Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Hiddlesthug    07/01/2018    2 recensioni
[AU!Ereri | Parent!Levi] [+20.5k words]
Il piccolo supermercato in cui Eren lavora si trova di fronte ad una scuola materna, ed in un noioso pomeriggio autunnale osserva i genitori attendere il suono della campana per poter abbracciare i propri figli.
La sua attenzione viene attirata da un uomo rimasto fin'ora in disparte dagli altri genitori, e dalla bambina che corre fra le sue braccia.
`
Dal secondo capitolo:
“Quante volte ti ho detto che non devi allontanarti da me quando siamo fuori casa? Se lo fai un'altra volta ti verrò a prendere a scuola col passeggino.” la rimprovera il padre, indifferente all’espressione terrorizzata comparsa sul viso della piccola.
“Ormai sono grande per il passeggino, ho quasi cinque anni!”
“Ne hai fatto quattro lo scorso mese.” precisa il padre ed Eren scoppia a ridere, non riuscendo più a trattenersi.
“Cosa trovi di così divertente, moccioso?” domanda Levi e se uno sguardo potesse fulminare qualcuno, Eren sarebbe già polvere.»
Genere: Angst, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Eren Jaeger, Hanji Zoe, Levi Ackerman, Mikasa Ackerman, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Little Titan Market



 

È un ventoso pomeriggio di metà settembre, ed Eren sbadiglia annoiato mentre osserva i bambini correre fuori dalla scuola fra le braccia dei propri genitori o dei nonni, che li hanno attesi pazientemente mentre chiacchieravano tra di loro.

La sua attenzione viene attirata da una bambina che corre fra le braccia di quello che dev'essere il padre, fin'ora rimasto in disparte dal resto dei genitori. È lo stesso uomo che, con il suo completo elegante in un netto contrasto con i vestiti casual delle persone, aveva già attirato la sua attenzione: per tutto il tempo è rimasto in disparte osservando con un'espressione annoiata il telefono in attesa del suono della campana, ma quando sono iniziati ad uscire i primi bambini l'ha subito posato, in attesa di vedere il bambino o la bambina che aspettava. Quando una bambina con i capelli legati in due simpatiche codine gli corre in contro, la solleva facilmente stringendola a sé ed Eren sorride notando il cambiamento di comportamento dell'uomo. E sorride ancora di più quando vede la bambina cercare di liberarsi dall’abbraccio del padre, che però sembra non avere intenzione di lasciarla andare così facilmente.

Li segue con lo sguardo mentre attraversano la strada e si fermano davanti l'ingresso del supermercato, mentre l'uomo cerca di far salire la bambina nell'auto che era lì parcheggiata. Adesso che sono più vicini, nota che i capelli della bambina sono rossi come il fuoco, in netto contrasto con quelli neri come la notte dell'uomo.

Uomo che si è appena voltato, ed Eren ringrazia il fatto che i vetri della porta d'ingresso siano oscurati, altrimenti sarebbe stato scoperto mentre lo fissava. 

Purtroppo per Eren, sale in auto e dopo poco sparisce dalla sua vista.

Sospirando, passa alla cassa i prodotti di un'anziana cliente, chiedendosi se vedrà di nuovo quell'uomo che ha attirato la sua attenzione.

Le sue speranze non sono state vane perché nei seguenti giorni, sempre con largo anticipo al suono dell’ultima campanella del giorno, quell'uomo torna a prendere la bambina. A volte aspetta in auto mentre altre vicino l'ingresso della scuola, ma non parla mai con nessuno degli altri genitori a lui vicini, dedicando tutte le sue attenzioni solamente alla bambina.

 

~

 

È un freddo pomeriggio di inizio novembre, e Levi sta aspettando che la figlia esca da scuola con un cappello ed una sciarpa in mano: le temperature si sono abbassate all'improvviso, e non vuole che alla bambina venga il mal di gola o la febbre.

“Papà!” lo chiama la piccola, correndogli incontro e facendosi prendere in braccio. “Mi sei mancato tantissimissimo!” esclama gettandogli le braccia al collo e stringendolo forte, abbracciandolo.

“Devi per caso dirmi qualcosa, Akiko?” domanda Levi alzando un sopracciglio e mettendola giù.

“Soltanto che sei il miglior papà del mondo!” sorride la bambina in tono adulatorio, facendo sbuffare divertito il padre: ha lo stesso carattere sfacciato della madre, pensa mentre le mette la sciarpa.

“Anche tu sei la miglior figlia del mondo.” le dice, decidendo di assecondarla per vedere dove vuole arrivare e qual è il suo obiettivo.

“Lo so! E non pensi che per questo io meriti un premio?” domanda la bambina fingendo un sorriso innocente, e Levi deve sforzarsi con tutte le sue forze per non scoppiare a riderle in faccia.

“E cosa vorresti per premio?”

“Che mi porti là!” risponde Akiko, voltandosi ed indicando il piccolo supermercato alle proprie spalle.

Levi si volta e fissa stupito quel supermercato la cui insegna porta il nome di ‘Little Titan Market’: perché sua figlia vuole andare in quel supermercato, dal nome tra l'altro così stupido?

 

~

 

Eren sussulta quando la bambina lo indica, trattenendo il fiato quando poi il padre si volta a fissarlo. ‘Non stava indicando te, stupido!’ pensa, scuotendo la testa e prestando attenzione alla cliente che lo ha chiamato più volte.

