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Autore: Freya Crystal    25/12/2017    4 recensioni
Sirius è una figura marcita nella prigionia, una creatura sfiorita nell'angoscia, ma le sue iridi di vetro brillano come meteore, sono lame grigie che tagliano e squarciano il silenzio senza lasciare via di scampo.
Sirius fa rumore anche quando non si muove — sa di rabbia, di quella dannata voglia di vivere, di sentire, di tutto quell'odio che non riesce a placare.
Hermione lo guarda e ha l'impressione d'esplodere. C'è troppo da leggere, dentro quegli occhi, troppo da decifrare — ma lei ama gli enigmi.
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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 Sfiorarsi

 




Sirius vaga per Grimmauld Place col passo stanco di chi non ricorda più cosa stava cercando. Ha gli occhi affamati d'adrenalina e le dita sporche di nicotina, mentre carezza Fierobecco con aria assente. La noia è una bestia che raschia e scalcia contro la sua schiena senza dargli tregua. 

 
"Vorrei dire che sei noto per agire d'impulso, per questo Silente continua a ricordarti di restare in casa e..."


Sirius è un fantasma che brucia senza fare rumore, mentre il mondo, fuori, esplode. La libertà profuma di pulito, la libertà sa di buono, di giorni di sole, eppure lui sente soltanto il sapore del whisky sulle labbra spaccate. Trascina la sua carcassa lungo corridoi troppo bui, ogni notte, e sa già che dimenticherà un bicchiere vuoto su uno scaffale impolverato. 

 
"Però ti è stato difficile prenderti cura di lui mentre eri rinchiuso ad Azkaban, vero?"


Sirius odia il silenzio. 
La rabbia fa un rumore assordante quando non esistono distrazioni. 
Forse è per questo che quando Arthur viene aggredito si sente felice. 



 
*
 
"Dovresti essere più gentile con lui." 
"Sarebbe del tutto inutile." 
"E se ti sbagliassi?"


Hermione vuole sempre avere l'ultima parola. Sirius la guarda ordinare i libri sugli scaffali e si chiede cosa la spinga a preoccuparsi per un elfo domestico. Hermione ride poco e abusa della parola giustizia senza accorgersene, odora di carta e ha le dita perennemente macchiate d'inchiostro. Hermione ha sedici anni, è soltanto una ragazzina, ma nei suoi jeans a vita alta profuma di pulito, nella sua felpa azzurra sa di buono, di giorni di sole. 
Sirius ama le cause perse. 
Forse è per questo che smette di vedere nell'insonnia una condanna.




