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Autore: Shanley    17/01/2018    8 recensioni
In questa mini-long racconterò un episodio della vita di Goku e Chichi durante le festività. Qualcosa porterà la coppia ad allontanarsi e, questa volta, non sarà il nostro sayan a doversi far perdonare.
Tratto dal primo capitolo:
"Dopo varie notti all'insegna dell’amore, quella sera i coniugi Son si erano messi a dormire senza scambiarsi le solite effusioni e per la prima volta da quando erano sposati, Goku fu preoccupato da quella distanza."
Secondo posto nel Contest "Come neve nella notte di Natale" indetto da Nede sul forum di Efp
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chichi, Goku, Un po' tutti, Yamcha | Coppie: Chichi/Goku
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 3: Il calore che scioglie la neve



 
-GOKU!- Gridò a squarciagola la donna invano. Ormai se n’era andato. Non avrebbe sentito le sue urla né i suoi singhiozzi che si facevano man mano più insistenti e numerosi. La paura si era ormai fatta largo nel suo cuore e le attanagliava le viscere impedendole di muovere anche solo un muscolo. La sua mente, incapace di trovare una soluzione a quello che era successo, le riproponeva in loop l’immagine dello sguardo ferito di suo marito straziandole l’anima.
-Chichi?- Il tocco delicato della mano di Yamcha sulla sua spalla le ricordò che non era sola in quel momento. La rabbia colmò ogni cellula del suo corpo e con sguardo di fuoco si voltò verso il fautore della rovina di tutto il suo mondo. Perché questo sarebbe accaduto se Goku non l’avesse perdonata. La sua vita sarebbe andata in pezzi.
-Cosa diavolo ti è saltato in mente?!- Lo aggredì quasi ringhiando.
-Io…- Iniziò Yamcha a disagio.
-Tu cosa?!-
-Mi dispiace!- Rispose alla fine lui. -Non volevo farlo ma in questi giorni ci siamo avvicinati molto e quando ti ho vista vestita così la mia mente è andata in tilt.- L’uomo distolse lo sguardo incapace di sostenere quello ardente della donna che aveva di fronte.
-Goku è uno dei tuoi migliori amici, come hai potuto fargli questo?!- Chichi ormai era sull’orlo dell’isteria. Mai nella sua vita aveva odiato qualcuno ma in quel momento detestava quell’uomo con cui credeva di aver instaurato una bella amicizia, più di qualsiasi altra cosa al mondo. -Come hai potuto farmi questo?!-
-È anche colpa tua!- L’accusò Yamcha tornando a puntare lo sguardo in quello di lei.
-Mia?!- Chichi sgranò gli occhi incredula.
-Sei stata talmente gentile in questi giorni che mi hai confuso!-
Sgranò gli occhi. Le lacrime si erano fermate tanta era la rabbia e lo shock che la donna stava provando in quel momento. Strinse i pugni così forte da conficcarsi le unghie nei palmi delle mani. Tutto il dolore che stava provando nel suo cuore si tramutò in rabbia che dalla sua bocca esplose, colpendo Yamcha con parole maligne.
-Tra tutti gli amici di Goku ti ho sempre trovato più che detestabile.- L’uomo sussultò a quelle parole. -Ti guardavo crogiolarti nella fama senza prendere sul serio niente e nessuno. Amavi divertirti e cambiare donna ogni settimana. Ho sempre trovato il tuo comportamento immorale. Per anni mio marito mi ha chiesto di darti una chance e ha cercato di convincermi che in realtà fossi un bravo ragazzo e, sarò sincera con te, in questi ultimi dieci giorni ho davvero creduto che avesse avuto ragione.- Lo guardò dall’alto in basso con disgusto. -Invece sei sempre il solito e con il tuo gesto probabilmente hai rovinato la mia vita, oltre che aver distrutto la mia famiglia.- Chichi abbassò lo sguardo sentendo le lacrime tornare a pizzicarle gli occhi. -In ogni caso hai ragione.- Convenne alla fine la donna. -La colpa è anche mia. Ma non per essere stata gentile con te, sono colpevole di aver trascurato mio marito e aver permesso che si logorasse dentro a causa della complicità che si era andata a creare tra noi. Sono stata una stupida.- Chichi guardò di nuovo l’uomo che aveva di fronte. Le guance rigate dalle lacrime che non era più in grado di trattenere. -Fuori da casa mia.- Ordinò.
Ferito e con lo sguardo assente, Yamcha obbedì lasciandola sola nella sua stanza.
 
