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Autore: _viola02_    18/01/2018    1 recensioni
Dal testo:
"Leo Valdez guardò con odio il suo nuovo liceo. Era il quarto, ed era solo al secondo anno.
Sperava ardentemente di andarsene il prima possibile, ma pur di sfuggire a LEI preferiva sorbirsene un altro.
*************
L'edificio era in fiamme.
Leo guardava la sua casa bruciarsi, senza poter fare niente.
Perché sapeva di essere stato lui la causa dell'incendio"
Genere: Azione, Malinconico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Calipso, Frank/Hazel, Jason/Piper, Leo Valdez, Nico di Angelo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 10 - Minaccia e amore


Nel capitolo precedente:

Come avrebbe fatto ad uscire da quella casa? Sarebbe mai stato di nuovo libero?
E soprattutto, quale segreto si nascondeva lì dentro?
Se Gea lo aveva mandato in quella abitazione c'era una ragione.
C'era sempre una ragione. E non era mai buona.



Frank, seduto da solo ad un tavolo della mensa, ripensava con rammarico alla litigata con Hazel del giorno prima.

«Sei semplicemente un idiota!! Come puoi anche solo pensare ad una cosa simile?? Per quanto voglia bene a Leo non ti tradirei mai così!»

Avevano discusso talmente violentemente da lasciarsi, addirittura.

«Mi hai deluso, Frank. Pensavo ti fidassi di me, e pensavo mi lasciassi libertà. E invece adesso scopro che era proprio il contrario: tu mi consideravi un oggetto»

Eppure Frank non voleva aggredirla così, era stato mosso solo dalla cieca invidia che aveva di Valdez, che nonostante avesse tradito Hazel era sempre presente nei suoi pensieri.

«Ti lascio»

Frank si girò verso la finestra, osservando con malinconia un pettirosso cantare.
Aveva letto in un libro (al momento non si ricordava quale) che i pettirossi, da quando l'uomo aveva cominciato ad usare le macchine, cantavano di notte.
Poi, verso quell'ora del mattino (circa le sei e trenta), quando cominciava ad albeggiare, gli uccellini si ritiravano.
Frank si paragonava proprio ad un pettirosso: di giorno non riusciva a fare una cosa giusta, agiva prima di pensare e creava problemi, mentre di notte ragionava e trovava soluzioni per qualsiasi cosa.
E infatti, dopo aver ripensato a quel litigio per tutta la notte, aveva trovato altri tre metodi di approccio che, era sicuro, se il giorno prima avesse messo in pratica a quell'ora non sarebbe di nuovo single.
Ma, purtroppo per lui, era troppo tardi.
Si stava ancora maledicendo per l'idiozia del giorno prima, quando (causandogli un mezzo infarto) la porta della mensa si aprì.
Frank, ancora con il cuore a mille, si ritrovò a fissare una sbigottita Iride.
Dopo il primo sconcerto iniziale, però, la bidella-messaggera della scuola sorrise cordiale, mettendosi a sistemare alcuni sacchi con cui era entrata.
«Ehilà, Frank, ti sei alzato presto questa mattina!» disse, facendogli l'occhiolino.
Frank si limitò ad osservare fuori, annuendo distrattamente.
Non aveva infranto alcuna regola scolastica, per cui non doveva preoccuparsi di venire rimproverato: era assolutamente lecito andare in mensa prima dell'ora di colazione, bastava semplicemente non toccare cibo.
«Frank, caro, non è che potresti aiutarmi? Tu sei bello robusto e per te sarebbe molto più facile portare queste casse in cucina»
Il ragazzo si girò verso Iride (che al momento si trovava vicino alla porta della mensa aperta), scoprendo che, al di là della porta, c'erano ben tre casse di frutta fresca.
«Certo, aspetta solo un secondo che arrivo» rispose lui, accennando ad un sorriso.
Dopo una decina di minuti (e tre giri "mensa-cucina"), tutte le casse erano al loro posto.
«Allora, vuoi dirmi che hai o devo tirartelo fuori a forza?»
Frank si girò sbalordito per quell'uscita verso Iride, che dal canto suo lo guardava spazientita.
«Che c'è?! Anche noi bidelle possiamo essere perspicaci, non solo gli psicologi!»
Frank fece una smorfia.
«Scusa, ma che centrano gli psicologi??»
«Beh, sai, Leo continuava a dire che ero la sua psicologa personale, però io non sono una psicologa! Sono una bidella!!»
«Ah, ok»
Un minuto di silenzio.
«ALLORA, VUOI DIRMI CHE COS'HAI, O NO??»
Frank sospirò.
«Sì, va bene, però sediamoci. Sarà una cosa lunga»

