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Autore: LaViaggiatrice    23/12/2017    4 recensioni
Dalla morte del padre, Bree ha capito che il vento gira contro di lei. Così ha fatto i bagagli e se ne è andata di casa, trovando rifugio a Dale, Canada, la città Natale di suo padre, dove ci sono tutti i suoi amici. Ma non sono tutte rose e fiori; non appena andrà nella nuova scuola dovrà confrontarsi con ragazzi spocchiosi, bulli di prima categoria e gente che non ha voglia di fare altro che non sia festeggiare. Fortuna che avrà dalla sua degli amici che le vogliono bene. Riuscirà a costruirsi una nuova vita? O i fantasmi del passato le si riproponeranno?
Spero di avervi incuriositi ;P
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!ATTENZIONE!
Sto riscrivendo questa storia, perché ci tengo molto anche se la trovo molto cringe. Cercherò di starci un po' più dietro ma non prometto nulla! Questa resterà, non la eliminerò, semplicemente ne farò un'altra con lo stesso titolo, quindi se siete ancora qui cercatela!
Baci
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Compagnia di Thorin Scudodiquercia, Legolas, Nuovo personaggio, Tauriel, Thorin Scudodiquercia
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La mattina dopo, si svegliò al suono della vecchia sveglia di suo padre e a quella del telefono, messa per precauzione. Con un sospiro si tirò su e si costrinse a non ributtarsi a letto. Lì non c’era nessuno che avrebbe potuto svegliarla in tempo.
Il cuore le si strinse in una morsa, ma si costrinse a non pensarci. Andò verso l’armadio e ne tirò fuori i suoi amati jeans a zampa, scarpe da ginnastica bianche e una maglietta verde scura. Ciabattò fin in cucina dove smangiucchiò dei biscotti con il latte. Non aveva voglia di fare il caffè.
Dopo essersi vestita uscì con la borsa di scuola a tracolla e si diresse verso la fermata del bus. Lì trovò Kili, seduto su una panchina con le braccia a sorreggere la testa. Quando la vide s’illuminò – Oh, ciao!-.
Lei sorrise – Ciao.- disse sedendosi accanto a lui. – Allora, sei in ansia?- chiese lui divertito. Bree annuì – Si beh, un po’, come sempre del resto.-. Dopo poco arrivò l’autobus – Allora, com’è la nostra classe?-. 
Kili fece spallucce – Bah, diciamo che sono il più terribile.-. La rossa scoppiò a ridere. – Comunque, ci sono un paio di personaggi strambi. C’è Ori, che è un amico di famiglia e ha un talento incredibile nel disegnare e nel scrivere. Solo che lo prendono tutti in giro per questo.- disse accennandole al ragazzo che era appena salito. Aveva un caschetto di capelli castani e occhi scuri, ed era basso e mingherlino. Si sedette su una sedia e iniziò a scrivere freneticamente sul taccuino che aveva appena tirato fuori.
– Poi c’è parte del gruppetto del tuo amico Bolg.- disse quando un gruppo di ragazzacci entrò sul bus. Bree ci mise un po’ per ricordare chi fosse, e quando lo ricordò le salì la rabbia
– E poi c’è Gimli, che è il mio migliore amico.- disse indicando il ragazzo appena entrato. Aveva crespi capelli rossi e una folta barba curata. Era basso e ben piantato, e non era uno di quelli che avresti voluto avere come nemico. Quando li vide sorrise e li raggiunse – Ciao Kili! È la ragazza di cui mi hai parlato?- chiese accennando a Bree. Il moro annuì – Già. Bree, lui è Gimli, Gimli, Bree. Le stavo facendo una panoramica della classe.-.
In quel momento, una ragazza a loro ben nota salì sull’autobus. Bree si girò verso Kili sconvolta – Quella è…?-. Lui annuì – Già. Sigrid. È in classe con noi.-. La rossa si prese la testa tra le mani – Oddio.-. Kili le diede una pacca incoraggiante sulla spalla.
