Libri > Cronache del mondo emerso
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Autore: apple96    13/01/2018    0 recensioni
Le Cronache sono scritte perlopiù in terza persona. E se alcune parti fossero scritte in prima persona? Se l'autore di questi pensieri fosse proprio Sennar? I suoi sfoghi di mago e uomo incompreso e deluso prendono vita in questi racconti, assieme al sempre più innegabile e crescente sentimento per Nihal.
P.s: vi prego di commentare con una, anche piccola, recensione; vorrei capire se scrivo bene o se devo ancora migliorare. Grazie del feedback e buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nihal, Ondine, Sennar
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Non so davvero da dove cominciare. Dal fondo immagino, dove forse finirò con questa barca una volta per tutte, sempre meglio che ritornare a mani vuote e solo al mondo. Se questa missione fallisce, tutto ciò per cui mi sono preparato per entrare nel Consiglio non sarà servito a niente: la magia, gli anni di studio, l’intercessione di Soana per me, niente di tutto ciò per cui ho sempre vissuto fin da quando ho scoperto la magia. E’ vero, forse avrei potuto scegliere una carriera più facile di quella diplomatica, ma non mi sarei sentito realizzato nella vita.

Questo viaggio ha un valore per me, rappresenta tutte le speranze che ripongo nel Mondo Emerso, perché voglio credere che ci sia un futuro migliore, e perché il tempo stringe. Il Tiranno si sta muovendo per conquistare tutte le Terre, ed è veloce, troppo. Al tempo stesso però mi sento deriso. Quando ho dichiarato al Consiglio di avere un piano e di voler cercare il Mondo Sommerso mi hanno preso per folle, se non per già morto affogato. Mi sono dovuto rimboccare le maniche da solo, perché nessuno ha creduto in me.
Mi restava una sola persona, forse l’unica che mi avrebbe creduto, ma ho perso anche lei, forse per sempre. Oh Nihal…Cosa ho fatto? Sono un idiota, ho rovinato tutto, e ora mi credi un uomo che non ha saputo mantenere la sua parola. Ed è così. Ti ho lasciata sola, ero così preso a cercare di compiacere quella banda di buffoni che non ho pensato minimamente a come ti potessi sentire te, unica donna-guerriero della storia del Mondo Emerso, alle prese con i tuoi demoni e incubi che hanno sempre cercato di soffocarti. Sapevo la situazione, e non ho fatto niente per salvarti da te stessa.
Io lo so benissimo cosa hai fatto: giorno dopo giorno ti sei costruita un muro, una cupola tra te e il mondo esterno, hai fatto della solitudine la calce per i mattoni delle tue frustrazioni e della tua spada un’arma per tenere tutti lontano, persino me. La mia colpa? Averlo realizzato tardi.
Santo cielo Nihal, se ci ripenso mi si gela il sangue e mi sembra di rivivere al rallentatore quel momento.
Stavo partendo, avrei dovuto incoraggiarti ad andare avanti, a non mollare, a trovare te stessa e il tuo posto in questa vita, a pensarmi ogni tanto magari, e invece tutto quello che ho ottenuto è stato un taglio sulla guancia.
Come hai fatto a ridurti così? Come ho potuto lasciartelo fare? Ti conosco da quando eravamo appena ragazzini e ora mi sembra di non conoscerti più, no, non ti riconosco. Ti sei persa da qualche parte, incagliata in un passato che non è il tuo. E io ho lasciato che accadesse.
Sono così cieco dannazione, mi viene da sbattere i pugni su questa maledetta nave fino a spaccare il legno e sanguinare. Sei l’unica cosa che mi lega ancora al Mondo Emerso, l’unica persona che mi può capire, con cui ho condiviso anni e momenti importanti.
Sapevo che nel momento in cui Fen è morto l’inferno ti sarebbe caduto addosso, sei sparita senza lasciare traccia, e anche quando ti ho trovato ti sei chiusa in te stessa senza parlare con nessuno, pensavo fossi diventata muta dal dolore. Nihal credimi, se potessi ti stringerei ora, con tutta la forza che ho, prenderei sulle mie spalle tutti i tuoi tormenti e li sopporterei uno ad uno per te pur di vederti sorridere, pur di vederti SENTIRE. Eri così vuota quando ti ho vista, sembrava che tutto quello che accadesse al di fuori di te ti scivolasse addosso. Ti era rimasta solo la guerra, solo mulinare la spada e cavalcare il tuo nuovo drago poteva darti soddisfazione. Ma sono quasi certo che sia una soddisfazione cieca, in cui ti rifugi per scappare. Non ti porterà a niente, e vorrei che ti potessi fidare delle mie parole. Non è con il sangue dei nemici uccisi in battaglia che placherai la sete di sangue dei tuoi predecessori. Vorrei che potessi trovare la pace interiore in qualche modo. E vorrei poterla trovare anch’io.   

 

  
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