Fanfic su artisti musicali > Nightwish
Ricorda la storia  |      
Autore: Lady Vibeke    26/06/2009    9 recensioni
Sei bicchieri di vodka. Quattro vuoti, due pieni a metà. Musica jazz di sottofondo. Le tre in punto di una notte post concerto come tante altre. Migliore, forse, una di quelle da ricordare, ma che finirà dimenticata, come tutte le altre.
I ricordi non hanno più senso. Si perdono in spirali vuote di ceneri e fumo, sciolti in una pioggia che da troppo tempo cade incessante senza lavare via alcun dolore.
Mani bianche su vetro, labbra stanche bagnate dall’alcol. Due paia di occhi si scrutano e si chiedono se quello che c’è da dire ferirebbe la gola nell’essere pronunciato.
“Non sei stanco?”
Genere: Malinconico, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nota dell'Autrice: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo.

__________________________________________________________________________________



Sei bicchieri di vodka. Quattro vuoti, due pieni a metà. Musica jazz di sottofondo. Le tre in punto di una notte post concerto come tante altre. Migliore, forse, una di quelle da ricordare, ma che finirà dimenticata, come tutte le altre.

I ricordi non hanno più senso. Si perdono in spirali vuote di ceneri e fumo, sciolti in una pioggia che da troppo tempo cade incessante senza lavare via alcun dolore.

Mani bianche su vetro, labbra stanche bagnate dall’alcol. Due paia di occhi si scrutano e si chiedono se quello che c’è da dire ferirebbe la gola nell’essere pronunciato.

“Non sei stanco?”

La voce di lei è limpida, chiara, musicale. Gli posa una mano su una spalla, ma lui china il capo.

“Sono solo le tre.” Risponde. Sa che la stanchezza a cui si riferisce lei è ben altra, quella profonda e silenziosa che da anni lo sta logorando, ma fa finta di niente. Lo ha sempre fatto. È così che si costringe a sopravvivere.

Lei tenta un sorriso.

È bella. Così bella…

Non è alta, ma ha un fisico asciutto e femminile. Una carnagione pallida come la luna, capelli scuri, lunghi, lisci, e occhi verdi come l’acqua.

Si chiama Senja Hämäläinen, ha ventisei anni, e da otto mesi, dopo l’abbandono di Anette, è la nuova vocalist dei Nightwish. Si è affezionato in fretta a lei, nonostante tutto. La ama ed è certo che non sia un amore di riflesso per ciò che lei gli ricorda, perché l’amore che prova per lei è quello puro e semplice di un fratello.

L’ha incontrata per caso, un pomeriggio d’inverno di circa un anno fa. Prima ancora di vederla, ha sentito la sua voce. Stava canticchiando fra sé una canzone degli After Forever, ed era perfetta. Poi lei si è voltata, e lui l’ha vista.

Ancora adesso, ogni volta che la guarda, il suo cuore per un attimo cessa di battere. Perché Senja non sarebbe così bella se non fosse così simile a quella ferita aperta che lui ha nel cuore.

L’ha voluta per questo: per il dolore che averla accanto gli provoca. Credeva di essersi già punito in tutti i modi possibili per le proprie scelte, ma poi ha incontrato lei, e ha capito che il fondo non lo aveva ancora toccato.

“Molla questa roba.” Gli ordina Senja, strappandogli il bicchiere dalle dita. Lui non ha volontà. La lascia fare senza nemmeno sollevare gli occhi.

Lei si sfila di tasca una banconota da venti euro e la lascia sul bancone, poi lo prende per mano e lo esorta ad alzarsi.

“Su, avanti,” Lo strattona, lo costringe a tirarsi su, poi lo fa appoggiare a sé, il suo braccio attorno alle spalle. “Ti accompagno di sopra.”

L’hotel è grande, lussuoso, freddo. Lui la segue con l’arrendevole mollezza con cui seguirebbe il proprio carnefice fino al patibolo. Non gli importa dove stanno andando. È conscio che comunque non arriverà mai da nessuna parte.