Gimli sbuffò – E non scordarti Legolas.-. Bree lo guardò stupita – Legolas è in classe con noi? Credevo fosse più grande.-. Una voce tagliente dietro di lei la fece sobbalzare – Disgraziatamente no, sono in classe con questi soggetti che vedi qui davanti.-. Legolas fece un sorriso di scherno a Gimli, che alzò gli occhi al cielo – Ci mancava Mister Perfettino.-. Il biondo si guardò intorno con nonchalance – Mi è sembrato di sentire un borbottio fastidioso, ma non ne sono sicuro.- disse allontanandosi verso un gruppo di ragazzi e ragazze. Ci mancava poco che a Gimli uscisse il fumo dalle orecchie, vista che a Bree fece scappare una risatina – Quel… quel brutto figlio di…- Kili scoppiò a ridere – Ah, quanto mi fate ridere voi due.- singhiozzò, trascinando anche Bree nell’ilarità generale. Dopotutto, si sarebbe divertita.

La scuola era un vecchio edificio bianco, dai muri scrostati e ricoperti di graffiti. Il cortile era gremito di studenti che attendevano di entrare neanche troppo impazienti. Quando suonò la campanella, Bree si aggrappò a Kili per evitare di perdersi; la scuola era enorme. Non appena arrivarono in classe, vide che alla cattedra era seduto Balin – Buongiorno ragazzi.-.
Kili e Gimli si lanciarono su due banchi in fondo alla classe, ma Balin scosse la testa – Oh, ve lo scordate, voi due vi mettete massimo in seconda fila.- disse minacciosamente. I due sospirarono – Oh beh, ci abbiamo provato.- sbuffò Kili sedendosi in seconda fila. Bree si sedette dietro di lui. Poi sentì una voce timida – Posso sedermi qui?-. Quando si girò vide Ori con le guance rosse. Lei annuì facendogli un sorriso – Certo.-. Il ragazzo accennò un sorriso e si sedette – Io sono Ori.-. – Bree.- rispose lei ricambiando il sorriso.
Poco dopo vide arrivare un gruppetto di ragazzi, che riconobbe perché insieme a Bolg durante il loro primo incontro. Si sedettero in fondo e quando la videro iniziarono a confabulare. Poco dopo arrivarono anche Legolas e i suoi amici. Guardarono torvi gli amici di Bolg e si sparpagliarono per la classe. Infine, insieme ad un gruppo di ragazze, arrivò anche Sigrid, che la guardò male per poi sedersi vicino alle sue amiche.
Quando suonò la campanella, Balin si alzò – Bene. Buongiorno ragazzi, e buon rientro a scuola. Quest’anno, oltre a storia, insegnerò anche geografia e letteratura.- annunciò.
Si sentì uno sbuffo da parte dei seguaci di Bolg, mentre Kili e Gimli si battevano il cinque – Si!-. Balin alzò una mano e la classe tacque.
Si mise a elencare ciò che sarebbe servito loro, e Bree prese diligentemente appunti imitata dal suo compagno di banco. Quindi, il professore sorrise – E, ultima cosa ma non meno importante, date il benvenuto a Bree O’Duinn.-. La ragazza arrossì; ma perché dovevano fare tutta quella scena? Il professore le fece cenno di alzarsi - Non ti preoccupare, li dovrai sopportare solo un anno.-.
Lei esaminò bene la classe; i banchi erano disposti in tre colonne a coppie, a parte l’ultimo banco della fila centrale, occupato dagli amici di Bolg, tre ragazzi alti e corpulenti. Erano tutti castani con occhi scuri, e uno aveva la pelle scura. Indossavano vestiti con borchie e teschi, e avevano dei tatuaggi sulle braccia. “Oh, immagino che tutto ciò li faccia sentire molto grandi” pensò, grattandosi distrattamente l’interno del polso destro.
Un po’ defilati, c’erano quattro ragazzi dall’aria simpatica: avevano i capelli ricci e dorati e occhi castani. Erano rotondetti e piuttosto bassi, e indossavano vestiti di colori sgargianti. Nella fila centrale, all’altezza di una delle coppie di banchi cui sedevano due di loro, c’erano due ragazze. Avevano anche loro i capelli ricci e dorati, ma avevano una gli occhi nocciola e una gli occhi verdi. Erano basse e formose, e indossavano una maglia e una gonna lunga abbinate a degli stivaletti, e anche loro sembravano simpatiche. Una delle due guardava uno dei ragazzi con aria talmente innamorata che probabilmente le sarebbero venuti gli occhi a cuore.
