta e non ammetto che tu mi contraddica in questo. Sei perfetta così come sei, Emma, nonostante i tuoi difetti che trovo terribili.''


Hai il cervello completamente fuori uso.
Se in quel momento qualcuno fosse venuto a chiederti il tuo nome molto probabilmente non avresti saputo rispondere.
Ma capisci che c'era ben poco da pensare, la razionalità doveva essere lasciata da parte, almeno per qualche minuto.
Stavolta sei tu a baciarla e lo fai come da anni sogni di farlo, perché è Regina che hai sempre desiderato, dal primo istante.
Ma non hai mai avuto il coraggio di prenderti ciò che ti aspettava da tempo, perché sai che Regina ti aspettava. Lo senti da come in questo momento ti stringe e si aggrappa a te quasi dimenticando che il tuo equilibrio sui pattini è terribilmente precario.
Le vostre bocche si separano, più per riprendere fiato che per volontà vostra.
''Cioccolata calda?'' ti chiede lei con un sorriso.
Non l'avevi mai vista così, con quella luce negli occhi.
''Ma a te non piace...'' ribatti.
Lei ti sistema il cappello, ma le sue mani restano intorno al tuo viso.
''Mi piace se ci sei tu.''
''Anche la cannella?''
Ti guarda, con lo sguardo che tanto hai imparato ad amare in quegli anni.
''Miss Swan, non esageriamo'' ti dice prima di dare un'occhiata all'orologio e baciarti nuovamente.
''Mmh, cosa è successo?'' chiedi senza staccare le labbra dalle sue.
Fa per risponderti quando in lontananza qualcuno a voi terribilmente caro vi chiama costringendovi a separarvi.
''Mamma! Mamma!''
Henry vi corre incontro con un sorriso stampato sul volto.
''È Natale!!'' strilla.
Si arrampica sulla staccionata- gesto seguito da un sbuffo di rimprovero del sindaco- e allarga le braccia.
''Buon Natale!''
Guardi Regina e le sorridi. Improvvisamente sembra che vostro figlio abbia perso 10 anni.
Lo abbracciate entrambe.
''Buon Natale'' mormori all'orecchio di tuo figlio emozionata.
''Avete portato i regali con voi?'' chiede il ragazzo continuando a restare in equilibrio sulle assi di legno.
''Sindaco Mills, questa indole materialistica deve averla eredita da lei'' affermi convinta delle conseguenze che avrebbe portato questa frase, ma altrettanto sicura che finché vostro figlio sarebbe stato con voi non ti sarebbe successo niente.
''Veramente, Miss Swan? Pensi al suo cappello. Comunque Henry i tuoi regali sono a casa. Io e tua madre ce li siamo già scambiati.''
Mentre eri intenta a sistemare per la seconda volta il tuo cappello ti giri, sorpresa da quell'affermazione.
''Ah sì? E cosa vi siete regalate?'' vi domanda Henry elettrizzato.
Regina ti passa un braccio intorno al fianco, attirandoti a lei.
''Servirà un vischio per mostrartelo.''
''Regina?'' dici poco convinta.
''A casa dei nonni c'è un vischio!''
Il sindaco sorride annuendo leggermente e subito capisci il piano della donna.
Lo dicevo che era diabolica...


''Regina, mia madre morirà d'infarto...'' le sussurri all'orecchio mentre cerchi di sfilarti il pattino.
Vostro figlio aveva già raggiunto casa dei tuoi genitori, lasciandovi sole per qualche minuto.
''Correremo il rischio.''
La guardi sconsolata, stavi di nuovo affogando nel mare di lacci dello stivaletto.
''Oh, Swan, sei proprio un'incapace'' ti dice alzando gli occhi al cielo prima di prenderti bruscamente il piede e tirarlo verso di lei.
''Non vedo l'ora di scartare il mio regalo stasera'' affermi quasi bisbigliando.
''Regalo? Ti hanno fatto un regalo? Chi ti ha fatto un regalo?''
''Il regalo saresti tu.''
Le mani di Regina si fermano e tu la guardi di sottecchi decisa a goderti ogni secondo della sua reazione.
''Io?'' lascia la presa sul tuo piede, ormai libero dall'inferno dello stivaletto, e si sporge verso di te ''se la tua abilità nello scartarmi sarà la stessa con cui riesci a toglierti un pattino, Miss Swan, credo che non sarà un'impresa facile.''
''Potrei stupirti'' rispondi sicura lasciando che i vostri nasi si sfiorino.
Regina ti guarda mordendosi il labbro inferiore come se stesse già pregustando quello che sarebbe avvenuto qualche ora più tardi.
''Buon Natale, Emma'' ti dice semplicemente lasciandoti interdetta per qualche secondo.
Regina Mills era sempre una sorpresa per te, non l'avresti mai ritenuta capace di dire una frase così semplice e pura in una situazione del genere.
Prima di rispondere, però, la baci gustandoti il netto contrasto tra l'aria fredda e la sua bocca così calda.
''Buon Natale, Regina''.
E per la prima volta il Natale non ti sembra poi così banale.  

   
 
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