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Autore: Flos Ignis    30/01/2018    1 recensioni
Terza classificata al contest "La Melodia Segreta dei Sogni" indetto da E.Comper sul forum di EFP.
Il titolo probabilmente parla da sè: sono i pensieri e i ricordi di Natsu riguardo suo padre Igneel, gli anni passati a cercarlo, le sue ultime parole, le sue speranze e la determinazione nel ritrovare la sua famiglia...
Missing moment del periodo in cui Natsu si allontana per un anno dalla sua gilda, poco prima del suo ritorno.
In mezzo ai ricordi del passato ci saranno piccoli, magici sogni, che hanno fatto sperare il nostro caro Natsu in un miracolo.
Tratto dal testo: "Natsu credeva fermamente che suo padre ancora lo proteggeva, ovunque fosse. Perciò era deciso a renderlo orgoglioso di lui, avrebbe seguito le sue ultime volontà.
Fammi vedere quanto sei cresciuto. Mostrami come vivi la tua vita. Parla del tuo futuro: questa sarà la tua ragione di vita."
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Parla del tuo futuro: falla diventare la tua ragione di vita





Incatenato in un un sogno che non gli dava requie, un giovane mago dai capelli rosati come i petali del ciliegio sotto cui aveva trovato riparo quella notte si agitava inquieto, sudando freddo, con le palpebre serrate con forza e i denti che scricchiolavano per la pressione con cui li sfregava.

Stava rivivendo un ricordo, il lutto che gli aveva strappato la sua famiglia.

L'eco delle ultime parole di suo padre pose fine alle urla che non poteva liberare e alle lacrime che avevano trovato la loro strata persino nello stato di incoscienza in cui si trovava, concedendogli un breve pace prima del suo risveglio.

Quei brevi attimi tra il sonno e la veglia erano gli unici in cui il suo cuore smetteva di sanguinare, ma erano sempre troppo brevi, troppo pochi per ricacciare indietro il tormento e il dolore per la sua perdita.

Quando si decise ad aprire gli occhi, alzò immediatamente lo sguardo dirigendolo verso il cielo stellato, percependo un netto miglioramento nel suo respiro. Prese lente e profonde boccate d'aria per regolarizzare il proprio battito cardiaco, rimanendo con gli occhi verdi fissi su quei puntini luminosi finchè il suo acuto sguardo non iniziò a confondersi per la loro tenue luce che si rifrangeva sulle lacrime che non si era preoccupato di asciugare.

Allora sbattè le palpebre, spostando la sua visuale verso il suo compagno di viaggio, che ingnaro del suo turbamento dormiva profondamente al suo fianco.

Natsu sentì il suo amico Happy borbottare qualcosa a proposito di pesci da pescare e appuntamenti con Charle, per cui gli fece una piccola carezza tra le tenere orecchiette blu e lo lasciò la suo tranquillo sonno. Un lusso che a lui non era più concesso da quasi un anno ormai. Non riposava veramente da così tanto tempo che quasi aveva scordato come ci si sentisse dopo una notte di benefico riposo.

Ormai le sue notti erano popolate da incubi come quello che l'aveva svegliato diversi minuti prima, costringendolo a respirare a fondo per riprendere il controllo su se stesso. Grato al lieve venticello che tirava su quell'altura e al cielo e alla terra che con la loro immensità ridimensionavano i suoi pensieri, si stese nuovamente, cercando per abitudine una costellazione che gli stava molto a cuore.

Ed eccola, proprio dove era sempre stata: il Drago vegliava su di lui anche quella notte, portandolo di nuovo sull'orlo delle lacrime.



Per dieci lunghi anni aveva scrutato i cieli di giorno e di notte, fino a bruciarsi le retine e farsi venire il torcicollo, nella speranza di scorgere le maestose ali del padre che lo sostenevano sulle correnti, ma non era mai successo. Aveva pianto a lungo la sua scomparsa, ma non aveva rinunciato alla speranza di ritrovarlo nemmeno per un minuto, nemmeno quando aveva trovato una nuova famiglia a Fairy Tail.

Aveva cercato senza sosta, a sostenerlo una determinazione dura come il diamante e un amore disperato che lo bruciava più delle fiamme che aveva ereditato da Igneel. 