Le altre ragazze, quelle insieme a Sigrid, sembravano le classiche ragazze popolari, di quelle snob con la puzza sotto il naso. Erano in tre, ed avevano lunghi capelli lisci biondi due e castani la terza. Gli occhi erano chiari, verdi e azzurri, ed indossavano dei jeans skinny, stivali e camicie. I ragazzi somigliavano a Legolas, con capelli lisci ma più corti, e legati in delle code ordinate. Indossavano anche loro stivali, jeans e camicie; doveva essere la divisa ufficiale.
Gli altri quattro ragazzi erano robusti e bassetti, e indossavano jeans e magliette. Uno di loro aveva una camicia scozzese scura aperta, che faceva vedere il logo della sua maglietta. “Arch Enemy. Mi sta già simpatico” si disse la ragazza. Il professore la rimandò a sedere, e diede qualche dritta ai ragazzi.
Quando suonò la campanella, la classe si animò all’improvviso e si divise in gruppi. Kili e Gimli stavano ridendo in compagnia ai loro amici metallari; le ragazze e i ragazzi che erano vestiti in modo eccentrico si erano riuniti in gruppo a chiacchierare e ridere; gli amici di Legolas si erano riuniti insieme a lui, e una delle ragazze pendeva dalle sue labbra; il gruppo dei seguaci di Bolg si era riunito a sghignazzare e osservare il povero Ori, che seduto al suo banco disegnava sul taccuino. Si avvicinò al gruppo degli “eccentrici”, come li aveva definiti – Scusate ragazze.- chiese timidamente. Una delle due si voltò verso di lei e sorrise – Ciao! Bree, giusto? Io sono Savannah.- disse porgendole una mano. Bree gliela strinse – Piacere. Senti, non è che potresti dirmi dove si trova il bagno?-. Savannah rise – Certo! Ecco, appena esci giri a sinistra. La prima porta che trovi, c’è il disegnino stilizzato di una donna.-. Bree annuì – Ok, perfetto. Grazie mille.- disse uscendo.
Dopo aver fatto ciò che doveva si lavò le mani e si esaminò allo specchio; a differenza delle altre ragazze, non era per niente truccata. I capelli non erano ne lisci né ricci, ma le ricadevano appena oltre le scapole in morbidi boccoli. Le lentiggini spiccavano sul viso pallido ma con le caratteristiche guance rosse. Le labbra erano lievemente screpolate, come al solito. Si mise il burro cacao e si passò le mani tra i capelli per pettinarli alla bell’è meglio. Si sistemò le sopracciglia con le dita e, una volta soddisfatta, rivolse un sorriso al suo io riflesso e uscì.
Mentre tornava in classe sentì un bisbigliare e borbottare roco e sibilante – Lo sapevamo, lo sapevamo, si, tesoro mio. Ma nessuno ci ha dato ascolto, no…- poi emise un verso roco, come se stesse tossendo, che risuonò come un gollum. La voce assunse d’un tratto un tono lamentoso - No, no, nessuno ascolta mai il povero Smeagol, ma noi lo sappiamo, si tesoro, lo sappiamo.-. Bree sentii i brividi sulle braccia, e quando girò l’angolo si trovò davanti un uomo. Era curvo e magro, di età indefinita. In testa aveva giusto quattro peli e quando si girò a guardarla lei rabbrividì. Il volto era scarno e magro, come un teschio, e gli occhi azzurri sembravano ancora più grandi. Quando la vide riprese a parlare con la voce roca, guardandola diffidente – Chi è lei? Una nuova? Oh, ssi, un’altra di quei ragazzacci che corrono, e sporcano, e ci prendono in giro.-. La sua faccia divenne come quella di un bambino cui viene portato via il gioco con cui sta giocando – Oh, no, tessoro, no. Potrebbe essere diversa.- biascicò con la voce lamentosa. Il suo viso tornò ad essere un ghigno – Balle! Ci odiano, tessoro, tienilo bene a mente. Ci odiano, per qualcosa che non abbiamo fatto. Oh, ssi.-. La guardò con sguardo indagatore. La ragazza fece un cenno di saluto – Salve.- mormorò cercando di non far tremare la voce, per poi ritornare in classe. Quando rientrò si avvicinò a Kili che stava ridendo con Gimli – Hey, chi diavolo è quel tipo inquietante che parla da solo??- chiese.