***
 
Goku si era teletrasportato non appena la sua mente aveva compreso quello che i suoi occhi avevano visto. Aveva sentito il suo cuore spezzarsi e la sua anima lacerarsi provocandogli così tanto dolore da mozzargli il fiato. Mai avrebbe creduto di assistere ad una cosa del genere e mai avrebbe creduto di poter provare così tanta sofferenza. Per un attimo la furia omicida si era impossessata della sua mente e l’unica cosa che avrebbe voluto fare in quel momento era uccidere quel bastardo che aveva osato baciare sua moglie, nel modo più lento e doloroso possibile. Per fortuna, nonostante il dolore fosse così forte da fargli male al petto, era riuscito a controllarsi e ad andarsene senza commettere qualcosa a cui non avrebbe più potuto porre rimedio. La rabbia che fino a quel momento aveva trattenuto dentro di sé era esplosa e il sayan aveva sfogato una potente energia spazzando via tutto quello che lo circondava per chilometri, formando un profondo cratere intorno a lui. Goku chiuse gli occhi cercando di mantenere il controllo su di sé nonostante ogni singola cellula del suo corpo lo spronasse a tornare indietro e vendicarsi. Si portò una mano al petto e strinse il punto in cui si trovava il cuore. Nemmeno nel mese in cui aveva sofferto della malattia cardiaca che gli era stata predetta da Trunks, aveva sofferto così. L’immagine di Chichi che baciava un altro uomo era fissa nella sua mente e lui non riusciva a scacciarla nonostante ci provasse con tutte le sue forze.
 
***
 
La famiglia Brief più Goten era in volo verso i Monti Paoz quando l’onda d’urto di uno sfogo di energia per poco non aveva fatto precipitare il velivolo guidato da Bulma. Dopo un attimo di paura i tre sayan si erano guardati preoccupati. Chiaramente loro sapevano cosa avesse provocato quella turbolenza e Bulma voleva una spiegazione.
-Che cosa è stato?- Chiese la donna con il cuore che ancora batteva all’impazzata per lo spavento.
-Questa è l’aura di mio padre.- Disse Goten spostando lo sguardo su Vegeta preoccupato. -Sembra arrabbiato. Forse dovrei andare a controllare.- Fece per alzarsi dal suo posto ma Vegeta gli intimò di rimanere seduto.
-Ci penso io.- Affermò il principe dei sayan aprendo il portellone posteriore del velivolo e preparandosi a saltare.
-Voglio venire con te!- Insistette Goten alzandosi in piedi.
-Ho detto che ci penso io.- Rispose Vegeta con uno sguardo così temibile da ricordare il sanguinario guerriero di molti anni prima che convinse Goten a rimanere sull’aereo senza ulteriori obiezioni.
Vegeta spiccò il volo e alla massima velocità si diresse verso la fonte di quell’aura che esprimeva così tanto dolore. Raggiunse il luogo in cui Goku si era rifugiato in pochi minuti. La devastazione che l’aura del sayan aveva portato in quello che una volta era stato uno spiazzo erboso, non fece altro che aumentare ancora di più la sua preoccupazione. Scese lentamente portandosi a pochi passi da Goku che se ne stava in piedi con gli occhi chiusi in mezzo ad un cratere creato dallo sfogo del suo potere. Un alone nero circondava il corpo del sayan confermando il suo malessere. Quello che ora Vegeta voleva capire era il motivo di tanta rabbia.
-Kakaroth.- Iniziò cauto avvicinandosi di qualche passo. -Che diavolo ti prende?-
-Lasciami solo.- Fu la risposta secca dell’altro.
Vegeta incrociò le braccia al petto. Non aveva nessuna intenzione di muoversi da lì. Per anni, quando era ancora il sanguinario principe dei sayan, aveva provato quel sentimento colmo di odio e rabbia che ora percepiva chiaro nell’aura del compagno, e sapeva bene come quelle emozioni fossero in grado di logorare qualcuno fino nel profondo dell’anima, specialmente se questo qualcuno aveva DNA sayan.
-Kakaroth, che cosa è successo? Parla!- Ordinò Vegeta perentorio. - Non te lo chiederò di nuovo e vorrei evitare di prenderti a calci.-
Goku strinse i pugni così forte che le sue nocche divennero bianche. Per un momento Vegeta credette che lo avrebbe attaccato, invece si limitò ad aprire gli occhi e fissarli in quelli del principe mostrando al compagno tutto il dolore che lo stava devastando interiormente.
-Li ho visti, Vegeta.- Rispose alla fine il buon sayan trasmettendo tutta la sua pena in quelle poche parole. -Si sono baciati.- Concluse sfogando altra energia.
-Non posso credere che Chichi ti abbia fatto questo.- Rispose Vegeta incredulo che la donna avesse ceduto alle moine dell’inutile terrestre.
-A dire il vero credo che lui l’abbia presa alla sprovvista e l’abbia baciata.- Goku sospirò. -Ho visto perfettamente Chichi respingerlo.-
-Le hai chiesto una spiegazione?-
-No.- Goku abbassò lo sguardo. -Me ne sono andato senza dire una parola.-
-Sei scappato come un codardo? Perché?- Vegeta scosse la testa. -Al tuo posto come minimo avrei preso a pugni quell’inetto.-
-Sono dovuto andare via.- Rispose Goku ferito dall’insinuazione dell’amico. -Qualcosa è scattato dentro di me in quel momento, qualcosa che mi ha quasi fatto perdere il controllo di me stesso e se non me ne fossi andato sono certo che Yamcha sarebbe morto a quest’ora.- Goku sospirò ancora. -Mai prima di oggi mi era successo di rischiare di perdere il controllo.-
-È una cosa normale.- Rispose Vegeta. -Nonostante tu finga di essere un terrestre sei pur sempre un sayan.-
-E questo cosa centra?- Chiese Goku stanco.
-In quel momento non eri più Goku, l’eroe della Terra, ma Kakaroth, il sayan.-
-Non capisco. Kakaroth non sono sempre io?- Chiese Goku confuso.
-Non ci arrivi proprio.- Vegeta sospirò. -Certo che sei tu, era una metafora. Intendevo dire che quando hai visto qualcun altro invadere il tuo territorio, la tua parte razionale ha lasciato il posto a quella impulsiva. Sei stato bravo comunque.- Ammise Vegeta ammirato da tanto autocontrollo. -A non averlo ucciso intendo.-
-Ci è mancato poco. Adesso mi sono calmato.- Confermò Goku accennando ad un sorriso.
-Sono felice di sentirlo perché il tuo caro amichetto terrestre sta venendo qui.-
Il cuore di Goku si fermò per un instante. Distratto com’era dalla rabbia e dalla conversazione con Vegeta, non si era accorto dell’aura di Yamcha in avvicinamento. Vegeta aveva ragione, l’uomo stava venendo proprio lì. Deglutì a disagio. Nonostante avesse appena detto di essersi calmato, sapeva che quella non era che una mezza verità. Certo aveva di nuovo il controllo sulla sua mente ma l’istinto omicida nei confronti dell’uomo che aveva osato posare le sue labbra su quelle di sua moglie, era ancora piuttosto intenso. Goku alzò lo sguardo al cielo. La sua espressione si indurì alla vista di Yamcha in volo sopra di lui. L’uomo scese lentamente tenendosi a debita distanza dal sayan. Goku poteva percepire la sua paura e quella consapevolezza lo rallegrò. Quando i piedi di Yamcha toccarono il terreno e l’uomo accennò ad un sorriso, Goku non contenne più la rabbia e la trasformazione in super sayan illuminò a giorno quel luogo che fino a qualche istante prima era stato bagnato solo dalla fioca luce delle stelle.
 
