Anime & Manga > The Seven Deadly Sins / Nanatsu No Taizai
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Autore: Flos Ignis    23/01/2018    2 recensioni
AU!Nursery, ideata grazie al contest "AU is the only way".
Questa storia nasce come un unico capitolo, ma c'è troppo da dire su questo fantastico mondo... ed ecco che ne è saltata fuori una long.
Ritroverete i nostri amati personaggi nelle vesti di soldati e medici, soprattutto, pronti ad affrontare sfide che metteranno i loro fragili cuori a dura prova.
Ma un cuore che fa male... è un cuore che, nonostante le ferite, continua a funzionare. Ed è questo il messaggio che i Peccati Capitali vi trasmetteranno in questa storia.
Tratto dal terzo capitolo: Lo guardò con quelle sue sfere dorate, splendenti come il sole e dolci come il miele, definendolo un brav'uomo. Lui. Che portava il segno del suo peccato inciso nella carne e anche più a fondo, nel sangue e nelle ossa, fino a quel midollo che, a quanto pareva ...
-Chissà che fine ha fatto quel dottore da strapazzo... prima di iniziare devo farmi prelevare del saaaaangue.-
... avrebbe salvato una vita.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ban, Elaine, Meliodas
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Un giorno, sicuramente, sarai mia





I giorni successivi erano stati pieni di esami, camici bianchi e momenti di infinita noia.

Tra un esame e l'altro, Ban aveva passato tutto il tempo possibile a chiacchierare con la sua nuova, improbabile amica, che si era rivelata ancora più interessante di quanto non gli fosse sembrata durante quel loro primo incontro.

Gli aveva confermato di avere un fratello, Harlequinn - eccheccazzo, allora tu sei davvero la sorellina di King! Certo che non vi somigliate proprio per niente... -, ma che lui se n'era andato di casa, un giorno come un altro, senza darle alcuna spiegazione. Era venuta a conoscenza del suo arruolamento nei Sette Peccati Capitali solo recentemente, e quello in apparenza era il motivo per cui era stata rapita.

Quando gli aveva raccontato confusamente di quei giorni pieni di nebbia e dolore, droghe e allucinazioni, Ban aveva seriamente rischiato di compiere una strage. A trattenerlo era stata solo la piccola mano di lei, aggrappata alla manica della sua giacca come ad un'ancora di salvezza, e l'espressione terrorizzata dei suoi occhi.

Non sapeva neppure lei cosa le avessero fatto, per cui aveva chiesto spiegazioni al dottor Zeldris, che pur di levarselo dai piedi gli aveva concesso una spiegazione sommaria.

A quanto pareva lei era stata mentalmente indebolita da alcune droghe per farle rivelare alcuni segreti di cui i banditi suoi rapitori erano convinti lei fosse a conoscenza, presumibilmente informazioni sul fratello. Non avevano avuto fortuna, dato che King non aveva dato sue notizie ad Elaine per quasi due anni, il periodo di tempo in cui era stato arruolato.

Ban si era domandato cosa diavolo fosse successo al suo smilzo amico per farlo allontanare in quel modo dalla sua famiglia: lui che ne aveva una, avrebbe dovuto tenersela stretta...

Ricacciò l'amaro in bocca. Non era la sua storia quella, non era la sua famiglia ad essere in gioco. Si stampò il migliore dei suoi sorrisi in volto, prima di entrare nella stanza decontaminante.




Una volta che erano stati sicuri del consenso di entrambi gli interessati, i medici avevano immediatamente iniziato il procedimento per preparare la loro paziente a sopportare un trapianto. Lui doveva semplicemente starsene buono e tranquillo e farsi fare un piccolo prelievo giornaliero, ma per lei la situazione era ovviamente più complessa.

Aveva subito un bombardamento radioattivo che le aveva azzerato completamente le difese immunitarie, eliminando ogni traccia del suo midollo dall'organismo. Era una fase indispensabile, se volevano evitare qualsiasi tipo di reazione di rigetto nei confronti del nuovo midollo che le avrebbero trapiantato.