Il moro fece spallucce - È Smeagol, ma noi tutti lo chiamiamo Gollum per i versi che fa. Non è un tipo molto a posto.-. Lei rabbrividì – Ho notato.-. Kili le circondò le spalle con un braccio con fare protettivo e ridacchiò – Sta tranquilla, è innocuo, non ha mai fatto niente. Per ora.- disse abbassando la voce sulla fine della frase. Gli scoccò un’occhiataccia – Molto rassicurante.- disse dandogli un pugno sulla spalla. Gimli sbuffò – Mette i brividi quel tipo.-. Kili cinse le sue spalle con l’altro braccio – Oh, non dirmi che hai paura di Gollum??-. Il ragazzo si infervorò e si liberò dall’abbraccio dell’amico – Io non ho paura di niente!-. In quel momento la classe piombò nel silenzio. Perfino i seguaci di Bolg, che stavano lanciando aeroplanini per la classe, si fermarono e impallidirono.
Sulla soglia era comparso un uomo; aveva lunghi e lisci capelli bianchissimi, barba bianca con un ciuffo nero e gelidi occhi scuri. Bree si sentì intimorita da quell’uomo. – Sedetevi.- disse con voce autoritaria; doveva essere abituato a essere ascoltato. Kili, che era impallidito, bisbigliò – Saruman. Il prof di matematica e fisica.- prima di sedersi al suo posto. Il professore in questione fece scorrere lo sguardo sulla classe, e quando si posò su Bree aggrottò impercettibilmente le sopracciglia. Lei si sentì intimidita, ma quando l’uomo sorrise si sentì una stupida; era la persona più gentile che avesse mai visto, pensò. – Devi essere la nuova allieva.- disse con voce calda.
Lei annuì – Si, professore.-. Saruman reclinò lievemente la testa – Benvenuta.- disse sorridendo.
Poi tornò serio e austero e si sentì di nuovo intimidita – Spero vi siate riposati abbastanza quest’estate, perché quest’anno dovrete studiare giorno e notte per diplomarvi. E non voglio rivedere nessuno di voi, quindi vi conviene passare tutti.-. Nella classe non volava una mosca. Si sedette lentamente alla cattedra e tirò fuori dei fogli dalla sua borsa. Si alzò e girò tra i banchi consegnandoli a tutti – Questo è il materiale che vi servirà quest’anno. Vedete di non scordare niente la prossima volta. Sono stato chiaro?- chiese.
– Si prof.- disse la classe in coro. Lui annuì soddisfatto – Bene.-. Parlò loro del programma di quell’anno e degli esami di maturità, poi fece qualche domanda a Bree – Come andavi in matematica nella tua vecchia scuola?-. Si sentì tutti gli sguardi puntati addosso – Bene. Avevo la media dell’otto.-. Kili, che si era girato a guardarla, ridacchiò – Secchiona.- bisbigliò. Saruman gli scoccò un’occhiata raggelante – Ti conviene abbassare la cresta, Durin. Almeno lei può vantarsi di avere buoni voti in matematica. Tu che media hai, la metà?- chiese. Gimli soffocò una risatina, come tutta la classe. Kili invece era diventato rosso come un pomodoro – Non è vero, prof! Ho un sudatissimo sei!- replicò. Quello fece un sorrisetto – Regalato.- puntualizzò.
Si alzò e guardò i ragazzi seduti in fondo, che stavano ridacchiando – Quanto a voi quattro, vedete di darvi una regolata, o vi sbatto fuori.-. Loro si zittirono all’istante.
Poi si voltò verso gli eccentrici – Vale anche per voi. Ed evitate scherzi quest’anno. Sono stato chiaro, Took?-. Uno dei ragazzi, quello ammirato dall’altra eccentrica, annuì – Si signore!- esclamò. I suoi amici divennero rossi per le risate trattenute.