***
 
Quando la famiglia Brief e Goten erano arrivati a casa sua, Chichi se ne stava seduta sul suo letto con stretta in mano una foto del suo matrimonio dove vi erano ritratti lei e Goku sorridenti e felici. Una fitta al cuore minacciò si sopraffarla. Il ricordo di quel giorno tanto speciale era stato rovinato dal pensiero che quella sera lei avesse rovinato tutto. Un leggero bussare attirò l’attenzione della donna sul visitatore che aveva accostato timidamente la porta. Rapida si asciugò le lacrime e guardando negli occhi la sua migliore amica, Chichi tentò di sorridere.
-Posso entrare?- Chiese Bulma incerta.
Chichi annuì e la turchina si apprestò ad entrare e sedersi al suo fianco. Rimasero in silenzio, ognuna immersa nei suoi pensieri finché Bulma, stanca di attendere, decise di porle la sua domanda.
-Che cosa è successo, Chichi?-
Fu in quel momento che lei, arrivata al limite della sopportazione, scoppiò in lacrime davanti all’amica e sfogò tutto il suo dolore raccontandole cosa fosse successo in quei giorni fino ad arrivare al fatidico bacio che tutto aveva portato alla rovina. Bulma le posò una mano sulla spalla. Era dispiaciuta per la sua amica e allo stesso tempo provava tanta rabbia nei confronti di Yamcha.
-Cosa gli è saltato in testa a quello sciocco?!- Esplose Bulma incapace di riuscire a trattenersi oltre.
-La colpa è anche mia.- Ammise Chichi asciugandosi gli occhi. -Gli ho dato troppa confidenza.-
-Certo che non è colpa tua! Tu sei stata gentile e non devi assolutamente sentirti colpevole per le strane idee che si è fatto lui.- La tranquillizzò la turchina. -Quello di cui devi sentirti in colpa è del tuo atteggiamento nei confronti di Goku in questi ultimi giorni.-
Chichi la guardò imbronciata.
-A parte il bacio non credo di avergli fatto nulla. La nostra lite è colpa sua.- Sostenne indurendo appena lo sguardo, senza voler ammettere il suo errore davanti all’amica.
-Invece no.- Le rispose seria l’altra. -La colpa è tua Chichi. Goku era chiaramente geloso della complicità che si stava creando tra te e Yamcha ma tu hai ignorato la cosa fregandotene dei suoi sentimenti. L’hai portato sull’orlo della sopportazione. Ricordati che nonostante Goku sia sempre vissuto sulla Terra è pur sempre un sayan e quindi impulsivo e soprattutto possessivo. E poi il colpo basso dell’abbandono durante la vostra lite, non è da te.- Bulma scosse la testa. -Hai esagerato tirando fuori quella vecchia storia che entrambi ormai vi eravati lasciati alle spalle da tempo. Lui ti ama e questa volta, anche se non avrei mai pensato potesse accadere.- Ammise. -La colpa è solo tua.-
Chichi aveva ascoltato l’amica capendo solo in quel momento il malumore che aveva accompagnato Goku in quei giorni. Certo lei aveva pensato potesse trattarsi di gelosia ma aveva accantonato quella sua sensazione credendola impossibile e pensando invece che il malumore di suo marito dipendesse dal fatto che spesso negli ultimi giorni non gli aveva fatto trovare il pranzo pronto al suo rientro dagli allenamenti. Invece era proprio la gelosia il problema. Lei, che lo aveva sempre accusato di trascurare la famiglia, aveva fatto lo stesso facendo sentire il suo unico amore il terzo incomodo in quella situazione. E poi per cosa? Una stupida cena fra amici? Chichi si portò una mano alla bocca scioccata dalla conclusione a cui era giunta. Come aveva potuto fare una cosa del genere all’amore della sua vita? Come aveva potuto essere così cieca da non accorgersi che Goku stesse soffrendo per colpa sua?
-Devo andare a cercarlo.- Disse alzandosi in piedi.
-No.- Bulma la fermò afferrandola per un braccio. -Se ne sta occupando Vegeta. Non appena avrà fatto calmare Goku verranno qui e potrete chiarire.-
-E cosa mi proponi di fare nel frattempo?!- Rispose lei frustrata.
-C’è una festa in corso al piano di sotto.- Le ricordò Bulma. -Mentre noi siamo qui a parlare, le persone che hai invitato sono arrivate e Goten, Trunks e la piccola Bra stanno facendo del loro meglio per intrattenerli ma scommetto che tutti si staranno chiedendo dove siano i padroni di casa.-
-Non mi importa nulla di questa stupida festa!- Inveì contro la sua amica.
-Lo so.- Concesse Bulma. -Ma sono sicura che Goku e Vegeta torneranno presto e poi potrete godervi insieme il Natale, quindi perché non attenderli in compagnia?- Bulma tentò un sorriso sperando di convincere l’amica ad uscire dalla sua stanza.
-Va bene.- Concesse alla fine Chichi, nonostante nel suo cuore non sentisse per nulla la gioia tipica delle feste, ma soltanto un profondo vuoto.
 
