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Autore: Naomi Haruna Chan    03/01/2018    1 recensioni
[Attenzione!AU, OOC]
I nostri protagnonisti vivono in un mondo apparentemente normale, ma inrealtà in essa sono nascosti, fuori dalla portata di esseri umani normali, centinaia anzi migliaia di demono buoni o malvagi che siano. Ma c'era una parte di esseri umani, in quanto essi sono sacerdoti, monaci e serminatori. E quest'ultimi avevano stipulato un trattato di pace con i demoni, così in questo mondo regna la pace. Ma durerà a lungo? Nella viscere di un luogo sperduto un demone, anzi mezzo demone stava covando vendetta.
Genere: Azione, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Capitolo due 





Kagome si avviò verso l'uscita, dove vide le sue tre amiche che stavano ancora guardando qua e là, ma senza comprare niente. Le raggiunse dicendo:–Che ne dite di fare un salto anche in fumetteria?–
–Sì, perché no?–a parlare fu Sango che era appena spuntata da dietro uno degli scaffali.
–Sì, sì. Andiamo.– disse Ayumi trascinado la ragazza più vicina, ovvero Yuka, fuori con se; ma lei per tutta risposta disse –Ehi, guarda che cammino anche da sola– l'espressione che la ragazza aveva quando si accigliava era troppo buffa, infatti le altre si trattennero astento dal scopiar a ridere.
Così, dopo cinque minuti, le ragazze arrivarano in libreria alla ricerca di un bel manga da comprare.

Mentre da un'altra parte Miroku trovò l'amico in un angolo del negozio con in volto un'espressione indeducibile.
–Ehi, che ti succede?– chiese per attirare l'attenzione.
–Niente, solo che oggi ho visto qualcosa d'interessante– rispose riponendo il manga al suo posto e fece segno di andar via.
"Se lo dici tu. Ma io preferisco i dipinti ai manga." commentò mentalmente credendo che si riferisse al fumetto, per poi seguirlo fuori.

Il giorno dopo, ovvero il primo giorno di scuola, Kagome e Sango si alzarono alle sei per fare una "breve" corsa mattutina di quaranta minuti, era una loro abitudine lo facevano tutti i giorni, anche se non tutti i giorni si svegliavano a quell'ora, durante i giorni feriali scuole si alzavano un po' più tardi. Dopo la corsa una veloce doccia prima di far colazione, questa era la loro routine.
Alle 7:45 le due ragazze presero gli zaini e dopo aver salutato i genitori si avviarono a scuola, le due scuole che frequentavano erano molto vicine, praticamante la scuola media era di fronte alla nuova scuola superiore che è stata trasferita lì, perché la vecchia struttura fu stata distrutta dopo un presunto terremoto. "Sì certo un terremoto che distrugge solo un edificio? Come no! Se questo è la verità allora io sono la regina Elisabetta I d'Inghilterra" questo fu il commento di Kagome quando qualche mese prima lesse la notizia sul giornale Tokyo information; lei sospettava infatti che dietro a tutto ciò ci fossero i demoni.
Arrivati a scuola videro le tre amiche di Kagome che le vennero incontro.
–Ehi, eccovi.– a parlare fu Yuka.
–Ci stavamo appunto chiedendo quando sareste arrivate– aggiunse sorridendo Eri.
–Beh, eccoci qua. Ci cercavate?– –Sì e no, direi che è più corretto dire che cercavamo Sango–
–Io?– domandò confusa la castana.
–Sì, proprio tu– disse Ayumi fissandola con gli occhi spalancati –ci chiedevamo se volessi, che so, prendere un gelato dopo la scuola così ci racconti come è studiare alle superiori.–
–Okay– accettò un po' perplessa.
–Ragazze, siete strane– commentò Kagome guardandole sollevando un sopracciglio, mentre quelle rendendosene conto scoppiarono a ridere.

