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Autore: Briseide12    24/12/2017    0 recensioni
Parte del mio io , parte della mia vita passata...il dolore e l'amore allo stato brado...sentire cosa vuol dire perdersi
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Ho provato per cinque anni sentimenti molto profondi che rasentavano l'ossessione per un ragazzo che non vedevo dallo stesso tempo in cui tali sentimenti, si erano originati.

 

Adesso dopo tanta attesa, si presentava l'occasione di rivederlo, di vedere se questi sentimenti che mi avevano tormentato per tutto questo tempo fossero collegati realmente a quella persona o se avessi semplicemente illuso me stessa con un Mr Darcy moderno creato dai miei viaggi in solitudine per passare il tempo.

 

Diciamo che questi sentimenti non sono nati proprio dal nulla essi sono stati alimentati e sono cresciuti fino a divorarmi come fiamme, gli elementi che ne sono stati  il nutrimento furono delle strane telefonate notturne ricevute da quel fatidico numero.

 

Non sono mai riuscita a rispondere semplicemente per paura di rompere l'incanto e confrontarmi con la realtà.

 

Diamo un inizio degno del suo nome , allora ero su Facebook a controllare le notifiche quando dopo il controllo del solito profilo oggetto della mia “ammirossessione” pubblica dopo mesi d' inattività foto in cui si trova circondato da sei ragazze e ha la delicatezza di pubblicarle il giorno del mio compleanno casualmente, oltretutto evitando di scrivere gli auguri sulla mia bacheca come consuetudine impone a due persone che si conoscono da così tanto tempo. Dopo questo episodio comincio a ricevere telefonate notturne dal suddetto numero ,insistenti ed a orari sempre più strani .

 

Darò un nome a questo ragazzo , lui è Romeo . Dovete sapere che io ho frequentato il liceo con Romeo non ho mai provato nessun sentimento per lui , ma lui sembrava provare interesse per me , ogni momento mi stava vicino voleva  ripetere la versione di latino con me anche se lui come potevo constatare era perfettamente preparato , giocava a Baghminton con me ed il giorno del compito in classe di matematica l' ho aiutato e lui per ringraziarmi pronuncia il mio nome preceduto dal termine Santa e mi bacia sulla guancia davanti al prof , dopo questo episodio cominciò a trovare ogni tipo di scusa per starmi accanto , mi abbracciava frequentemente ed era geloso se qualche ragazzo voleva parlare con me. Ad un certo punto non so realmente perchè ad una festa nella quale avevo scelto con accuratezza il vestito cominciando ad accarezzare l'idea di una relazione con lui , magari nata nel corso di quel party , lui mi vede e mi ignora dal primo all'ultimo momento anche quando lo saluto è freddo e brusco ; il giorno dopo a lezione mi si avvicina come niente fosse e mi abbraccia. Un altro episodio che mi ha aperto una ferita profonda nell' animo risale all' ultimo anno del liceo dove durante una gita , nel tipico viaggio in pullman , lui si siede nei sedili paralleli al mio assicurandosi che lo potessi vedere chiama una ragazza e la bacia , fissandomi mentre lo fa , a quel punto mi sono ritrovata come un'idiota a guardarlo negli occhi come ipnotizzata e non riuscivo a liberarmi di quello sguardo ossessivo e passionale contemporaneamente.

 

