Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: EmilyG66    21/01/2018    2 recensioni
Jack non poteva assolutamente mancare alla cerimonia per dare inizio alle festività di Natale di Arendelle. Al contrario degli altri guardiani, che non dovevano farsi vedere o avevano da fare, lui non aspettava altro per evadere dalle sue divertenti mansioni e sgattaiolare dalla sua fidanzata.
Fanfiction Jelsa che segue la trama di Frozen: le avventure di Olaf ma con alcune variazioni, per chi non l’avesse visto allerta spoiler. I personaggi inoltre non appartengono a me ma alla Disney e alla DreamWorks.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Anna, Elsa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Finalmente anche nel regno di Arendelle era giunto il Natale e, benché fosse di per se un giorno molto particolare, per Elsa ed Anna era ancora più speciale.
Era il primo Natale che le due passavano finalmente insieme da quando erano piccole e le due non vedevano l’ora di suonare la campana di Arendelle e svelare la sorpresa che avevano organizzato per il loro popolo.
Olaf era euforico e si nascondeva impaziente nel castello spaventando tutti i servitori quando usciva fuori gridando: Sorpresa!
Non era ancora il momento però e ognuno di loro non faceva che ricordarglielo.
Il pupazzo di neve si nascose allora nel salone, dentro un dolce che stava sul tavolo e che era formato da tante ciambelle impilare una sopra l’altra e di diversa dimensione.
Quando Anna entrò furtivamente nella stanza e volle assaggiarlo l’omino di neve uscì allo scoperto spaventando la principessa, ma lei gli ricordò amorevolmente che non era ancora l’ora.
Elsa scese in quel momento dalle scale con un bellissimo abito di velluto blu pieno di brillantini e spiegò alla sua creazione che doveva attendere il suono della campana.
Lei e la sorella si misero successivamente a cantare con gioia e la regina mise sul petto di Olaf una foglia, presa da una ghirlanda appesa, che gli fece da papillon rendendolo elegante come lo erano le due ragazze.
Dei servi aprirono per loro le porte del castello e i tre uscirono nel cortile luminoso e pieno di gente.
La campana di Arendelle fu portata con attenzione da Kristoff e Sven su una slitta al centro della piazza e poi issata grazie alla buona volontà di qualche paesano al suo posto, proprio al centro della facciata frontale del castello. 
Mentre regina e principessa si apprestavano a tirare la corda il guardiano del divertimento arrivò in volo e silenziosamente si mise alle spalle della magica sovrana sorridendo malizioso.
Qualche bambino lo indicò ma lui gli fece cenno di stare in silenzio e loro obbedirono complici.
Le due sorelle e il pupazzo di neve strattonarono la fune e la campana finalmente suonò.
-Che le feste abbiano inizio! –annunciò la bionda alzando le braccia al cielo.
Il guardiano trovò quel momento propizio e circondò la vita della sua fidanzata davanti a tutti sussurrandole al lato del viso: -Sorpresa. –
Elsa sussultò e quando voltò lo sguardo non poté fare a meno di sorridere.
-Jack. –constatò semplicemente ricevendo un bacio sulla tempia e venendo rilasciata.
Lo spirito dell’inverno si prese tutto il tempo del mondo per osservare la regina e la trovò più incantevole che mani. Il suo abito era bellissimo, le fasciava le forme come sempre e il rametto di vischio che portava fra i capelli si intonava magnificamente al colore delle sue irresistibili labbra.
L’albino fu poi salutato dal resto della famiglia, le porte del castello vennero aperte rivelando il banchetto organizzato per il popolo e Olaf poté dire finalmente “Sorpresa!”.
Nessuno però badò quello che la famiglia reale aveva preparato per loro, preferendo invece tornare alle loro abitazioni.
Quando le due sorelle chiesero spiegazioni una donna rispose loro che doveva tornare a casa per celebrare la propria tradizione di famiglia.
Altri abitanti rivelarono a loro volta una tradizione Natalizia e le giovani reali rimasero di sasso nell’apprendere che nessuno avrebbe festeggiato insieme a loro quel lieto evento.