Era deciso a ritrovare suo padre, a qualunque costo.

Se fosse stato necessario avrebbe continuato a cercarlo per tutta la vita, ignorando con tutta la semplice mente di cui era dotato le paure che celava nel profondo del suo cuore e che venivano alla luce solo durante l'incoscienza, quando non poteva difendersi dalle sue paure più nascoste.

Non che avesse chissà quale fantasia, persino le visioni oniriche erano sempre state le stesse. Suo padre che prendeva il volo mentre lui dormiva, abbandonandolo senza guardarsi indietro neppure una volta, oppure il corpo del Drago di Fuoco che, senza alcuna motivazione plausibile, spariva, lasciandogli un'orribile e opprimente sensazione di disgrazia inevitabile.

Faceva sempre fatica a respirare dopo uno dei suoi sogni.

Qualche tempo prima aveva quindi preso l'abitudine di mettersi a guardare il cielo stellato, dapprima per farsi portare via tutta quella negatività dal vento fresco dela notte, poi per cercare conforto alla vista della costellazione del drago.

Era stata Lucy a mostrargliela, durante una delle loro prime missioni assieme. L'aveva sentito agitarsi nel sonno, per cui si era precipitata a svegliarlo con in volto una tale preoccupazione che si era sentito in dovere di calmarsi solo per far tranquillizzare a sua volta la bionda nakama.

Non si era prodigato in spiegazioni, ma era bastata la parola “papà” per farle comprendere l'origine del suo disagio. Lei allora si era offerta di fargli compagnia finchè non avesse ripreso sonno, permettendogli persino di appoggiare la testa sulle sue cosce. Lei aveva appoggiato la schiena ad un albero, non dimendicandosi di lamentare per l'ennesima volta la sua decisione di andare per boschi a caccia di mostri per qualche giorno, ma poi gli aveva sorriso in quel modo particolare, con una luce speciale negli occhi socchiusi e un segreto sulle labbra arricciate. Le ultime tracce di angoscia se ne erano andate, lasciandogli addosso un lieve intorpidimento e l'insaziabile desiderio di continuare ad ascoltare la voce bassa della sua amica che gli raccontava la storia di alcune costellazioni con evidente gioia, felice di condividere la sua più grande passione e fonte del suo potere magico.

Si era quasi riaddormentato, quando lei aveva attirato la sua attenzione con poche frasi.

-Quello è il Drago, che al giorno d'oggi purtroppo non ha uno Spirito Stellare. Tuttavia anticamente esisteva, Crux me l'ha confermato, parlando di lui come di un guerriero di ineguagliabile potenza, infinita saggezza e spirito indomito. Le Cronache hanno riportato una breve descrizione del suo aspetto, ma la cosa che più mi è rimasta impressa era una nota a fondo pagina, scritta dal Re degli Spiriti Stellari in persona. Diceva: “Amico di lunga data, perduto per sempre, nel corso delle ere infinite porterò con me il tuo ricordo.” Sai, un giorno, se dovessi incontrarlo, gli vorrei chiedere che tipo fosse. Dall'affetto che traspariva da quelle parole sono certa che fossero grandi amici.-

Natsu era rimasto in silenzio per un minuto buono, prima di sorriderle felice come un bambino e commentare: - Forse era destino allora, Lucy! Stelle e Draghi vanno d'accordo, come me e te! Forse quando tu incontrerai il Re degli Spiriti, io incontrerò mio padre!-

E da quel momento, con la sua Lucy accanto, non aveva più avuto nemmeno un incubo. I suoi sogni erano stati inondati dalla luce delle stelle, da immagini di astri che prendevano vita e forme umane, ma soprattutto dalla figura maestosa di suo padre che diventava una costellazione per vegliare su di lui dall'alto, bruciando il suo stesso corpo per divenire puro spirito. Per diventare uno Spirito Stellare, che sedeva su un trono tempestato di pietre preziose accanto a quello foderato di velluto scuro e piccoli punti di luce brillanti su cui stava il Re di quel mondo.