«Quindi, ricapitolando, la tua ragazza ti ha lasciato perché era troppo impegnata a cercare il ragazzo-che-non-è-il-suo-ragazzo e tu, come ultime parole, le hai urlato in faccia che è una STRONZA DI MERDA CHE NON SA DECIDERSI A MOLLARE IL SUO EX?Beh, complimenti, non è da tutti essere carini con le ragazze!»
«Grazie, Iride, tu si che sai consolare le persone» borbottò Frank.
La bidella sorrise, alzando gli occhi al cielo.
«Stavo cercando di sdrammatizzare un po'... L'hai fatta grossa, e lo sai»
L'altro non poté darle torto: Hazel aveva fatto bene a mollarlo dopo tutte quelle brutte parole. Fosse stato al suo posto, si sarebbe mollato anche da solo...
«Comunque non posso aiutarti più di tanto, l'unico consiglio che posso darti è quello di scusarti e spiegare ciò che hai detto a me a lei. La verità è sempre meglio saperla, anche se fa male»
Frank annuì.
«Grazie, Iride, parlare con te mi è servito. Era da un po' che mi tenevo tutto dentro, ormai non ce la facevo più. Era decisamente stressante»
La donna sorrise.
«Io ci sono quando vuoi, sono sempre qui. Adesso però è meglio che vada, tra un po' arriva gente e deve essere pronta la colazione. A dopo, caro»
Il ragazzo osservò la bidella uscire.
La donna l'aveva aiutato molto, e adesso sapeva cosa fare: doveva scusarsi con Hazel a qualsiasi costo. E quando le avrebbe spiegato il perché aveva detto quelle cose orribili, dirle tutto. Sia della gelosia che dell'invidia. Proprio TUTTO.

