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Autore: summers001    26/01/2018    1 recensioni
Captain Swan | AU | Nel mondo reale senza magia.
Dal testo:

"Allora," fece la poliziotta sexy "chi è lo sposo?"
Dal fondo della sala partirono una serie di urla di ragazzi e uomini più adulti che gridavano una serie di "io, io, io" per cercare di convincere la spogliarellista.
L'uomo alzò la testa al cielo e cominciò a ridere. Si morse le labbra quando vide la spogliarellista scendere le scale con fare aggressivo ed avvicinarsi. Gli si sedette addosso, mentre dal fondo della sala qualcuno ululava.
L'amica gli passò sul tavolo una serie di banconote. L'uomo le strinse, non sicuro di voler mettere le mani in tutta quell'abbondanza.
"Che direbbe tua moglie?" gli sussurrò la spogliarellista.
"E chi lo sa!" rispose l'uomo quasi intimorito. Non s'aspettava di scoprirsi timido in quella situazione.
"E dai, Killian!" lo spronò l'amica, che s'avvicinò alla spogliarellista e le infilò un paio di banconote nel reggisenoA Killian faceva comodo di sicuro avere un'amica lesbica e così estroversa. Non sapeva infatti cosa aspettarsi per il suo addio al celibato e a tutto poteva pensare eccetto che ad uno strip tease.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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13.