Kristoff, indossando un mantello di muschio e con il liuto nelle mani, provò a tirarle su cantando la sua personale tradizione dei troll ma non risollevò il morale delle due anzi le disgustò nonostante la canzone fosse orecchiabile.
Il rito per onorare il troll Flemmingrad era forse la cosa più disgustosa che anche Jack Frost avesse mai sentito nei suoi trecento diciott’anni. Fortunatamente lo spacca ghiaccio si dileguò per andare a cucinare il suo rivoltante stufato ed Elsa, Anna, il guardiano e Olaf rientrarono nel castello.
L’omino di neve iniziò dunque a saltellare e ammise di essere curioso di sapere quale fosse la loro tradizione di famiglia.
Notando lo sguardo incerto della regina lo spirito dell’inverno si schiarì la voce e poggiando il bastone sulla sua spalla destra parlò.
-Io e la mia famiglia cucinavamo dei biscotti. –svelò sorridendo al ricordo e sedendosi sul bordo del tavolo imbandito attirando su di sé l’attenzione dei presenti.
-La mamma aiutava mia sorella Emma a farli, io ero più grande e facevo da solo. Ricordo ancora l’odore dei biscotti mentre cuocevano e quando dopo mio padre tornava con la legna e ci portava al lago. –ricordò l’albino rattristato.
-Oh Jack, io non saprei proprio come fare se fossi al tuo posto. –affermò la principessa con la mano destra sul cuore compatendolo.
La magica sovrana si avvicinò al ragazzo e gli mise una mano sulla spalla con un sorriso tirato e incoraggiante.
-Ti mancano molto non è vero? –gli chiese dolcemente.
Jack alzò lo sguardo perso verso di lei e annuì.
-Ogni singolo giorno. –rispose prima che sul suo volto tornasse un sorrisetto –Ma se non fossi diventato una leggenda non ti avrei mai conosciuta. –aggiunse poi con positività.
Gli occhi della bionda brillarono a quella confessione mentre Anna e Olaf espiravano all’unisono inteneriti. Il guardiano era sempre sincero, o almeno lo era con lei, ed era del tutto spontaneo dicendo sempre quello che pensava.
Elsa gli diede un bacio sulla guancia e sua sorella chiese a quel punto se loro avessero delle tradizioni e se lei se ne ricordasse.
La regina osservò il ritratto di famiglia, si allontanò dallo spirito e si avvicinò alla finestra ricoperta di brina intonando la risposta e guardando aldilà del vetro posando poi la mano sinistra sulla superficie liscia.
Ricordava solo i rintocchi della campana e i genitori che tiravano la fune insieme a lei. Il suono addolorato della sua voce fece piangere il cuore dell’albino che rimase in silenzio osservando la schiena della magica sovrana.
La principessa ribadì che fosse una tradizione per il regno ma riguardo a loro?
-Dopo che abbiamo chiuso le porte non siamo più state insieme. –ammise con occhi lucidi bionda.
-Elsa…-provò a parlarle Anna affiancandola, ma lei si scostò e si diresse verso una porta.
-Mi dispiace Anna, è colpa mia se non abbiamo tradizioni. –affermò Elsa sentendosi in colpa e aprendo la porta.
Sua sorella tentò di fermarla dall’andarsene ma questa le chiuse ancora una volta la porta in faccia con un rumore sordo. La principessa poggiò il palmo sul legno ruvido e tirando su col naso si allontanò.
-Sta tranquilla, parlerò io con lei. Vedrai che le passerà. –la informò Jack posando i piedi a terra.
La ragazza dai capelli ramati si voltò verso di lui con sguardo affranto, annuì e si dileguò. Lo spirito dell’inverno si passò una mano fra i capelli bianchi espirando e Olaf rimase lì infelice.
Si preannunciava un Natale un po’ diverso da come se l’era immaginato, non voleva che Elsa e Anna si separassero di nuovo.