In classe Kagome si sedette nella penultima fila nel banco accanto alla finestra. Le piaceva quel posto, perché da lì si vedeva il parco su cui venne costruito la scuola che frequenvava Sango da quel giorno in poi e che lei presto frequenterà. La corvina pensò a ciò che era successo prima, era anche lei curiosa di sapere come cambierà la scuola alle superiori, sarà veramente così spaventosa come dicevano alcuni insegnati? No, lei non ci credeva. "Che mai sarà? Non potrà essere tanto peggiore" la stava paragonando alle medie. Si perse nei suoi pensieri finché la professoressa non entrò seguita da una ragazza con i capelli neri a caschetto che portava una fascia rossa con un fiocco in mezzo, aveva una carnagione molto chiara, talmente che si poteva paragonarla al colore delle pareti. Quando l'insegnante raggiunse la cattedra tutti si alzarono in segno di saluto per poi risedersi e lei disse:–Allora, quest'anno avrete una nuova compagna di classe– e poi passò la parola alla ragazza, la quale aveva appena scritto il proprio nome alla lavagna.
–Ciao a tutti, io sono Yura.– solo questo aveva detto e dopo un inchino si diresse verso l'unico banco libero in ultima fila dalla parte opposta a quella di Kagome. Quest'ultima sentiva che c'era qualcosa di strano in lei, ma non sapeva cosa, così continuò a fissarla quando Ayumi le sventolò una mano davanti.
–Ehi, Kagome, tutto ok?–
–S-sì, solo che mi sembra d'averla già vista da qualche parte ecco tutto.– rispose rifferendosi a Yura.
–Ehm... Magari ti sei sbagliata, la prof. ha detto che è arrivata in città da solo un giorno.–
Kagome sembrava rifletterci un po' per dire poi:–Forse hai ragione– da come lo diceva non ne sembrava molto convinta, ma non aveva neanche il tempo di pensarci ultriolmente, perché la professoressa aveva iniziato la lezione di matematica e lei doveva fare attenzione se voleva capire per bene e due ore passarono con lei che prendeva appunti dimenticandosi delle sue preoccupazioni.
Al suono della campanella per la ricreazione la ragazza nuova si alzò dal proprio posto e si diresse verso Kagome e le tese una mano:–Yura, piacere–
La corvina un po' perplessa le prese la mano presentandosi –Kagome, piacere mio– forse aggiunse mentalmente e spiccicando un sorriso, di nuovo quella sensazione. Questa ragazza non era normale, c'era qualcosa che non andava, ma cosa? Prima di poter dare una risposta al proprio quesito, Yura la prese per un braccio e la trascinò con sè dicendo:–Dai, fammi da cicerone che sono appena arrivata.– e prima che Kagome o una delle altre ragazze potessero dire qualcosa erano già arrivate sulla soglia della porta. Yura uscì e, tenendo sotto braccio Kagome, si diresse verso destra, scese le scale, poi a sinistra fino ai bagni per poi svoltare e arrivare alla porta che portava al coltile dietro la scuola. Non aveva affatto bisogno che Kagome le facesse da guida, il che la rese ancor di più sospettosa, cosa voleva questa ragazza da lei? Ma soprattutto chi era? Ma ancora una volta i suoi pensieri furono interrotti, perché Yura la trascinò dietro nella parte in cui c'erano molti alberi. In coltile solitamente non ci andava quasi nessuno e quello era uno di quelli in cui non ne vedevi manco l'ombra e nella testa di Kagome suonò un campanello d'allarme simile al "senso di ragno" che aveva Spiderman.
"Oh, no!" pensò mentalamente e subito dopo vide Yura tirare fuori dai suoi stivali neri un pugnale e si scagliò contro Kagome, la quale la schivò per un pelo. –T-tu, s-sei una d-demone.– riuscì a dire Kagome balbettando, non per lo spavento, ma piuttosto perché non se lo aspettava, solitamente i demoni sono si camuffano per venire a frequentare una scuola di umani, qualcosa non andava in tutto ciò, ma di una cosa però ne era certa: era qualcosa che centrava con lei, altrimenti non si sarebbe presa la briga di trascinarla fuori così e lasciare che scoprisse la sua identità.
–Sì, esatto– rispose lei estraendo la lama dalla corteccia dell'albero in cui si era inficcata quando aveva agredito la corvina.
"Meno male che sono riuscita a schivarla, altrimenti..." pensò Kagome per poi scuotere la testa mentalmente "Non è il momento di pensare a questo. Devo trovare il modo si fuggire."
–Complimenti per l'averlo capito, ma ora è tardi ormai.– continuò la demone e si scagliò una seconda volta sulla ragazza che prontamente cercò di scansarsi, ma questa volta l'agressore aveva aumentato la velocità e le ferì il braccio sinistro da cui scorse il suo sangue di un rosso intenso e cadde seduta per terra. Kagome mise subito una mano sulla ferira e contorse le labbra per il dolore, cominciava ad avere paura, non s'immaginava che fosse tanto veloce. La sua velocità, grazie a tutte le corse mattutine, era nettamente superiore a una normale ragazza e contava su quello per poter scappare via, per questo non si era spaventata, era certa di riuscire a scappare. Non aveva immaginato che aveva sottovalutato la velocità di quel demone, cosa doveva fare adesso? Cominciava ad avere paura, ma si disse che doveva calmarsi, perché il panico peggiorava solo la situazione, così le aveva insegnato il patrigno, lui diceva che quando si era in difficolta contro un demone si doveva assolutamente mantenere la calma o altrimenti non saprai nemmeno come moristi. Così si rialzò in piedi, prese fiato e chiese determinata:–Cosa vuoi da me?–