 
*



"Non riesci a dormire?" 
Hermione sussulta. Le braci nel camino emanano una luce troppo fioca per permetterle di riconoscere la presenza alle sue spalle, ma il suono della risata che s'avverte poco dopo le toglie ogni dubbio. 
"Non volevo spaventarti" ammette Sirius, il tono di chi allude scherzosamente all'opposto. 
Hermione odia sentirsi vulnerabile, anche solo per gioco, e odia il buio che le impedisce di tenere il mondo sotto controllo. I suoi occhi cercano Sirius a tentoni e scorgono una maschera priva d'orbite al centro della stanza, un sorriso stanco che pare un ghigno maligno. 
"Stavo andando in cucina a prendere un po' d'acqua, scusa per l'intrusione." 
"Potevi accendere la luce." 
"Non volevo disturbare gli altri." 
Il fuoco nel camino si ravviva di colpo, proiettando macchie aranciate sui quadri appesi alle pareti e sui festoni natalizi che addobbano il salotto. Sirius è sprofondato sulla poltrona più vicina al camino, la bacchetta tra le dita, l'espressione di chi ha visto il sole sorgere per pochi giorni e sa già che non tornerà per lunghi mesi.
"Non sveglierai nessuno, fidati." 
Il tono della sua voce è calmo, ma Hermione nota l'atroce contrasto impresso in quel volto scavato e ne coglie la bugia. Sirius fissa le fiamme che ha evocato con la rassegnazione di un carcerato che aspetta la propria esecuzione. Il Natale è finito, non ci sono più medicine contro la solitudine, esistono soltanto una bottiglia di whisky e un bicchiere vuoto abbandonati sul tavolo. 
"Incendio è uno dei miei incantesimi preferiti." 
Hermione non riesce a spiegarselo, ma sente il bisogno di parlare, di farlo parlare. Ha colto in quel gesto distratto un invito che non è in grado d'ignorare. Per un attimo le sembra di vedere l'ombra di un sorriso sul volto di Sirius. 
"Remus è sempre stato più bravo di me con questo genere d'incantesimi, anche se una volta ha quasi rischiato di dare fuoco alla Sala Comune. I capelli di Greenfield lo ringraziano ancora oggi. " 
Hermione ascolta la sua voce e rintraccia quel sentore d'amarezza tipico di lui, ma percepisce anche una sfumatura più morbida — l'eco di un ricordo che torna per confortare. S'avvicina alla poltrona libera, lentamente, come se avesse paura di rovinare quella quiete insperata, e si siede sul bordo fissando le fiamme nel camino. 
Sente di poter restare, di voler restare. 
"Glieli ha bruciati tutti?" 
Sirius trae un sospiro. "Si sono salvati soltanto alcuni ciuffi intorno all'orecchio destro, secondo James gli davano un certo stile, ma Greenfield non era della stessa opinione." 
Hermione sente il suo sguardo su di sé e distoglie gli occhi dalle fiamme, di riflesso. Sirius è una figura marcita nella prigionia, una creatura sfiorita nell'angoscia, ma le sue iridi di vetro brillano come meteore, sono lame grigie che tagliano e squarciano il silenzio senza lasciare via di scampo. 
Sirius fa rumore anche quando non si muove — sa di rabbia, di quella dannata voglia di vivere, di sentire, di tutto quell'odio che non riesce a placare
Hermione lo guarda e ha l'impressione d'esplodere. C'è troppo da leggere, dentro quegli occhi, troppo da decifrare — ma lei ama gli enigmi. 
"Cosa ti turba?" 
La voce di Sirius è bassa, la sfiora come un'aura lontana. Hermione prova improvvisamente un dolore che non le appartiene, un dolore di ricordi morti e rimpianti mai cicatrizzati. 
"Niente, fatico semplicemente a prendere sonno." 
"C'è sempre un motivo che ci tiene svegli." 
Sirius è altrove, vaga in cerca di un orizzonte lontano, preda dei propri fantasmi — eppure continua a guardarla, continua a guardarla e il suo viso sembra più disteso. Sirius s'aggrappa alla sua presenza per non lasciarsi trascinare via. Hermione capisce che ha bisogno di una distrazione, di una qualsiasi conversazione, e l'accontenta. 
"È per l'ES. A volte ho paura che qualcosa possa andare storto. Se qualcuno si facesse scoprire... se qualcuno ci vedesse entrare nella Stanza delle Necessità... forse stiamo correndo un rischio troppo grande." 
Parla per fargli dimenticare, parla per non pensare alla bottiglia di whisky abbandonata sul tavolo. Il vetro brilla di una luce beffarda che non può tollerare. 