Al suono della campanella, Saruman mise via le sue cose – Arrivederci.- disse uscendo. – Arrivederci prof.- disse in coro la classe, prima di alzarsi e uscire
– Oh, grazie al cielo è arrivato l’intervallo.- fece spossato Kili appoggiandosi agli armadietti. Bree alzò un sopracciglio mentre cambiava i libri – Ma se non abbiamo fatto niente!-. Gimli sospirò – Devi sapere che lui è talmente pigro che anche non far niente alla lunga lo sfinisce.- ribatté tirando fuori un libro voluminoso con scritto “Filosofia” dal suo armadietto. – Hey! Non è vero!.- protestò il moro indignato, per poi assumere un’espressione maliziosa – Chiedi a Tauriel quanto velocemente mi stanco.-. Bree si batté una mano sulla fronte, mentre Gimli scoppiava a ridere. Con la coda dell’occhio, la rossa vide Ori. Era appoggiato al muro sotto una finestra e tamburellava il gommino della matita sul suo quaderno. La ragazza gli si avvicinò – Ciao Ori. Che fai?-. Lui parve sorpreso dal fatto che qualcuno gli rivolgesse la parola – Oh... io… non sto facendo niente...- mormorò. Lei osservò il suo taccuino, e vide che stava facendo il ritratto di Savannah. – Wow, sei molto bravo a disegnare.- disse ammirata lei.
Il ragazzo arrossì – Grazie.-. Bree osservò la sua espressione, poi il ritratto, e una lampadina le si accese nel cervello. Ha una cotta. In quel momento Savannah passò lì vicino insieme alla sua amica. Li salutò, e Ori arrossì fino alla radice dei capelli.
Bree sorrise – Sono sicura che prima o poi la conquisterai.- disse. Ori sospirò – Ma se non sa neanche che esisto!-. La rossa scosse la testa – Ti ha appena salutato.-. Lui appoggiò la testa ad uno degli armadietti – Stava salutando te.-.
– Non penso proprio; stava guardando te.-. Lui la guardò speranzoso – Pensi davvero che potrei piacerle?-. Lei fece spallucce – Chi può dirlo? Solitamente però ho fiuto per queste cose.- disse facendogli l’occhiolino.
Quando suonò la campanella tornarono in classe. Kili guardò l’orario, e quando vide chi avevano sbuffò – Oh, no, adesso abbiamo filosofia.- sbuffò. Gimli fece spallucce – Beh, almeno la professoressa è simpatica.- disse.
Kili gli diede una gomitata nelle costole – Oh, andiamo, lo so che hai una cotta segreta per lei.-. Il rosso arrossì – Ma cosa dici! Solo perché la trovo simpatica!-. Kili alzò gli occhi al cielo – Oh, andiamo, quella di filosofia è pallosa come la materia che insegna.-.
Una voce di donna li fece voltare – Beh, mi dispiace Durin, ma ti tocca. E ti dirò una cosa; ci sarà filosofia come argomento d’esame per la maturità, quindi rassegnati; la “pallosa” ti farà studiare fino allo sfinimento.-. La donna che era apparsa sulla porta aveva lunghi capelli biondi raccolti in una treccia che le arrivava oltre il sedere. Indossava un vestito azzurro con le maniche lunghe che evidenziava il fisico minuto. Bree non avrebbe saputo darle un’età ben definita; poteva sembrare poco più che trent’enne, ma negli occhi chiari c’era un’infinita conoscenza. Mi sento già più filosofica pensò con un sorriso la rossa. Kili arrossì, e Gimli guardò Bree ridacchiando; le figuracce le faceva sempre lui.
La professoressa appoggiò i libri sulla cattedra e scrutò Bree. La ragazza voleva sprofondare; si sentiva un fenomeno da baraccone – Mi sembri familiare.- disse ad un tratto Galadriel. Lei aggrottò le sopracciglia – Oh. Davvero?-. La professoressa, ad un tratto, assunse un’espressione di comprensione – Robin…-. Bree alzò la testa di scatto – Come conosceva mio padre?- chiese. Sentì i suoi compagni di classe borbottare qualcosa dietro di lei, ma non ci fece caso. Galadriel sorrise – Era un mio amico.-. Bree alzò le sopracciglia stupita. Certo che suo padre era conosciuto da tutti in quella città.
