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Autore: Dotta Ignoranza    28/12/2017    1 recensioni
{tratto da "The Chronicles of Spring"}
[MaratheXDorian]
"Il circolo dei Magi del Ferelden è solo un cumolo di macerie, sangue e dissacrante verità. Cos'è successo? Come mai tutto ciò è caduto così in rovina? Perché qualcuno ha permesso che ciò avvenisse? Dov'è il Creatore?
Dove sono i Templari? La chiesa e la sacra bontà della luce?
Non posso, non voglio rivolgere le responsabilità di ciò che è avvenuto verso gli altri, il destino ha voluto che il Tempio delle Sacre Ceneri venisse distrutto, il Creatore stesso ha voluto che questo Nuovo Mondo presentatomi davanti a me sia fatto di sconforto e disperazione. Tutto è giusto così, Marathe.
Posso solo dirmi questo, e ciò mi da forza."
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dorian Pavus, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Buon salve caro futuro lettore, prima di iniziare mi sembra doveroso farti giusto un paio di premesse così da non ritrovarti in alto mare durante la lettura. 

Quelle che seguono sono, per l'appunto, dei ricordi o dei pensieri vissuti in prima persona da parte di Marathe Carter, nonché mio personale OC ideato all'interno di una campagna originale inventata da un carissimo amico con l'ausilio del GDRcartaceo di DragonAge. Non sarà quindi una storia lineare, e sfortunatamente per te se ti troverai a leggerla, spesso non capirai alcuni passaggi o una serie di avvenimenti successi prima che hanno portato a quei pensieri.
Quindi la domanda che ti stai ponendo adesso è pure lecita: perché, Amanda, pubblichi una serie di riflessioni su un personaggio originale, all'interno di un mondo che conosco ma di cui le nuove vicende mi sono e saranno per lo più oscure? 
Bhe, la risposta è molto semplice amico o amica mio/a, mi andava di farlo. 
Ho da sempre fatto leggere questi scritti solo ai miei amici più fedeli, coinvolti chi più chi meno in prima persona all'interno di questa avventura, ma credo che il potere della condivisione sia qualcosa di M A G I C O, rimanendo in tema, quindi se deciderai di addentrarti nella lettura delle seguenti pagine spero vivamente che ti diverta e che un frammento dei nostri sogni possa allietarti la giornata.





 

 

"E alla fine dal mondo dei viventi
il creatore
generò l'uomo. Immutabile, come la sostanza della terra.
con un'anima fatta di sogno e di idea, di speranza e paura,
di possibilità infinite.

Poi il Creatore disse:
a voi, Miei secondogeniti, concedo questo dono:
nel vostro cuore arderà
una fiamma inestinguibile
divorante e mai sazia.
Dall'Oblio vi ho creati
e all'Oblio ritornerete
ogni notte nei sogni
affinché possiate per sempre ricordarmi.

Poi il Creatore sigillò i cancelli
della Città Dorata,
e li Egli dimorò, in attesa
di vedere le meraviglie
che i Suoi figli avrebbero creato."


 

