Capitolo 28
Emma, nel momento in
cui aveva perso la piena concentrazione per dare la chiave a Belle, non era più
riuscita a recuperare lo svantaggio accumulato e improvvisamente, in un impeto
di forza da parte dell’avversario, venne scaraventata contro il muro.
Quell’essere allora
approfittò della momentanea sconfitta della salvatrice per riprendere quello
che era suo. Il potere del signore oscuro.
Mise mano al pugnale e
con forza lo conficcò nel cuore del mal capitato e sorrise divertito quando vide
lo sguardo di terrore, non solo di Tremotino, ma
anche di Belle.
Gold accarezzò il
volto della sua amata, mentre piano piano, il potere oscuro lasciava il suo
corpo e si accasciava al suolo.
Emma guardò con
terrore il potere nero che veniva assorbito all’interno del nemico. Uscire da
quel luogo, sarebbe stato ancora più complicato.
Belle chiamava Tremotino, non volendo lasciarlo andare. Non poteva
accettare l’idea che l’uomo che amava fosse stato ucciso. In quel momento si
rese conto, che anche se aveva i poteri oscuri, il fatto di essere immortale
aveva dato lei una garanzia che nessun altro poteva contare di avere.
Difficilmente avrebbe potuto perdere suo marito e invece ora si ritrovava ad
abbracciare il guscio vuoto del corpo di Tremotino.
La risata macabra di
quell’essere rimbombò all’interno della cripta e si avvicinò a Belle per
uccidere anche lei. Emma tirandosi su, nonostante la botta presa e la debolezza
per il troppo uso dei suoi poteri, con la magia riuscì a far comparire Belle affianco
a sé, prima che potesse essere colpita a morte.
La salvatrice guardò
con rabbia il suo nemico, ma dovette fare presa su Belle che voleva nuovamente
correre verso Tremotino.
“Belle, dobbiamo
andarcene!” disse Emma.
“No, non posso
lasciarlo qui!” disse la donna, riuscendo a liberarsi dalla presa della
salvatrice, la quale dovette nuovamente fare ricorso ai suoi poteri per tenere
lontano quell’essere. I due poteri si scontrarono nuovamente ed Emma sentì
immediatamente la differenza. Prima sentiva a tratti di potercela fare e a
tratti si sentiva più debole, ma in quel
momento sentiva di non poter contrastare il suo potere. Non sapeva come
fare per tirare fuori sé stessa e Belle da quel pasticcio, soprattutto con la
seconda che non avrebbe mai rinunciato a portare il corpo di Gold con sé. Emma
prese a respirare con affanno, avrebbe resistito ancora per poco.
“Belle, per favore,
non riuscirò a resistere ancora a lungo. Dobbiamo andare!”
L’interpellata si girò
verso di Emma e vide la donna in netta difficoltà. Guardò il volto pallido del marito, poi si
alzò e la salvatrice perse la visuale
della donna. Non riusciva più a individuarla per quel poco che le era concesso
di muovere gli occhi, ma ad un certo punto sentì i poteri del suo avversario
più deboli e lo senti urlare. Ci mise un po’ a comprendere cosa era successo.
Vide quell’essere venire risucchiato all’interno di qualcosa e solo dopo
comprese che si trattava del cappello dentro il quale l’apprendista aveva
provato a rinchiudere l’oscurità.
“Conviene andarcene ora
prima che si liberi di nuovo. Non abbiamo molto tempo!” disse Belle, lasciando
il cappello nella cripta e affiancando Emma accanto al corpo di Tremotino.
Una volta nuovamente
nel suo scantinato. Emma sigillò il portale con la roccia di Excalibur. Quella
pietra era magica, dato che era stata la prigionia di quella spada per anni e
avendone assorbito un po’ di magia, sperava vivamente che potesse bastare per
tenere quel portale chiuso.
Emma si sedette a
terra e appoggiandosi al muro chiuse gli occhi. Si morse il labbro, soffrendo
nel vedere il dolore di Belle per il marito.
Lanciò la chiave della
cripta contro il muro con violenza per
la frustrazione. Non era solo morto Gold, ma ora la situazione si era
complicata maggiormente e nonostante quanto stato detto nella cripta, lei non
si sentiva così potente da poter affrontare quell’essere, nemmeno con l’amore
che provava verso il figlio.
“Emma!” si sentì
chiamare al piano di sopra. Riconobbe Killian, ma non
aveva voglia di urlare. Aspettò che fosse lui a giungere a lei. Era in grado di
trovarla anche in posti assurdi, trovarla al piano di sotto non avrebbe dovuto
essere poi così complicato.
Quando Henry, Killian e Regina, con Gideon in
braccio, giunsero nel seminterrato, si paralizzarono. Non era difficile capire
cosa fosse successo.
“Nonno!” disse Henry
avvicinandosi.