Mentre l’albino lasciava la stanza il pupazzo di neve fu colto improvvisamente dall’illuminazione. Sarebbe andato in giro per tutto il villaggio a cercare le tradizioni di Natale per le due sorelle e le avrebbe rese felici.

Nel frattempo la regina di Arendelle si era rinchiusa nuovamente nel posto in cui si sentiva più al sicuro: la propria camera, e non voleva uscire.
Era seduta sul bordo del letto e aveva il viso nascosto fra le mani mentre silenziose lacrime le sfuggivano dagli occhi azzurri.
Era amareggiata e arrabbiata con se stessa, rovinava sempre tutto…
Per anni aveva odiato i suoi poteri ma Jack era l’unico motivo per cui non lì aveva detestati del tutto.
Il bussare alla porta la sorprese appena, sapeva che qualcuno sarebbe venuto a tirarle su il morale ma non desiderava essere rincuorata.
-Non voglio vedere nessuno in questo momento. –affermò allontanando le mani dal viso e asciugando con il dorso le guance umide.
-Neanche me fiocco di neve? –domandò Jack in tono scherzoso.
-……- la magica sovrana non rispose e guardò con scarso entusiasmo la porta bianca.
Il guardiano non si arrese, sapeva essere estremamente testardo a volte.
-Amore…-quasi sussurrò con una mano sul legno e l’altra che stringeva il bastone ricurvo.
Gli angoli della bocca della bionda si sollevarono un po’ involontariamente a quella parola. Come poteva ignorarlo?
-Entra. –si arrese alla fine e lo spirito fece come gli era stato detto.
Entrò, si chiuse la porta alle spalle e attese.
-Stai bene? –domandò.
Elsa negò e posò le mani sul proprio grembo guardando dritto davanti a se con sguardo vuoto. L’albino pensò subito a come farle tornare il buon umore, era bravo in questo e la situazione non era poi così grave.
La ragazza doveva solo distrarsi e pensare alle cose belle del Natale.
-Ho un regalo per te. –le disse tranquillo piegando appena la testa per guardare bene il suo viso di profilo.
La regina si voltò verso di lui e come lo vide sorridere lanciandole un’occhiata incoraggiante si alzò in piedi e lo raggiunse.
Jack mise la pallida mano sinistra della tasca della propria felpa ed estrasse un pacchetto quadrato non molto piccolo con un’incartata azzurra e un fiocco bianco.
Porse il dono di Natale alla magica sovrana che lo prese lentamente sfiorandogli le dita. Si portò il pacchetto al petto e sollevò il coperchio.
Gli occhi della bionda si riaccesero e mentre estraeva l’oggetto un nuovo sorriso nacque sulle sue labbra.
Il guardiano le aveva regalato una palla con la neve dal piedistallo circolare, liscio e trasparente come il ghiaccio e all’interno della sfera erano rinchiusi tutti loro. Proprio tutti.
Anna, Kristoff e Sven a destra e Marshmallow, gli snowgies e Olaf a sinistra mentre al centro c’erano loro due. Le statuine di ghiaccio che li rappresentavano erano inoltre in una posa da ballo.
-Oh Jack…-iniziò a dire Elsa osservando il regalo da tutte le possibili angolazioni e alla luce del sole.
-Scuotilo. –le consigliò lo spirito con un’espressione furba dipinta in viso.
La regina alzò un sopracciglio guardandolo per un attimo poi con entrambe le mani scosse l’oggetto.
La neve iniziò a volteggiare all’interno della palla e sotto gli occhi piacevolmente colpiti della magica sovrana le loro statuette si misero a girare avvolte da un lieve bagliore celeste.
-È…meraviglioso. –affermò la bionda con sincerità riportando lo sguardo sull’albino completamente soddisfatto.
-Nord mi ha dato una mano a farlo. –ammise appoggiandosi al bastone.
Aveva chiesto un parere anche ad Anna per farle il regalo ideale ma lei gli aveva consigliato di regalare alla sorella un bel gattino, poiché conosceva una signora che ne aveva la casa piena e che faceva per loro dei pigiamini.