Emma scendeva da un'auto vecchia e brutta, gialla, ammaccata di nuovo nonostante l'ultimo giro dal meccanico fosse stato non più di due mesi prima, quando l'idea di quel folle matrimonio aveva affascinato entrambi. Attraverso la portiera aperta del lato passeggero, Killian la vide mettere prima un piede a terra, il vestito bianco scivolarle sulla caviglia, poi l'altro e finalmente fu fuori.
Le scarpe blu che s'era fatta prestare da Dorothy riflettevano quel tocco di tradizione che faceva parte anche del suo carattere. Il vestito nuovo, bianco, completamente ricamato le cadeva addosso morbido e le regalava un aspetto angelico che nessun altro tra i presenti avrebbe saputo replicare. Si guardava addosso, sistemandosi le pieghe della gonna sulle gambe. I capelli le cadevano sul viso nascondendoglielo completamente.
Forse ci stava mettendo più tempo del previsto, ma per qualche strana ragione sentiva la colazione bussare dietro la lingua e la cena contro l'ombelico, mentre più su tutto bruciava. Indugiava e se ne stava ferma a testa bassa ed occhi chiusi a ritrovar contegno respirando con la bocca aria calda ed umida. Sospirò ed il suo fiato si aggiunse a quell'atmosfera pesante. Tutto sembrava aver rallentato e corso troppo veloce insieme. Era spacciata, lo sapeva, non sarebbe riuscita ad andare avanti, quando qualcuno in mezzo a quella folla se ne accorse.
Ruby si fece subito spazio tra la folla. A grandi falcate i suoi tacchi ticchettarono sull'asfalto, mente si teneva giù con entrambe le mani il corto vestito rosso. Le due si guardarono. La moretta prese il viso della bionda tra le mani con fare amorevole da mamma, commuovendo anche i presenti che quasi si sentirono imbarazzati ad assistere ad una scena del genere. Poi quella tornò a posto ed Emma alzò finalmente il capo e cominciò un passo, un altro ancora ed anche il violinista iniziò a suonare.
La musica danzava dolcemente nell'ambiente. I rumori molesti sembravano essere scomparsi ed aver fatto posto a quella melodia vibrata ed emozionante. Emma aveva sempre pensato che ci fosse qualcosa di magico nel suono del violino ed in quel momento potevano sentirlo tutti.
Quando finalmente fu più vicina tutti poterono ammirarla: una donna bellissima, naturale, coi fiori bianchi nei capelli e piccolissime trecce annodate sul capo. Indossava il suo sorriso come se fosse un gioiello, il più bello di tutti, che nessun diamante e nessuna perla potevano eguagliare. Era una ninfa belllissima e bianca. Il suo viso unico e pazzesco; il vestito la avvolgeva e la slanciava insieme, si muoveva come fosse seta agitata dal vento ed a Killian non poté che ricordare un altro momento molto importante di pochi mesi prima su una spiaggia. Emma pareva così leggera che gli invitati avevano paura che potesse volar via.
Killian avrebbe voluto prendere quel momento e riguararlo a loop per sempre. Nessuna fotografia, nessuno schermo ad alta risoluzione, nessun filmato e nessuna tecnologia avrebbero potuto catturare e rendere la vera bellezza che gli si parava davanti. Si ritrovò inebetito che non si ricordava neanche come sorridere o nemmeno a che servisse. Era sbalordito, assordato, stupefatto.
Emma intanto camminava e sorrideva, circondata da una luce tutta sua. Quando arrivò davanti a quella piccola cerchia di invitati, le si chiusero attorno pretendendo un cenno, un saluto, come se quelle persone potessero risplendere della sua stessa luce riflessa.
Anche se nessuno gliel'aveva detto o gliel'aveva insegnato, Emma cominciò salutare chiunque: abbracciò Dorothy mentre chiudeva gli occhi e forse piangeva; si avvicinava e sorrideva, forse un po' imbarazzata a Lili che non rivedeva da così tanto, salutandola quasi fosse la prima volta ed insieme un'abitudine. Vide Walsh e gli fece un cenno del capo, ricordandosi di alcuni anni fa, di una vecchia discussione. Lui le indicò con gli occhi una ragazza dai capelli fiammeggianti, le loro mani unite e sorrise. Riconobbe subito Liam dagli occhi, che le allungò una mano che Emma raccolse facendosi accogliere in quella scapestrata e piccola famiglia.
Poi successe l'impossibile: si trovò davanti a Milah-non-più-quasi-Jones che salutava Emma-Swan-quasi-Jones (perché sì, aveva deciso di tenere entrambi i cognomi, le radici del passato insieme ai rami rigogliosi del futuro).
Killian stava aspettando quel momento con ansia, preoccupato dalla reazione delle due, ancor più di quella che la sua sposa avrebbe potuto avere davanti al suo occhio ammaccato. In tutte le sue simulazioni mentali un silenzio piombale cadeva nell'ambiente ed una delle due fuggiva offesa. Se non che, si ricordò, era stata Emma a convincere Milah a farsi viva ed infatti successe l'impossibile. Se Killian avesse dovuto descrivere quel momento avrebbe usato una similitudine sportiva: la corsa, il passaggio del testimone.
Emma capì in quel momento, e Killian con lei, che non c'era mai stata una vera competizione, che nessuna delle due aveva mai sfidato l'altra e che si erano trovate invece insieme a collaorare in una corsa che era anche la vita, portandola a compimento. Milah era stata lo slancio iniziale per cominciare ed Emma lo sprint finale per raggiungere il traguardo. Non c'era astio o rancore. Emma vide Milah e riconobbe il passato. Milah vide Emma e, stringendo suo figlio, vide il futuro.
Le corde del violino continuavano a tremare armoniosamente quando la folla si riaprì ed Emma si trovò là, a due passi, a serrare le labbra coi denti per non scoppiare a ridere davanti il suo fidanzato, quasi sposo, quasi marito. Sulla sua faccia una bella ghirlanda viola e verde rendeva tutto più festoso e come si faceva a non riderne? Ma ci provò e ci riuscì e si trattenne.
Il celebrante intanto, col panciotto e la voce grossa, di fronte a loro li accoglieva a braccia aperte e quando furono finalmente uno affianco all'altro, lei poté bisbigliare un emozionato "Ciao".
