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Autore: Eevaa    03/01/2018    9 recensioni
...perché Kaarot, del resto, era l'unico che avrebbe potuto capirlo veramente, era l'unico il quale, per altri motivi, stava subendo il suo stesso identico destino. E, proprio come lui, aveva un'altra vita intera da vivere, da scrivere. Per un attimo, per qualche breve secondo, provò compassione per quell'uomo così come l'aveva per se stesso.
Erano entrambi sulla stessa barca e, volenti o nolenti, avrebbero dovuto cominciare a remare.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Goku, Vegeta | Coppie: Goku/Vegeta
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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PREMESSA:

Questa storia è ambientata nel futuro sulla linea temporale di Dragon Ball GT, esattamente quindici anni dopo la sconfitta dei draghi malvagi. Non sono mai stata una grande fan di questa saga ma ho voluto sfruttarne il finale per scrivere qualcosa di alternativo, lontano da tutto ciò che è successo nel passato. Il fatto di voler ambientare questa storia così distante nel tempo mi ha permesso di creare un futuro del tutto nuovo senza però intaccare quello che è accaduto in precedenza.
Le cose sono notevolmente cambiate dopo la partenza di Son Goku con il drago Shenron: la pace regna sovrana sulla Terra, molti personaggi sono cresciuti, alcuni sono scomparsi, altri sono completamente diversi da come li ricordiamo e ciò che è accaduto durante questi anni verrà svelato piano piano attraverso i ricordi dei protagonisti. Il loro vissuto influenzerà il loro modo di agire, di comportarsi, di pensare.
Quello che accadrà, invece, è ancora un mistero...
Vi auguro buona lettura!
 
Disclaimer:
Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte dell'universo di Dragon Ball sono di proprietà di Akira Toriyama© e Toei Animation©. 

Non concedo, in nessuna circostanza, l'autorizzazione a ripubblicare questa storia altrove, anche se creditata e anche con link all'originale su EFP.

I diritti della fanart in copertina non mi appartengono.
Nessun copyright si intende violato.

 
 
 

 

 

 

-AFTER ALL -
CAPITOLO 1 - ANDATA E RITORNO


- Atto I -

 

Un vestito blu. Un abito dai drappi color ciliegia tipico della tradizione orientale, il viso contornato dai capelli grigi disposti ordinatamente dietro le orecchie, solo un velo di rossetto lucido e una polvere rosa sulle guance che sembrava darle un aspetto più vivo, anche se di vivo non si poteva certo parlare.
Sarebbe stato il suo ultimo vestito, quello che l'avrebbe accompagnata in un regno maestoso che in passato, seppur per poco tempo, aveva avuto l'occasione di ammirare. Era bellissima esattamente come il giorno del suo matrimonio, delicata come una pesca, la pelle rilassata e gli occhi chiusi in un eterno riposo.