Vorrebbe piangere, adesso, mentre si trascina con lei attraverso il corridoio deserto, solo perché sarebbe il momento giusto per farlo.

Il sostegno di Senja è solido, determinato, e sa di affetto sincero. E di rispetto. Lui si aggrappa a lei per non cadere, eppure sente di inciampare ogni volta che i loro sguardi si incontrano. Gli risveglia dentro troppe debolezze.

“Sono passati cinque anni,” gli sussurra Senja all’orecchio, mentre lo aiuta a sedersi sul letto, poi prende posto accanto a lui. “E tu sei ancora su quel palco, a stringere quella mano senza riuscire a lasciarla andare.” È preoccupata. Si è presa cura di lui fin dal primo giorno, ignorando i suoi modi distaccati, la sua distanza. “Sei ancora lì, alla fine di tutto.”

Lui non risponde. Il suo sguardo è vacuo, fisso avanti a sé. Ha paura che se apre la bocca, ne uscirà un singhiozzo.

Senja lo abbraccia. Capisce. Lui abbandona la testa sulla sua spalla e chiude gli occhi. Vorrebbe morirci, in quell’abbraccio, morire tra un paio di braccia che gli ricordano quelle in cui così spesso si è sentito veramente vivo.

Ma è tutto finito, ora. È tutto passato, cancellato, e ciò che resta non è che un pallido riflesso di luce sul presente.

L’Era è finita. La gloria, la serenità, la soddisfazione, la gioia… ha perso tutto, quella notte di cinque anni fa, ed è stato lui a rinunciarvi.

Per che cosa, nessuno lo sa. Lui stesso se lo domanda ogni notte, ma il buio non gli ha mai concesso risposte.

“Hai aspettato per una vita intera,” Mormora Senja, mentre gli accarezza i capelli. “E sei sempre stato solo.”

Lui la sente, la compassione. Sente che lei prova pena per lui, ma non dice niente. Vuole solo dimenticare. Dimenticare soffocandosi in una languida memoria.

Mille promesse in mille canzoni, mille parole strappate e gettate nel vento. Mille note, mille sussurri, mille sospiri, e si chiede se siano mai stati ascoltati.

Senja lo culla, senza aspettarsi reazioni. Fradicio di apatia, lui ascolta le sue verità e si lascia tagliare dalla loro durezza.

Niente che non sappia già, ma sente che non finirà mai di imparare.

“Stai ancora aspettando, non è vero?” La voce di Senja lo sfiora sul viso. “Hai voluto tu che finisse, ma la stai ancora aspettando. Non hai mai smesso di aspettarla”

Lui tace. La sua mente è nebbiosa e qualcosa gli brucia nel petto e negli occhi.

Non è rimasto amore in lui. Non ha occhi per vedere il paradiso che ha accanto. La sua ora deve ancora giungere, e lui sarà…

Tuomas glielo ha promesso. Glielo ha giurato, e così sarà, sempre.

Il suo voto resta eterno. Anche se l’ha voluta lontana.

Forever yours.

Anche dopo la fine.

 

__________________________________________________________________

 

A/N: beh, credo ci sia poco da dire. Avevo questa ispirazione triste e ho buttato giù questa oneshot piccina piccina, di nuovo con Tuomas come protagonista. In caso non fosse sufficientemente chiaro, la dolorosa presenza incombente cui si fa spesso riferimento è ovviamente Dio Tarja, non Anette.

I commenti sono sempre apprezzati, penso che chiunque lo sappia, quindi spero ne lascerete uno. ;)

Le due frasi in grassetto sono tratte dalla splendida Forever Yours, proprietà esclusiva dei Nightwish e, nella fattispecie, del genio di Tuomas Holopainen. Idem per il titolo.

   
 
Leggi le 9 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Nightwish / Vai alla pagina dell'autore: Lady Vibeke