Uno di essi indossava appunto un maglioncino blu con delle scarpette dello stesso colore e non appena la principessa lo aveva visto aveva subito pensato a lui.
Il ragazzo scartò immediatamente l’idea, la sua fidanzata aveva già abbastanza creature nel palazzo di ghiaccio e non gliene servivano di certo altre.
Il sorriso di Elsa si allargò di più e la regina posò il presente sul mobile di fianco a se prima di abbracciare Jack.
-Grazie Jack. –disse seppellendo il volto nella sua felpa blu.
Il guardiano ricambiò il gesto e poggiò il mento sopra quei capelli biondi e soffici.
-È un piacere fiocco di neve. –le rispose semplicemente.
Rimasero così per un po’ poi la regina si staccò da lui, si avvicinò alla cassettiera e l’aprì tirandone fuori una pergamena arrotolata e chiusa con un fiocco rosso e un rametto di vischio.
La magica sovrana sorrise enigmatica e chiuse il primo cassetto del mobile tornando dallo spirito.
-Questo invece è per te. –gli spiegò porgendogli il dono con la mano destra.
Non aveva avuto la più pallida idea di cosa regalargli fino a due giorni fa e sperava davvero che fosse la carta a parlare per lei.
Lui accettò la pergamena e diede il proprio bastone alla bionda che lo tenne con entrambe le mani mentre lui scioglieva il fiocco.
Una volta che ebbe srotolato per bene il foglio l’albino si accorse che si trattava di un dipinto, un ritratto di loro due insieme nei giardini reali che congelavano alcuni arbusti attorno a loro.
Era davvero bello.
Il ragazzo sollevò lo sguardo dal foglio per osservare l’espressione nervosa di Elsa e quasi volle ridere, era passato qualche giorno fa a trovarla e lei lo aveva praticamente supplicato di fare una passeggiata con lui. Non avrebbe potuto immaginare che uno sconosciuto li stesse osservando tentando di ritrarli.
Jack tornò ad ammirare il suo regalo e notò solo allora una dedica sull’angolo destro del foglio nella calligrafia elegante della regina.
“Con tutto il mio cuore, la tua regina.” recitava e il suo cuore batté un po’ più in fretta.
Non aveva mai provato dei sentimenti così, per nessuna persona e doveva ancora farci l’abitudine.
-È bellissimo. –ammise vedendo la magica sovrana rilassarsi notevolmente e imporporarsi leggermente.
Il guardiano rimise il fiocco alla pergamena, la ripose nella tasca della felpa e si riappropriò del bastone ma solo per appoggiarlo al muro.
Prese le mani della bionda e le intrecciò con le sue a pochi centimetri dai loro petti mettendo le fronti a contatto.
-Lo conserverò per sempre. –le promise lo spirito e lei poteva credergli.
-Anch’io. –ribadì Elsa.
I loro occhi si bearono del colore glaciale delle iridi dell’altro e poi il ragazzo emise un versetto divertito.
-Dovremmo smetterla di farci i regali se dobbiamo stare insieme per sempre. –ammise con ilarità.
La regina sorrise maggiormente e annuì.
-Che cosa potrei desiderare di più? –domandò poi Jack.
Entrambi si scostarono e il guardiano riafferrò il proprio bastone aprendo la porta.
-Io vado a cercare un po’ di divertimento e tu? –chiese guardando la magica sovrana con la coda dell’occhio.
Questa, che stava ammirando nuovamente la palla con la neve, distolse lo sguardo dal dono e parlò con tranquillità.
-Credo proprio che andrò a cercare mia sorella per scusarmi. –affermò la bionda con un’alzata di spalle ma mantenendo intatto il suo sorriso.
Lo spirito diede un segno affermativo con la testa e si portò il palmo della mano sinistra al viso prima di soffiare. Una scia di fiocchi di neve prese la forma di un cuore che volteggiò verso Elsa e lei si portò una mano al petto scuotendo la testa.
