A volte la
vita può giocare
brutti scherzi, come essere diversa in un mondo formato da gente tutta
uguale,
specialmente le ragazze: tutte snob, precisine e soprattutto viziate
proprio
come le principesse nelle favole. Ella sapeva che nonostante provasse
ad
integrarsi tutti la respingevano per la sua diversità e
anche per la sua classe
sociale. Ella proveniva da una famiglia molto povera, infatti
quest’ultima era
riuscita a frequentare uno dei migliori collage d’America
grazie ad una borsa
di studio, però appena varcata la soglia di quella
prestigiosa scuola capì che
quello non era il posto adatto a lei e più andava avanti e
più se ne rendeva
conto. Riuscì nei mesi successivi a farsi notare come
studentessa prendendo i
voti più alti, facendo rosicare i ragazzi che nonostante
pagassero fior di
quattrini non ricevevano quelle valutazioni tanto alte. Si
può pensare che le
sue disavventure siano finite qui ma non è così
perché c’erano due ragazze
Anastasia e Genoveffa che l’avevano presa di mira, si
divertivano a chiamarla
“Cenerella” a causa dei suoi abiti sporchi di
cenere perché lavorava come
“donna” delle pulizie verso una famiglia e molte
volte si ritrovava a pulire il
caminetto. Ella nonostante tutto continuò la sua vita tra
alti e bassi senza
mai scoraggiarsi, fino al giorno del ballo della scuola, un evento che
tutte le
ragazze aspettavano con ansia anche la giovane Ella perché
per una sera voleva
essere come quelle ragazze che odiava tanto ma che infondo invidiava un
po’.
Però sapeva anche che non ci sarebbe potuta andare, non
aveva le possibilità
economiche per comprarsi un vestito degno per quella serata speciale.
Tre
giorni prima però si ritrovò sopra il letto un
bellissimo vestito celeste, gli
ricordava molto i vestiti che si leggevano nelle fiabe, non sapeva da
dove
provenisse ne di chi fosse ma due iniziali le fecero intuire subito il
proprietario, “E.R” Edith Ruth era il nome di sua
madre. Grazie a quel vestito
aveva la possibilità di andare al ballo e ne fu felice tanto
da urlare di
gioia, pensò anche che non le importava se ci fossero state
Anastasia e
Genoveffa perché quella sera era solo per lei.
Così alla fine arrivò il
fatidico giorno, Ella cominciò a prepararsi, si
lasciò i grandi boccoli d’orati
sciolti e si mise addosso il suo fermaglio porta fortuna, era a forma
di
folgore ed era un regalo del suo defunto padre, la portava tutti i
giorni
dandole coraggio quando ne aveva bisogno. Ad accompagnarla era stata
sua madre
con il suo vecchio furgoncino, Ella sapeva che sua madre era molto
entusiasta
per la sua decisione infatti cercò di dargli dei consigli su
come fare colpo
sui maschi, consigli che secondo la ragazza erano inutili
perché sapeva già che
non gli avrebbe mai sfruttati a causa della sua
“nomea” di nerd però non voleva
distruggere l’entusiasmo di sua madre così fece
finta di ascoltarli. Scese dal
furgoncino facendo attenzione a non sporcare o rovinare il vestito e si
diresse
verso le porte che la dividevano dalla sua meta ma poco prima
andò a sbattere
contro qualcuno che per sua sfortuna era il capitano della squadra di
football con
dei suoi amici. L’unica cosa che poteva fare in quel momento
era scusarsi ma a
quanto pareva quello scimmione solo muscoli non voleva proprio saperne
anzi
cominciò ad avvicinarsi alla ragazza in modo minaccioso e
proprio quando tutto
sembrava finito uno dei ragazzi li presenti fermò il
capitano, così Ella prese
la palla al balzo ed entrò nell’edificio davanti a
lei senza notare lo sguardo
che gli aveva rivolto il suo “salvatore”. Appena
entrata rimase subito a bocca
aperta per la bellezza di quella grande sala piena di postazioni bar
dove si
poteva prendere ciò che volevi, piena di festoni di ogni
genere, piena anche di
postazioni da DJ e soprattutto piena di gente. Ella
incominciò ad avviarsi
verso il centro, si guardava intorno spaesata, per lei era tutto
così nuovo e
strano. Stava molto attenta a dove metteva i piedi perché
aveva rischiato di
cadere diverse volte a causa del vestito ed a causa delle persone che
spingevano.
Arrivata ad un tavolo le sue gambe la portarono subito a sedersi su una
sedia,
dopotutto lei non era abituata a portare i tacchi per così
tanto infatti i suoi
piedi le stavano chiedendo pietà. Passò svariati
minuti da sola a contemplare
la bellezza della festa quando ad un certo punto sentì una
mano sopra la spalla
ed una voce che gli sussurrò:
-cosa
ci fa una ragazza tutta sola nella sera del ballo ?-
Ella
sussultò nel vedere il proprietario della voce, il ragazzo
che l’aveva
salvata prima si parò davanti guardandola negli occhi con
uno sguardo
penetrante che solo pochi hanno.