***
 
Yamcha si era sentito uno schifo nello stesso istante in cui si era reso conto di quello che aveva fatto. Non voleva credere di aver compiuto un atto così vile nei confronti di uno dei suoi migliori amici di sempre. Goku c’era sempre stato per lui e si era sempre comportato da amico nei suoi confronti, mentre lui l’aveva tradito. In quegli ultimi giorni era andato spesso a casa Son e sebbene all’inizio il suo unico scopo fosse quello di aiutare Chichi nell’organizzare una perfetta cena di Natale, nel corso dei vari giorni si era reso conto di quanto la donna, che aveva sempre considerato fastidiosa ed irritante, fosse speciale e davvero una brava moglie. Una punta di gelosia sia era insinuata nel suo animo facendosi largo nel suo cuore, crescendo giorno dopo giorno, alimentata dall’amore incondizionato che Chichi provava per suo marito, nonostante tutti i suoi errori passati. Aveva iniziato con le frecciatine verso Goku più per gioco che per una vera sfida nei confronti del sayan. Lui non aveva mai avuto nessuna intenzione di portargli via Chichi, voleva solo sentirsi migliore di lui. Goku, non solo era il guerriero più forte dell’universo, aveva anche una splendida famiglia e una moglie eccezionale, e l’invidia nei confronti dell’amico l’aveva portato a voler far vedere che in realtà come marito e padre non fosse un granché.
Quando aveva posato le sua labbra su quelle di Chichi, Yamcha aveva soltanto voluto vedere che cosa si provasse ad essere Goku, anche solo per un momento. La donna lo aveva allontanato all’istante. C’era da aspettarselo. Lei amava suo marito più di se stessa. La parte peggiore, infatti, non era stata il ritiro fulmineo della donna dal suo tocco ma l’aver visto l’espressione di dolore nello sguardo di Goku quando era apparso nella stanza e li aveva visti. In quel momento si era sentito davvero un verme. Per questo motivo, quando Chichi lo aveva cacciato, Yamcha aveva deciso di raggiungere Goku per cercare in qualche modo di farsi perdonare, ma ora che lo aveva di fronte trasformato in super sayan, con lo sguardo ardente puntato nel suo, non poté non pensare fosse stata una pessima idea.
-Goku io...- Tentò l’uomo ma fu subito interrotto dalla voce del sayan, che mai come in quella occasione stava dimostrando di appartenere a quella razza di temibili guerrieri.
-Perché?- Fu l’unica parola che uscì dalle labbra di Goku.
-Ero invidioso di te.- Ammise Yamcha distogliendo lo sguardo da quello dell’altro incapace di sostenere ancora il contatto visivo con i suoi penetranti occhi azzurri. Yamcha attese che Goku dicesse qualcosa ma il suo ex amico si limitava a fissarlo con occhi di ghiaccio. -Mi dispiace Goku, io non avrei mai voluto fare una cosa del genere proprio a te. Sono stato un verme e so che mi starai odiando ma spero davvero che un giorno riuscirai a trovare la forza di perdonarmi.-
Goku non rispose si limitò a scattare in avanti fulmineo e a colpire l’uomo con un pugno allo stomaco. Tutta l’aria uscì dai polmoni di Yamcha che cadde a terra in ginocchio.
-Io non ti odio.- Rispose serio Goku prima di tornare alla sua forma normale e volarsene via.
Yamcha rimase a terra dolorante ma nonostante lo stomaco gli facesse male, il dolore al cuore era molto più forte. Goku non lo odiava ma non aveva detto nulla su un possibile perdono futuro. La consapevolezza di aver perso un amico a lui così caro lo colpì con la forza di cento pugni. Dei passi attutiti dalla neve attirarono l’attenzione dell’uomo in ginocchio. Yamcha alzò lo sguardo e lo puntò in quello di Vegeta che lo fissava torvo.
-Sei ancora qui.- Gli fece notare Yamcha confuso dalla presenza del sayan.
-Ero rimasto nel caso Kakaroth avesse preso la decisione di farti fuori.- Un ghigno si fece strada sul volto del principe.
-Volevi goderti lo spettacolo. Capisco.- Yamcha sospirò rimettendosi in piedi. -Spiacente di averti deluso allora.-
-No. Sono rimasto per fermare Kakaroth in quel caso.-
Yamcha sgranò gli occhi incredulo.
-E perché mai avresti dovuto fermarlo? Credevo mi odiassi.-
-Non l’avrei fatto di certo per te, inetto.- Rispose duro Vegeta. -Kakaroth una volta tornato lucido si sarebbe pentito del suo gesto e i sensi di colpa lo avrebbero logorato in eterno.- Vegeta incrociò le braccia al petto. -Ora vattene. Hai già fatto abbastanza danni per oggi.-
Vegeta spiccò il volo lasciandolo da solo in mezzo al nulla a logorarsi per i sensi di colpa.
 