Quando il cuore di brina azzurro e scintillante le fu di fronte si dissolse con un “puff” e il ragazzo le strizzò l’occhio sparendo oltre la porta.
La regina rimasta da sola ripensò alle parole di Jack e abbassò lo sguardo sul proprio ventre piatto posandovi successivamente il palmo sopra.
Cosa poteva desiderare di più? Solo una cosa, il suo più grande desiderio e sogno.
Sapeva però che entrambi non erano ancora pronti per un passo del genere ma, e ciò la rendeva molto felice, era certa che un giorno lo sarebbero stati.
Di nuovo di buon umore la magica sovrana pensò bene di andare dalla sorella e uscì dalla camera.
Intanto Olaf stava scorrazzando in giro per il villaggio andando di casa in casa a curiosare. Il tempo trascorse rapidamente e una nube ricoprì il cielo dando inizio a una dolce nevicata.
Infondo che Natale sarebbe senza che il guardiano del divertimento, nonché spirito dell’inverno, ci mettesse lo zampino?

Elsa era ora davanti alla porta bianca della camera di Anna e si sentiva un po’ strana ad invertire i ruoli dopo tutti questi anni. Titubante bussò.
-Anna? –domandò –Volevo scusarmi con te per poco fa. –affermò poi entrando nella stanza.
Si accorse subito che la principessa non era nei paraggi ma sentì un insolito rumore provenire dalla soffitta.
La regina andò a prendere una lanterna e salì le scale della buia e impolverata mansarda sperando vivamente che non ci fossero topi nei paraggi.
Il movimento improvviso di un’oscura figura che sì alzò da un grande baule la fece sussultare ma questa si rivelò essere soltanto sua sorella abbigliata stranamente.
Indossava un cappello da giullare, un mantello e dei guanti verdi giurando che fossero rispettivamente: il suo elmo vichingo, un mantello da maga e delle zampette di drago mimandone il movimento con le mani.
La magica sovrana ridacchiò al contenuto del baule della sorella e le chiese cosa ci facesse lassù.
Questa uscendo dal baule, o meglio inciampando, spiegò che stava cercando delle tradizioni natalizie e chiese a sua volta cosa ci fosse nel suo di baule.
-Oh più che altro guanti. –ammise la bionda roteando gli occhi sincera.
-Sì certo, file e file di guanti di seta. –fece scettica la principessa aprendo il baule.
Rimase colpita nel costatare che effettivamente ci fossero moltissimi guanti di seta identici a quello che aveva tolto ad Elsa il giorno dell’incoronazione.
-Oh…–fece la ragazza dai capelli ramati.
-Già, benvenuta nel mio mondo. –affermò la regina con ironia.
-Aspetta chi è questo piccolino? –domandò Anna osservando un vecchio peluche.
-Oh! Ser Jorgenbjorgen. –spiegò l’altra con malinconia prendendo il pupazzo nelle mani.
Era un pinguino senza braccia, un po’ spiumato in alcuni punti della testa dove l’imbottitura fuoriusciva e aveva tre capelli arancioni fatti di tessuto simili ai tre rametti che aveva Olaf sul capo, un occhio era stato cucito chiuso e l’altro era un bottone grande e azzurro, infine indossava un mantello celeste.
-Era un buon ascoltatore. –ammise la magica sovrana accarezzando la testa del pupazzo e ripercorrendo con la mente i discorsi che faceva con lui quand’era bambina.
Uno di questi era ad esempio il fatto di quanto trovasse Jack carino…
-Anna come faremo a trovare delle tradizioni natalizie qui dentro? –domandò seriamente la bionda riponendo il peluche e guardandosi attorno.
-A meno che…-cominciò a dire prendendo una scatola dal proprio baule con renne e campanellini.
Sorrise sapendo bene cosa contenesse e porse lo scrigno alla sorella che vi diede un’occhiata sgranando occhi e bocca.
-Ora so qual è la nostra tradizione di Natale! Dobbiamo trovare Olaf. –disse la principessa euforica correndo verso le scale che portavano alla mansarda.