“Emma cosa è
successo?” chiese Killian abbracciando la donna, che
nascose la testa nel petto dell’uomo “è riuscito nel suo intento. Non ho…non ho
potuto salvarlo. Mi dispiace!”
Killian perse un battito a quella
rivelazione. Ora Emma e il suo bambino erano più in pericolo che mai. Quello
scudo che poteva proteggerla verso quell’essere, avrebbe potuto non funzionare
più contro di lui, se davvero aveva incrementato i suoi poteri.
Regina mise una mano
sulle spalle di Henry. Non amava Gold, anzi lo trovava alquanto seccante, ma comunque era un perdita pesante per Storybrooke, soprattutto pensando a quello che
rappresentava. La sua uccisione era un passo avanti verso la fine.
“Mamma, ci deve essere
qualcosa che possiamo fare. Già altre sono state riportate indietro delle
persone!” disse Henry speranzoso.
“Non è cosi semplice
Henry. Se si potesse, avremmo fatto tornare Robin e Killian
senza problemi. Forse il cuore si può ancora risanarlo, ma tuo nonno è stato
anche spogliato dai suoi poteri ormai diventati parte di lui e non si può
rimediare a questo!” disse Regina accarezzando la schiena del figlio.
Emma alle parole di
Regina alzò la testa e disse “Si, si può fare!”
“Cosa? Emma di cosa
stai parlando?” chiese Killian sorreggendo la moglie
quando la vide provare ad alzarsi.
“E come ha detto
Regina. Possiamo curare il cuore e per quanto riguarda il potere oscuro… Beh…
possiamo usare mio!” disse Emma guardando i presenti e ridando speranza a Belle.
“Emma di cosa stai
parlando?” chiese Regina confusa, non comprendendo esattamente quello a cui la
salvatrice faceva riferimento.
“Io ho ancora un po’
di potere oscuro e allora perché non liberarmene dandolo a Gold se può servire
per aiutarlo?”
“Inoltre senza quel potere,
non saresti più considerata un signore oscuro e il pugnale non avrebbe più
effetto su di te. O almeno non in modo diverso da qualsiasi altro pugnale e
quel bastardo sarebbe nuovamente al punto di partenza!” disse Killian piacendogli quella eventualità.
“Sei sicura?” chiese
Regina, per vedere Emma annuire “D’accordo!” disse il sindaco, per poi
inginocchiarsi a terra e strappare il cuore ferito di Gold dal petto. Riuscì a
risanarlo, dopo di ché guardò Emma.
Avevano intenzione di
procedere affiancando i due cuori, così che quella parte oscura nell’organo di
Emma, potesse essere trasferito nel cuore di Tremotino.
Regina provò a
togliere il cuore ad Emma, ma dovette ritirate la mano per il dolore, quando si
scontrò contro la barriera che proteggeva Emma.
“Emma, dovresti
abbassare lo scudo!” disse Regina ovvia.
“Non so nemmeno come
faccio ad attivarlo, come posso abbassarlo?” chiese la donna.
Regina sospirò “Bhe un modo devi trovarlo o non se ne fa niente!”.
Emma sospirò e chiese
alla donna di consegnarle il cuore. Volle provare in un’altra maniera.
La salvatrice strinse
a sé quel cuore non pulsante e chiuse gli occhi per concentrarsi. Cercò dentro
di sé quel piccolo potere oscuro che le era rimasto. Non fu difficile trovarlo,
grazie all’aiuto della chiave, che le aveva fatto ricordare quello che si
provava ad avere l’oscurità dentro si sé. Le sue mani si illuminarono, ma
nonostante la luce, i presenti potevano vedere una sorta di liquido nero
penetrare nel cuore pulito dell’uomo. Era solo una piccola goccia, ma era ben
visibile circondato da quel colore bianco dato dalla magia di Emma.
La luce si spense ed
Emma rimase ansimante con il cuore in mano.
“Mamma, tutto bene?”
chiese Henry preoccupato, vedendo la donna impallidire.
Emma non rispose.
Sbatte gli occhi per mandare via quel senso di stordimento che sentiva, dopo di
che rimise il cuore, pulsante, di Tremotino nel
petto.
L’uomo si risvegliò
annaspando per l’aria. Si guardò attorno confuso e incrociò il suo sguardo con
Belle, che gli sorrise felice, nonostante gli occhi rossi dal pianto “Belle!”
disse Tremotino “Cosa…pensavo di essere morto!”
“Lo eri, Emma…Emma ti
ha salvato donandoti quella parte di potere oscuro che era rimasta in lei!”
disse Belle, passandosi una mano sugli occhi per asciugare le lacrime.
Gold si girò verso
Emma e la guardò confuso dal suo gesto. D'altronde lei non gli doveva niente
“Hai fatto questo per me?” chiese.
Emma abbozzò a un
leggero sorriso, ma questo durò solo una frazione di secondo, perché tutto a un
tratto perse i sensi.