"Non è forse meglio rischiare e imparare a combattere, piuttosto che vivere in gabbia?" 
Prigionia. 
Hermione lotta per annientare l'ingiustizia, ma di fronte a Sirius si sente inerme. Di fronte a Sirius è soltanto una ragazzina di sedici anni che non sa cosa dire per scacciare tutto quel buio. 
"L'Incanto Proteus è un vero e proprio colpo di genio. Nessuno farà la spia, i brufoli sono una maledizione ben peggiore della tortura nella fase adolescenziale, ma devo dire che questo tocco aggiuntivo di perfidia non me lo sarei mai aspettato da te. Mi hai stupito, Hermione." 
Sereno. Le sembra quasi sereno. 
"Si tratta semplicemente di una forma tutelare." 
"Guarda che era un complimento." 
Sirius libera una risata che le graffia il respiro, una risata che gli cancella le occhiaie dal volto e raschia via l'amarezza. Hermione è una vertigine che declina insieme a quel suono, un brivido soffocato contro lo schienale della poltrona. È preda di un imbarazzo violento, improvviso, che non riesce a controllare — e quando perde il controllo non sa fare altro che rifugiarsi nell'abitudine. 
"A proposito di rischi, sai che non avresti dovuto accompagnare Harry a King's Cross questo settembre, perciò non ripetere l'esperienza." 
"Questa l'ho già sentita." 
"Sirius, ti prego, certe decisioni si ripercuotono sulle persone che abbiamo accanto. Harry si è spaventato da morire quando l'ha saputo." 
È con un sussurro angosciato che Hermione ricorda d'aver letto del suo presunto avvistamento, ma Sirius non può — non deve saperlo
"Sembri davvero Molly" replica lui in tono gelido, i lineamenti induriti, la mascella serrata, "e a proposito di questioni già trattate, vorrei ricordarti che hai scelto la Testa di Porco per effettuare la prima riunione di un'organizzazione illecita, un luogo isolato dove anche una mosca che dorme attirerebbe immediatamente l'attenzione." 
"Hai ragione" replica Hermione, piccata, "ma sappi che soltanto i ragazzini puntano il dito per cambiare discorso." 
"Le ragazzine della tua età, di solito, non fanno la predica a un uomo adulto." 
"Scusami, Sirius, ma proprio non riesco a guardarti come se fossi un adulto." 
"Che è più o meno quello che ti succede con tutti, o sbaglio?" 
"Mi stai dando della bacchettona?" 
Hermione lo fissa con aria di sfida, eppure avverte uno strano sollievo. L'imbarazzo è sparito e Sirius sorride come se avesse visto il cielo. Non è più altrove, non vuole più sparire. 
Sirius non ha più il buio intorno agli occhi e Hermione non ricorda d'averlo mai visto così libero, ma dura tutto troppo poco
Le fiamme nel camino sprigionano un calore che è magma. C'è aria di guerra, di gesti avventati, di sbagli incontrollati. Sirius si sporge verso di lei e Hermione avverte il terrore, la sorpresa, l'attesa — ti prego, non avvicinarti — mentre l'odore dell'alcol spezza l'incanto. 
Hermione dovrebbe allontanarsi, dovrebbe volerlo fare — ti prego, non avvicinarti — eppure non si muove. Sirius le posa l'indice sulle labbra per reprimerne il sussulto spaventato e lascia vagare avido lo sguardo su di lei, in un lento delirio. Tutto il resto è un tremito silenzioso, un tormento che fiorisce piano, come spine sulle dita. 
La paura, la voglia, l'angoscia, Sirius che non si ferma, Hermione che non lo ferma. 
È tutto sbagliato, ma è così giusto, e Hermione ricorda d'avere sete soltanto quando chiude gli occhi e sente Sirius affondarle le dita tra i capelli. Ti prego, non avvicinarti. Ti prego, non te ne andare
"Fred, mi hai pestato un piede!" 
Hermione è il ritratto dell'errore e del terrore, mentre sente la voce di George provenire dalle scale. Scorge la rabbia e il sollievo e la furia sul volto dell'uomo che l'ha sfiorata, non appena è costretta ad allontanarsi da lui. 
Hermione sente il cuore collassare, mentre s'alza di scatto dalla poltrona e scappa via. Via da lui e da quella stanza, via da un segreto che non può portare con sé, via dal volto di Sirius dilaniato dalla colpa. 
Hermione precipita nell'esatto istante in cui il tocco delle sue mani adoranti diventa un ricordo. 