La professoressa sembrò perdere lo sguardo nel vuoto, poi si riscosse – Bene ragazzi. Adesso vi dirò bene ciò che vi servirà e vi farò una breve introduzione sul programma di quest’anno.-. Bree dovette ammettere che quella donna catturava l’attenzione come nessun altro. Il suono delle sue parole le faceva vedere le immagini che voleva comunicare loro. Come faceva Kili a dire che era pallosa? La lezione finì prima che potesse rendersene conto. Uno degli eccentrici si diresse alla cattedra per osservare l’orario. Sbiancò - Oh no. No no no no!!- esclamò. Bree lo guardò stupita – Cosa succede?-.
Il ragazzo le indicò una riga, che diceva “Professor Dain Durin. Educazione fisica”. – Durin? È un tuo parente Kili?- chiese voltandosi verso il moro. Lui impallidì – Si, è un mio parente.-. Gimli sbuffò – E anche mio.-.
Bree aggrottò le sopracciglia – Aspetta, voi siete imparentati?-. Gimli annuì – Già, ma talmente alla lontana che alla fine non so neanche quanto sangue in comune abbiamo.-. Kili si mise a fare dei conti sulle dita e a guardare il soffitto assorto con la fronte corrugata – Diciamo che abbiamo in comune solo il nonno di mio nonno, che ha avuto due figli, il padre di mio nonno e…- riprese a fare conti –… il padre del nonno di Gimli… Si deve essere così.- disse soddisfatto. Bree tentò di fare dei collegamenti ma invano. Alla sua faccia smarrita, Gimli rise – Oh, tranquilla, ti faremo vedere l’albero genealogico. Comunque, Dain è il nipote del fratello del padre del nonno di Kili.-. Bree si mise le mani sulla fronte – Devo farmi uno schema… Cioè, il nipote… del nonno di… no, il nipote del fratello…- - del padre di mio nonno.- continuò Kili - Non è tanto difficile!-. La ragazza lo guardò con un sopracciglio alzato – Ah no.-. Gimli si intromise – Se è per quello, anche Balin è un nostro parente.-. Bree li guardò stupita – Davvero?-. Gimli annuì – Lui e Dwalin, suo fratello, sono i figli del mio prozio.-.
In quel momento un uomo comparve sulla soglia – Andate ai vostri posti, branco di sfaticati!- esclamò. In realtà, Dain somigliava più a Gimli che a Kili; la barba era rossa striata di bianco, lunga quasi fino al petto. Gli occhi erano castani, ma tutt’altro che comprensivi e dolci, i capelli erano rossi e scompigliati. Indossava dei pantaloni camouflage verdi e marroni e una maglia a mezze maniche verde militare. Ai piedi aveva pesanti e consumati anfibi neri. Sembrava pronto ad andare in guerra.
Li squadrò uno a uno – Ah, ecco il nostro nuovo acquisto!- esclamò quando vide Bree – Spero che tu non sia deboluccia come questi qui!- disse guardando Kili in particolare, che sbuffò. – Sono piuttosto resistente. A parte nella corsa.-. Dain sospirò – E vabbè. Fai sport?-. La rossa annuì – Facevo karate quando ero a New York. Sono cintura nera.-. La classe si zittì. Dain sorrise – Una ragazza che ha fegato!-.
Batté le mani – Bene, sfigati, per le lezioni, che saranno principalmente pratiche a parte un’ora al mese di teoria, dovrete portare dei pantaloncini lunghi o corti come preferite e una maglia preferibilmente di cotone altrimenti sudate come non so cosa, e impestate tutta la palestra con la puzza dei vostri ormoni. E ovviamente portatevi dei deodoranti, altrimenti poi diventate inavvicinabili, e un asciugamano con cui pulirvi. Sappiate che non accetto giustificazioni, a mano che non vi veda con il gesso o mi portiate un certificato medico. Chiaro?-. – Si prof.- rispose la classe.
Dain si sfregò le mani – Perfetto. Invece, per quando faremo teoria, prendetevi un quadernino ad anelli o con le graffette, mi è indifferente.-. Poi spiegò che avrebbero avuto due ore attaccate alla settimana, al che Kili, e non solo lui,  divenne bianco come un cencio – Faremo riscaldamento per la prima ora, mentre la seconda giocheremo o a calcio o a pallavolo o a basket o a rugby.-.