Emma si risvegliò nel suo letto. Ci mise un po’ a mettere a
fuoco tutto intorno a sé, ma potè tirare un sospiro
di sollievo quando si rese conto di non essere nuovamente in ospedale.
Sentì delle voci al piano di sotto e mettendosi a sedere e
infilandosi le ciabatte, si diresse verso la porta.
“Quindi Whale ti ha assicurato che
sta bene?” sentì chiedere da suo padre.
“Perché non ha voluto tenerla in osservazione?” chiese invece
sua madre.
“Ha detto che non era necessario. Lei e il bambino stanno
bene. L’unica nota dolente che ha rivelato è la pressione di Emma. Dice che è
un po’ elevata, ma a questo non può porre rimedio. Dice che Emma dovrebbe stare
solo più tranquilla, ma non le viene concesso. Ora possiamo solo sperare che
senza il pugnale per ucciderla, quell’essere ci metta tanto a trovare un altro
modo per ucciderla o che noi in qualche modo riusciamo a sconfiggerlo. Se
questi attacchi continuano così, ora che è anche più potente, sarà impossibile
concederle del riposo!”
“Mamma, papà, cosa ci fate qui?” chiese Emma, facendosi
finalmente vedere dopo aver sentito la conversazione.
“Eravamo preoccupati per te e per il nostro nipotino!” disse
David, avvicinandosi alla figlia e dandole un bacio sulla fronte.
“Non dovevate. Sembra che stiamo bene, anche se non capisco
quando sono stata in ospedale!” chiese la donna guardando confusa Killian.
“Non ti ricordi love? Eppure ti sei svegliata per qualche
secondo!” disse il pirata.
Emma scosse la testa e disse “Avrò solo aperto gli occhi, ma
la mia mente era altrove. Tutti gli altri stanno bene?”
“Benissimo. Il coccodrillo è stato subito in grado di darmi
ai nervi!” disse Killian, strappando un sorriso a
Emma.
Neve si avvicinò a Emma e le prese le mani “Emma, sono giorni
che cerco una cosa che voglio farti vedere e…eccolo qua!” disse la donna,
tirando fuori dalla tasca un oggetto che la salvatrice aveva già visto.
“è il ciondolo che ti fa sapere se avrai figli e di che sesso
saranno!” disse Emma, facendo rimanere male Neve, che sperava di farle una
sorpresa.
“Me l’hai mostrato nel passato e lo hai anche provato!” le spiegò
Emma.
“Aspetta Swan. Vuoi dire che tu sai
il sesso di nostro figlio e non me lo hai detto?” chiese Killian
perplesso “Posso sorvolare sul fatto che mi hai nascosto la chiave della cripta
e solo perché sia la chiave che il portale sono scomparsi e quindi non ha più
importanza, ma che tu mi abbia nascosto…”
“Non ti ho nascosto niente. Quando la Neve del passato l’ha
testato su di me, non sapevo nemmeno di essere incinta e la cosa mi
terrorizzava alquanto, quindi credimi se non mi sono interessata a quali
capacità ha quel medaglione!”
“Tesoro, non devi essere spaventata. Sta volta non sarai da
sola e noi ti aiuteremo sempre!” disse Neve accarezzandole la guancia e
ricevendo un sorriso dalla figlia “Ora…volete sapere se state aspettando un
principe o una principessa?”
“Perché non un pirata o una piratessa?”
chiese Killian.
“Mi dispiace deluderti Uncino, ma sposando nostra figlia sei
tecnicamente un principe. Se mai tornerete nella foresta incantata, quando io e
Neve non ci saremo più, ti ritroverai un regno da governare!” disse David.
“Dubito che tutto il rum di questo mondo, mi possa aiutare a
sopportare una cosa del genere!” disse Killian,
spaventato alla sola idea di diventare un re e rinunciare alla libertà che gli
dava essere un pirata.
Emma sorrise, ma nella sua testa pensava esattamente la
stessa cosa.
“Allora.0? Cosa ne dite? lo volete sapere?” chiese
nuovamente Neve, tornando al discorso
principale.
Emma guardò Killian e gli chiese
cosa ne pensasse “Diavolo, si. In altri sei mesi sarei morto dalla curiosità,
ma decidi tu love!”
“D’accordo. Lo voglio sapere anch’io!” disse Emma, affiancando Killian
e stringendogli la mano destra. Era elettrizzata all’idea di saperlo in
anticipo, sebbene presto avrebbe potuto saperlo comunque grazie all’ecografia.
Emma porse la mano a sua madre , la quale allungò il ciondolo
e aspettarono che questo si muovesse.
“Allora? Cosa dice?” chiese Killian
impaziente, vedendo il pendolo muoversi da est ad ovest.
Neve fece un sorriso smagliante e rispose “Sarà una femmina!”