Il sole di maggio, luminoso e piacevolmente tiepido, rendeva quella veglia meno straziante del dovuto. Un gazebo sotto un albero in fiore raccoglieva una ventina di persone in abiti scuri; c'erano tutti, proprio tutti. Beh, almeno quelli che erano rimasti.
Il canto degli uccellini accompagnava le lente parole commosse di una donna dai capelli neri la quale, con voce tremante, si sforzava di non cedere. Avrebbe dovuto farlo per suo padre e per suo zio, oltre che per il piccolo esserino dai capelli neri e foltissimi in braccio a suo marito. Era lieta che suo figlio fosse riuscito a conoscere la bisnonna e che ella, anche se solo per un paio d'anni, avesse potuto amarlo come da tempo immemore non era stata in grado di fare. Fortunatamente Goku Jr era troppo piccolo per poter comprendere appieno cosa stesse succedendo ma quando, con paroline confuse, le aveva domandato come mai la bisnonna fosse sdraiata a dormire in una scatola di vetro e nessuno la stesse svegliando, le era venuta una stretta al cuore.
Guardò suo figlio dall'alto del patio e, dopo aver inghiottito un boccone amaro, continuò l'omelia con estrema forza d'animo, ricacciando indietro le lacrime che avrebbe lasciato andare in un altro momento, da sola, a letto.
«... perciò nonna Chichi è sempre stata una donna forte, ed è così che dobbiamo ricordarla: come una vera guerriera» concluse finalmente Pan, accartocciando il foglietto che teneva tra le mani; si era persino dimenticata di guardarlo, non le era mai piaciuto attenersi alle cose scritte.
Sua nonna meritava un memoriale venuto dal cuore, improvvisato al momento, non qualcosa inciso su carta per non perdere il segno. Chichi se n'era andata in una notte tiepida di maggio, nel sonno, il suo cuore oramai anziano non le aveva dato il tempo di salutare nessuno. Forse era stato meglio così, quantomeno non aveva sofferto a lungo. Pan si passò una mano tra i capelli neri - i soliti di sempre tenuti ordinati e pari alle spalle - poi scese dal patio e camminò nervosamente in mezzo alla folla. Non badò agli occhi compassionevoli con i quali tutti la stavano squadrando e si posizionò di fianco all'uomo che aveva preso per marito cinque anni prima. Lui le sorrise e non seppe che dire: era ovvio che fosse stata coraggiosa ed estremamente tenace a riuscire a parlare davanti a tutti senza versare una lacrima; ogni parola sarebbe stata inutile e così, con il braccio libero, la cinse per la vita e l'avvicinò a sé e a quel bellissimo bambino dai capelli sbarazzini che teneva senza fatica appoggiato ad un fianco.
«Nonno! Giochi?» si lasciò sfuggire Goku Jr - il quale era stato sin troppo paziente fino a quel momento - tendendo una manina verso l'uomo a lato sinistro di suo padre. Il nonno si girò brusco e fece cenno con il dito di fare silenzio, lasciando che gli occhi celesti del piccolo venissero contornati da un'espressione imbronciata. «Goku, stasera a casa potrai giocare con nonno Vegeta, ora non è il momento» lo ammonì Pan.
Il piccolo, annoiato, mantenne il broncio senza però più fiatare fino alla fine della cerimonia funebre. Trunks sorrise, posizionò suo figlio più comodamente contro al petto e annusò i suoi capelli corvini dandosi la forza per sopportare di nuovo una situazione così straziante; i fiori di ciliegio, i pianti silenziosi, lo sguardo vuoto di suo padre che non era mai stato bravo a esternare i sentimenti. Sperò solo che finisse alla svelta per poter tornare a casa con Pan e stringerla quanto bastasse per consolarla almeno un poco, e magari togliersi quella dannata maschera da uomo forte che papà gli aveva insegnato a indossare.


Quando la cerimonia si concluse le persone si allontanarono silenziose dal gazebo per salutarsi. Bra fu la prima ad andarsene, veloce come il vento, salutando a malapena il padre e il fratello. Come biasimarla, dopo quello che era successo poco meno di un anno prima?
Oramai c'erano facce che si rivedevano solo ai funerali e ai matrimoni; ognuno aveva la propria vita, una vita normale, come quella di tutti i terrestri. Il male era stato sconfitto da quindici anni e non era più tornato - almeno quel tipo di male che aveva messo a repentaglio il pianeta Terra.
Non vi erano stati più attacchi alieni, mostri feroci, cyborg spietati o draghi malvagi, solo vita quotidiana, fatta di gioie e, purtroppo, dolori comuni a tutti. Mai se lo sarebbe aspettato, Vegeta, di poter vivere il resto della propria esistenza in totale tranquillità, affrontando drammi comuni alla popolazione della Terra. Un tempo era certo che sarebbe morto in battaglia affrontando un nemico più forte di lui, oppure di concludere i propri giorni conquistando pianeti e portando avanti una stirpe di valorosi guerrieri. Beh, sull'ultima aspettativa ci aveva preso in pieno: suo figlio era forte da fare invidia a tutti gli altri smidollati di quel pianeta, sua figlia era stata persino in grado di mandare in fin di vita - con tutte le ragioni - il secondogenito di Kaarot e, per finire, il suo nipotino - la gioia più grande negli ultimi anni (nome da idiota a parte) - sarebbe diventato il combattente più forte di tutti. Ne era certo.
Quello che il piccolo Goku Jr chiamava "giocare" non era altro che un precursore della lotta vera e propria; egli si divertiva a parare i piccoli colpi inferti dal nonno Vegeta e quest'ultimo subiva gli attacchi del bambino, talvolta anche piuttosto dolorosi.
«Papà, che fai, vieni a casa con noi per cena?» domandò Trunks nel frattempo che Pan salutava i suoi genitori e lo zio, ancora molto scossi dalla cerimonia.
Vegeta aggrottò le sopracciglia e rifletté sul da farsi. Era dall'inizio dell'omelia che provava un senso di inquietudine, ma proprio non sapeva spiegarsi il perché. O meglio: un sospetto ce l'aveva, ma lo reputava impossibile e bizzarro.
«No, ci vediamo più tardi» gracchiò il Principe, voltando le spalle al figlio. Forse ciò di cui aveva più bisogno era passare un po' di tempo da solo a riflettere.
«Nonno! E gioco?» chiese il piccolo Goku Jr. Aveva due grandi occhi celesti come quelli del padre - come quelli della sua splendida nonna Bulma.
«Stasera, dopo cena».
«Nooo! Subitooo!» brontolò come solo lui sapeva fare, irritando il Principe solo per qualche istante. Con il tempo Vegeta aveva imparato a domare la rabbia e l'istinto da guerriero senza scrupoli, soprattutto con il nipote - cosa che non era mai stato in grado di fare con Trunks.
«Un bravo guerriero deve saper aspettare» lo ammonì Vegeta. Si voltò nuovamente per incrociare lo sguardo del piccolo e questi ricambiò con la stessa espressione corrucciata. Se c'era una cosa che aveva ereditato dal nonno, questa era di sicuro la testardaggine. Pan aveva sempre ammirato Vegeta in cuor suo, ed era molto fiera che il bambino avesse preso parte del carattere da lui ma, quando giungeva il momento dei capricci, ella non risparmiava di rinfacciare a Trunks quale fosse l'origine di cotanta cocciutaggine.
Rassegnato, il piccolo Goku Jr volse lo sguardo verso la madre e, dopo essere stato salutato da tutti, si lasciò trasportare comodamente dal padre in volo, diretto verso la Capsule Corporation - casa sua.
Pan si era trasferita nella Città dell'Ovest subito dopo il matrimonio con Trunks, lasciando così la dimora dei genitori. Questi ultimi l'avevano presa bene, tutto sommato, sebbene fosse la loro unica figlia; erano contenti che si fosse sposata con un bravo ragazzo, una persona fidata e apprezzata.
Goten e Marron si erano inoltre trasferiti accanto a loro da poco, e Gohan e Videl sarebbero diventati presto zii di una meravigliosa bambina; di certo avrebbero avuto ben da fare. Inoltre Pan e Trunks andavano spesso a trovarli. Il piccolo Goku Jr li aveva resi due nonni felici e amorevoli, e li avrebbe aiutati a superare quel triste momento.