Quindi, parlò loro del programma di teoria, che sarebbe servito a “salvare le chiappe” a quelli che erano incapaci nella pratica – Per prendere un’insufficienza dovrete volerlo. Sono talmente facili che le saprebbe fare anche mio nonno. Perfino tu ci riusciresti, Kili!-. La classe ridacchiò fra sé, mentre il diretto interessato diventava rosso.
Poi, lo sguardo di Dain si appuntò su Ori – E tu, per l‘amor del cielo, vedi di non slogarti qualcosa alla prima lezione.-. Lui arrossì violentemente – C… certo signore. Ci proverò.-.
Quando suonò la campanella della fine delle lezioni, Kili tirò un sospiro di sollievo – Cavolo, che giornata.-. Bree annuì – Già. Che ne dite di mangiare qualcosa da Bofur?- chiese. Gimli annuì – D’accordo. Mi sembra una buona idea.-. La ragazza si voltò verso Ori, che stava mettendo via le sue cose – Hey, Ori, noi andiamo a mangiare da Bofur. Che ne dici di venire con noi?-. Ori la guardò stralunato – Lo… lo state chiedendo a me- chiese stupito. Kili annuì sorridendo – Certo, perché no? Hai altro da fare?-. Il ragazzo scosse la testa e fece un sorriso – No, niente.-.
Si diressero insieme verso la fermata dell’autobus, mentre intorno a loro sfrecciavano motorini e biciclette. Si sedettero su un posto da quattro, Bree e Gimli al contrario rispetto al senso di marcia, Kili e Ori dall’altra parte. – Allora, qual è stata la tua impressione della scuola?- chiese Gimli. Bree sorrise – Beh, neanche a New York c’erano personaggi così strani, ma mi piace molto di più della mia vecchia scuola.-. Kili fece un sorriso malizioso – Ovvio, qui ci sono io.-. Scoppiarono tutti e quattro a ridere. Con la coda dell’occhio, Bree vide Legolas guardare male il moro. Non era intolleranza, era proprio odio, e anche un pizzico di... invidia? Possibile? 
Quando arrivarono nel quartiere di Bree, oltre a loro scesero solo i quattro ragazzi bassi e tarchiati. Kili spiegò – Qui a Dale ci sono quattro quartieri. Oltre a questo, ce n’è uno vicino a Mirkwood, dove siam passati quando siamo andati io te e mio fratello in gita, dove abita Legolas e il suo gruppo; poi ce n’è uno che è su delle colline, ed è il quartiere più fertile, dove abitano quelli strambi, che sono anche quelli con le case più adatte a organizzare feste, te lo dico io. E infine, c’è il quartiere dove abita Bolg e la sua marmaglia, che grazie al cielo è dall’altra parte della città.-. Ori annuì – Già li dobbiamo sopportare a scuola, se abitassimo anche nello stesso quartiere vivere sarebbe impossibile.-.
Quando entrarono nel ristorante Kili si lasciò cadere sul bancone – Bofur, aiutami, ho bisogno di dimenticare!-. Bofur, che stava asciugando un bicchiere, gli sorrise – Ma certo!-. Prese un bicchiere e glielo riempì di birra, sotto gli occhi increduli di Gimli, Ori e Bree. Il moro lo guardò come se fosse impazzito, poi decise di non andare troppo per il sottile e se la bevve. Quando la finì, Bofur scoppiò a ridere tanto da farsi venire le lacrime. Kili lo guardò sconcertato – Ehm… Bofur… stai bene?- Lui annuì – Si sì! Tutto a posto! Allora ti è piaciuta la birra?- chiese sogghignando. Kili storse la bocca – Era un po’ annacquata.-. Il barista rise più forte – Era analcolica!- esclamò. Bree iniziò a ridere, contagiando Gimli e Ori, tanto che le venne male alle guance.
Kili invece aveva incrociato le braccia furente – Eh no e, basta! Ma possibile che dovete sempre tuti prendermi in giro? Non è bastata la tripla pubblica umiliazione a scuola??-.