Le mie parole vengono snocciolate una dopo l'altra come se fossero guidate da un filo invisibile, questo stesso filo invisibile che conosco bene come il Canto della Luce, donato a noi dalla nostra profetessa Andraste. 
Le dita strette a pugno su quello che rimane di quel povero e consunto altare di pietra grezza, lo stesso altare su cui per anni ho chinato il capo e chiesto ammenda per ogni mio singolo peccato, adesso, quello stesso altare è solo un cumolo di macerie. Circondato dai corpi mangiati dal tempo.
Il circolo dei Magi del Ferelden è solo un cumolo di macerie, sangue e dissacrante verità. Cos'è successo? Come mai tutto ciò è caduto così in rovina? Perché qualcuno ha permesso che ciò avvenisse? Dov'è il Creatore? 
Dove sono i Templari? La chiesa e la sacra bontà della luce?
Non posso, non voglio rivolgere le responsabilità di ciò che è avvenuto verso gli altri, il destino ha voluto che il Tempio delle Sacre Ceneri venisse distrutto, il Creatore stesso ha voluto che questo Nuovo Mondo presentatomi davanti a me sia fatto di sconforto e disperazione. Tutto è giusto così, Marathe. 
Posso solo dirmi questo, e ciò mi da forza. 
Mi guardo intorno, dico le mie preghiere ogni sera e ringrazio. Ringrazio per ciò che ho, ringrazio per ciò che posso avere giorno dopo giorno, e ogni giorno io poso i miei occhi sui miei compagni: sull'elfo malinconico, sul nano silenzioso, sulla maghetta spaesata, su mio fratello e su quel mago che viene da molto, troppo lontano.
Accuso una fitta nel centro dello stomaco mentre i miei pensieri vagano su di loro, annaspo fra le preghiere che ormai hanno lasciato posto ai miei pensieri, la madre superiora lo diceva sempre: "Marathe rimani concentrato quando reciti il Canto, non vagare nei tuoi sogni, che con quelli già ci pensi di notte e poi bruci le cose." Ah. Che deliziosi ricordi. 
Ad ogni modo, loro, i miei compagni sono la mia famiglia, non posso chiedere una famiglia migliore al Creatore, perché hanno tanta pazienza, mi conosco dopotutto, so come sono, so quanto posso essere petulante e fastidioso a volte. Eppure loro ci sono. 
Ci sono per una pacca, per un richiamo o semplicemente per aspettare il mio passo che di rado si fa più lento anche solo per osservarli perso nei miei pensieri. 
Ne stiamo passando tante, ne passeremo ancora molte, e so bene o male a cosa andiamo incontro in questa strada che ci stiamo costruendo insieme, non sarà facile, cerco di infondere in loro la mia sicurezza e la mia certezza che tutto andrà bene, che torneremo a casa, ci costruiremo una casa. Do a loro speranza, poiché già ho trovato in me la forza di averne, in realtà ho paura. 
Ho tanta paura.
Ogni volta che un mostro viene vomitato fuori dall'Oblio o da qualsiasi perversione di questo mondo, la mia tenacia vacilla. Le mie dita sudano e i miei occhi corrono a loro. 
Mi domando se insieme rivedremmo di nuovo la prossima alba, se potrò ridere ancora spensieratamente intorno a un focolare acceso, e questi pensieri si susseguono continui ogni volta che lancio una magia. 
Creatore perdonami, so che il dono fattomi è per il mio futuro, per il mio valore, ma non posso fare a meno di pregare ogni volta che sto per attingere a codesto dono fattomi da te in persona. So che le mie mani creano le fiamme per proteggere le persone che amo, so che il mio spirito è forgiato per permettere a tutti loro di vivere ancora un giorno in più su questo mondo, ma io ho sempre quel brivido che mi fotte il cervello, ogni volta che il mana scorre dalle dita alla punta del mio bastone: potrei ucciderli tutti. 
So come funziona se perdo il controllo, so cosa succede se apro l'oblio, forse è per questo motivo che quando succede a Castalia io la derido, la prendo in giro e la canzono, perché quando succede a me, io mi sento perduto. Non mi importa un cazzo di morire, la vita è momentanea ed è meravigliosa perché mortale, ma non potrei mai perdonarmi nemmeno nell'aldilà se fossi io la mano invisibile che recide le loro vite. 
