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Autore: Tigre Rossa    21/12/2017    1 recensioni
Cari Balin, Dwalin, Bofur, Bifur, Bombur, Dori, Nori, Ori, Oin e Gloin, vi scrivo solo per avvisarvi che sono finalmente tornato nella Contea e che non c’è alcun bisogno di mandare qualcuno a controllare se sono sano e salvo al tiepido calduccio di Casa Baggins –e non fate quelle facce sorprese, so benissimo che era vostra intenzione!-.
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Una semplice raccolta di lettere scritte da Bilbo e dal resto della Compagnia, nei lunghi anni dopo la loro avventura insieme.
Perché ci sono legami che né il tempo o la distanza possono spezzare.
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bilbo, Compagnia di Thorin Scudodiquercia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lettere di una Compagnia spezzata


 

 

 

 

 

lettera 01

 

 


Cari Balin, Dwalin, Bofur, Bifur, Bombur, Dori, Nori, Ori, Oin e Gloin,


vi scrivo solo per avvisarvi che sono finalmente tornato nella Contea e che non c’è alcun bisogno di mandare qualcuno a controllare se sono sano e salvo al tiepido calduccio di Casa Baggins –e non fate quelle facce sorprese, so benissimo che era vostra intenzione!-.

Il viaggio è andato bene, nonostante tutto. È stato sicuramente più tranquillo dell’andata, senza tredici nani chiassosi e indisponenti sempre alle calcagna. Anzi, forse è stato addirittura un po’ noioso.

Io e Gandalf ci siamo fermati per qualche tempo a Gran Burrone, prima di fare l’ultimo tratto di via –non azzardatevi a dire nulla in proposito, o la nostra amicizia terminerà in questo preciso istante- ed è stato abbastanza rilassante. Cos’altro? Ah, ho recuperato il piccolo bottino troll che avevate seppellito in quella sudicia caverna. Puzza da morire, ma devo dire che ho fatto bene a portarlo via, visto che dovrò ricomprare praticamente tutto il mobilio.

Giusto, non ve l’ho detto! Quando sono tornato mi sono ritrovato protagonista del più improbabile dei benvenuti. Mi avevano dato per presunto morto, riuscite a crederci? Quando sono arrivato c’era una fila di hobbit che non finiva più e che si stava portando via tutte le mie cose, messe bellamente all’asta! Non riuscivo a crederci, davvero. E Lobelia se ne stava andando via con tutti i miei cucchiai d’argento, tra l’altro!

Ho dovuto addirittura far controllare il contratto per riuscire ad appurare le mia identità ed il mio evidente non decesso. Davvero, è stata l’esperienza più assurda della mia vita, e dopo l’ultimo anno è tutto dire. Non sono nemmeno riuscito a farmi restituire quello che si erano già portati via. Oh beh, almeno le loro facce sconcertate mi hanno ripagato alla grande. Qualcuno ancora non crede che io sia davvero io, o che sia realmente vivo. Ho addirittura beccato dei ragazzini hobbit sotto la mia finestra a chiedersi se era meglio tirarmi addosso una pigna o un masso, per vedere se mi passavano attraverso e provare che ero in realtà un fantasma. Sto ancora ridendo, giuro.

Quindi niente, Casa Baggins è insolitamente vuota e con le tubature ancora distrutte, gentile lascito di certi nani di mia conoscenza. Temo che dovrò darmi un po’ da fare per rimettere tutto in ordine, ma devo ammettere che non mi dispiace granché. Tenermi occupato mi farà bene, o almeno credo.

Ricapitolando: sto bene, non dovete preoccuparvi per me e pretendo il risarcimento dei danni alle tubature, chiaramente dalla cassa reale di Erebor, com’è giusto che sia. E parlando di Erebor, come stanno andando le cose? Dain è riuscito a stipulare delle buone alleanze con Bard e gli Elfi? Insistete molto su questo, mi raccomando, sapete che avrete bisogno del loro aiuto se volete riportare il regno al suo antico splendore –vi ho visto che avete alzato gli occhi al cielo, cosa credete? I fatti sono questi, e vi toccherà seguire la strada della saggezza, cari i miei nani brontoloni-.

E voi? Come vanno le vostre ferite? Oin è riuscito a procurarsi una nuova tromba acustica? E Bifur, come sta andando con la Lingua Comune?