Bofur fece qualche colpo di tosse – Ok, ok, scusami.- disse. Gli scompigliò i capelli – Andiamo, dopo il 30 ottobre potrai bere quanto vorrai!-. Kili sospirò – Grazie al cielo.-. Si sedettero ad un tavolo e si presero un toast a testa. Quando Bofur li portò, si sedette insieme a loro – Allora, a parte le umiliazioni di Kili, come è andata il primo giorno di scuola?- chiese.
Bree fece spallucce – Oh, ho conosciuto i professori, i compagni di classe, il bidello bipolare...-. Bofur rise – Ah, povero vecchio Smeagol.-. Bree annuì – Già. Ma cosa gli è successo?- chiese incuriosita.
Il barista sospirò – La sua è una storia piuttosto triste. Una volta si stava per sposare; amava quella ragazza alla follia, avrebbe fatto di tutto per lei. Ma il giorno del matrimonio la sua ragazza lo abbandonò all’altare e scappò con suo cugino Deagol. Smeagol si infuriò a morte; scoprì dove erano andati e uccise suo cugino. La donna chiamò la polizia e lo misero in prigione, dove deperì, finché non venne rilasciato. Gandalf l’ha assunto, penso perché gli faceva pena.-.
Gimli sbuffò – Sempre detto, le donne portano solo guai.-. Breealzò gli occhi al cielo con un mezzo sorriso - Povero Smeagol. Deve essere bruttissimo.-.
Una volta finito di mangiare tornarono a casa. Bree passò il pomeriggio a sistemare ed etichettare libri e quaderni e quando finì giocò un po’ ai videogiochi. Prima di andare a letto, si fece la cartella, guardando l’orario del giorno dopo: avrebbero avuto due ore con Balin, una con un certo Radagast, che insegnava scienze, e due con un certo Elrond, che insegnava inglese e latino. Prima di andare a dormire lesse un po’. Poi, poco prima di andare a dormire le arrivò un messaggio da parte di Kili: “Ehi, ciao Bree. Paladino Took organizza una festa a casa sua sabato, e ha invitato tutti quanti! Che ne dici di venire?”. “Non sono tipa da feste” rispose lei. “Che sciocchezze, tutti sono tipi da feste, soprattutto quelle dei Took! Per favoreee 😊”. Con un sospiro, Bree gli scrisse “Ok”. Quando finì il capitolo del libro che stava leggendo lo mise via e si infilò sotto le coperte, mentre i ricordi della prima e unica festa cui era andata con i suoi compagni di classe a New York riaffiorava nella sua mente.
Tentò di scacciarla fantasticando sul libro che stava leggendo e funzionò; poco dopo, si addormentò con il sorriso sulle labbra.
 
*Angolo Autrice*
Si lo so, non mi sono fatta sentire per più di un mese, ma hey, l’ho fatto in tempo per Natale, quindi consideratelo un regalo. È stato una faticaccia questo capitolo, ma ora lascio la parola a voi! Spero che vi sia piaciuta la scuola; ho fatto una fatica immensa a scegliere i professori, e ho fatto Ori e Gimli della stessa età di Kili e Bree perché altrimenti non avevo materiale. Inoltre, ho deciso che Gimli e Legolas per il momento non si sopportano, ma che poi magari da adulti diventano amici, come nel Signore degli Anelli. Infatti, adesso Legolas è più quello de "Lo Hobbit". Paladino Took sarebbe il nome del padre di Pipino, e anche se forse, visto che Frodo e Sam sono piccoli, dovrebbe essere più grande, mi sono presa questa libertà. E che dire di Gollum? Devo ringraziare Tita_Weasley per avermi dato l’ispirazione per il suo ruolo. Che ne dite dei “gruppi” in cui è divisa la scuola e Dale? Fatemi sapere!
Ciao!
LaViaggiatrice
P.S.: Come richiesto, ecco le foto dei cuccioli di Fili e Kili e, in aggiunta, la foto della moto di Bree.
http://www.motocicliste.net/moto/image/nevada750c.jpg
Il link alla foto della moto di Bree
https://st2.depositphotos.com/3470897/6806/i/950/depositphotos_68061203-stock-photo-siberian-husky-puppy-studio-shoot.jpg
Il link alla foto del cane di Fili
http://www.caniecuccioli.com/wp-content/uploads/2015/02/husky-caniecuccioli2.jpg
Il link alla foto del cane di Kili

 
   
 
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