–Ehm... devo dire che sei veloce, sei riuscita a schivare ben due miei colpi, complimenti, nessun umana ci era riuscito prima d'ora.– incominciò ignorando volutamente la domanda che l'era stata fatta e con un tono di voce molto calmo, come se si stesse prendendo un tè con le amiche –Però questo non ti salverà, ma potrei anche pensare di darti una risposta, tanto oggi perirai per mano mia.– fece un sorriso gentile, se non fossero in quella situasione, si potrebbe dire che lei era una demone amichevole.
–Ebbene vuoi sapere il perché? Allora ti accontenterò, ma prima– e con un gesto della mano libera, apparvero dei fili neri, che se guardati bene si poteva capire che erano in realtà dei capelli, con essi la demone creò una trappola di fili, da ciò Kagome ipotizzò che fosso una demone dei capelli –così dovrebbe andare– disse tra sè e sè e poi rivolgendosi alla sua preda –Sai com'è? Voglio assicurarmi che tu non fugga.–un altro sorriso come quello di prima, ma l'umana non potè far a meno di rabbrividire.
"Adesso come faccio?" si chiese mentre scrutava attorno a sè per trovare una via di fuga. La vide alla destra di Yura un buco tra i capelli grande abbastanza perché lei evadesse da lì "Trovata! Lì è perfetto, adesso devo solo aspettare che si distragga un attimo. Devo prendere tempo."
–Dunque mi chiedevi cosa voglia da te.– iniziò a parlare mentre camminava verso una pietra alla sua sinistra per poi sederci sopra, era a tre metri da Kagome, mentre l'uscita era a un metro e mezzo, poteva farcela, doveva solo aspettare un momento di distrazione della demone e sarebbe stata fuori da lì. –Beh, io voglio la sfera dei quattro spiriti.–disse con nonchalance.
Cosa? La sfera dei quattro spiriti? Ma non era quella di cui mi parlava il nonno? La ragazza si annotò mentalmente che non appena sarebbero finite le lezioni sarebbe andare a fare una visitina al tempio.
–Ma non è solo una favoletta per bambini?– domandò poi Kagome con falso interesse.
–No no no, non lo è affatto. La sfera esiste da secoli e secoli.– iniziò a spiegare –Ma dopo La Grande Guerra scomparve e adesso è ricomparsa e qui entri in gioco tu, mia cara, in quanto detentrice di essa.– e la indicò con un dito.
"Cosa? Io?Comunque sia non è il momento di essere curiosi! Chiederò tutto più tardi al nonno. Adesso devo ruscire a scappare da qui."
–Uh, che unghie!– le guardò –Dovrei andare fare la manicure.–
"Adesso!" corse verso sinistra, attraversò quei fili.
–Dove credi di andare!– accortasi della fuga si alzò e con un gesto delle mani le mandò i capelli contro, l'aveva presa per una caviglia, la corvina perdendo l'equilibrio cadde a terra. Era stata presa e non riusciva a liberarsi, non ne aveva il tempo. Da lì a poco la demone l'avrebbe uccisa. La sentiva, quella sensazione sgradevole che non sentiva da tanto: percepiva il suo cuore battere più forte e con essa aumentava anche la pressione del sangue, dal braccio ferito colava più sangua, aveva tutta la manica destra e la mano sinistra pieni di sangue, quei secondi erano lunghi, tanto che parevano anni, ma lei sapeva che non era così, lo sapeva perché l'aveva già vissuta un'esperienza simile. Chiuse gli occhi rassegnandosi al destino, questa volta era davvero finita, perché questa volta non verrà papà a salvarla...
"Non devo aver paura" si disse "dopottutto La morte non è altro che l'inizio di una nuova avventura."
Così con gli occhi chiusi aspettò la lama che l'avrebbe trafitta dando fine alla sua vita, ma quella non arrivò e anche la stretta alla caviglia si rallentò. Piano piano riaprì gli occhi per vedere cosa era successo. Yura era pallida, il suo volto era più bianco di pochi secondi prima e senza lasciare che Kagome potesse capire cosa fosse successo, lei corse via.
Cercò di alzarsi da terra, faceva fatica, era ancora scossa per l'accaduto e si accorse solo in quel momento che stava tremando, per cui non riuscì nel suo intento, ma subito dopo si sentì afferrare da dietro –Ce la fai?– quella voce: dolce e rassicurante. L'aveva salvata Lui. Erano anni che non sentiva la sua voce. 《Oni-chan!》 la ragazza scoppiò in lacrime gettandosi addosso al fratello maggiore, il quale le avvolse le proprio braccia attorno a lei come per proteggerla e le accarezzo i lunghi capelli neri e lisci rassicurandola –Vattutto bene, ora ci sono io–.










Angolo dell'Autrice:
Oni-chan dovrebbe significare fratello maggiore, semprr se si scrive così. Quindi ecco qua il fratellone di Kagome! E arrivati fin qui è il caso che vi dica che ho modificato l'età di alcuni personaggi per "essigenze di trama".
Inuyasha: Sì, come se non la decidi tu la trama!
Haruna: shshsh, zitto! Non farti sentire!
Inuyasha: beh, direi troppo tardi.
Haruna: Ah, va beh. Comunque è veramente per esigenze di trama, per la mia trama.
Allora, vi è piaciuto questo capitolo, beh io spero di sì, so anche che con le descrizioni so na frana, quindi abbiate pietà di me!!! ahaha.
E visto che ci sono qualcuno è disposto/a a farmi da beta? (sul Forum non sono riuscita a trovarr nessuno T.T)
Detto ciò, vi saluto e spero trascorriate delle bella vacanza.

   
 
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