Quindi ti prego, Creatore, ti prego, portali a casa.
Portali a casa tutti. 
Fai di me il tuo strumento. 
Io che mi sento ora più debole che mai, ora che mi sento in balia di questi sentimenti contrastanti, ho sempre voluto essere il migliore, essere l'unico e insuperabile, e adesso mi trovo a desiderare solo la vita per le persone a me care. 
Adesso che sto iniziando a scoprire questo strano sentimento che un po' mi piace e un po' mi terrorizza, nei miei pensieri è un brivido sottile, si insinua, striscia e mi accarezza facendo tremare di voluttà l'immaginario drago che dimora nel mio stomaco. 
Quel piccolo drago spinato che al solo incrociare gli occhi di Dorian fa un graffiante ruggito fra le pareti della mia pancia, è tremendo oh mio Creatore. È veramente tremenda questa sensazione, ormai non nascondo neppure agli altri l'attrazione che mi spinge verso di lui, ma sono così dannatamente confuso. Sapevo che prima o poi sarebbe successo, ma non adesso, non in queste circostanze e non con un Tevinter. Non ne parlo, non lo dico, ma sotto sotto ho paura anche per questo, ho studiato tanto abbastanza per capire cosa scrive la mia gente sui maghi del nord. Lui, a quanto ho potuto osservare silenziosamente, è ben integrato fra le mura di Skyhold, ma qui non siamo a Skyhold, questo viaggio non è protetto dalla mano verdastra dell'Inquisitrice.
Tutto però è così cheto, tutto però è così sottile, nessuno ci pensa, nessuno ci riflette e magari sono solo io che cerco di trovare l'unico difetto in lui, l'unico che sicuramente nemmeno esiste, poiché io sono stato il primo a propormi di imparare la sua lingua molte lune prima di conoscerlo. 
Eppure è qui che cade l'asino, Marathe. 
Il tuo voler trovare dei difetti in lui, per non accettare l'esistenza palese di questi sentimenti che nascono si crogiolano e si insinuano giorno per giorno nel tuo petto.
Già, nel mio petto, e di nuovo mi manca un battito, le mie dita stremano e le mie palpebre si stringono ancora più forti per ricacciare indietro quel nodo stretto al centro della gola. Il drago invisibile nel mio stomaco si gira di nuovo su se stesso e graffia facendomi salire un moto di nausea, conosco questa sensazione: è paura. 
Ho paura che tutto questo sia solo un gioco, un bellissimo, tragico, romantico ma pur sempre un gioco. Lui è sempre a suo agio quando mi tocca, quando mi stuzzica, quando mi bacia, sa sempre cosa fare e cosa dire, come se stesse giocando a scacchi. Io improvviso, sono un giocatore della domenica, emulo, rido, sdrammatizzo e scappo, cosa può trovarci in me uno come lui?
Conficco le mie unghie all'interno del palpo fino a sentire il caldo della carne viva. 
Non riesco nemmeno ad accettare di aver fatto un pensiero simile! 
Ma è la verità: è la mia paura più semplice e pura. 
Non essere mai abbastanza, non essere all'altezza, non meritarmi realmente ciò che sto provando, ciò che mi sta dando, io non merito. 
E proprio perché non lo merito, io sono solo un giocattolo, un bel giocattolo divertente, ma momentaneo e che presto, molto presto gli verrà a noia. 
Forse è per questo che non mi faccio toccare oltre una certa soglia, forse è per questo che scappo quando il mio corpo brucia, quando il sangue fluisce fra le cosce e il mio cervello si spegne, mi sento di rivivere il Tormento quando mi bacia sul collo, e lì è solo un attimo fra la consapevolezza e il tuffo nell'oblio.
Oh quanto è subdola la paura. 
Oh quanto è figlia di puttana la paura.
Posso vederlo materializzarsi davanti a me il demone della Paura. 
Il drago nel mio stomaco puntella gli artigli e ruggisce facendomi sbarrare gli occhi. 
Tiro un pugno dritto contro l'altare sentendo le mie nocche bruciare per colpa della foga del colpo. Ringhio fra i denti e punto crudele il mio sguardo sulla vetrata in frantumi davanti a me. 
Mi alzo di scatto e alzo gli occhi al cielo.
Ho giurato che mai avrei permesso a un demone di ostacolarmi, che mai mi sarei lasciato macchiare il cuore dal dolore del rimpianto. 