***
 
Chichi aveva ascoltato il consiglio di Bulma ed era scesa in salotto a salutare gli ospiti sperando con tutta se stessa che Vegeta riuscisse in qualche modo a far ragionare Goku e lo convincesse a darle un’altra possibilità, o almeno le permettesse di spiegarsi e raccontagli come erano effettivamente andate le cose. Erano passate quasi tre ore ormai e di suo marito nemmeno l’ombra. Chichi guardò fuori la finestra verso il fitto bosco nella speranza di vederlo uscire ed incamminarsi verso la loro casa. Sentì gli occhi pizzicare ripensando a quando, qualche ora prima, Yamcha aveva profanato le sue labbra e tutto quel enorme malinteso era iniziato. Chissà che cosa aveva pensato Goku in quel momento. Doveva essere stato devastante per suo marito vedere lei e Yamcha baciarsi nella loro camera da letto, chissà cosa aveva creduto di aver interrotto per essere scappato via così, senza darle nemmeno il tempo di spiegare. Una lacrima sfuggì al controllo della donna che rapida la asciugò con la mano. Non voleva che nessuno iniziasse a farle delle scomode domande sul reale motivo dell’assenza di Goku e Vegeta. Bulma aveva abilmente detto a tutti che i due sayan erano andati ad allenarsi e nessuno ci aveva trovato nulla di strano. Soltanto i suoi due figli si erano accorti che qualcosa non andava ma per sua fortuna avevano fatto finta di nulla, nonostante più volte durante la serata avessero guardato nella sua direzione con espressione curiosa e preoccupata allo stesso tempo. Lei aveva sempre sorriso a quei loro sguardi indagatori ma era certa che i due non si fossero affatto tranquillizzati.
Il suo cuore perse un battito quando vide una figura atterrare aggraziata nel giardino ed incamminarsi verso la sua casa. Forse Goku era tornato. Forse potevano finalmente chiarire. Col cuore in gola, si era fiondata all’esterno senza indossare nemmeno il soprabito, incurante del gelo perenne dei Monti Paoz nella stagione invernale.
-Goku?- Chiamò speranzosa.
-Kakaroth non è ancora rientrato?-
Quando il misterioso individuo era arrivato sotto la lama di luce che usciva dalla porta di casa aperta, la delusione si era fatta strada nel cuore di Chichi rendendolo pesante come un macigno.
-Vegeta…- Sussurrò con gli occhi umidi. -Dov’è mio marito?-
-Tsk, se ne volato via e ha azzerato la sua aura per seminarmi. Credevo fosse tornato a casa ma evidentemente mi sbagliavo.- Rispose il sayan incrociando le braccia al petto infastidito.
Quelle parole minacciarono di farla crollare. Il dolore e la paura che per tutto il corso della serata aveva tenuto sotto controllo, l’avevano sopraffatta. Incapace di reggersi ancora sulle sue gambe, ormai molli e tremolanti, Chichi si lasciò cadere a terra scoppiando in lacrime.
-Mamma!- In un attimo, le braccia dei suoi due figli l’avevano cinta e sollevata da terra. -Che sta succedendo?- Volle sapere Gohan, dopo aver condotto sua madre all’interno. -Perché papà non è qui?- Al silenzio della donna, il sayan si voltò verso Vegeta. -Tu ne sai qualcosa? Parla!-
Tutti gli amici avevano circondato la donna in lacrime, curiosi e preoccupati per l’assenza di Goku e le improvvise lacrime di lei.
-Non è il momento di parlarne.- Intervenne Bulma cercando di distogliere l’attenzione di tutti dalla sua amica scossa dai singhiozzi. -Sono certa che Goku tornerà presto.-
-Dobbiamo andare a cercarlo.- Insistette Goten guardando addolorato la madre in lacrime.
-Ha azzerato la sua aura.- Fece notare Junior serio. -Credo non voglia farsi trovare.-
A quelle parole Chichi smise di piangere. Lo sguardo terrorizzato puntato sul namecciano. Goku non voleva farsi trovare? Deglutì nonostante la gola secca. Vegeta non era riuscito a convincerlo a perdonarla, era sicuramente quello il motivo che spingeva Goku a rimanere nascosto. In quel momento sentì il suo cuore spezzarsi a metà. Si sentì vuota e, nonostante fosse circondata dalle presone che amava e che l’amavano di più al mondo, si sentì terribilmente sola. La decisione che prese l’istante successivo fu l’unica cosa che le sembrò sensato fare in quel momento. Si scostò dalle braccia di suo figlio e si fiondò verso la veranda calciando via i tacchi che portava ai piedi.
-Mamma? Che stai facendo?-
Ignorando la domanda del figlio, Chichi si infilò un paio di stivali e prendendo il primo cappotto che le capitò a mano si fiondò all’esterno sparendo in pochi istanti tra le oscure fronde degli alberi.
-Mamma! Fermati!- I due giovani Son corsero all’esterno pronti a raggiungere la donna che da sola era andata nel bosco.
-Rimanete dove siete voi due.- Le parole glaciali di Vegeta fermarono i ragazzi che voltandosi lo fulminarono con lo sguardo.
-È sicuramente andata a cercarlo e non possiamo lasciarla andare da sola!- Gli inveì contro Goten furioso. Se prima aveva accettato la scelta di Vegeta di parlare da solo con suo padre, ora non aveva nessuna intenzione di obbedire al principe dei sayan, nonostante il suo sguardo fosse così terribile da mettergli i brividi.
-Lei non vorrebbe che voi interveniste.- Rispose deciso Vegeta. -Questa volta deve cavarsela da sola.-
-Ma che stai dicendo?!- Gohan ormai stava urlando. -Non sarebbe in grado di percepire l’aura di papà nemmeno se lui non la stesse azzerando, quindi mi spieghi come potrebbe riuscire a trovarlo?!- Gohan strinse i pugni irritato. -Sempre ammesso che lui sia ancora nel bosco!-
-A lei non serve percepire la sua aura per trovarlo.- Intervenne Bulma in supporto del marito. -Quei due si amano alla follia e potrebbero ritrovarsi ovunque.-
-Ma…- Iniziò Goten non convinto dalle parole della turchina.
-Tornate immediatamente dentro.- Ordinò Vegeta trasformandosi in super sayan blu. Lo sguardo folle del principe non prometteva niente di buono. I due giovani Son deglutirono a disagio guardando il sayan più temibile di sempre avvicinarsi passo dopo passo a loro. -O vi farò rientrare a suon di pugni.-
 
