“Sono passati ormai…”
Pidge rifece i calcoli a mente per l’ennesima volta “all’incirca 11 mesi.”
Hunk, Lance e Allura
guardarono la ragazza come se avesse tre occhi. “Scusa Pidge ma come te ne
esci?” il cubano la indicò con il cucchiaio facendo il gesto della follia sulla
sua tempia prima di rimettersi in bocca la posata piena di foodgoo.
“Scusate pensavo da sola...Secondo i miei calcoli sono passati sulla Terra
circa 11 mesi...da gennaio...ergo…” guardo tutti con uno sguardo quasi di
sufficienza, OVVIAMENTE non capivano. “E’... quasi Natale!” affermò con più
chiarezza, cercando assenzi fra i suoi compagni, non certo in Allura che
ovviamente non aveva capito la parola.
“N-nata...che?” infatti
chiese la principessa perplessa.
Lance ingoiò la sua colazione verde prima di commentare con un misto di
eccitazione e tristezza. “Natale hai detto? Mamma mia quanto tempo… non ci
stavo pensando proprio! Ah il Natale a Cuba…e il Capodanno!”
“Ah è vero voi a Cuba festeggiate più il Capodanno giusto?” chiese Pidge prima
di rivolgersi verso Hunk all’accenno di assenso di Lance. “E da te Hunk?”
Il ragazzo aveva già i lacrimoni agli occhi. “Natale... mammaaaaa!” Pidge si
morse un labbro e cominciò a dargli delle pacche amichevoli sulla spalla.
“Su su Hunk lo so…” quelli erano i momenti in cui soffriva per la sua
permanenza nello Spazio… chissà come stava sua madre...avrebbe passato il
Natale da sola, senza marito né figli… senza sapere se erano vivi… stava per
mettersi quasi a piangere quando la domanda di Allura la riportò alla realtà.
“Ragazzi... che succede? Perché nominare questo “Nalate” vi ha reso così’
tristi?” disse mentre si sedeva accanto a Hunk per consolarlo.
Pidge si morse il labbro e si fece forza. Almeno adesso aveva Matt! “È una
festa religiosa del nostro pianeta…che poi in realtà non tutti la vivono in
maniera religiosa, però a seconda del posto del mondo dove vai viene
festeggiato in maniera diversa…ma è soprattutto un momento dove tutti cercano
di stare con la famiglia, con gli amici… di essere persone più buone…è un
periodo davvero magico...con la neve…”
“La neve, quella cosa che mi hai fatto vedere nei video simile alle nostre
tempeste di ghiaccio?”
“Esatto…”
“Sembra una bellissima festa! Anche noi avevamo una cosa simile ad Altea… non
era proprio una festa religiosa ma era la festa della famiglia intesa come è
nel nostro mondo...” anche il sorriso di Allura si annebbiò per un attimo. “Ma
dimmi di più di questa festa Nat-ale?”
“Eh sai ogni posto sulla Terra è diverso… per me voleva dire tornare nel paese
natio di mia mamma, l’Italia, andare a casa della nonna e giocare con i cugini
mentre facevamo l’albero e poi aspettare insieme il 25 per aprire i regali,
giocare a tombola... mangiare tutte le cose buone che cucinava mia nonna con le
mie zie e mamma... ah che bei tempi…”
Anche Lance si unì alla conversazione, un sorriso mesto sul volto. “Anche da
noi è un paradiso... e tornavo anche io da abuela a
Cuba, che in realtà è più votata al Capodanno, ma l’importante era stare tutti
insieme… rivedere quei parenti che per tanti motivi non vedi mai ma che ti
vogliono sempre bene…giocare insieme sulla spiaggia...”
“Spiaggia? Ah già è vero a Cuba fa caldo a Natale ahahahha”
rise Pidge pensando a cosa avrebbe detto sua nonna di un Natale fra sabbia e
mare.
“Beh sì anche da me…” si intrufolò Hunk che sembrava essersi ripreso un attimo
“mi mancano i 13 giorni di Natale...le feste sulla spiaggia… i canti di natale
di mio padre con la chitarra…” e niente, riprese a piangere fra le braccia di
Allura che era tremendamente intenerita dai suoi paladini. Del resto erano così
giovani e già lontano dalle loro famiglie...come lei del resto, unica erede di
una civiltà perduta.
In quel momento la porta
si aprì e fecero la loro entrata Shiro e Keith, sorridenti e in vena di battute
solo come quando erano insieme, che prontamente si fermarono sulle loro labbra
appena colsero l’aria intensa della sala ricreazione.
“Ehi ragazzi che succede?” il più grande si preoccupò immediatamente dello
status dei suoi paladini. Pidge lo guardò un po’ timida. “Niente pensavamo al
Natale…”
Sia Keith che Shiro si guardarono perplessi. “Non che io ne sappia molto…
essendo giapponese per me è una festa un po’...atipica?” cercò conforto verso
Keith che a sua volta strinse le spalle. “Non guardare me, non ho mai
festeggiato Natale in vita mia.” sentenziò quasi infastidito.
Lance si rivoltò subito
“E come ti sbagli? Mister mai-una-gioia non può essere dispiaciuto per noi che
invece ne sappiamo qualcosa no? Deve subito far chiarezza sul fatto che LUI non
l’ha mai festeggiato!”
Keith stava per rispondere a tono quando Pidge sbottò., “Lance, basta!” i due
si fermarono subito, notando che la ragazza, per la prima volta da che la
conoscevano, era sull’orlo delle lacrime. “Non è questo lo spirito con cui
andrebbe affrontato il Natale!”
Si fiondò verso la porta per uscire, non voleva essere vista in quello stato.
Ma OVVIAMENTE non poteva non scontrarsi con il loro scomodo ospite. “Oh, ma
guarda chi c’è…” iniziò sornione l’alieno con i capelli argentei, che fu
prontamente fermato dalla ragazza. “Non ora Lotor, non sono in vena.”
Il principe guardò la figura esile dell’umana allontanarsi di gran uria, ma
aveva scorto un’espressione triste e malinconica, non esattamente il tipo di
espressione che solitamente era sul volto della pestifera e geniale paladina.
“Che mi sono perso?”
chiese Lotor indicando fuori, appena entrato nella sala ricreativa.
“ehi non comportarti come se fossi un gradito ospite, tu.” Lance come al solito
non perdeva l’occasione per rimbeccarlo, sebbene il principe fosse stato ormai
dichiarato “ospite fino a data da destinarsi” del team Voltron.
Allura lo guardò un po’ dura. “Laaance…”
Lui alzò gli occhi al cielo mentre Hunk spiegava la situazione a Lotor, che una
mano sul fianco e faccia perplessa trovò conforto in Allura. “Hai capito
qualcosa tu?”
Lei si spalmò una mano sul volto, perplessa. “Lotor… suvvia un po’ di
immaginazione?”
L’algido principe
scrollò le spalle. “Certo, come no, io sono proprio il campione dell’unità
familiare…” sussurrò fra se e se mentre si metteva
comodamente seduto sul divano.
“Quindi, che
organizziamo per questo Nachele?” Lotor non capì perché
tutti simultaneamente si sbatterono la mano in faccia.