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Autore: Rohchan    20/12/2017    0 recensioni
L'anno scorso, l'ultimo giorno dell'anno ero su un treno. Ho fatto una scommessa con me stessa: lasciare che il mio lettore mp3 scegliesse le canzoni per accompagnarmi nell'ultimo viaggio dell'anno, per poi scriverci su delle piccole storie.
Le regole che mi sono imposta sono semplici. Tutte le storie si svolgono l'ultimo giorno dell'anno, su un treno o in stazione, e il tempo atmosferico va dal pallido sole alla neve alla pioggia (cioè il clima durante il mio viaggio dell'ultimo giorno dell'anno scorso). Devono essere rispettate almeno due condizioni su tre.
Ne sono venute fuori 16 piccole storie, alcune tristi, altre melense, alcune allegre, altre arrabbiate. Sono quasi tutte romantiche, come me, e ve ne regalerò una al giorno fino all'ultimo giorno dell'anno.
Buona lettura. :)
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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4- Never care for what they say, never care for games they play, never care for what they do, never care for what they know, and I hope...(Metallica)

 

La speranza. Era la speranza a mantenerla legata a lui, un sottile filo spinato che le avvolgeva l'anima e a volte le feriva il cuore.

Tutti le avevano detto di lasciar perdere. Tutte le persone che per lei contavano l'avevano avvertita, avevano detto cose sensate, intelligenti, avevano cercato di proteggerla, di toglierle il velo che le copriva gli occhi e farle vedere com'era lui in realtà.

Non era il tipo di ragazza che faceva per lui.

Lui era orientato verso altre bellezze.

Lui corteggiava ragazze più grandi, più appariscenti, più curate.

Lui apprezzava la femminilità, la fragilità. Lui voleva una bambola di cristallo da proteggere.

 

Lei litigava con lo specchio ogni mattina, e aveva smesso da tempo di preoccuparsi dei suoi capelli. Aveva adeguato il taglio al loro volume, aveva trovato una pettinatura semplice da mantenere, perchè non si prendeva mai tempo per sé stessa.

Lei era magra, non le piaceva apparire, odiava i vestiti provocanti e preferiva più spesso passare inosservata.

Lei aveva dovuto salvarsi, proteggersi da sola. Aveva dovuto abbracciarsi quando le erano venuti gli incubi, e quando era rimasta sola si era rimboccata le maniche ed aveva creato la vita che voleva per sé stessa, anche senza il suo cavaliere.

 

Tutti l'avevano avvisata. Lascia perdere. Si bea solo delle tue attenzioni, ma non vuole altro, da te. Sa cercarlo da altre donne.

Ma lei era lo stesso seduta su quella panchina, ad osservare la gente che scendeva dal treno aprendo gli ombrelli per ripararsi dalla pioggia fine che aveva iniziato a cadere, quasi in risonanza con la sua anima.

 

  
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