***
 
Goku se n’era andato parzialmente soddisfatto dal suo faccia a faccia con Yamcha. La soddisfazione di averlo colpito aveva placato in parte il suo tormento interiore ma quella piccola vendetta non lo aveva appagato del tutto. Vegeta aveva ragione. La rabbia che stava provando era centuplicata dal fatto che lui non era un semplice terrestre ma un sayan e la razza di cui erano originari non era conosciuta per la sua calma. Probabilmente si sarebbe sentito meglio soltanto nell’eliminare fisicamente l’uomo che, come gli aveva fatto notare il principe, aveva invaso il suo territorio. Rise di se stesso. Per tutta la vita aveva respinto la sua natura di sayan comportandosi da normale terrestre e sfogando i suoi istinti alieni solo durante gli scontri, ma ora che tutto il suo mondo stava andando in pezzi, trovava davvero difficile non essere semplicemente Kakaroth. Sospirò frustrato. Aveva azzerato la sua aura quando si era accorto che Vegeta lo stava seguendo. Non era pronto a tornare indietro. Prima di incontrare sua moglie doveva calmarsi del tutto e quale modo migliore per farlo se non tornando nel luogo dove andavano sempre quando Gohan era ancora piccolo? Goku passò la mano sul foro dell’albero che il piccolo Son aveva creato per non schiantarvisi contro dopo che lui, come uno sciocco, aveva lasciato il passeggino, perdendo il controllo di suo figlio. Chichi lo aveva rimproverato per quella sua distrazione e lui si era scusato per essere stato così irresponsabile ma nel suo cuore era stato orgoglioso del suo primogenito.
Ripensare a sua moglie gli provocò una fitta al petto così forte ed improvvisa da bloccagli il respiro. La paura gli colmò mente e cuore. Chichi sarebbe stata ancora sua una volta tornato a casa? Oppure l’avrebbe definitivamente persa? Certo, lui aveva visto benissimo sua moglie scostarsi rapida dalle labbra di Yamcha ma se il motivo fosse stato che la donna aveva sentito il suo arrivo? Quel dubbio che si stava insinuando nel suo cuore lo fece tremare. Con sguardo smarrito guardò il luogo che fino ad un attimo prima gli aveva donato un piacevole ricordo ma che ora gli aveva provocato una voragine nel petto, rappresentando tutto quello che quella notte avrebbe potuto perdere. Il silenzio di quel luogo gli rimbombava nelle orecchie assordandolo. Spostò lo sguardo sul cielo coperto dalle nubi e si rese conto che era l’esatto specchio della sua anima in quel momento. Distolse lo sguardo, quella consapevolezza gli rendeva difficile continuare a guardare il cielo. Quella notte lo incupiva soltanto. Posò ancora i suoi tormentati occhi neri sull’albero che aveva riportato nella sua mente quel dolce ricordo. Strinse i pugni deciso. Doveva chiarire subito quella situazione. Basta tergiversare! Non era mai stato un codardo e non lo sarebbe stato nemmeno in quella situazione. Avrebbe lottato per salvare il suo matrimonio. Non avrebbe perso la sua famiglia. Non avrebbe perso sua moglie.
 