Distratto dall’anziana signora che ha chiesto il suo aiuto per prendere un pacco di spugne in uno scaffale troppo alto per lei, non vede la bambina entrare trascinando dietro di sé il padre. Sente solo una vocina dire “È questo, me lo regali? Mi piace tanto tanto taaanto!” e sorride, nel sentirla ripetere più volte quanto desideri quell'oggetto.

 

Dopo essere tornato alla cassa e salutato la cliente, prende il telefono per rispondere ad i nuovi messaggi nella chat di gruppo con i suoi amici, ma sente un cliente posare qualcosa sul rullo della cassa. “Buongi-” sorride posando il telefono, ma le parole gli muoiono in bocca quando incrocia lo sguardo del cliente.

“Forse volevi dire ‘Buona sera’, visto che è pomeriggio ed è quasi buio!” sorride la bambina davanti a lui, salvandolo ed impedendogli di fare la figura dell'idiota davanti gli occhi del padre. Perché non riusciva a distogliere lo sguardo dagli occhi di quell'uomo che nell’ultimo mese ha sempre guardato da lontano e da dietro un vetro,  ma che adesso è poco distante da lui. ‘Da vicino è ancora più bello!’ pensa Eren.

“Sii educata Akiko.” la rimprovera il padre, che però sorride divertito. “Devi sempre dare del lei a chi è più grande di te, anche se è una persona stupida.”

“Ehi!” esclama offeso Eren, sorridendo però quando vede il sorriso che l’uomo rivolge alla bambina. “Questo è per te?” le domanda.

"Sì, me l'ha regalato il mio papà!" esclama contenta, afferrando il peluche di stoffa e stringendolo a sé.

“Diciamo che non mi ha lasciato altre alternative: o glielo compravo, o avrebbe messo il broncio fino a quando non glielo avrei comprato ugualmente.” precisa l'uomo, porgendo dei soldi al commesso.

“Hai fatto bene.” dice a bassa voce Eren alla bambina, coprendo la bocca con una mano e fingendo così di non poter essere sentito dal padre, che osservava scena alzando un sopracciglio.

“Lo so!” esclama la bambina imitando il ragazzo e avvicinando una mano al viso, ridacchiando.

“Come si chiama?” le domanda Eren, piegandosi e appoggiandosi alla casa per raggiungere l'altezza della piccola.

“Akiko.”

“Non ti ha chiesto come ti chiami, ma come si chiama il peluche.” le spiega il padre.

“Ah...” sussurra la bambina, fissando il bambino di stoffa che tiene in mano un paio di occhiali. “Credo lo chiamerò... Felix!” risponde stringendo poi il peluche.

“È un bellissimo nome.” sorride il commesso.

“Grazie... Tu come ti chiami?” domanda la bimba, rendendosi conto di non conoscere il nome del commesso così gentile e simpatico.

“Eren.” risponde il ragazzo.

“Grazie Eren!” sorride la piccola Akiko.

“Okay, adesso andiamo a casa. Si sta facendo tardi, e cu sono tante cose da fare.” le dice il padre, prendendola in braccio. “Saluta il commesso.”

“Ciao Eren!” lo saluta sventolando la manina mentre il padre si dirige verso l'uscita, ricordando però all'improvviso una cosa. “Aspetta papà!” esclama all'improvviso, facendosi mettere giù e correndo verso il commesso. “Non ti ho detto come mi chiamo!” esclama.

“Ti chiami Akiko, giusto?” le sorride Eren.

"E tu come fai a saperlo?" domanda sorpresa.

"Me l’hai detto prima tu, e prima ancora il tuo papà.” le spiega sorridendo.

"Sai anche il suo nome?"

“No, il suo nome no.” risponde il ragazzo, cercando di ignorare lo sguardo dell'uomo e di sembrare il più naturale possibile, come se non volesse conoscere il suo nome di quell'uomo e quanto più possibile su di lui. 

“Lui si chiama Levi!” esclama la bambina, soddisfatta di avergli detto qualcosa che ancora non sapesse, tornando poi dal padre che la fissa ad occhi spalancati.

“Non puoi dire il mio nome a chiunque!” la rimprovera l'uomo. “Il proprio nome è una cosa person-"

“Oh andiamo.” lo interrompe Eren. “Non sei mica Voldemort, si può pronunciare il tuo nome, Levi.” lo prende in giro Eren, mettendo più enfasi sul suo nome.E okay, è abbastanza maturo da ammettere che si sta vendicando per prima.

L’uomo però non risponde alla provocazione ma se uno sguardo si potesse fulminare la gente, Eren sarebbe già polvere. Si limita a prendere la bambina in braccio ed uscire dal supermercato, prima di dire qualcosa che le caste ed innocenti orecchie di una bambina di quattro anni non debbano sentire.

Eren li osserva uscire: lui borbottando qualcosa sugli ‘stupidi commessi’ mentre tiene in braccio la figlia, che a sua volta tiene stretto a sé il peluche, felice.

Sorridendo, torna al proprio lavoro.

 

 

~

 

 

Note Autrice:
So che è un capitolo piuttosto corto, ma andando avanti diventeranno sempre più lunghi.
Piccola nota:
Akiko si è dimenticata di aver già detto ad Eren il proprio nome non per una mia svista, ma perché ai bambini piccoli succede.
Ho letto più volte il capitolo ma sono sicura che qualche errore mi sarà sfuggito, quindi ogni vostro commento qui o su twitter, mi aiuterà a capire dove migliorare.
Un abbraccio,
Hiddlesthug.



 

  
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