"Ciao." rispose Killian con voce invece sognante.
"Ciao." replicò di nuovo lei e la morsa sulle sue labbra si aprì, liberando un enorme sorriso. Un boccolo di capelli dorati le cadde su quegli occhi smeraldo mentre cercava di nascondere uno strano imbrazzo che non aveva mai provato, un'emozione che le imporporava le guance meglio di qualsiasi trucco.
"Sei bellissima." riuscì solo a dire lui, che non ci credeva che era riuscito a mettere insieme quelle due parole.
"Sei viola." rispose lei ridendo e fece ridere anche lui, stirando la guancia così che una scossa di dolore gli arrivò fino a dietro l'occhio. "Che cavolo hai combinato?" aggiunse lei divertita dall'espressione sofferente.
"Serataccia." provò a scherzare lui, ma lo sguardo di lei sembrava chiedere di più e così decise di accontentarla "Colpa dei pancake." disse, rendendosi conto troppo tardi che questo non spiegava per niente perché aveva fatto a botte in una tavola calda.
Emma si morse la bocca di nuovo, cercò di trattenere una risata senza riuscirci molto bene. Sputacchiò ridendo e, stranamente per i presenti, Killian pensò che gli piaceva anche questo di lei: le risate sguaiate e bagnate. "Ti sei fatto picchiare dai pancake?" domandò lei forse alzando un po' troppo la voce.
Un "shh" si alzò tra la piccola folla.
"Ho fatto l'eroe!" provò invece a vendersi lui.
"Chi, tu?" chiese lei scettica.
"Shh." ripeté Killian prima e mimò poi con le labbra un bacio riattaccando il battibecco, a cui Emma replicò sillabando un "smettila" silenzioso ed aggiunse alla fine un occhiolino e Killian sorrise di nuovo.
Si resero conto in quel momento di non aver ascoltato neanche una parola del celebrante, che se ne stava impalato davanti a loro e tra di loro, tenendendo tra i due una penna, mentre col dito dell'altra mano indicava su un paio di righe stampate sul documento. Killian allora raccolse la penna e firmò per primo. Ripeté a bassa voce il suo nome mentre scriveva, suscitando risatine nascoste nella sua compagna. "Moglie." fece lui e lei raccolse la penna.
Emma scrisse il suo nome lentamente e chiaramente lasciando a lui il tempo di leggere entrambi i cognomi, cosa che non lo stupì affatto. "Marito." gli disse lei alla fine guardandolo sorridere con tutta la faccia. Tutta la faccia ammaccata.
Tra una firma e l'altra si sentirono i click delle macchine fotografiche. Tra i capelli di Emma e sulla penna che ancora stringeva tra le mani si rifletterono i lampi dei flash che davano la giusta luce.
Pochi secondi dopo furono entrambi invasi da una pioggia di riso e petali di rose. Avrebbero macchiato i vestiti e le strade ma non importava. Sembrava di essere sotto una tempesta nella foresta incantata tra fate e folletti. Entrambi gli sposi abbassarono il capo, cercando di proteggersi sotto il bouquet di fiori di lei, che a mala pena le riusciva a coprire una guancia.
Camminarono tenendosi per mano in mezzo ad un corridoio fatto dalle persone più care, tra risa e grida di giubilo a fare da colonna sonora a quella giornata magica che non pareva minimamente cominciata nel migliore dei modi. Eppure il rumore, il caldo, l'asfalto che pareva sciogliersi sotto i piedi e persino il livido sull'occhio di Killian, non parevano importanti. Facevano da cornice a quella giornata unica, diventando una storia che avrebbero raccontato tutti i presenti alla generazione successiva.
"Il bouquet, il bouquet!" urlò Ruby tra la folla, aizzandola e spronandola tutta a ridere divertita.
Era come essere immersi in un bagno di felicità. Emma guardò Killian, che senza mai mollare la presa su di lei, le si parò dietro. La sposa si rigirò, tenendo gli occhi fissi nel suo novello. Lui le indicò la sinistra girando gli occhi ed allora lei strinse forte forte i suoi e poi lanciò a sinistra.
"Dorothy!" urlò Liam davanti alla donna che se ne stava a bocca aperta coi fiori in mano. Il fratello lo guardò sconcertato, incredulo del fatto che quello sapesse come urlare. Poi Ruby raggiunse la ragazza, la strinse forte e la baciò con le labbra a stampo sulle sue immergendosi con le mani nei suoi capelli.
La musica ricominciò a suonare e da un lato della folla Walsh si portò la ragazza dai capelli rossi a ballare un lento in mezzo al gruppo. Si unirono subito Ruby e Dorothy che più scalmanate si agitavano quasi come se fosse una tarantella. I colleghi di lavoro di Killian, Robin e sua moglie, si aggiunsero romanticamente. Liam che non voleva ballare da solo fece invece un inchino all'unica ragazza rimasta sola, Lili che accettò, mentre Milah con in braccio il suo bambino ondeggiava.
"Mi concede l'onore?" fece Emma allungando una mano e facendo un inchin, mentre un fiorellino le cadde dalla testa sulla spalla e rotolò via. 
"Non posso," rispose Killian ma afferrandola comunque, in netta contraddizione con le sue parole, tirandosela in pista e facendola girare "sono sposato." scherzò.
I capelli di Emma si aprirono in una ruota disordinata ma perfetta. Buttò la testa all'indietro e si godette quei rumori, quelle risate, la musica e persino i clacson più in fondo. "Anch'io." bisbigliò poi tornando su di lui con la fronte sulla fronte ed il naso contro il naso.
"E vissero per sempre felici e contenti." disse Killian.
"No," lo corresse lei seria. "c'era una volta..."

 




Angolo dell'autrice
​Ok.
Quindi??? Che ne pensate?? 
​Mamma mia che emozione!! Non c'è bisogno che vi ripeta quanto abbia lavorato e ci abbia tenuto a questa storia. Mi è piaciuto da morire scriverla ed anche se le recensioni non sono state molte, mi ha dato tantissima soddisfazione. 
​Sono felicissima di com'è andata, davvero davvero tanto e non saprei che altro aggiungere se non grazie, grazie, grazie di cuore!
​Vi aspetto nelle recensioni e nella prossima storia ;*

 
  
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