***
 
Chichi si era lanciata nel bosco senza riflettere e senza nemmeno dare una spiegazione alla sua famiglia. Di una cosa era certa: se non avesse trovato Goku e non lo avesse trovato subito, il suo cuore ferito sarebbe esploso dal dolore. Non sapeva come avrebbe fatto a trovarlo, non sapeva nemmeno se ci sarebbe riuscita, ma doveva tentare. Il loro amore avrebbe superato quella tremenda situazione e ne sarebbero usciti più forti. Sì, doveva andare così perché il solo pensiero che lui non volesse vederla mai più le bruciava l’anima condannandola alle peggiori pene dell’inferno.
Non sapeva da quanto tempo stesse correndo a perdifiato nel bosco. La neve rendeva più difficile la sua avanzata e più di una volta l’aveva fatta cadere, strappando non solo il giubbotto, ma anche lo splendido vestito che aveva indossato quella sera. Inciampò su una radice che, complice la neve e il buio, non aveva notato. Cadde in avanti finendo dentro un ammasso di rami che le ferirono mani e viso. Con le lacrime agli occhi si alzò e continuò a correre. Non era certa della direzione che aveva preso quando aveva iniziato la sua folle corsa nella foresta, ma qualcosa le diceva che stava andando in un luogo molto importante per la sua famiglia e che in quel posto colmo di emozioni, avrebbe ritrovato il suo Goku.
Finalmente sbucò fuori dal fitto bosco ritrovandosi in un familiare sentiero. Lo percorse col cuore in gola. Qualcosa le diceva che Goku era lì. Il suo cuore aumentò il battito man mano che lei, correndo nonostante l’aria gelida le bruciasse i polmoni ad ogni respiro, si avvicinava a quell’albero così familiare. Raggiunse la pianta che Gohan, tanti anni prima, aveva spezzato con una forza incredibile per un bambino di appena due anni e il suo cuore si fermò nel vedere due impronte così familiari nella neve, davanti a quello stesso albero. Disperata e con gli occhi pieni di lacrime si guardò intorno alla ricerca del suo uomo. La delusione non tardò a colpirla. Il suo Goku era stato lì ma ormai se n’era andato. Non era riuscita a raggiungerlo in tempo. Lacrime calde solcarono la sua pelle arrossata dal freddo. La donna si lasciò cadere in ginocchio, le mani si strinsero rabbiose sulla neve. Il suo Goku se n’era andato, probabilmente per sempre, e la colpa era solo sua. Aveva rovinato tutto. La voragine che si era andata a creare nel suo petto dall’inizio di quella brutta serata aveva ormai inglobato il suo cuore e la sua anima facendola precipitare nel più profondo e buio dei baratri.
 
***
 
Goku si era teletrasportato nel soggiorno di casa sua spaventando tutti i presenti e per un attimo si era stupito di trovare così tanta gente in casa, prima di ricordarsi della cena di Natale che Chichi aveva organizzato per quella sera.
-Papà?- La voce di Gohan attirò la sua attenzione.
-Ehilà figliolo! Dov’è tua madre?- Chiese aspettandosi che lei fosse lì. Guardò l’orologio del soggiorno e soddisfatto constatò che mancavano ancora dieci minuti alla mezzanotte. Potevano ancora risolvere la questione e passare uno splendido Natale insieme.
Gli occhi di tutti i presenti lo guardarono perplessi e preoccupati allo stesso tempo, agitando ancora di più il suo cuore già in subbuglio.
-Non è con te, papà?- Chiese Goten nonostante fosse piuttosto ovvio che la corvina non fosse insieme a lui.
-No.- Rispose il sayan col cuore in gola.
-È venuta a cercarti dopo che non ti ha visto tornare con me.- Rispose Vegeta serio. -Non hai percepito la sua aura?- Gli chiese il principe con un sopracciglio alzato.
Con un tuffo al cuore Goku si rese conto di essere stato così immerso nel dolore e così assorto nei suoi pensieri da non essersi nemmeno accorto che Chichi, la sua Chichi, si fosse fiondata nel bosco a cercarlo e che probabilmente fosse stata a pochi passi da lui. Senza dire una parola si portò due dita alla fronte, e come era apparso, in un attimo svanì di nuovo nel nulla.
 