Aveva preso l'abitudine di infilarsi nel letto di Lucy ogni volta che gli era possibile e nonostante le proteste della sua nakama ciò era accaduto con una certa frequenza. Una freuenza che si era ben presto trasformata in abitudine, in quotidianità. I brutti sogni di Natsu parevano solo un brutto ricordo, mentre il desiderio di rivedere il padre non era diminuito affatto: al posto di svegliarsi in preda al panico, ora dormiva sodo finchè la sua amica non lo buttava a calci fuori dalle sue coperte, sul pavimento. 

Le sue notti in quel periodo erano state popolate da ricordi di Igneel che rideva, sputava fuoco, lo rimproverava, gli insegnava a leggere e a combattere... e ad amare. Invece di angosciarlo, quei ricordi gli davano la forza di andare avanti a cercare il padre, giorno dopo giorno dopo giorno, mentre le speranze di chi era suo fratello di spirito si andavano affievolendo sempre più. Gajeel si era evidentemente già arreso da tempo, mentre la piccola Wendy era speranzosa, ma non voleva illudersi troppo.

Alle volte, gli era capitato di sognare ancora la trasformazione del Re dei Draghi di Fuoco nella costellazione, oppure in Spirito Stellare, ma era un pensiero talmente assurdo che al mattino ne rideva apertamente, dicendosi di aver mangiato davvero pesante la sera prima per essere arrivato a pensare tali assurdità.



Eppure arrivò fin troppo presto il giorno in cui tutti i suoi sogni si fusero ai peggiori tra gli incubi, assumendo i contorni di un'illusione, di un sogno che si avvera, di una paura che si realizza... di un miracolo.

Perchè si sa, i miracoli non esistono... e se accadono, hanno vita breve in questo mondo di crudeltà dolce come miele, che ti concede l'estasi della gioia più selvaggia grazie ad un desiderio che si è avverato per qualche istante al solo scopo di strappartelo via, stavolta per sempre, con le sue zanne crudeli.

La battaglia contro Tartaros era stata la più rischiosa di tutte, aveva quasi messo in ginocchio Fairy Tail e l'intero paese di Fiore. Lui e tutti i suoi compagni ne avrebbero portato le cicatrici molto a lungo, il prezzo che avevano pagato per la vittoria era stato ingiustamente salato, come le lacrime che avevano versato.

Aveva scoperto che suo padre non era semplicemente scomparso quando lui era un bambino, aveva vissuto dentro di lui e lo stesso era accaduto anche agli altri figli dei draghi. I loro genitori li avevano protetti per tutto quel tempo, impedendo loro di potersi trasformare a causa dei poteri che avevano ereditato, come era successo ad Acnologia.

Avevano difeso la loro umanità a costo della vita.

Era stato come tornare davvero completo quando il ruggito possente di Igneel aveva scosso il cielo e la terra, facendo alzare un vento secco e caldo che lui aveva sempre associato al calore del padre, alla sua vicinanza.

Aveva combattuto con lui per la prima e ultima volta, aveva potuto vederlo, parlargli, persino gridargli contro per averlo lasciato solo e senza una spiegazione per tutti quegli anni. Aveva creduto nei miracoli di cui aveva letto nei racconti di Lucy, quelli che lei non voleva assolutamente far vedere a nessuno, ma che lui aveva trafugato a sua insaputa spinto da una vorace curiosità.

Una delle frasi che gli erano rimaste più impresse era riemersa di prepotenza dalla sua memoria, echeggiandogli nella mente e vibrandogli con forza contro l'anima, quando aveva incrociato quello sguardo di brace che era il suo primo ricordo di bambino.

I miracoli sono sogni che diventano luce.

E il suo sogno si era avverato davvero. In un'esplosione di luminose fiamme era apparsa quella figura maestosa e imponente, riempiendo il suo cervello di domande che sarebbero rimaste ignorate a favore della una gioia selvaggia che era scoppiata nel suo petto.

E poi le tenebre, incarnate nelle scaglie nere e blu del Drago dell'Apocalisse, erano calate a offocare quelle fiamme, inghiottendo ogni fonte luminosa.

Con esse, si era spento anche Igneel.

All'improvviso gli ultimi dieci anni erano stati cancellati, era tornato quel bambino abbandonato che era rimasto sepolto in un angolo di se stesso e la straziante sensazione di essere rimasto orfano per la seconda volta l'aveva schiacciato.