Ah, non azzardatevi a riempirmi di messaggi d’ora in avanti. Starò più che bene qui, ve l’ho già detto, non dovete preoccuparvi di nulla. Cercate solo di prendervi cura di voi e della vostra Erebor. E per carità, non inviatemi diecimila corvi e continui raminghi, o i pettegolezzi sul mio conto andranno avanti almeno per i prossimi 60 anni.

Devo lasciarvi, il Gaffiere mi aspetta per scegliere quali nuovi fiori piantare nel mio giardino, ed a nessun hobbit piace aspettare.

A proposito di fiori . . . lascereste un fiore sulle tombe dei ragazzi e di Thorin per me? So che non è una cosa molto nanica, ma vorrei che avessero con loro almeno un frammento di questa primavera così luminosa e che non possono vedere con i propri occhi. Come nessuna delle primavere che verranno, d’altronde.

Scusatemi. Come non detto, lasciate stare. Dubito comunque che ci siano dei fiori degni di essere chiamati tali, in quella desolazione che ha lasciato Smaug.

 

Ora devo davvero scappare. Un abbraccio di cuore, il sempre vostro

 

Scassinatore

 

 

 

Caro Bilbo,

qui è Bofur che scrive, tentando di riuscire a riassumere in maniera sensata tutto quello che io e gli altri della compagnia abbiamo da dirti.

Per prima cosa, siamo davvero sollevati che il viaggio sia andato per il meglio. Sicuro che non sia successo niente? Nessuno scontro con gli orchi? Nessun troll lungo la strada? Niente di niente? Ottimo, davvero. Probabilmente eravamo noi ad attirare guai allora, quando abbiamo seguito per la prima volta quella strada con te. Sì, ora che mi ci fai pensare in effetti dovevamo proprio essere noi la ragione di tanto caos.

Come hai potuto stare anche per più di cinque minuti tra tutti quegli Elfi? E mangiare per più di un pasto tutta quella assurda roba verde? –parole di Bombur, ma ampiamente condivise da tutti noi- Sarai ridotto ad uno stecchino ormai! Non va bene, non va bene per niente. Mi raccomando, recupera tutti i sette pasti giornalieri che ti sei perso in questi mesi, d’accordo? Rivogliamo il nostro solito Bilbo rotondetto.

Hai fatto benissimo a prendere quell’oro, anzi! Gloin si stava torturando al pensiero che potesse essere qualcun altro a prenderlo. I bottini della Compagnia devono stare nelle mani di uno della Compagnia. E poi, a te serve molto più che a noi. Mahal, non riusciamo a credere a quello che ci hai raccontato! Non credevo che gli hobbit fossero dei tali opportunisti. È rimasto scioccato addirittura Nori –per poi dargli subito ragione e dire che sarebbe stato da stupidi non svuotare una casetta tanto ben fornita, ma si è zittito appena Dori l’ha fulminato con la sua classica occhiataccia da mamma nana-.

Se ti serve altro denaro o qualsiasi altra cosa, non farti problemi ad avvisarci, e ti manderemo tutto il necessario. Anche se c’è bisogno di spaventare o scandalizzare qualche hobbit fastidioso, facci un fischio e saremo subito lì, pronti a generare terrore e incubi a non finire per le vostre delicate menti impressionabili. E per l’ultima volta, non abbiamo fatto assolutamente nulla a quelle maledette tubature! Per chi ci hai preso, degli Uomini? Siamo dei nani per bene appartenenti alla stirpe di Durin, te lo ricordo.

Qui le cose si stanno rimettendo in moto. Re Dain fa del suo meglio, ma a volte vorrebbe solo tirare fuori la sua ascia e spaccare qualcosa come ai vecchie tempi –parole precise di Dwalin, che in tutta sincerità farebbe lo stesso senza alcuna esitazione-. E sì, dopo aver fatto alcuni patti con Bard, capo momentaneo degli uomini del Lago, abbiamo dovuto stipulare anche una pace con quei maledetti canterini dalle orecchie a punta. Non era quello che avremmo voluto, ma anche noi sappiamo imparare dai nostri –fortunatamente rari- sbagli.

Quindi, smettila di preoccuparti tanto, mamma Bilbo. Sappiamo cavarcela da soli, anche se non sembra, considerando l’avventura appena terminata e le infinite volte in cui ci hai tolto dai guai. Ah, Gloin risponde che se c’è qualcuno brontolone nella nostra Compagnia quello sei tu, caro il nostro hobbit.