Frank stava percorrendo un corridoio, pensando e ripensando al suo discorso già "preparato" (e che sarebbe stato, inevitabilmente, inutile) per chiarire le cose con Hazel (utili cinque ore di lezioni!), quando qualcuno lo fece cadere a terra.
«Ahio» mormorò, passandosi la mano sul ginocchio dolorante.
«Ma si può sapere chi è stato??» urlò poi furioso, guardandosi intorno alla ricerca dello "stronzo".
Tuttavia, nonostante fosse intenzionato a rispondere per le rime, quando vide chi l'aveva buttato a terra si paralizzò.
Era Nico. Ed era furioso.
Il ragazzo lo prese per la maglietta, avvicinandolo al suo viso e, con una calma glaciale, disse: «Sono stato io. Qualcosa in contrario, razza di bast---»
D'improvviso (lasciando l'insulto a metà) Nico venne sbalzato all'indietro, e una voce decisamente familiare esclamò: «Nico, così lo strozzi! E poi cosa ti ho detto sul linguaggio?»
Nico si girò di scatto verso il ragazzo biondo che aveva appena parlato (e che Frank identificò immediatamente come Will), ancora più nero di prima.
«Stai zitto, Solace, tu non hai il diritto di intrometterti. Questo idiot--»
«Nico!»
«--a ha fatto star male mia sorella. E non la passerà liscia. Ma come ti sei permesso?! Sai che Hazel, adesso, sta piangendo da Piper? Eh?!» chiese lui, incalzandolo sempre con più ira ad ogni parola che pronunciava.
Poi, vedendo la faccia terrea di Frank, continuò: «Ah, poverino, non lo sapeva... Beh, sta piangendo disperata per uno str- va bene, Will, allora stupido - come te»
Frank sbarrò gli occhi, prendendosi la testa fra le mani.
«Io... Io non volevo questo! Io volevo solo... essere considerato! Il mio è stato un attacco di invidia, solo questo!! Ero invidioso di quel Leo Valdez, perché, alla fine, Hazel parla sempre di lui... Io... Mi dispiace!!»
Nico distolse lo sguardo, ancora con una faccia disprezzante, e incrociò le braccia al petto.
«Non mi interessano i motivi» cominciò, tornando a posare lo sguardo su di lui «Quello che so è che Hazel, la ragazza che hai dichiarato di amare, sta piangendo disperata per le cose che le hai detto.
Ora, non so se ti ricordi ancora ciò che ti dissi due anni fa, però sappi che sono ancora valide»
Frank deglutì.
Nico non gli era mai andato veramente a genio, lo sopportava più che altro perché era il fratello della sua ragaz-- EX.
Tuttavia, non poteva certo scordarsi quella sera. Era stato quando gli aveva chiesto se per lui andava bene che stesse con la sorella.
E Nico gli aveva risposto con un'altra domanda. «Ti piace?» aveva chiesto.
E Frank, dando il tutto e per tutto (e sperando che fosse la scelta giusta), aveva detto: «La amo»
Nico era rimasto sorpreso per un secondo, poi aveva accennato solo un piccolo sorriso, quasi ironico.
E, girandosi per andarsene, lo aveva avvisato.
Frank quelle parole non poteva certo dimenticarsele, gli erano rimaste impresse nella memoria come delle impronte.
Testualmente, aveva detto: «Perfetto, Frank, chiediglielo. Penso ne sarà felice. Sappi solo una cosa, però: tu falle male e io te ne farò il doppio. E non importa che sia fisico o psicologico, lo farò lo stesso. Ci vediamo»
Frank, per un po', aveva preso molto seriamente la faccenda, tanto da prenderla al volo a costo di farsi male quando inciampava, o a raccontarle storie per farla dormire quando non riusciva a prendere sonno.
Con il passare del tempo, però, aveva abbassato le difese, fino al lasciarsi quella minaccia alle spalle. Adesso, tuttavia, la sentiva fin troppo reale: Nico lo aveva appena avvertito di stare attento, o ci avrebbe rimesso.
A distrarlo dai suoi pensieri-barra-ricordi ne fu, inaspettatamente, proprio il protagonista, che sghignazzò, sadico: «Vedo che non te ne sei dimenticato... Sono proprio contento»
Will, che era rimasto zitto fino a quel momento, sgranò gli occhi: Frank era impallidito ancora, tanto da sembrare più bianco che rosa.
Girandosi verso l'amico-NON-COSÌ-AMICO ancora sghignazzante, lo rimproverò, esclamando: «Nico, cosa cavolo gli hai detto due anni fa per farlo diventare così pallido?? E soprattutto, vacci piano: potresti causargli un infarto!!»
«Niente, Will, una cosa piuttosto stupida... Gli ho solo detto che se ferisce mia sorella io lo uccido» rispose Nico, sorridendo angelico.
Poi, notando la faccia dell'altro, aggiunse, alzando gli occhi al cielo: «Will, sono ironico»
«Tuttavia» continuò rivolgendosi a Frank, e ignorando l'evidente sollievo del biondo «Ora devi risolvere la faccenda, e, bada bene, non mi interessa come fai. Basta che la risolvi. Ci siamo intesi?»
Frank abbassò il capo, pieno di rimorso.
«Sì» sussurrò in fine.
Nico fece un sorrisetto bastardo.
«Scusa? Non ho capito»
Frank, con molta pazienza, prima infierì mentalmente su di lui in tutte le lingue conosciute, sconosciute e anche in quelle che NON POTEVA NEANCHE SOGNARSI DI SAPERE, poi, prendendo coraggio, gridò: «Sistemerò la faccenda, mi scuserò con Hazel e tornerà ad essere MIA!!»
Non aveva ancora finito il suo discorso, quando un tonfo lo fece girare di scatto.
Hazel, con i suoi occhi dorati sbarrati, lo guardava con le lacrime agli occhi, e la sua borsa era a terra.
Ci fu un attimo di smarrimento nel quale nessuno osò pronunciare parola, poi, improvvisamente, la ragazza fuggì per il corridoio da dove era venuta.
«No!! Hazel, non volevo dire quest--» urlò Frank, facendo per inseguirla.
«Lasciala stare»
Il ragazzo si sentì strattonare, e con uno sguardo vide che Nico l'aveva fermato.
«Perché?» chiese, quasi piangendo «Io la amo, devo andarla a riprendere!»
«Adesso non puoi. Dicendo che "tornerà ad essere tua" l'hai trattata nuovamente come un oggetto, e le hai riconfermato ciò che pensava. Devi parlarle più avanti»
«Ma...»
«Niente "ma"!! L'hai ferita ancora, lo capisci?! In questo momento non ti sto prendendo a botte unicamente perché so che non intendevi letteralmente, quindi non farmici ripensare e taci!!
Will, andiamo» lo gelò l'altro, guardandolo furibondo. Poi, preso Will per un braccio, si avviarono verso le camerate.
Guardandoli andarsene, Frank non poté non ripensare a ciò che si era detto all'inizio di quella mattinata: lui agendo d'impulso non ne combinava una giusta, c'era poco da fare.
Adesso, per di più, Hazel lo odiava ancora di più e probabilmente per lui era finita, non sarebbe più stato con lei.
Frank sospirò, e guardò l'orologio che aveva al polso: 14.17.
Forse avrebbe potuto trovare Iride libera.
Nonostante quella mattina fosse stata la loro prima "chiacchierata seria", il ragazzo sapeva che la bidella lo aveva aiutato tantissimo, e di lei si fidava.
Ironicamente, pensò, Leo aveva fatto la scelta giusta: Iride era la psicologa perfetta.




ANGOLO DELL'AUTRICE:
SCUSATEMISCUSATEMISCUSATEMI!! Mi dispiace, veramente, mi sarei linciata da sola!😥😥
So che non ci sono scuse (due mesi senza neanche un cenno), però avevo perso COMPLETAMENTE l'ispirazione, e piuttosto che scrivere stupidate e idiozie, ho preferito stoppare l'aggiornamento.
Finalmente, la settimana scorsa, mi è tornato il lampo di genio e sono riuscita a scrivere questo capitolo.👏👏
Non ne sono particolarmente soddisfatta, però non è male e mi serviva per definire il personaggio di Frank.
Come avete visto ne è il protagonista (dai, non l'avevate capito?😋) e viene svelato quanto sia preso da Hazel. Ve l'aspettavate che venisse mollato??😀😀
Il prossimo capitolo dovrebbe arrivare giusto (mi spiace ancora per il ritardo!!😅😅) e vi avviso che sarà su Leo e Cal. Da questo momento, infatti, ci sarà un capitolo sui ragazzi è uno su Leo e Calipso.
Alla prossima,
_viola02_
   
 
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