Le scese in fretta ma dopo pochi secondi Elsa vide ricomparire la sua testa dalla botola del pavimento.
-Non vieni? –domandò alla regina.
Lei si guardò attorno e si inginocchiò accanto al proprio baule.
-Sì, dammi…solo un momento. –rispose la magica sovrana scrutando l’interno del baule.
-Ok. –disse rapidamente la ragazza dai capelli ramati sparendo nuovamente alla vista.
La bionda sospirò e scostò tutti i suoi guanti con un sorrisetto mentre diversi tomi color indaco venivano alla luce.
Elsa li prese tutti e tredici appoggiandoli sul pavimento di legno, poi ne scelse uno e se lo mise sulle ginocchia. Sfogliò le pagine ingiallite e le proprie labbra si stirarono maggiormente verso l’alto.
Quelli erano i suoi diari, i diari che aveva iniziato a scrivere all’età di otto o nove anni per sentirsi meno sola dopo che le era stato impedito di vedere la sorella.
La regina rideva brevemente riguardando i vecchi disegni che faceva e s’intristiva leggendo nella propria scrittura, all’epoca tremolante, la tristezza che l’accompagnava ogni anno.
Giorno per giorno scriveva ma non c’era molto di cui scrivere e le pagine diventavano brevi righe, almeno finché Jack non era entrato nella sua vita.
Quella sera non riusciva a prendere sonno poi improvvisamente la finestra della sua camera da letto si era spalancata e lei aveva gridato rintanandosi sotto le coperte.
Una risata amichevole l’aveva sorpresa convincendola a sgusciare fuori da sotto le lenzuola e in quel momento aveva visto quel bel ragazzo pallido con un lungo bastone.
Lui aveva inclinato la testa in maniera buffa e poi le aveva parlato senza avvicinarsi a lei.
-Ciao. –le disse semplicemente e da quel giorno in poi non si era sentita più così sola.
Quasi tutte le notti attendeva che il guardiano la venisse a trovare per giocare con lei finché non si addormentava e la mattina seguente annotava tutto quello che era accaduto la sera prima, e che riteneva importante, sul suo diario riempiendo finalmente tutte le pagine.
La magica sovrana faceva continuamente disegni sullo spirito, a volte persino su un cavallo bianco, ma era troppo timida per farglieli vedere. Si era presa una cotta per lui dopo qualche tempo e aveva iniziato a sostituire tutte le O di “Frost” con un cuore ed altri riempivano diversi angolini delle pagine di ogni diario.
Crescendo la cotta era peggiorata ed ora era follemente innamorata di lui e lui lo era di lei.
Elsa prese tutti i propri scritti in un unico abbraccio e in cima ad essi mise Ser Jorgenbjorgen. Aveva tutta l’intenzione di portarli nella sua stanza e di leggere all’albino ciò che scriveva di lui per quanto imbarazzante potesse rivelarsi.
Magari la sera stessa di fronte al camino insieme ad Olaf, che avrebbe chiesto il significato di ogni parola, e chissà magari un giorno li avrebbe letti a sua figlia o a suo figlio.
Chiuse il baule e scese le scale con qualche difficoltà poi raggiunse la propria stanza e posò i diari sul letto.
-Tu fa la guardia. –impose la regina al peluche poggiandolo contro i volumi.
Questo ovviamente non rispose e la magica sovrana uscì dalla stanza contenta.
Trovò subito la sorella che si aggirava preoccupata per il castello e lei le si fece incontro rivelandole che non riusciva a trovare il loro pupazzo di neve.
Anche la bionda iniziò a preoccuparsi ed entrambe, con alcuni servi, iniziarono a cercarlo dirigendosi poi verso le stalle per vedere se il loro amico fosse in compagnia di Sven e Kristoff.
Quando entrarono nella stalla però la renna stava mimando al montanaro che Olaf era stato attaccato dai lupi e in un battibaleno Elsa ordinò ai suoi servitori di suonare la campana e di radunare tutto il villaggio per andare alla ricerca dell’omino di neve.