Okay, ho paura, lo so, la sento, è qui dentro di me, è qui intorno a me. 
Ma va bene così, va tutto bene così, cazzo.
Solo i pazzi e i bugiardi non hanno paura, la paura è sana, la paura ti illumina la strada giusta per te. Ho paura, e questo significa che è lì che sta aspettando la mia gloria. La mia vita.
Quindi ho scelto, ho scelto al pieno della mia consapevolezza, al pieno della mia paura, al pieno del mio essere, voglio lanciare il mio cuore oltre all'ostacolo e combattere.
Alla fine coraggio significa: agire di cuore. 
Faccio un segno a te mio Creatore, mi inginocchio per l'ultima volta e mi volto. 
Ora so cosa mi aspetta. 
So qual è la mia strada, e so dove io voglio andare. 
Orzzamar sarà solo una meta, ma noi torneremo a casa, riporterò tutti a casa e sarà meraviglioso, dopotutto devo assistere alle nozze di Capitano e dell'Inquisitrice, no? 
Quindi non c'è tempo da perdere in tentennamenti. 
Ripercorro il corridoio che mi separa dagli altri, scavalco i cadaveri degli innocenti e raggiungo l'atrio dove si è consumata la battaglia. 
Tutti dormono, tranne Varric, lui borbotta.
Mi avvicino, ci scambio due parole, lui mi chiede se sto bene. 
Sì, sto bene. 
Ora sto bene.
Cammino verso il gruppetto di persone rannicchiate contro al muro, Castalia è accoccolata contro il braccio di Jhonatan. Sigurn, Loin e Cassandra dall'altro lato, il mio sguardo, però, corre per ultimo su Dorian. Sorrido e respiro.
Il draghetto, come sempre fa la sua graffiante capriola facendomi mancare per qualche istante l'aria, va tutto bene. Accetto e vado avanti.
Mi siedo accanto a lui, osservo ancora un'ultima volta mio fratello e la mia migliore amica stretti insieme e allungo il braccio intorno alle spalle dell'altro mago, attirandolo contro il mio petto per farlo stare più comodo.
Nel torace ho una scarica di tamburi da guerra, ma non li ascolto, la mia unica preoccupazione in questo momento è che lui li senta e si possa svegliare, ma fortunatamente non accade.
Accarezzo i suoi capelli corvini un poco spettinati e sorrido, mi mordo il labbro inferiore sentendo il suo respiro caldo contro la pelle della gola, inghiottisco a vuoto reclinando in avanti il capo e passando così il naso fra quelle ciocche scure. È incredibile che nonostante tutto profumino ancora, e il suo profumo è buono, caldo e corrosivo che si distende come melassa sulle pareti interne del mio petto. Cola, cola fottutamente nello stomaco fino a ricoprire quel piccolo draghetto spinoso e lo ammorbidiscono. 
Uso il mio mantello per coprire il suo corpo e non fargli prendere freddo, la mia mano libera si stringe sul suo fianco opposto al mio e con una presa vagamente possessiva me lo attiro di più addosso. Sta dormendo, non si sveglia, o per lo meno finge di dormire, ma non importa.
Tutto è perfetto. Va bene tutto.
Faccio scendere il mio viso più in basso e adagio a fior di labbra un bacio sulla sua bocca, delicato e impalpabile come il primo che mi dette lui quella sera alla Taverna di Skyhold.
Assaggiò il suo sapore brevemente: è delizioso. 
Chiudo gli occhi, lo stomaco non fa più male, il draghetto dentro di esso fa docilmente le fusa dandomi una sensazione di pace e serenità che raramente ho provato prima d'ora.
Va tutto bene.
Tutto è perfetto così.


 

Ringraziamenti e Copyright

L'ambientazione e i personaggi ufficiali sono di proprietà Bioware, naturalmente.
Per le vicende extra narrate e le idee di trama si ringrazia il Master della relativa campagna (appena deciderà di diventare sociale, e con il suo permesso vi citerò il nik).
Tutti gli altri Oc sono invece proprietà dei loro relativi ideatori e giocatori.

Infine ringrazio tutti colori che hanno contribuito e contribuiscono a far crescere in me la voglia di sognare, fantasticare e scrivere, incoraggiandomi giorno per giorno a migliorarmi in questo mio appassionante hobby.


 

  
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