Anime & Manga > Caro fratello
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Autore: Miss_Moonlight    31/12/2017    3 recensioni
Con questo racconto, ho voluto proseguire il manga di Ryioko Ikeda, "Oniisama e" ("Caro Fratello"), dunque segue gli avvenimenti del fumetto, non quelli dell'anime (cartone animato).
Rei Asaka (Saint Just) pare essersi suicidata, mentre Kaoru Orihara è morta di cancro, due anni dopo il matrimonio con Takehiko Henmi e la loro partenza per la Germania.
La storia del manga era ambientata verso la fine degli anni Settanta, dunque, nel mio racconto, siamo negli anni Ottanta.
La pubblicherò a capitoli ma non farò attendere molto; ho finito il racconto, lo sto solo ricopiando a pc (dato che a me piace scrivere su carta :) )
Se qualcuno leggerà e ed avesse voglia di scrivermi un commento, mi farebbe piacere!
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Fukiko Ichinomiya, Mariko Shinobu, Nanako Misonoo, Rei Asaka, Takehiko Henmi
Note: Lime | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Threesome
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“Ahi!” Esclamò la signora Misonoo.
“Che succede, mamma, tutto bene?” Chiese Nana, accorrendo al bagno, dove sua mamma stava cercando di pettinarsi.
“Mamma… Sono solo cinque giorni che ti hanno tolto il gesso, dopo un mese di immobilità. Devi avere pazienza, te l'ha detto anche il dottore...”
“Sì, lo so, ma vorrei essere autonoma… Non posso continuare a dipendere da te e sovraccaricarti così.”
“Sto facendo solo il minimo... Dopo tutto quello che non ho fatto, negli ultimi anni, oltretutto.”
La signora Misonoo guardò sua figlia e sorrise, calorosamente.
Nana la aiutò a finire di prepararsi e la accompagnò all'ingresso.
“Buon pranzo, salutami la signora Yazu e la signora Kioko.”
“Grazie, tesoro. Di tutto.” Replicò la signora Misonoo ed aprì la porta, sobbalzando un poco, nel trovarsi di fronte una donna.
“Fukiko!” Esclamò Nana, molto sorpresa.
“Buongiorno, signora, sono Fukiko Ichinomiya, piacere di conoscerla, sono venuta a fare visita a Nanako. Ciao, Nana.”
“Prego, signorina, entri, si accomodi. – Rispose la signora Misonoo, facendosi da parte per far entrare l'ospite – Stavo uscendo. Arrivederci.” Si congedò, quindi, chiudendosi la porta alle spalle.
“Non mi aspettavo una tua visita… Posso offrirti qualcosa da bere?” Domandò Nana, facendo strada verso il salotto.
“No, ti ringrazio. – Rispose Fukiko, sedendosi su una poltroncina – Tua madre sta meglio...”
“Sì, è in fase di ripresa…”
“Ne sono contenta.”
Il clima emotivo, tra le due, era teso e la conversazione che ne scaturì, risultava secca, affettata.
Nana si era seduta di fronte all'altra, con le braccia incrociate sul petto e, accorgendosi della propria posizione di chiusura, le distese, appoggiandole sulle gambe.
“Tu come stai?” Mugugnò, quindi.
L'Ichinomiya teneva la schiena dritta, rigida. Inspirò profondamente, dal naso. “Sono stati giorni molto impegnativi...” Disse, quindi.
“Lo immaginavo.”
“È tornato Kenshim...”
“Ho immaginato anche questo...”
Fukiko non replicò.
Nana si guardò le mani, si morse le labbra, mentre l'altra la osservava.
Fu l'Ichinomiya a spezzare il silenzio: “Mi hai pensata?” chiese.
A Nana si formò un piccolo sorriso. *La sua sfrontatezza è diventata qualcosa di rassicurante…* Si ritrovò ad annotare mentalmente. “Certo – rispose – Ho pensato tanto ai giorni incantevoli passati a Londra… Ed a tutto quello che ci è successo, nelle ultime settimane… Ed a te.”
“Che intenzioni hai per il futuro, Nana?”
La domanda di Fukiko arrivò diretta e netta come un fendente.
Lo stupore si dipinse sul volto della Misonoo. “Co… cosa? A… A cosa ti riferisci?” Balbettò, mentre il suo cuore accelerò il ritmo dei battiti.
“Ora che tua madre si sta rimettendo – iniziò a spiegare l'Ichinomiya, con maestrale lucidità – non sei più vincolata a stare qui. Intendi restare?”
“Restare?! – L'essere basita di Nana si fece sentire nel tono della sua voce, più acuta ed alta dell'abituale – Io...”
Fukiko alzò gli occhi verso l'alto, spazientita. “Nana, dovrei annullare il mio matrimonio?” Chiese, quindi.
Alla Misonoo si oscurò la vista e cominciò a girarle la testa, come se stesse per avere un mancamento.
“Rinunciare al… Lady Miya...”
Fukiko teneva lo sguardo puntato su Nana, fissa in una postura ferrea, in netto contrasto con le parole appena pronunciate.
“...Cosa dici… Cosa dici… Non è possibile...” Sussurrò Nana, in modo confuso, scuotendo la testa.
“Ti dedicherai agli studi, non dovrai lavorare, provvederò io a tutto...”
“Che dici!!”
“Mi accompagnerai nei miei impegni, come a Londra… Saremo felici...”
Le lacrime cominciarono a scendere, copiose, sul volto di Nana.
Fukiko serrò i pugni, stringendo la stoffa della gonna color caramello che indossava.
Come la prima volta che l'Ichinomiya era stata a casa sua, Nana le si gettò ai piedi ma con spirito ed impeto completamente diversi.
“Non posso, non posso! – Esclamò, singhiozzando – Non posso, Lady Miya.”
Fukiko non si mosse, né scompose minimamente.
La giovane Misonoo piangeva, con il volto premuto sulle gambe dell'altra.
L'Ichinomiya non la sfiorò nemmeno. Continuava a guardare inespressivamente un punto imprecisato davanti a sé. “Perché?” Chiese.
“Non c'è posto dentro di me; tutto, ogni parte di me, è occupata da Saint Just.”