Ban non era stupido, sapeva che dietro le rassicurazioni del medico - rivolte esclusivamente alla ragazzina, mica a lui: si evitavano il più possibile, era evidente quanto si stessero sull'anima a vicenda - esisteva una concreta possibilità di fallimento.

Ma a quello... no, non voleva pensarci. Era inutile farlo, perchè il Fato non dipendeva da nessun fattore influenzabile. Loro stavano facendo tutto il possibile, il resto sarebbe venuto da sè.

Una volta che gli fu concesso di entrare nella stanza asettica in cui riposava la sua piccola amica, Ban sospirò mentalmente. Si era affezionato a lei, dire di non temere qualche risvolto negativo equivaleva a mentire spudoratamente e lui era tante cose, ma un bugiardo sicuramente no.

-Ban! Sono felice di rivederti!- in quella stanza bianca, l'oro dei suoi capelli e il miele nei suoi occhi erano gli unici luoghi in cui si potesse scorgere un po' di vitalità. Specialmente quando lei sorrideva in quel modo solo per il semplice piacere di vederlo arrivare a farle compagnia.

-Ciao Elaine. Pronta per l'operazione?-

-Non credo che si possa essere pronti o meno. Ormai è ora, tutto qui.-

-Mi hanno concesso mezz'ora, poi mi tocca andare a prepararmi. Sia mai che io faccia aspettare una così splendida dama!-

Lei rise leggermente, noncurante della fatica che le costava un gesto così semplice. Era come ascoltare le vibrazioni di un fragile cristallo, stupendo e struggente.

-No, non lo faresti mai, hai ragione! Temo però che tu abbia fatto aspettare tutte le dame del festival di cui mi hai parlato.-

-Se ne faranno una ragione, sono sicuro che il mio Capitano si sarà egregiamente occupato anche della mia parte di donzelle!-

Di nuovo risero insieme come vecchi amici, ignoranto il ticchettio dell'orologio che segnava l'avvicinarsi, di secondo in secondo, di un pericoloso ed inevitabile evento.

-Ban, come ti hanno convinto a entrare qui all'ospedale?-

-In che senso?-

-Mi hai raccontato della conversazione che hai avuto con il dottore appena sei entrato qui in ospedale, ma come ti hanno convinto a venire qui? Mi hai raccontato che hai un pessimo rapporto con questi posti...-

-Non mi piace ricordare il ricovero di mio padre in effetti, ma non potevo fare altrimenti. Re Bartra ha ordinato al Capitano di farmi venire qui, perciò immagino di non aver avuto scelta.-

Inaspettatamente, lei fece un piccolo sbuffo divertito, come se avesse apena ascoltato un'enorme sciocchezza.

-Non trattarmi come una sciocca, Ban: hai voluto parlarmi in primo luogo per sapere se obbedire o meno all'ordine del re, avresti potuto benissimo ignorare l'ordine a monte.-

-Beh, suppongo di sì, ma se l'avessi fatto il Caaaaapo mi avrebbe tagliato le scorte di alcool. E quando lui minaccia, mantiene seeeeempre le promesse. E giusto per essere sicuro che non sarei scappato, mi ha trascinato fino alla porta dell'ospedale di peso.-

-Quindi sei venuto qui per poter bere liberamente...-

-Suppongo tu possa vederla così.-

-...mi sarebbe piaciuto che il motivo per cui sei venuto fosse per conoscere me... per salvarmi e portarmi con te.-

Lui guardò le sue guance rosse di vergona, le labbra fini che si stava mordendo leggermente, gli occhi serrati con forza per nascondere il suo turbamento interiore dovuto alla sua confessione.

E Ban mandò al diavolo il buon senso che l'aveva fatto restare al suo posto negli ultimi giorni.

