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Autore: IlBellArmando    26/12/2017    6 recensioni
La prima volta di Bud Roberts sugli sci
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bud Roberts
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cacao ergo sum


Disclaimers: I personaggi JAG appartengono a Donald P. Belisario. Gli allegri compari de IlBellArmando li prendono a prestito per il tempo di questo fulmineo scherzo narrativo.
 
-Uno, due, tre… - si disse mentalmente Bud, mentre tratteneva stoicamente il fiato per tentare di far scavalcare alla zip le sue perigliose vette gastroduodenali - … quattro, cinque…
Ma no! Quell’orribile salopette da sci presa a nolo non ne voleva proprio sapere di serrarsi sulle sue membra opime. E dire che, nonostante avesse durato un bel po’ di fatica nella donchisciottesca impresa, era riuscito a scovarla nel più grande centro di articoli sciistici di Aspen: una taglia XXXL, lilla e trasudante gaiezza nei suoi elefantini a pois verdi e gialli, con una cerniera lampo della guerra di Corea che di fulmineo conservava oramai soltanto l’altisonante e corrusco sostantivo che la definiva. La commessa, una Pamela Anderson insciapìta, gli aveva fatto radiografia, TAC e RMN con un solo battito di ciglia e aveva sospirato in tonalità minore. Diagnosi istantanea: quel cliente era davvero un caso disperato. Ma l’occhietto vispo di Bud e il suo mood da cagnolino a caccia di conferme padronali avevano persuaso la prugna siliconata a battere gli sperduti e impolverati cantucci del magazzino per non spedire sulle piste il poveretto vestito d’una sola felpina dell’USN.
- Uff… ma quanto son cariati i denti di questa zip? - biascicò tra i denti il tenente nella neve. Ancora uno sforzo… e anche l’incipiente ginecomastia era alfin fasciata dallo scafandro imbottito.
Un’interminabile fila per lo skilift. Terribile per almeno due motivi: primo, perché al ritmo di smaltimento della coda, avrebbe fatto prima a inerpicarsi su a piedi per la salita che ad occhio aveva una pendenza del 40%; secondo, perché mentre la vita fugge et non s’arresta un’ora, Bud sente i suoi visceri ribollire, risonare, tonare. Una strizza orripilante ne’ diverticoli, sintomo patente della cacarella per quella prima volta in cui gli toccava discendere a valle su due precarie assicelle di chissà quali materiali conglomerati. Un sovrumano brivido gli galoppò lungo la colonna vertebrale: e se in quel momento topico avesse rovinosamente defecato nelle braghette testé noleggiate? Poscia, più che il timor, poté il gas e una vibrante tromba d’aria mefitica si propagò nell’aer circostante, diffondendo alternativamente le tonalità Tiziano e Botticelli tra le capigliature nel raggio di cinque chilometri.
“Tromba di chulo, sanità di corpo… chi non tromba più è bell’e mmorto”.
L’arguto e triviale detto toscano è piana chiosa alla soddisfazione che Bud sentì nascere in sé nel vedere le due ali di folla che si inchinavano di fronte alla potente manifestazione dell’intimo suo valore: essa si stampò gioiosamente e un po’ tronfiamente sulle sue guanciotte rubizze, rese ancor più brillanti dalla pungente aria montana. Ma l’impresa non s’era ancora compiuta: con l’agghiacciante terrore che il dispositivo trainante gli tranciasse di netto le pudenda, il neotenente Roberts agguantò lo skilift e, facendo mentalmente testamento dei suoi miserrimi averi e dettando al vento le estreme disposizioni per esequie e sepoltura al Cimitero Nazionale di Arlington, VA, giunse in vetta, all’inizio della pista. La dolce sua compagna, co’ capei d’oro a l’aura sparsi, sorrideva per incoraggiarlo. Per farsi core, lo sciatore neofita atteggiò il volto a un’espressione intenta determinata corrucciata, che sortì il solo effetto di farlo simile a uno gnomo stitico seduto sul trono Ideal Standard collezione 1998.
