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Autore: sissi04    26/01/2018    1 recensioni
Due giovani Nani.
Una Montagna Solitaria.
Una promessa infranta.
Una fanciulla dal cuore di stella.
Questa è una one shot per preparare, chi vorrà leggerla, alla venuta della mia storia.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Miriel crebbe felice ad Erebor tra le cure amorevoli di Nara e Thrain, sotto le sgridate di Thror per i guai che combinava con Thorin e Dwalin, diventati i suoi due migliori amici, mentre Dis le pettinava i capelli e la coccolava quasi come una mamma.

 

Aveva imparato benissimo a duellare con la spada, sapeva tirare con l’arco avendo una mira quasi impeccabile e imparò anche a combattere corpo a corpo.

 

Nel tempo era cresciuta anche in bellezza e non erano pochi i Nani che tentavano di corteggiarla, ma per lei esistevano solo l’allenamento e le ore di divertimento dopo di esso in compagnia di Thorin e Dwalin; la loro vita era perfetta.

 

Thror, dal canto suo, si era affezionato a lei e la considerava una delle “gemme” più preziose della Montagna, poichè in lei scorreva sangue elfico e gli Elfi stessi non sapevano che lei si trovasse lì; ciò gli dava un continuo vantaggio nei loro rapporti se si fossero complicati.

 

Il rapporto tra Miriel e Thorin era molto stretto, si consideravano come fratelli ma anche come compagni di vita, senza sapere veramente come potersi definire l’uno per l’altro.

 

 

 «Thorin finalmente ti ho trovato» disse affiancando l’altro camminando

 «Dimmi Miriel, per quale motivo mi cercavi?» le chiese Thorin

 «Si tratta del nonno, da giorni si trova nella sala del tesoro, il suo è quasi un amore bramoso.

Mi spaventa, non è la prima volta che accade, sono preoccupata» gli disse di getto.

Thorin si fermò un attimo, pensieroso, poi tornò a camminare

 «Lo so Miriel, anche io me ne sono accorto; temo sia una malattia della mente, attaccato quasi in maniera maniacale all’oro. Questo non porterà buone cose, bisogna stare in allerta»

 «Va bene, ora vado a vedere come procedono gli allenamenti del mio plotone» così si congedarono.

 

 

Alcuni giorni erano passati da quella conversazione, una mattina tranquilla sembrava prostrarsi.

Poi un forte vento si alzò, i pini si storsero e scricchiolarono contro le pareti di roccia.

Thorin capì subito che qualcosa non andava.

 

 «Balin suona l’allarme, chiama la guardia» disse in fretta a Balin schivando appena in tempo l’asta della bandiera che si era rotta 

 «Fallo subito» aggiunse poi

 «Che cosa c’è?» chiese Balin non capendo

 «Il drago» gli disse brevemente fra i denti, poi si sporse dalle mura all’interno della montagna

 «Il drago!» urlò con quanto fiato aveva in corpo.

 

Ed ecco un enorme e spaventoso ruggito giungere alle orecchie di tutti, scatenando il panico.

Tornò appena in tempo fuori per prendere Balin e salvarlo dal fuoco del drago.

Smaug era arrivato.

 

Prima si diresse verso la città di Dale e la incenerì; bruciando i suoi abitanti, le loro case, tutto.
Ma quella città degli uomini era nulla per Smaug, i suoi occhi miravano ad un altro premio.


L’esercito si era radunato tutto davanti all’enorme porta della Montagna con a capo Thorin, suo fratello Frerin e il loro padre, pronti a combattere contro la furia del drago; si portò una mano al petto, stringendo la pietra blu che portava con se da quando era bambino. 

 

Miriel era dietro a capo del suo plotone, aveva impugnato Amdir saldamente e aspettava impaziente che Smaug entrasse.

Istintivamente strinse con una mano la pietra blu che portava sempre al collo

 «È una promessa» sussurrò impercettibilmente prima che la porta cedesse.


Ma ogni tentativo fu vano, poiché il drago mandò in mille pezzi il portone e distrusse le mura sopra di esso, uccidendo con le pietre molti Nani; poi entrò all’interno della montagna sputando fuoco e calpestando chiunque fosse sulla sua strada.

 

Miriel scartò appena in tempo la fiammata del drago, riparandosi dietro una colonna, ma i suoi uomini non furono così agili; Smaug li incenerì dal primo all’ultimo.

Urlò disperata, non era riuscita a salvare il suo plotone, erano tutti morti.

 

Uno strattone la riportò alla realtà

 «Miriel dobbiamo andare, forza» Thorin era corso verso di lei e ora cercava di alzarla di peso, si aggrappò a lui e si lasciò condurre fuori dalla Montagna.

 

All’esterno la gente gridava e piangeva in cerca dei loro cari, non avevano più nulla; in mezzo a tutta quella disperazione c’erano loro due, che guardavano impotenti.

 

Miriel girò il capo e su un'altura vide gli Elfi, Thranduil, il Re che solo una volta da lontano aveva veduto, li guardava da lontano senza intervenire

 «Presto aiutateci!» urlò Thorin sbracciandosi per chiedergli aiuto

 «Non ci aiuteranno» gli disse Miriel, rispondendo con uno sguardo duro a quello del Re elfico puntato su di loro; un gesto di quest ultimo e gli Elfi tornarono indietro.

 

Negli occhi dei due non ci fu alcuna pietà per quel gesto e mai ci sarebbe stata.

Mai avrebbero dimenticato.

Mai avrebbero perdonato. 


Angolo autore: questa era l'ultima one shot prima della tempesta, ho scritto questi piccoli "prequel" alla mia storia per chiarire alcune cose che saranno poi presenti nella successiva fanfiction. Se tutto va bene, pubblicherò il primo capitolo (forse anche il secondo) DOMENICA 28 GENNAIO
Quindi ora non mi rimane che chiedervi, pronti per l'avventura?!
Sissi04

   
 
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