Papà... ti ho cercato per così tanto tempo... non te ne andare...

Riusciva a pensare solo a quelle parole. Aveva iniziato a mormorare sul suo corpo tutto ciò che aveva imparato in quegli anni, del fatto che avesse trovato un'altra famiglia ma che aveva ancora bisogno di lui.

Voleva condividere con lui tutte le esperienze che aveva fatto e presentargli gli amici fantastici che aveva incontrato, magari sfidarlo e combattere contro di lui e poi volare di nuovo sulla sua schiena, sentendo le nuvole avvolgerlo con la loro umidità e le fiamme dentro di loro dissiparla come in passato.

Niente di tutto quello sarebbe stato possibile.

Prima che crollasse in mille pezzi però, Igneel gli aveva ricordato il più prezioso tra i suoi insegnamenti con le sue ultime parole.

Cosa si fa quando si è tristi? Te l'ho insegnato, ricordi?



Natsu uscì dal vortice dei ricordi grazie all'alba che finalmente scacciava le tenebre dal mondo e dalla sua mente.

Il Drago era scomparso, ma Natsu sapeva che la notte successiva l'avrebbe ritrovato proprio dove stava da sempre, in cielo, a vegliarlo e proteggerlo. Sapeva che quella costellazione non era davvero Igneel, ma il sogno ricorrente in cui suo padre si trasformava in un insieme di astri e poi in Spirito Stellare gli dava speranza.

Natsu credeva fermamente che suo padre ancora lo proteggeva, ovunque fosse. Perciò era deciso a renderlo orgoglioso di lui, avrebbe seguito le sue ultime volontà.

Fammi vedere quanto sei cresciuto. Mostrami come vivi la tua vita. Parla del tuo futuro: questa sarà la tua ragione di vita.

Aveva lasciato Fairy Tail di notte, lasciando solo un bigliettino a Lucy perchè non si preoccupasse per lui, deciso a passare un anno di allenamento lontano da tutti. In testa, solo il pensiero che quando sarebbe tornato da lei sarebbe stato forte abbastanza da proteggere tutta Fairy Tail.

Non avrebbe perso nessun altro.

Si alzò in piedi, deciso a iniziare quella giornata con il botto.

-Karyuu no... Hokoooooo!-

Fuoco dalla sua bocca, un fuoco d'artificio in cielo. Aveva fatto così tanto rumore che non si sarebbe sorpreso se nella città vicina avessero pensato ad un tuono in lontananza, ma in compenso Happy era ancora addormentato. Erano troppi anni che stavano fianco a fianco, ormai per svegliarlo nemmeno le sue cannonate bastavano più. Natsu rise del versetto incomprensibile che quello fece quando gli si sedette accanto, ma non cercò più di svegliarlo.

Quel giorno potevano anche prendersela con calma.

In fondo, i Grandi Giochi di Magia sarebbero iniziati solo nel pomeriggio, avevano tutto il tempo per raggiungere la città. Di corsa, ovviamente: Natsu aveva decretato per la milionesima volta che non avrebbe mai più messo piede su un treno, ma questa volta avrebbe mantenuto la parola. Quella corsetta di cinquecento chilometri era anche l'ideale come riscaldamento prima dei combattimenti nell'arena, per cui tutto di guadagnato.

Alzò gli occhi al cielo, sorridendo per il semplice fatto di essere vivo, per un altro giorno che iniziava, per la luce che l'avrebbe guidato verso il domani.
-Te lo mostrerò, papà! Ti farò vedere quanto sono diventato forte, batterò Acnologia e proteggerò tutti quanti! Poi voglio girare il mondo, scontrarmi con tante persone, vedere quelle meraviglie di cui mi parlavi per farmi addormentare.-

Mettere i suoi propositi in parole, aveva scoperto, lo aiutava a concentrarsi sui suoi obiettivi.

Parla del tuo futuro: falla diventare la tua ragione di vita.

Era proprio quello che stava facendo.

Il futuro lo stava aspettando davanti a lui e non vedeva l'ora di arrivarci. Le sue fiamme sarebbero diventate la luce che avrebbe illuminato il domani.




 
  
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