Regina e principessa assieme a Sven e Kristoff andarono porta a porta a chiedere l’aiuto dei cittadini e in poco tempo anche Jack fu avvertito della scomparsa di Olaf.
La sera era calata ormai e tutti muniti di lanterne stavano cercando nel bosco il pupazzo di neve. Il guardiano del divertimento provava a rintracciarlo dall’alto ma gli alberi erano troppo fitti e così coperti di neve che non l’avrebbe ne visto né tantomeno riconosciuto.
-Olaf! Olaf! Jack vedi qualcosa da lassù? –chiese la magica sovrana alzando gli occhi al cielo dopo che ebbe chiamato insistentemente la sua creazione.
Lo spirito continuò a guardarsi attorno seriamente preoccupato e poi rispose.
-Non ancora. –ammise.
-Olaf! Olaf dove sei!? –chiamò allora Anna.
-Qui non c’è. –rispose una voce a loro familiare.
La bionda e la principessa si voltarono entrambe verso un cumolo di neve sotto ad un albero e lo videro. O quanto meno videro solo i rametti sulla testa e la carota spuntare dalla neve.
Elsa emise un verso di sollievo ed entrambe si inginocchiarono accanto al cumolo di vene, poi la ragazza dai capelli ramati domandò dove fosse andato Olaf.
Lui, parlando in terza persona, spiegò che il pupazzo di neve era andato a cercare delle tradizioni di Natale per loro ma che poi queste avevano preso fuoco, erano cadute da un burrone ed avevano preso fuoco di nuovo. Infine aggiunse che un falco si era portato via la torta di frutta e Sven lo tirò fuori da sotto la neve prendendolo per il naso.
-Jack e qui! –lo informò la regina così che l’albino potesse smettere di cercare e scendere a terra.
L’albino si accostò alla magica sovrana sollevato e ascoltò la loro conversazione.
Il pupazzo di neve era dispiaciuto che non avessero una tradizione ma Elsa ed Anna, intenerite dal suo sguardo, gli svelarono che in realtà l’avevano e mostrarono al piccolo lo scrigno che la bionda aveva trovato in soffitta.
La principessa sollevò il coperchiò e Olaf si rese conto che conteneva un pupazzo come lui ma di legno assieme a tanti disegni e bigliettini di auguri che la ragazza dai capelli ramati faceva ogni anno per Natale a sua sorella.
-Sei tu Olaf, sei tu la nostra tradizione. –gli spiegò la regina con una mano sul cuore.
-Io? –fece stupito il pupazzo di neve.
-Sorpresa. –rispose Anna dandogli un caldo abbraccio insieme alla magica sovrana.
Kristoff e Jack invece erano semplicemente felici per loro.
Elsa coinvolse la sorella in una nuova bellissima canzone e creò un papillon di ghiaccio addosso all’omino di neve che venne preso per mano da lei e in battibaleno accerchiato dai paesani che lo riempirono nuovamente con le loro tradizioni.
-Io non chiedo altro, quel che voglio è qui. –cantò la regina alla sorella prima di abbracciare con lo sguardo la sua famiglia e soprattutto Jack che ricambiò con un sorriso.
La principessa di Arendelle si mise poi a fare un girotondo attorno ad Olaf con un gruppetto di bambini.
-Io non chiedo altro se al mio fianco ci sei tu. –intonò nuovamente la magica sovrana inginocchiandosi accanto al pupazzo.
La bionda creò una stradina di ghiaccio e tutti la seguirono dando il via ad una piccola processione che li portò in una radura dove le due sorelle assieme al loro amico si misero a pattinare.
-Girerò il mondo ma è da te che tornerò! –dissero all’unisono prima che Elsa afferrasse Jack e cominciasse a scivolare sul ghiaccio anche con lui.
Il guardiano la teneva per la vita e lei era stretta al suo collo pattinando all’indietro e poi ruotando come se fosse la cosa più facile del mondo.
La canzone continuò.