Dopo questo episodio le nostre strade si divisero per motivi universitari , comunque uniti dal ramo scientifico . Ogni tanto ripensando a quello che sentii quella volta che lo vidi baciare un'altra, capii cosa doveva essere perdersi nella disperazione e un profondo senso di gelo portò via la felicità da me, lasciandomi nella tristezza più totale  - Romeo invece trascorse gli ultimi cinque anni pensando in modo ossessivo a lei, aveva scelto medicina all'università, ma gli piaceva più giocare al dottore con le ragazze che esercitare realmente le sua professione. Durante questo tempo aveva immaginato il modo per levarsi il pensiero di quella compagna del liceo che riemergeva ogni tanto, spiava il suo profilo di facebook per poi darsi dell'idiota nello sprecare il suo tempo in quel modo.
Passava le sere ad ubriacarsi e l'ansia di dover sostenere le aspettative dei propri genitori ed il volersi rendere indipendente da loro, lo resero preda degli stupefacenti era sceso in un baratro senza via di uscita. Mentre trascorreva una delle tante serate dedita all'alcol ed alla droga, vide un quadro che rappresentava la dea Atena lo fissò con occhi privi di vita ed un ricordo sorse in lui, il giorno in cui conobbe Mary.  Si trattava del loro primo incontro, la vide entrare nella sua classe in seconda media, lunghi capelli castani, sguardo fiero e pelle candida. Ricordò come volesse farsi notare da lei e il suo tentativo  di rispondere a qualsiasi domanda posta dall'insegnante al solo fine di attirare la sua attenzione, la vide finalmente posare lo sguardo su di lui e sentii un improvviso sbalzo al cuore.
Poco dopo le si avvicinò mentre stava disegnando e le chiese l'oggetto del suo disegno e lei girandosi disse << la mia divinità preferita, la dea Atena la dea della sapienza e della giustizia >>. Ricordò quei bellissimi occhi che si illuminavano mentre parlava della sua dea preferita ed il suo cuore che non smetteva di farsi sentire, un brivido lo percorse e l'esigenza di chiamarla prese il possesso di lui, prese il telefono come ogni sera e la chiamò, quando sentii la voce di lei riattaccò, si vergognava troppo di quello che era diventato. Ogni volta che svolgeva questo rituale ormai abituale, si guardava intorno nella discoteca di turno e cercava una ragazza che gli avrebbe tolto il pensiero di lei, ma la sua scelta ricadeva sempre su ragazze con lunghi capelli castani e occhi neri. Romeo disteso sul letto ascoltava la sua musica preferita ed assorto guardava la nuova foto del profilo di facebook di Mary, guardava i cambiamenti fisici che erano avvenuti in lei e il suo pensiero era di quanto fosse cambiata, adesso era una bellissima donna.
Il suo telefono squillò ed il suo vecchio amico del liceo lo chiamò era Giovanni, dopo averlo salutato come al solito gli disse che ci sarebbe stata una rimpatriata con gli amici del liceo e lui era chiamato a partecipare, pensò che un occasione di rivederla si stava presentando improvvisa, confermò la sua presenza e congedò l'amico. Guardava il soffitto della sua stanza sdraiato nel proprio letto con le braccia dietro la testa, rifletteva sul da farsi, voleva essere al meglio per lei, doveva cercare di riuscire a contenere il proprio entusiasmo e rimanere fedele a se stesso.
Scelse con cura come vestirsi, ricordava che lei amava la classicità nell'uomo, scelse un completo che aveva intenzione di mettere alla propria laurea (se ci sarebbe mai stata). Il turbinio dei suoi pensieri si fermò  un dubbio lo travolse, lei poteva non accettare, l'unico modo per saperlo era presentarsi. Tanti episodi si affacciavano nella sua mente, tante piccole situazioni che lo avevano inevitabilmente avvicinato a lei. Ricordava quando per attirare la sua attenzione aveva fatto il suo nome con una professoressa per un progetto, sapeva che una volta tirata in ballo alla domanda della professoressa non poteva certo tirarsi indietro e si offrii anche lui come volontario al solo fine di passare del tempo con lei ed ottenere finalmente il suo numero di telefono. Ricordò i giorni passati a sistemare la sua camera e a scegliere i vestiti da indossare e si sentii esattamente come allora, inquieto e vulnerabile. Cercò di crogiolarsi all'ombra dei quel ricordo, rivide se stesso trepidante mentre attendeva che Mary entrasse nella sua casa e in special modo nella sua stanza.
