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Autore: AudreyNiikura    02/02/2018    0 recensioni
Ashlee è una sopravvissuta all'apocalisse zombie, è rimasta sola con il suo cavallo, ma per fortuna qualcuno la trova e la porta in salvo...
-E’ morta?- la voce di un uomo.
-No, respira ancora e sento il battito. Tieni fermo quel cavallo prima che si faccia male e faccia del male a noi!-
Sentii delle mani toccarmi e spostarmi i capelli dal viso, poi qualcuno mi sollevò, mi portò fuori e poi mi fece sdraiare in quello che poteva essere il retro di un’auto. “Quindi sono viva, ma dove mi state portando?”
Sentii la macchina partire, poi più nulla.
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daryl Dixon, Glenn, Michonne, Rick Grimes, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Daryl Dixon che mi chiedeva di cosa volessi parlare, era l’ultima opzione che mi ero immaginata, sgranai gli occhi e poi azzardai una risposta:
-Parlami di te.- dritta come un siluro. Così diretta che lui non riuscì a schivarla e, come fosse stato messo con le spalle al muro, abbassò lo sguardo.
-Non ho nulla di interessante da raccontarti, dovresti averlo intuito.-
-Non so assolutamente nulla di te.-
-E a cosa ti servirebbe?- mi guardò con aria di sfida.
-Mi servirebbe per capire come mai ti comporti in certe maniere, per sapere cosa ti fa arrabbiare o meno…per capire che cosa ti fa soffrire quando sogni Beth.- ok, l’avevo detto, era uscito dalle mie labbra e ora ero davvero nella merda. Non potevo scappare da nessuna parte, anche perché se ci avessi provato, non avrei fatto tanta strada.
Daryl si era irrigidito, aveva stretto i pugni, stava lottando con se stesso, indeciso se parlare o meno. Aveva distolto lo sguardo dai miei occhi e stava cercando qualcosa nella direzione della porta, forse anche lui meditava di battere in ritirata: poi, contro ogni aspettativa, iniziò a parlare.
-Non ho mai fatto nulla di speciale nella mia vita, sono cresciuto in un quartiere di periferia in mezzo a gente che sarebbe stato saggio evitare, mio fratello compreso. Mio padre era il classico alcolizzato violento che picchia i figli, e mia madre una povera donna depressa. Ero una persona poco raccomandabile, ma poi, con l’apocalisse è cambiato tutto. All’inizio non mi andava a genio, mi dava sui nervi…-
-Parli di Beth?-
Annuì guardandomi nuovamente negli occhi.
-Era una ragazzina, figlia di un veterinario e cresciuta in campagna. Non aveva mai visto la vita vera, non si era mai scontrata con nulla di crudele e terribile. Pensavo non sarebbe sopravvissuta così a lungo. Quando siamo dovuti scappare dalla sua fattoria invasa dai vaganti, pensavo che non ce l’avrebbe fatta. Invece mi ha stupito. Si è data da fare, a modo suo, ha dato il suo contributo al nostro gruppo.-
-Cosa le è successo?-
-Avevamo un rifugio sicuro in una prigione in Georgia, eravamo protetti da reti in acciaio e alti cancelli, eppure qualcuno è riuscito a distruggere tutto, ci hanno attaccati con armi rubate all’esercito e nella confusione siamo dovuti scappare e ci siamo separati dagli altri. Siamo rimasti io e lei. Abbiamo vagato per giorni e lei non faceva altro che ripetere che avremmo ritrovato gli altri, che sarebbe andato tutto a posto e io non lo sopportavo, non riuscivo a sopportare questa sua innocenza, ma non perché la trovassi stupida, ma perché sapevo che non potevo garantirle quello che sperava, l’avrei delusa sicuramente….e non potevo deluderla.- fece una pausa, si sdraiò sulla schiena e iniziò a fissare il soffitto.
-E’ stato in quel momento, in quei giorni in mezzo ai boschi e ai vaganti, che mi sono reso conto che non era solo la ragazzina innocente e spensierata. Per me era qualcosa di molto più importante ed è stato per questo che l’ho trattata duramente, sono stato un codardo, ho avuto paura di essermi innamorato di una persona così bella e limpida come lei.-
Mi si strinse il cuore a sentire quelle parole, sentivo che Daryl soffriva e sapevo per certo che erano parole sincere, avevo ancora inciso nella mente il suo sguardo di quando aveva avuto quell’incubo. Era ancora innamorato di lei.