-e
cosa ci fa un ragazzo tutto solo nella sera del ballo ?- lo
ribeccò di
rimando
-comunque
io mi chiamo Ella-
il
ragazzo gli porse la mano per invitarla a ballare
-so
esattamente chi sei Ella Ruth- lo disse attirando la ragazza a se
Ella
si stupì subito di quel gesto ma si stupì ancora
di più del fatto che la
conoscesse.
-però
c’è una cosa che reputo ingiusta- una piccola
risata riecheggiò in quel
piccolo mondo che si erano creati. anche il ragazzo rise di rimando,
sapeva che
lei voleva sapere il suo nome
-sentiamo
giovane donzella cosa la tormenta ?- anche lui cominciò a
scherzare
capendo il gioco di lei
-tu
sai chi sono io ma io non so chi tu sia giovane cavaliere-
voleva
rimanere al gioco, non si divertiva così tanto da molto
tempo e poi quel
ragazzo la incuriosiva
-mi
chiamo David, David Blue-
i
loro occhi si incrociarono per un secondo ed entrambi sentirono il loro
cuore
battere all’impazzata così David decise di
prendere la situazione in mano
portando entrambi al centro della pista per ballare. I due ragazzi
passarono
tutta la sera a ballare, ridere, scherzare ma soprattutto a conoscersi
sotto
gli occhi di Anastasia e Genoveffa verdi di invidia. Entrambi si
sentivano bene
insieme. Ad un certo punto della sera uscirono nel parcheggio mano
nella mano e
si sedettero su una panchina.
-sai
mi sono sempre chiesto perché porti ogni giorno quella
molletta sopra la
testa-
era
sempre stato curioso di sapere il perché e forse quella sera
tale
sentimento sarebbe stato placato una volta per tutte. Ella prese
l’oggetto in
questione e lo mise nelle mani del ragazzo
-questo
è un regalo di mio padre prima che lasciasse me e mia madre
da sole-
il
suo sguardo mentre parlava non era triste anzi si poteva dire che era
sognante. David si stupì nel vederlo, quella ragazza era
veramente forte e
fuori dal comune, ogni cosa che faceva la distingueva dalle oche che
conosceva
lui. David preso da un momento di eccitazione cominciò ad
avvicinarsi alla
ragazza stupendo quest’ultima poi le loro labbra si unirono
in un bacio che
entrambi bramavano tanto. Le emozioni circolavano nelle vene di
entrambi senza
mai fermarsi, in quel momento non stavano sentendo niente intorno come
se
fossero stati chiusi dentro una campana di vetro, era sensazione nuova
per
entrambi che portò ad un altro bacio e poi ad un altro
ancora. Si staccarono
alla fine a causa di un clacson che suonava nella loro direzione,
voltarono lo sguardo
all’unisono e notarono il furgoncino della mamma di Ella,
quest’ultima per
l’imbarazzo scattò subito in piedi
-è
mia mamma, scusami devo proprio andare-
corse
via senza neanche accorgersi che aveva lasciato la sua amata molletta
nelle mani di David ancora seduto sulla panchina con
un’espressione molto
confusa. Nei giorni successivi Ella non riusciva a concentrarsi come
voleva,
era sempre con la testa fra le nuvole e si comportava in modo strano,
anche sua
madre aveva notato lo strano comportamento e le continuava a chiedere a
cosa
fosse dovuto ma Ella rispondeva in modo molto vago perché
non voleva che sua
madre sapesse che lei pensava sempre e solo a David. Durante la sera
del ballo
lei aveva capito che lui non frequentava il suo stesso collage quindi
non
poteva neanche incontrarlo per caso. Però un giorno, circa
un mese dopo la famosa
sera, all’uscita da scuola una voce la fece destare dai suoi
pensieri
-come
va giovane donzella ?-
da
quanto stava aspettando quel momento ?non lo sapeva neanche lei ormai.
Appena i loro sguardi si incrociarono il mondo intorno a loro si fermo
e ogni
dubbio che pervase entrambi scomparve definitivamente.
-perché
sei qui Blue ?-
non
poteva fare altro, le sue gambe non le permettevano nessun movimento.
Lui
fu’ il primo a muoversi portando la sua fronte contro quella
di lei
-dovevo
ridarti la tua amatissima molletta e poi dovevo fare questo-
e
finalmente ci fu’ nuovamente il divorarsi delle loro labbra
in un bacio che
sapeva di amore ma non di quello stupido che solo due ragazzini possono
provare
ma sapeva di amore quello vero che si prova solo quando sai che hai
appena
trovato la persona della tua vita ed è così che
si sentivano entrambi in quel
momento: felici.
Hola piccoli e grandi lettori devo dirvi che questa storia è una prova per vedere se questo genere piace oppure no quindi vi consiglierei di scrivermi una piccola recensione per dirmi cosa ne pensate e soprattutto se ne vorreste altre di questo genere. Vorrei anche dirvi che ho in serbo per il 2018 molti lavori che mi stanno piacendo molto quindi vi consigli di restare attivi.