 
*



Sirius scappa da un mondo che non lo vuole. Fugge dai ricordi, da una casa che odia, da una vita che non gli appartiene. Sirius marcisce in una stanza buia che puzza di ratti e sporcizia, lontano dalle voci, dalle battaglie che non può affrontare, dai piani che non può attuare. Carezza Fierobecco, reietto come lui, e sparge grida mute sui muri. 
Sirius annega nell'alcol mentre sogna la libertà che non può avere e cerca di dimenticare. Harry e gli altri — Hermione, i giorni di sole — partiranno presto
Se non li vede, se non lo sa nessuno, può fingere che quel momento non sia mai esistito. 



 
*



"Harry... e se il tuo sogno fosse... be', soltanto un sogno?" 
Hermione fissa il migliore amico con gli occhi disfatti dall'angoscia. Non vuole credere alle sue parole. Non vuole credere che Sirius sia in pericolo. È a Grimmauld Place, è a Grimmauld Place. Sirius è al sicuro. 
Ti prego. Ti prego, Sirius non te ne andare
. 

 




 
~●~



 



Questa coppia mi piace particolarmente e scriverci su è stato entusiasmante da un lato, limitante dall'altro. Non riesco a immaginare altri contesti in cui sviluppare una Sirius/Hermione senza uccidere il canon e per questo maledirei la Rowling! T.T
Sono andata a rileggermi tutte le parti del quinto libro in cui compariva Sirius per cercare di mantenerlo il più IC possibile, è  anche per questo motivo che i dialoghi tra lui e Hermione costituiscono discorsi "vuoti", perché non reputo questi personaggi capaci d'instaurare un legame confidenziale. 
Per quanto loro due mi piacciano insieme, credere che non possa esserci più che un semplice sfioramento reciproco è ciò che per assurdo me li fa piacere da morire! Questo "sfiorarsi" relativamente innocente è il "pulito" che rimane a Sirius, il "pulito" che vede in Hermione e che si realizza nel loro contatto (la felpa di Hermione è azzurra per simboleggiare il cielo e, per estensione, la libertà). Ho sempre pensato che in Sirius convivessero sia un vecchio che un eterno ragazzo; la famiglia odiata, i tradimenti e Azkaban l'hanno reso stanco e affaticato, dall'altro gli anni di prigionia hanno bloccato il corso della sua vita. Nel suo relazionarsi a Hermione, quindi, Sirius si comporta come farebbe a 21 anni, all'età in cui era rimasto fermo prima di perderne 12 in prigione, ma allo stesso tempo non è più il ragazzo che era davvero per via di ciò che ha patito. Ho cercato di mostrare come per lui Hermione rappresenti un appiglio e una fuga dal proprio passato. La conversazione tra lui e Hermione è volutamente incentrata su discorsi banali perché questi ultimi servono a mostrare il bisogno di Sirius di sentirsi una persona normale. Sirius parla del tutto e del niente per ricordare a se stesso che anche lui ha avuto una vita libera, un'adolescenza spensierata fatta di scherzi, e questo lo aiuta a evadere dalla triste realtà. Al tempo stesso i dialoghi neutrali, come ho spiegato prima, dimostrano che tra Sirius e Hermione non sia possibile instautare un rapporto di complicità, perché io li vedo troppo distanti per riuscirci. Al tempo stesso li ho voluti rappresentare invischiati in quest'attrazione reciproca, con una Hermione segretamente più coinvolta di lui. 
Spero che la storia vi sia piaciuta! 

Ah, i discorsi diretti presenti all'inizio della storia sono quelli che Molly rivolge a Sirius a Grimmauld Place, nel primo è presente una piccola modifica che ho apportato per evitare la ripetizione "Sirius", l'originale è: "Vorrei dire che sei noto per agire d'impulso, Sirius, ed è per questo che Silente [...]".

Grazie per aver letto!
  
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