-Se non vuoi continuare…- provai ad interromperlo.
-Shh…hai voluto sapere, ora ascolti fino alla fine.- mi fulminò con lo sguardo.
-Ok.-
-Abbiamo trovato una casa poco distante da un cimitero, era perfettamente pulita, c’erano provviste e porte solide che si chiudevano. Abbiamo passato una notte la dentro, una notte in cui mi sono addormentato cullato dalla sua voce mentre cantava. La sera seguente stavamo mangiando, Beth parlava come sempre ed eravamo arrivati ad un punto critico di una discussione. Mi aveva chiesto che cosa mi avesse fatto cambiare idea sul fatto di ritrovare gli altri. Stavo per dirle tutto quello che pensavo, stavo per dirle che era lei che mi aveva fatto cambiare idea, stavo per dirle che…che ero innamorato di lei. E non ci sono riuscito. Poco dopo siamo stati attaccati, dei vaganti sono entrati in casa per una cazzata che ho fatto, ero riuscito a metterla in salvo, poi, quando sono uscito dalla casa per scappare con lei…non c’era più. L’avevano rapita.-
Si voltò a guardarmi, aveva gli occhi lucidi, colmi di rabbia e rimorso. Avrei voluto abbracciarlo, ma avrebbe potuto prenderla male, quindi lo lasciai stare e lo lasciai proseguire.
-L’ho cercata a lungo, anche con gli altri appena ci siamo ritrovati. Dovevo trovarla e non mi sarei fermato. Quando finalmente ero riuscito a capire dove fosse ed eravamo ad un passo dal liberarla, è successo un casino. Stavamo facendo uno scambio di ostaggi, due dei loro per Beth e un altro ragazzo. Beth era quasi arrivata vicino a me, mi guardava negli occhi, l’avrei abbracciata davanti a tutti, non me ne sarebbe fregato nulla. Ma lei decise di fare l’eroina per liberare quel ragazzo, cercò di accoltellare la donna che la teneva prigioniera, ma sbagliò mira, ferendola solamente di striscio. La donna aveva una pistola in mano e…le sparò in testa. Crollò a terra davanti a me, il suo sangue schizzò sulla parete bianca.-
Iniziò a piangere silenziosamente, un misto di rabbia e tristezza lo stavano divorando dall’interno da molto tempo e finalmente si stava sfogando.
-L’ho portata fuori in braccio, inerme, ancora calda…l’ho portata a sua sorella. Abbiamo pianto insieme sul suo corpo e poi l’abbiamo dovuta lasciare in una macchina per evitare che venisse sbranata dai vaganti. Non sono riuscito a proteggerla, dovevo almeno evitare che diventasse carne da macello.-
Si raggomitolò di fianco a me e iniziò a singhiozzare disperatamente. Rimasi impietrita nel vederlo così, non mi sembrava reale vederlo in quelle condizioni. Lo abbracciai e lui non cercò di impedirmelo. Rimanemmo così a lungo, lasciai che si sfogasse come meglio credeva. Pianse fino ad addormentarsi.
 
Non ricordavo di aver chiuso gli occhi e quando mi svegliai alle prime luci dell’alba, notai che Daryl era ancora affianco a me, dormiva tranquillo, sembrava che gli avesse fatto bene sfogarsi. Cercai di alzarmi senza svegliarlo, per andare a bere un po' d’acqua, ma fallii miseramente nel mio intento. Mentre lo scavalcavo mi ritrovai a pochi centimetri dai suoi occhi che mi scrutavano nella penombra.
-Dove vai?-
-Buongiorno. Vado a prendere dell’acqua.- Scesi dal letto.
-Ma tu devi stare a riposto, torna a letto. Scendo io a prendere l’acqua.- si mise a sedere strofinandosi gli occhi.
-Guarda che riesco a stare in piedi, sto bene.-
-Mi ricorda qualcosa questa frase…e mi ricordo anche che, dopo averla detta, sono svenuto contro la porta di Denise. Forza, a letto e non discutere.- mi indicò il letto con fare perentorio, non ammetteva discussioni.
Senza dire altro tornai a sdraiarmi nel letto. Mi limitai ad osservarlo.
Lui scosse la testa accennando un mezzo sorriso e quando fu sulla porta, senza guardarmi, disse:
-Grazie.- 
  
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