Quando lei arrivò, la vide entrare con naturalezza sempre sicura di sé e quasi spavalda ,lo salutò con semplicità e gli chiese dove poteva sedersi, lui cercava di fare il serio ma la situazione lo rendeva nervoso. Si sedette accanto a lei e la guardava scrivere, ogni tanto si perdeva nel vederle scostare i capelli che le ricadevano in ciocche scomposte impedendogli di vedere. Il silenzio fu interrotto come al solito da lei che seppe tranquillizzarlo, cominciò a scherzare  e questo lo coinvolse e lo fece ridere come sempre lei riusciva a fare; di quella giornata non potè dimenticare quando ridendo e sentendosi coinvolto dal discorso senza potersi frenare le diede un bacio sulla guancia e la vide piacevolmente diventare rossa. Era in quel momento che si accorse di amarla -.
Ogni volta che mi capitava di incontrare un compagno di classe del liceo tentavo di estorcere le maggiori informazioni possibili su Romeo, non mi bastavano le informazioni che potevo ricavare da facebook, volevo sapere ogni cosa di lui, qualsiasi cosa. Non ricordo neanche bene come facessi ma so soltanto che ogni volta riuscivo a riportare casualmente il discorso sul mio argomento preferito, una volta mentre parlavo con una mia amica chiesi se sapeva come stesse il resto della classe e lei per mia fortuna, disse che di tutti aveva rivisto solo Romeo e mi fece sapere che era stato ammesso a medicina e che era single e si meravigliava del perchè fosse ancora single; in quel momento la gioia s'impadronì di me e non potevo nasconderla neanche a lei, tanto da portarmi a fingere che fosse esclusivamente dovuta alla sua compagnia.
Adesso mi si presenta l'occasione di rivederlo , una mia amica mi chiama e mi propone di organizzare una rimpatriata del liceo mi chiede se sono disposta ad accettare data la mia risaputa estraneità ai party , comunque con mia sorpresa oltre con la sua , accetto ; l'idea di poterlo vedere mi spinge ad accettare ho voglia di sapere se sente per me ancora gli stessi sentimenti. Mi preparo vado per la prima volta nei miei venticinque anni di vita da una estetista e faccio una manicure e pulizia del viso con trucco, mi reco dal parrucchiere e scelgo il mio vestito perfetto con i risparmi raccolti con la borsa di studio e qualche lavoretto, insomma mi preparo nelle lunghe sette ore alla fine  mi guardo allo specchio e sono contenta di avvicinarmi alla perfezione che avevo in mente. Sono le 10:00 “corro” quello che i tacchi mi permettono e arrivo all' appuntamento con qualche minuto di ritardo.
- Romeo era già lì, si guardava intorno con il suo completo così inadeguato ad una semplice rimpatriata, si sentiva terribilmente inadeguato. I suoi amici lo salutarono e gli chiesero come stesse e si complimentarono per i suoi studi, uno di loro gli disse che secondo lui si era immedesimato fin troppo nella sua futura carriera si vestiva già da medico. Romeo gli ascoltava assente, aveva assunto il suo sorriso di circostanza, facendo finta di nulla chiese chi si sarebbe unito a loro per la festa e quando sentii che c'era anche Mary il suo cuore ebbe un tuffo palpitante , sperò che nessuno lo avesse notato. L'attesa stava diventando per lui estenuante e il suo umore stava mutando e non riusciva a nascondere alla compagnia il suo malumore, mascherò dicendo che aveva fretta perchè c'era una tipa che lo aspettava e queste parole gli fecero guadagnare l'ennesima ammirazione collettiva. Ad un tratto la vide, camminava con la sua solita sicurezza nonostante i tacchi, una morsa allo stomaco lo colse e gli impedii di distogliere lo sguardo, la compagnia lo notò e pensando che lui non la riconoscesse gli dissero che era Mary, il suo pensiero era : certo che era Mary l'avrebbe riconosciuta dovunque. Per lui ,lei spiccava sempre, si disse di controllarsi e s'impose di far finta di niente e con la propria forza di volontà distolse lo sguardo-.