“Che fiero momento! Che barbara sorte!”
La discesa agli Inferi era iniziata, e non c’era verso di fermarla… Bud si vedeva già carambolare a valle in una palla informe, con quattro o cinque altri malcapitati infilzati a spiedino nei suoi sci.         
Quanto avrebbe preferito passarsela a casa a Rosslyn, al calduccio, con un bel tacchino e qualche trota salmonata in crosta, patate arrosto croccanti e polentina di mais al formaggio fritta nella sugna. Con la sua bella Harriet, ovviamente. Loro due soli soletti, nel loro primo Natale da sposini novelli. E invece nooo!
Solo sei mesi di matrimonio e Madame de Beaumont aveva preteso di fare di lui un perfetto genero. “Harriet, come ti è venuto in mente di sposarti uno che si chiama come il cane del Presidente?”. Il tinnulo di quell’ottavino amplificato gli martellava in zucca come una trapanata a tradimento. “Buddy, Buddy, re delle torte! Quand’è che ti metti a dieta? Vedi com’è bello il tuo superiore, così asciutto e muscoloso”. Bella forza, Harmon Rabb! Dal malleolo al bacino misurava come Bud tutto intero se si faceva la cresta con il gel extra strong. E poi non aveva il metabolismo lento e un’inguaribile attrazione verso le ciambelle, lui!!! “E non mettere i gomiti sul tavolo, Buddy! Non soffiarti il naso davanti a tutti, capito???”
Nella vorticosa scivolosa via ch’ei non scelse, il povero tenente Roberts sentiva la marea montante d’un rabbioso rammarico per le occasioni mondane a cui l’esecranda suocera lo aveva sottoposto per trasformarlo secondo le sue balenghe categorie di bon ton da frigidona irrancidita della noblesse danarosa della Louisiana.  
“Amami, Alfredooooo!”  
 Quella sera all’opera a sentire La Trovata era stata veramente il culmine. Quel poco che aveva capito, per intervalla stertendi, era che quell’Alfredo doveva essere un vero tonto: non sapeva fare nemmeno le fettuccine!
E ora, l’ultimo briciolo di serenità era vanificato, la sacrosanta settimana di ferie e di tradizioni familiari sacrificata sull’altare della vanità e dell’apparenza.  Gli era toccata tra capo e collo anche la vacanzina natalizia ad Aspen, in mezzo a tutti quei ricconi che sgommavano in SUV: ed ecco le ripetute metamorfosi da fedele ed eroico patriota ad anatroccolo in guazzetto di fanghiglia nevosa …
-Mi scusi, signora! – esclamò schivando l’ennesima sagoma griffata sul suo percorso.
-Pistaaaa!
Ormai non riusciva più a controllare quegli accidenti che aveva agganciati ai piedi; anzi, non sentiva più nemmeno il suo corpo, merluzzosamente surgelato com’era. Affranto, smanioso e in preda al panico più disorientante, chiuse gli occhi e si vide già stampato su un albero, a guisa di Willy il Coyote della miglior tradizione dei Looney Tunes.
-Bud, hai visto che non c’era motivo di brontolare tanto? Per essere un principiante, te la sei cavata alla grande!
Harriet, seduta vicino a lui a un tavolino del bar dell’hotel, cinguettava allegramente con la sua voce sopranile. Chissà da chi l’aveva presa… Il marito abbozzò un mezzo sorrisetto poco convinto. Poi sul suo volto si accesero tutti i raggi solari: era arrivato il cameriere con le loro ordinazioni.
Affondando il viso paffuto in una cuofana di cioccolata bollente coronata d’un mezzo litro di panna montana, l’eroe del giorno mormorò con schiettissimo amore che prorompeva copioso dal suo ventricolo sinistro: “CACAO ERGO SUM!”
 

Buon Natale a tutti!

 
  
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