La regina creò un tavolo dove il suo servi potessero posare il cibo portato con loro e le due sorelle osservarono delle bambine offrire a Olaf della cioccolata calda. Lui la bevve ma questa lo oltrepassò.
Successivamente la magica sovrana sbatté il piede a terra e dal suolo nacque un gigantesco albero di Natale che fece rimanere tutti, Jack soprattutto, sbalorditi.
Con il suo potere la bionda appese ogni lanterna all’albero e prendendo un piccolo pupazzo di neve lo rinchiuse in una stella che poi diede a Olaf perché la posasse sulla cima dell’albero sollevandolo con la magia.
-Come per incanto…non c’è altro che…vorrei…- conclusero infine la canzone Olaf, Anna, Elsa e Kristoff assieme.
Il guardiano non fiatò, non era molto nel suo stile cantare e mise la mano destra sul fianco della sua regina tenendo il bastone con la sinistra mentre osservava l’albero.
La magica sovrana posò allora il capo sulla spalla dello spirito e tutti gli abeti attorno alla radura si illuminarono di magia.
Il popolo rimase a guardare quello spettacolo insieme a loro per alcune ore mangiando e chiacchierando poi i genitori decisero di riportare a casa i loro bambini.
Anche Olaf dopo aver ricevuto la torta di frutta in testa, restituita dal falco che l’aveva presa, si addormentò su Sven.
-Credo sia il caso di portarlo a letto. –affermò la principessa parlando col suo futuro sposo.
Kristoff annuì e la ragazza dai capelli ramati si voltò verso sua sorella che era ancora assieme all’albino.
-Andiamo Elsa? Olaf si è addormentato. –confermò richiamandola e guardando il pupazzo di neve con dolcezza.
-Voi andate pure, io e Jack vi raggiungeremo in volo più tardi. –spiegò la bionda con la mano intrecciata a quella del ragazzo.
-Come vuoi. –rispose semplicemente Anna con un gesto della mano montando su Sven e prendendo fra le braccia l’omino di neve.
Kristoff invece la accompagnava a piedi.
Quando tutti se ne furono andati Elsa e Jack rimasero da soli con l’aurora boreale che colorava il cielo e la luna piena, rendendo quel momento estremamente romantico.
Consapevole della situazione che si era venuta a creare il guardiano non poté che domandare alla sua compagna: -Balliamo?
La regina annuì e una volta che l’altro ebbe posato il bastone a terra i due si lasciarono trasportare esclusivamente dalla canzone di prima che si ripeteva incessantemente nella loro testa.
La magica sovrana mise il proprio volto nell’incavo del collo del suo cavaliere e sorrise felice.
-È stato un bel primo Natale. –ammise sospirando completamente rilassata.
-Già, indimenticabile. –affermò lo spirito.
-Ti è piaciuta la canzone? –domandò poi la ragazza guardandolo negli occhi curiosa.
-Sì certo. Te l’ho sempre detto che hai voce da angelo. –ribadì lui facendola arrossire lievemente.
La bionda lasciò andare una delle sue mani per posare la propria sul suo petto e sentì distintamente i palpiti del cuore dell’albino sotto l’orecchio.
-A proposito, quella strofa sull’andare via…girare il mondo e tornare da te…era indirizzata a me? –chiese il ragazzo sospettosamente.
Elsa sorrise maggiormente.
-Credo proprio di sì. –gli rivelò divertita prima di alzare lo sguardo verso di lui.
Jack stirò le labbra in un sorriso furbo ed entrambi avvicinarono i loro visi baciandosi con dolcezza.
Cos’altro potevano volere?
Beh il guardiano sapeva esattamente cosa desiderasse più di ogni altra cosa al mondo il suo fiocco di neve, Sandy gliel’aveva detto e un giorno avrebbero reso quel sogno realtà.
Il loro amore non si sarebbe mai sciolto, nessuno avrebbe potuto farlo ed era proprio vero: quando stavano insieme era una favola.
Quando stavano insieme sapevano che casa loro era lì.
 
  
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