-Se è questo che vuoi, si può rimediaaaaare.-

Lei riaprì di scatto gli occhi, sentendo le labbra di Ban premere sulle sue con decisione, ma senza farle male, attente a non farle fare alcuno sforzo.

Certo, ad eccezione del cuore, che era partito in quarta a fare gli straordinari.

Si allontanò di qualche centimetro dopo pochi secondi, per farle il suo migliore sorriso sghembo, al quale lei rispose con uno scintillio adorante negli occhi luminosi come il sole.

-Ban, perchè...?-

-Perchè tutto questo ti dia un motivo per superare le difficoltà che ti aspettano. Perchè un giorno, sicuramente, sarai mia.-*




Non si erano detti altro. Poco dopo era entrata un'infermiera, una certa Margaret, per prendersi cura di Elaine e lui era stato allontanato controvoglia dalla sua ragazzina, diventata talmente rossa da poter far invidia al fuoco.

Si rividero solo due ore dopo, stesi su due barelle che viaggiavano in contemporanea in direzione della sala operatoria. Girati l'uno verso l'altra, Ban cercava di rassicurare con lo sguardo quello spaurito della ragazza, la quale stava ignorando completamente le parole dell'infermiera che si era occupata di lei in quei giorni.

Intorno a loro gli ultimi preparativi erano in corso, una febbrile attesa rendeva l'aria elettrica, ma i due protagonisti assoluti di quell'evento prestavano attenzione solo all'altro.

-Elaine, andrà tutto bene.-

-Ban, dimmelo un'altra volta...che sarò tua. Per favore...-

Non lo aveva confessato esplicitamente, ma era chiaro come il sole che avesse paura di non rivederlo mai più una volta che l'operazione si fosse conclusa.

In quel momento Margaret le fece un'inizione per darle l'anestesia, mentre un'altra infermiera la faceva respirare da una mascherina dicendole di contare alla rovescia da dieci.

Si affrettò a risponderle, sapendo per certo che l'ossigeno avrebbe accelerato l'effetto dell'anestesia dacendola addormentare nel giro di pochi secondi.

-Ma certo, Elaine... Un giorno, sicuramente, tu sarai...-

La mano che aveva cercato di afferrare cadde fuori dal lettino su cui era appoggiata, gli occhi si erano chiusi contro la volontà della loro proprietaria e in quel momento furono tutti pronti per far addormentare anche lui.

Alla fine aveva optato per un'anestesia totale, ma non per paura del dolore: voleva solo essere addormentato insieme alla sua piccola Elaine, nella pur sciocca speranza che potesse tenerle compagnia anceh nell'incoscienza.

Prima che addormentassero anche lui, replicò con un filo di triste ironia.

-Potevi almeno farmi finire la frase...-






*Non credo ci sia bisogno di precisarlo, ma questa è la frase cardine nella storia di Ban ed Elaine, perciò ho voluto usarla anche in questa mini-long.


Note:

E voi direte: ma è questa la fine?

E io vi rispondo: sì... e no.

Prima ancora di avere in mente la storia, avevo scelto esattaemnte questo finale. Per cui sì, QUESTA storia finisce qui, proprio così.

Ma siccome ho altro da dire ho intenzione di renderla una serie, in cui i protagonisti saranno altri Peccati Capitali, e nei quali si verrà a sapere ache come sarà andata a finire questa vicenda.

Non so quando le scriverò, ma per ora posso dirvi GRAZIE di essere arrivati fin qui, di aver letto fino in fondo questo piccolo omaggio ad una delle coppie in assoluto più belle non solo di questo manga, ma di tutta la storia dei manga a mio modesto parere.

Spero davvero di avermi emozionato, almeno un po'.

Non so quando deciderò di pubblicare il seguito, tenete d'occhio la mia pagina se vi va di scoprirlo! Fino ad allora...

Kisu, con tanto affetto <3

Flos Ignis




  
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