***
 
Chichi era rimasta in ginocchio nella neve nonostante avesse perso la sensibilità alle mani e tremasse come una foglia incapace di smettere. Tutto il calore che solo l’amore di suo marito avrebbe potuto donarle era svanito con la consapevolezza che il loro matrimonio fosse finito quella sera. Aveva persino iniziato a nevicare, ricoprendo lentamente il suo corpo immobile di freddi fiocchi di neve. Probabilmente sarebbe morta congelata ma non le importava. Senza di lui la sua vita sarebbe stata vuota e priva di senso, quindi tanto valeva smettere di lottare. Un pensiero di scuse andò ai suoi due figli. Non era stata abbastanza forte da trovare la volontà di continuare a vivere. Ma forse loro sarebbero stati meglio senza di lei.
-Chichi?-
Quella voce… Si voltò di scatto nonostante il suo corpo fosse irrigidito per la lunga immobilità e intorpidito dal freddo. Quando il suo sguardo si incatenò in quello dell’unica persona al mondo che in quel momento avrebbe potuto salvarla, sentì di nuovo le lacrime scorrere sul suo viso gelato. A fatica si mise in piedi e, timorosa di dire qualcosa di sbagliato, rimase in silenzio a fissare lo sguardo dell’uomo che amava e che per sempre sarebbe rimasto in possesso del suo cuore, qualsiasi decisione avesse preso quella notte. Lo vide mentre la studiava dall’alto in basso e, l’irrazionale pensiero che lui la trovasse brutta, le fece abbassare istintivamente lo sguardo sullo stato pietoso in cui versavano i suoi abiti in quel momento. Doveva essere davvero orribile ai suoi occhi. Deglutì scacciando quei sciocchi pensieri e riportando l’attenzione su Goku che la stava di nuovo guardando negli occhi.
-Goku.- Parlare le risultò più complicato del previsto a causa del tempo passato al freddo. -M…mi dis…pia…ce.- Si inumidì le labbra a disagio. -N…on so quanto hai v…visto ma non è an…data come credi t…tu.- Goku rimase in silenzio a fissarla. Forse lui non credeva alle sue parole, forse era venuto lì per urlarle contro e non per perdonarla come lei aveva erroneamente creduto. -P…perdonami. T...ti prego.- Sussurrò la donna ormai rassegnata ad averlo perso per sempre.
In due falcate Goku le fu davanti e senza dire nulla la strinse a sé. Un gesto così inaspettato da lasciarla senza parole. Poi lui le prese il viso tra le mani incatenando i loro sguardi feriti. Un sorriso si fece strada sulle labbra di Goku, un sorriso che fu in grado di far rinascere a nuova vita l’anima in pezzi di Chichi. I fiocchi di neve continuavano a cadere lenti sui due innamorati ma Chichi non sentiva più il freddo che fino ad un attimo prima l’aveva imprigionata nella sua morsa. Ora percepiva soltanto il calore che solo la persona che sia ama più di tutte al mondo poteva donarti. Goku poso le sue labbra su quelle di sua moglie in un bacio che racchiudeva tutto l’amore che sentivano l’uno per l’altra. Un bacio appassionato necessario ai due innamorati come l’aria. In lontananza si udirono le campane della chiesa che segnavano la mezzanotte. Natale era arrivato portando con sé la gioia e l’amore che da sempre tutti si aspettano da questa festa. Sciolsero il bacio solo per potersi ammirare riflessi negli occhi l’uno dell’altra.
-Sei ferita.- Goku le accarezzò la guancia graffiata leggermene preoccupato.
-Non è niente.- Rispose lei appoggiando la sua mano su quella del marito e godendosi a pieno quel contatto che tanto aveva bramato.
-Mi dispiace per questi giorni. Io…-
Goku la zittì posandole un dito sulle labbra. Il sorriso che le rivolse era così carico di amore che Chichi non poté non sentirsi la donna più fortunata del mondo. Lui le disse due semplici parole ma che bastarono a donare gioia al suo cuore risanando le ferite che in quelle ore si erano andate a creare, salvando la sua anima dalla dannazione a cui era destinata senza il suo amore.
-Ti amo.-
Chichi scoppiò di nuovo in lacrime, questa volta di gioia, alla consapevolezza che lui, l’amore della sua vita, l’aveva perdonata e rendendosi finalmente conto che il loro amore era eterno e mai, per nulla al mondo, sarebbe finito.
 
 
Fine
 
 
 
 
Angolo dell’autrice:
Buona sera a tutti :),
eccoci giunti alla fine della mia storia. Tutto è bene quel che finisce bene e anche per la nostra coppia, tutto è tornato al suo posto.
Spero la conclusione vi sia piaciuta e che abbiate apprezzato la mia interpretazione dei due protagonisti indiscussi di questa mini-long.
Ringrazio tutte le persone che hanno letto e seguito la storia e chi l’ha inserita tra le sue storie preferite/ricordate. Un ringraziamento
particolare va a chi mi ha lasciato, o mi lascerà, una sua opinione e a Nede che ha indetto questo contest che mi ha permesso di viaggiare
con la fantasia ed immaginare questa storia.
Baci :)
Shanley
   
 
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