Nessuno di loro era realmente cambiato negli anni, nonostante qualche ruga di troppo. Gohan si era reso conto che stesse invecchiando proprio grazie al suo non essere al cento per cento un Saiyan: i suoi capelli non erano più corvini come un tempo: un colore piacevolmente brizzolato si stava diffondendo tra la sua ancora folta chioma. Videl era splendida come sempre, si teneva in forma e aveva imparato persino a curarsi. Portava di nuovo i capelli corti, poiché si era resa conto che la lunga treccia non era più adatta ad una cinquantenne - o almeno così c'era scritto sulle riviste patinate che ogni tanto le arrivavano per posta.
I coniugi Son camminarono abbracciati l'un l'altro, seguiti dalla bella Marron e il suo compagno Goten, il quale non aveva proferito parola durante tutta la durata della cerimonia. Egli non aveva affatto cambiato look e, nonostante avesse varcato da poco la soglia dei quaranta, non avrebbe mai smesso di atteggiarsi e acconciarsi come il ragazzino di un tempo; questo a Marron non dispiaceva e lo seguiva alla perfezione nella ricerca di sembrare eterni adolescenti.
Goten continuò a guardarsi indietro mentre percorreva il vialetto acciottolato che collegava le loro case al piccolo gazebo in cui si era svolta la cerimonia. L'ultima cosa che Goten avrebbe voluto sarebbe stata lasciare sua madre lì da sola a riposare al tramonto in una bara di vetro, ma ben sapeva che la sua fidanzata aveva bisogno di cure ed attenzioni, oltre che di riposare: Marron era appena entrata nel nono mese e ogni momento sarebbe stato buono per dare alla luce la loro bambina.
Il corpo di Chichi sarebbe stato portato a far cremare il giorno dopo e le sue ceneri sarebbero state sparse sotto al melo secolare che aveva accolto il primo incontro tra lei e il suo amato Goku, moltissimi anni prima. La morte improvvisa non le aveva lasciato tempo di scrivere le ultime volontà, ma i suoi figli la conoscevano come le loro tasche, erano sicuri che fosse ciò che più avrebbe desiderato dopo la dipartita.
 