Meravigliosa Fukiko,
vivessi mille anni, dubito mi ricapiterebbe di incontrare un'altra donna come voi, come tua sorella e come te.
Io non sono niente di speciale ma l'aver avuto qualcosa di speciale con lei e con te… rende tale anche la mia vita.
Non so come prenderai questa lettera ma spero che arriverai fino infondo nel leggerla perché vorrei che tu sapessi quanto mi hai incantata, ammaliata, lusingata… e quanti, vari, sentimenti puoi far provare ad una persona.
Sono tornata nei luoghi della mia infanzia, invasa da un mal di vivere imperante e la morte del mio amato padre è stata, per me, come uno sparo su un cervo moribondo.
Poi, sei capitata tu… Tu, Angelo o Sirena, tu, Angelo e Sirena… Non dimenticherò mai la tua bellezza e la tua inaspettata tenerezza, né il sogno che abbiamo vissuto.
Hai creato una fiaba nel mio grigiore quotidiano… Una fiaba, Fukiko. Quello che abbiamo vissuto non è la realtà, è stata e sarà, la nostra fiaba.
Spero non mi odierai. Credo che la donna che ho conosciuto non odi; ama e sa perdonare… Anche se stessa – e l'ha insegnato anche a me. Dunque, ti dico GRAZIE, Lady Fukiko Ichinomiya, grazie per quello che mi hai insegnato e per il sogno che mi hai regalato.
Spero vivamente rimarrà anche un tuo bel ricordo.
Nanako

Seduta sull'aereo, accanto al finestrino, Nana rilesse la brutta copia della lettera che aveva spedito a Fukiko, prima di partire, poi prese il diario ed inizio a scrivere.

Cara me,
oggi mi chiamo “cara” davvero, sulla fiducia.
Oggi, guardo il cielo e le sue sfumature di grigi, blu e sprazzi di rosa e vedo la bellezza.
Oggi, sto tornando in Francia, per costruire qualcosa.
Per cinque anni non ho vissuto…
È curioso che la morte di mio padre – un padre che non mi aveva dato la vita alla nascita – mi abbia ridato la vita, ora.
Questo periodo, passato nella mia casa d'infanzia, tra le persone che erano state la mia vita, mi ha riempito lo spirito della linfa vitale che avevo soffocato.
Non potrò mai dimenticare il grande amore che ho vissuto per Saint Just.
In molti, forse tutti, diranno che devo andare avanti, superare le fantasie adolescenziali – ma non è così, non per me. Non potrò mai superare l'aver vissuto il momento tanto perfetto da valere l'infinito, che è il mio infinito, con Lei.
Nulla, nessuno, mai, eguaglierà il suo profumo
e mi tengo stretta il sogno di lei,
perché è più vivo di quanto non lo sia la vita vera.
Non voglio più, però, rinunciare a me stessa, né alle persone che amo.
Sto tornando a Parigi per costruirmi.
Finirò gli studi, mi tratterò meglio.
Non avreste voluto vedermi sprecarmi così, Saint Just e papà.
Sta per arrivare una nuova vita in famiglia…
Saresti felice, papà, di sapere che Takehiko è, ormai, un uomo, che sorride di nuovo e che le tue due famiglie sono diventate una sola… La mamma andrà a vivere in Germania, dal tuo primo figlio. L'avresti mai detto, papà?
La mamma vuole vendere la casa dove abbiamo vissuto i momenti più belli e, con il ricavato, aiutare Takehiko e me.
Non ho più voluto nulla per me… ma questo sembra giusto… Quel passato non c'è più e non può tornare.
Il passato non c'è più e non può tornare.
Ma c'è il bambino che sta per nascere, c'è Takehiko e la donna che gli ha riportato il sorriso… E c'è la mamma, che non deve essere lasciata sola e che vuole rendersi utile per la famiglia, come ha sempre fatto…
E ci sono io, che ho… tanta vita davanti.
Non “tutta”, perché tanto ho già vissuto ma non voglio più impedirmi di vivere ancora.
Sperare, sognare, gioire… È desiderabile. È possibile.

Nana chiuse il diario, un sorriso sulle labbra.

   
 
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