Noi stiamo bene comunque, per quanto sia possibile. Le ferite si stanno rimarginando, anche se quelle di Dwalin ci stanno mettendo veramente tanto e la fronte vuota di Bifur fa quasi impressione. Ci resteranno delle cicatrici, ovviamente, ma le porteremo con orgoglio. Dopotutto siamo nani, no? Le cicatrici sono per noi motivi d’orgoglio, e non di vergogna. Anche quando fanno così male come queste.

Oin si è trovato un tromba fantastica, in puro argento, ma quando non vuole ascoltare qualcuno finge di averla dimenticata da qualche parte nelle sue stanze, e Bifur parla che è una bellezza. Non sta mai zitto, a dire il vero, ed ora non vuole nemmeno più pronunciare mezza parola che non sia in Lingua Corrente. Balin si è subito messo a lavoro ed è uno dei consiglieri più fidati di Dain, e si fa addirittura aiutare dal piccolo Ori. Nori fa quello che fa di solito, ovvero impicciarsi di tutto e dare fastidio. Dori veglia su di noi come una balia ansiosa e Dwalin organizza i turni di guardia di Erebor, incutendo terrore in tutti i nani a cui sia cara la propria vita. Gloin scrive di continuo a casa e quando non scrive rilegge le vecchie lettere mandate dalla sua famiglia, mentre Bombur si sta dando da fare per recuperare i chili persi durante l’avventura. E io mi diverto a prenderlo in giro per questo.

A nome di tutti, sia ben chiara una cosa fin da subito, piccoletto.

Noi ti riempiremo di messaggi, lettere, corvi e raminghi, e se oserai ignorarci verremo ad accertarci che tutto vada bene di persona. A dire il vero ci presenteremo a casa tua in ogni caso, in un non lontano futuro, ma non è questo il punto.

Il punto è che sei il nostro scassinatore, e se credi che essere tornato alla Contea ti abbia liberato da ogni legame con noi ti sbagli di grosso.

Fai parte delle Compagnia e lo farai per sempre.

Sei uno di noi, e noi ci prendiamo cura gli uni degli altri.

E non importa che tu sia dall’altra parte della Terra di Mezzo, faremo in modo di badare a te anche da qui. Ci prederemo cura di te ancora per lungo tempo, quindi non tentare di opporti al tuo destino già segnato. Ti sei messo in trappola da solo quando hai firmato quel contratto, rassegnati.

Ci sentiamo presto, Bilbo.

Non sparire, non farti tirare cose addosso dai bambini hobbit, non chiuderti in casa e soprattutto non osare non rispondere a questa lettera. Altrimenti stai sicuro che ci ritroverai di nuovo tutti di fronte alla tua porta, e questa volta non ci limiteremo a far volare in aria qualche piatto.

Cerca di stare bene, e ricorda che, anche se sei lontano, non sei solo. Non sarai mai più solo.

E certo che metteremo dei fiori sulle loro tombe. Ma sono certo che loro vorrebbero che tu lo facessi di persona. E chissà, forse un giorno ti deciderai a tornare e potrai farlo davvero.

 

Un abbraccio dalla tua sempre fedele

 

Compagnia

 

 

 

 

 

 

 

 

La tana dell'autrice


Non so da dove mi è venuta questa idea, né perché la sto buttando giù, soprattutto considerando che è l'una di notte e domani ho lezione e se proprio devo restare alzata almeno potrei portarmi avanti con i libri per gli esami. Ma sono qui, e la sto scrivendo davvero. Non so se è perché ultimamente qualsiasi cosa è un pretesto per ritornare a rifugiarmi tra le parole, il mio posto sicuro, o solo se perché ho semplicemente bisogno di buttare giù questa roba anche se domani mi addormenterò sugli appunti come al solito.

Forse è perché ultimamente mi sento più Bilbo del solito, e la nostalgia per la mia, di Compagnia, mi sta distruggendo. Forse è solo per non pensare. Forse è solo per sopportare questi ultimi giorni d'attesa, prima di poterla riabbracciare di nuovo.

Non lo so, ma spero che questo strano sfogo di mezzanotte possa essere stata una lettura diversa dal solito e non vi abbia fatto pensare, almeno per due minuti, a niente.

 

  
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