 

Il tramonto fece colorare il cielo di giallo e rosa, poi di arancione, rosso e viola, sino a spegnersi all'orizzonte con un tuffo dietro le alte montagne. E fu proprio lì, sulla vetta più alta, che Vegeta aveva deciso di meditare a gambe e braccia conserte, gli occhi chiusi e il respiro lento e regolare. Non aveva fame - e ciò era a dir poco strano per un Saiyan - e la sensazione di morsa allo stomaco che l'aveva colpito dall'inizio della cerimonia non accennava ad attenuarsi. Inspirò profondamente per poi buttare fuori quanto più ossigeno poté, come per liberarsi di un peso che gli invadeva il torace. Una smorfia amara gli increspò le labbra, proprio non riuscì a rilassarsi in nessun modo e capì che la meditazione non sarebbe servita a un bel niente se non a fargli perdere del tempo prezioso. Decise così di ritornare a casa per mantenere la promessa fatta al nipote ma, proprio mentre si stava accingendo a raccogliere tutti i pezzi per ricomporre la sua anima frustrata, avvertì qualcosa che lo fece sobbalzare.
I dubbi che erano andati ad accumularsi nella sua mente si fecero improvvisamente certezze.

Spalancò gli occhi in uno sguardo di odio puro e, con un ringhio profondo, si mise a sfrecciare come un proiettile verso valle. Annullò la propria aura per essere certo di non essere scoperto, correndo come una gazzella tra i cespugli di quel luogo dimenticato dagli Dei. Percepì il cuore danzare all'impazzata all'interno della gabbia toracica - ma non per la fatica, non per l'elevata velocità con la quale stava procedendo. Ed eccolo lì, appena fuori dagli alberi, il gazebo circondato da lampade cinesi disposte per non rendere l'ultimo riposo di Chichi troppo oscuro.
Stando ben attento a non effettuare movimenti bruschi e non spezzare rami, Vegeta balzò fuori dai cespugli e atterrò con leggiadria felina sull'erbetta umida dell'imbrunire primaverile. Passo dopo passo il respiro si fece ancor più irrequieto, così come il tremore che aveva sorpreso le sue giunture possenti. Si avvicinò al gazebo senza però salire subito i gradini che l'avrebbero portato all'interno, sbirciando con fare losco.
Nulla. Solo una bara di cristallo e tanti fiori di ciliegio, proprio come quando aveva lasciato quel luogo.
Sospirò rumorosamente, maledicendosi per essere stato così paranoico da credere che fosse successo davvero. Girò i tacchi con estrema frustrazione soffiando tra i denti aria di sconfitta ma... eccola di nuovo, imperterrita e testarda, quella sensazione di stretta allo stomaco che lo fece bloccare. Quella volta non avrebbe potuto sbagliarsi, non c'era alcun dubbio sul fatto che non fosse solo in quella radura.
Si girò prepotentemente senza sbattere le palpebre ed eccolo lì, colto con le mani nella marmellata, impalato di fronte alla bara di cristallo.
Non gli sembrava vero, eppure era proprio lui.


 

Continua...

 

 

ANGOLO AUTRICE:

Buongiorno a tutti miei cari lettori / lettrici! Dopo più di due mesi dal finale di Dragon Ball GA - Game of Ages, sono tornata con una storia del tutto nuova e completamente diversa dalle precedenti (dalle avvertenze potrete anche capire il perché!). Spero tanto di non deludere le vostre aspettative! Non ho mai scritto nulla di simile e vi giuro che mi sto divertendo un mondo, ho già un sacco di capitoli pronti per essere pubblicati.
Veniamo dunque al sodo: pubblicherò un capitolo a settimana, ogni mercoledì (salvo imprevisti).
Spero davvero che questo inizio abbia stuzzicato un poco la vostra curiosità... perché ne vedremo delle belle! Fatemi sapere cosa ne pensate :) sono troppo contenta di essere tornata!
Vorrei infine ringraziare pubblicamente cinque persone in particolare: FairyCleo che mi ha fatto scoprire questo genere e che con il suo modo di scrivere mi ha ispirata. Andate a leggere i suoi capolavori, non ve ne pentirete! The Big Dreamer che mi ha dato preziosi consigli, e mi ha incoraggiata a continuare a scrivere questa storia. Summer_Moon che con i suoi deliri mi ha sempre fatto ridere e mi ha sempre fatto venir voglia di andare avanti. Kamehamegoku che non ha mai mancato una recensione nella mia vecchia storia e Fandoms_Are_Life che sta traducendo in inglese per me Dragon Ball GA! Spero davvero che anche questa storia possa piacervi!
Un abbraccio a tutti,
 
Eevaa
  
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