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Autore: tospeakortodie    05/01/2018    2 recensioni
Oh, quanto desideravi urlare, ma non parole. Un urlo vero, un urlo così forte che ti avrebbe squarciato le corde vocali.
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rabbia.

 

Accecante e dolorosa rabbia.

 

Ricordi ancora i vecchi tempi quando venivi assalito da essa. Un tremito forte e violento. Improvviso.

 

Era come se non avessi mai avuto il controllo del tuo corpo. La tua bocca si muoveva prima che il tuo cervello potesse accorgersi che non stavi parlando, no, stavi urlando.

 

Oh, quanto desideravi urlare, ma non parole. Un urlo vero, un urlo così forte che ti avrebbe squarciato le corde vocali.

 

La corda del violino si è rotta, scusate, lo spettacolo è terminato.

 

Perché cazzo non urlavi quando avresti potuto farlo? 

 

Forse saresti stato meglio.

 

E invece no! Te ne stavi lì, seduto sul letto, a prenderti tra le mani tremanti la testa, a premere con le dita sulle tempie.

 

A volte pensavi come sarebbe stato fracassare il tuo stesso cranio. Stringere sempre di più, stringere, stringere, stringere, finché pezzi di cervello non avrebbero decorato le mura della tua stanza.

 

E invece no!, non l'hai fatto. O almeno, non con la tua. L'hai fatto con un'altra testa. 

 

Quella puttana di tua zia ti aveva urlato contro, per la millesima volta.

 

Così, quella volta, avevi pensato a te e alla tua irrefrenabile rabbia: avevi preso quella graziosa e tenera testolina, oh sì, e l'avevi sbattuta contro lo spigolo del mobile più e più volte finché crack!, quella non era più una testa.

 

Vedere tutto quel sangue, vedere la distruzione che avevi attuato con le tue stesse mani, lo definisti bellissimo. E lo fu davvero. Tutta la bellezza del mondo si racchiudeva lì, in quell'istante, in quella testa spappolata e nel sangue schizzato a farle da corona.

 

Nessuno avrebbe mai potuto capire. Nessuno avrebbe mai potuto eguagliarti, e questo gli altri lo sapevano, ed è per questo che ti urlavano contro. Avrebbero voluto essere come te, consci di quella bellezza divina, non più rinchiusi in tristi completi dai colori smorti.

 

Ma non importa.

 

No.

 

Perché ora tu sei libero. 

 

Libero di provare quell'accecante e maledetta rabbia, e di urlare più forte che puoi.

 

Tanto saranno solo cinque mura bianche ad accogliere quel grido.

 

E dovrai farlo prima che gli Uomini Schiavi vengano a calmarti. Prima che spengano la tua fiamma, il tuo Io.

 

 La testa di tua zia ti sorride ancora, fracassata, in fondo alla stanza. Quella troia vorrebbe ancora sgridarti, ma non può più, non può non può non può.

 

Nel frattempo la tua più cara amica è venuta a trovarti di nuovo.

 

La Rabbia.

 

Pronta ad accoglierti nuovamente fra le sue braccia e a rinnovare la promessa del vostro rapporto eterno.

 

 

 

Nota dell'autrice: Non so come sia potuta uscire questa flashfic dalla mia mente, so solo che mi sono messa a scrivere ed avevo perfettamente davanti a me le parole che avrei voluto usare. Adoro scrivere questo genere di "storie", e sentivo il bisogno di spegnere per un po' i miei pensieri attraverso la scrittura. Spero di aver caratterizzato bene il personaggio. Fatemi sapere cosa ne pensate e, se vi garba, passate a leggere le altre mie storie.

 

A presto,

Mary

   
 
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