Saluto tutti e con lo sguardo lo cerco senza che gli altri se ne accorgano una volta individuato un emozione forte mi prende lo stomaco e comincio a ridere e a parlare ad alta voce con il solo obiettivo di farmi notare da lui . Lui mi vede e comincia a fissarmi io mi giro e lo saluto – Romeo sapeva che la vista di lei gli avrebbe imposto di attingere alle sue forze per non far emergere nessun sentimento, cercava di dire a se stesso di calmarsi , cominciò a sentirsi come quella prima volta che la vide , ma qualcosa era cambiato, non ricordava che fosse così bella, appena si accorse dello sguardo di lei si vergognò di averla fissata così a lungo-  , ma appena vede il mio sguardo lui si gira dal' altra parte fingendo di non avermi visto , mi rigiro contrariata e l'orgoglio emerge in me prorompente , decido di ignorarlo , ma il suo sguardo  è sempre più insistente sento il peso dei suoi occhi su di me non riesco a sentirmi a mio agio – Romeo cercava di non guardarla ma era da troppo tempo che non la vedeva e non poteva fare a meno di fissarla, gli sembrava che lei fosse agitata quanto lui, solitamente invece era fin troppo calma e sicura a dir poco fredda-.
Cercai di calmare l'agitazione che s'impadroniva di me convogliai tutti i miei sforzi nel prendere un bicchiere d'acqua, (considerando che fosse facile) la mano tremava controllata da una volontà propria, accostai le labbra al bordo del bicchiere, ma non riuscii a dissetarmi e mi versai il contenuto addosso (arrossii sperando che nessuno mi avesse visto), ringraziando che fosse acqua , mi allontanai per sfruttare il phon per le mani presente in bagno , dopo quando percorsi il corridoio per ritornare a tavola me lo ritrovai davanti – Romeo l' aveva vista e pensava che stesse male doveva assicurarsi che stesse bene, magari non facendosi vedere.
La vide fuggire svelta verso il bagno e la sentii imprecare, questo gli riportò un sorriso sulle labbra e si appoggiò al muro continuando a sentire la sua voce, non sapeva bene perchè ma non voleva andarsene voleva vederla uscire, quando erano soli; voleva stare solo con lei -, l'oscurità del corridoio fece sembrare l'incontro surreale. Non sapevo se ignorarlo o parlarli, il cuore martellava impazzito ogni passo si sincronizzava con il battito del mio cuore,  la voglia di parlarli mi soffocava tanto da sentirmi costretta ad agire. Allora lo guardai negli occhi e gli dissi che volevo parlarli lui mi guarda con fare arrogante e dice che noi non abbiamo niente da dirci (dato che sembrava che mi stesse aspettando ciò si rivelò per me veramente strano)
– L' aveva aspettata, l'aveva vista uscire dal bagno aggiustandosi l'abito, ma adesso che si stava avvicinando, Romeo scese nel panico, non aveva voglia di confrontarsi con la sua inadeguatezza. Quando comprese che non poteva semplicemente voltarsi e fuggire, decise di utilizzare l'unica difesa che aveva si rifugiò nella sua aria di alterigia, questo l'avrebbe allontanata o almeno lo sperava. Cercava di non guardarla, se l'avesse guardata si sarebbe perso -  , allora io con altrettanta superbia gli dico che so che è il suo numero che mi chiama ogni sera e che quindi sicuramente ha qualcosa da dirmi , - Romeo non pensava che lei conservasse il suo numero, pensava che l' avesse cancellato dalla sua rubrica, il suo era un gesto che gli dava l'idea di avere un legame con lei di cui purtroppo conosceva l'indifferenza, lui la desiderava, ma a lei lui era indifferente. Aveva avuto più volte la prova della sua indifferenza e lui considerava di essersi abbastanza esposto-  lui nega di avermi chiamata allora io gli  mostro il cellulare nel quale compare il suo numero e lo faccio squillare di fronte a lui al che lui alle strette dice che sicuramente mentre era ubriaco gli hanno fatto uno scherzo ed hanno chiamato tutte le persone sulla sua rubrica.
Dopo questa affermazione che per quanto strana può essere plausibile io gli dico che anche se gli credo ho bisogno di parlargli adesso , allora lui abbassa lo sguardo e riesco quasi a percepire la sua lotta interiore e la sua voglia di fuggire, vuole scappare – Romeo aveva paura di restare solo con lei, sapeva che la sua vicinanza l'avrebbe portato a tradirsi, doveva solo resistere per un po', doveva fingere che a lui lei non importasse, nella speranza che lei ci sarebbe cascata -. Alla fine si rassegna e mi guarda negli occhi  e dice va bene però non davanti alla classe, usciamo qui fuori facciamo una camminata , lo seguo titubante i suoi comportamenti sono stati sempre strani, ma questo non ha senso cosa mi deve dire che il resto della classe non deve sentire?!!

   
 
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