Capitolo 31
Dopo che in Storybrooke si era
sparsa la notizia che la salvatrice aveva trovato un modo per controllare i
suoi poteri, i vari cittadini che erano d’accordo con l’idea di Gold
sull'accelerare la gravidanza di Emma, avevano perso interesse non sentendosi
più minacciati. Anzi alcuni di loro ragionando su quanto successo, si
vergognarono sulla loro decisione di appoggiare l’ex signore oscuro. Nonostante
il pericolo fosse in parte rientrato, Emma e i suoi parenti e amici, non si
sentivano ancora così al sicuro, mancavano ormai due mesi alla nascita della
bambina e volevano che niente potesse mettersi in mezzo con la natura,
soprattutto dato che Gold sembrava ancora persistere con il suo intento. La
natura però stava dando del filo da torcere alla salvatrice. Da quando era
entrata nel settimo mese infatti, Emma provava diversi dolori in tutto il
corpo, ma era il mal di schiena quello che le dava maggior problemi. Faticava a
trovare una posizione comoda e meno sofferente e dormire era un impresa, non
solo per lei, ma anche per Killian che, dormendole
accanto, non riusciva a prendere sonno a causa del suo costante cambiare
posizione. Lui cercava di massaggiarle la schiena e di coccolarla per alleviare
il dolore, ma sebbene a volte questi mezzi avessero un effetto positivo, non
sempre erano sufficienti e come se non bastasse il mal di schiena, anche delle
dolorose contrazioni la coglievano di sorpresa dal nulla. La prima volta che le
era successo erano corsi subito all’ospedale temendo che qualcosa non andasse
con la bambina, per venire a scoprire che non erano vere contrazioni, ma contrazioni
di Braxton hicks.
La settimana successiva alla sua corsa in ospedale per le
false contrazioni, Emma e Killian avevano un
appuntamento per un’altra ecografia per assicurarsi che la bambina stesse
crescendo bene. Però all’ultimo momento, poco prima di uscire, Killian dovette infornare Emma che non poteva andare alla
visita di controllo. Questo scatenò un litigio fra la coppia perché Killian doveva occuparsi di criminali che avevano appena
derubato un locale e Emma non sembrava interessare se il dovere lo chiamasse e
dovesse andare via, invece di restare con lei.
“Bene, vai e fai quello che devi fare. Tanto cosa vuoi che mi
importi se ci sei o meno alla visita, non è che tu stia facendo molto per
mettere al mondo nostra figlia. Anzi il tuo lavoro si è limitato a qualche
minuto, tutto il resto lo sto facendo io!” disse prima di uscire e chiudergli
la porta in faccia, senza nemmeno sentire quello che Killian
aveva da dirle.
Emma percorse solo pochi metri prima di trovarsi davanti Zelena e Robin, con quest’ultima che le corse incontro.
Emma le accarezzò la testolina, poi guardando la donna disse
“Zelena, cosa ci fai qui?”
“Il tuo maritino ha chiamato Regina per accompagnati al tuo
appuntamento di controllo e dato che lei non può, mia sorella ha domandato a me
se ero disponibile e…eccomi qua!”
Emma sbuffò “Senti sei gentile, ma sono in grado di recarmi
da sola all’ospedale e il fatto che nell’ultimo periodo abbia sempre avuto
qualcuno con me, non significa che non sia più capace di badare a me stessa!”.
“Bhe ormai sono qui e non ho molto
da fare, quindi se non ti do tutto questo fastidio come sembra, verrei con te!”
Emma sospirò “Scusa Zelena, sono
nervosa e me la sto prendendo con te. Vieni pure se ti fa piacere!”
Le due si sedettero in sala di attesa e Robin annoiata cominciò
a saltellare in giro e a fare rumore. Zelena provava a distrarla per farla calmare, dato che
aveva notato come il casino della bambina, stesse innervosendo le altre
pazienti in attesa.
“Sembra che oggi le donne incinte siano piuttosto nervose!”
disse Zelena, riferendosi soprattutto ad Emma, la
quale rispose “Non sono nervosa!” Zelena la guardò
scettica e la salvatrice si arrese “Ok, lo sono…volevo solo che Killian fosse qui con me e sono arrabbiata con lui per non
esserci e sono ancora più arrabbiata per questo mio lato irrazionale che gli da
la colpa di qualcosa di cui non ha colpa. So che doveva lavorare e che avrebbe
preferito esserci, ma è più forte di me!”
Zelena sorrise, “In questo ultimo periodo
siamo state piuttosto spesso insieme e sebbene ti abbia odiato a lungo per
avermi negato la mia gravidanza con Robin, vedendo attraverso te i mille disagi
che mi sono evitata, a volte credo di doverti ringraziare!”
Emma guardo la donna dispiaciuta, mentre prendeva una mano
della piccola Robin che era in braccio alla madre “io invece è da secoli che ti
volevo chiedere scusa, ma non ne ho mai avuto il coraggio. In fondo ti volevo
usare per liberarmi del potere oscuro che imprigionava Killian!”
“Io al tuo posto avrei fatto la stessa cosa, probabilmente
peggio!” disse Zelena,
riferendosi al fatto che prima era forse peggio della regina cattiva “Io hi
ucciso Neal e quasi fatto fuori Henry e…”
“Quella donna non esiste più!” disse Emma e infatti era vero.
Lei e Regina avevano fatto un cambiamento esemplare, degno di onore.
“Nemmeno la signora oscura. Quindi è tutto ok. Robin sta bene
ed è questo l’importante!”
Emma le sorrise e improvvisamente il suo nervosismo
scomparve. Ci fu silenzio per diversi minuti, durante il quale Emma sperò
arrivasse il suo turno, ma l’infermiera chiamava sempre qualcun altro.
“Visto che credo che ci toccherà aspettare ancora un po’, mi
daresti un consiglio?” Chiese Zelena, attirando
l’attenzione di Emma “fra un paio di giorni è il compleanno di Regina e vorrei
farle un regalo speciale, ma non so cosa. O meglio saprei cosa, ma è qualcosa a
cui non posso porre rimedio!”
“cioè?” chiese Emma curiosa.
“Una cosa vorrebbe tanto, una famiglia tutta sua. Lo vedo
quando sta con Robin e di come parla di tua figlia. È felice per te, ma allo
stesso tempo, vorrebbe essere lei quella che aspetta un bambino. Henry ormai è
grande e fra poco si costruirà una sua vita e lei rimarrà sola! Ma una famiglia
io non gliela posso fare. Robin è morto a causa di Ade e sebbene non avrebbe
potuto comunque avere figli suoi con lui, almeno avrebbe una persona che ama!”
Emma la guardò con un volto luminoso. Aveva avuto un idea, ma
aveva bisogno dell’aiuto di Zelena.
“Zelena, se uniamo le nostre forze
potremmo forse risolvere questo problema!”
“Come?” domandò Zelena curiosa,
poco prima che Emma cominciasse a spiegarle il suo piano.
“Ne sei sicura? Non è pericoloso?” chiese la strega del
ovest.
“Se vado al momento giusto non dovrebbero esserci
conseguenze. Allora, cosa ne dici?” domandò Emma, speranzosa che il suo piano
potesse funzionare.
“ci sto!” disse Zelena.
La sera a cena Emma era persa nei suoi pensieri, tanto che killian pensò che ce l’avesse ancora con lui.
“Emma come diavolo ti devo fare capire che non è colpa mia se
non ho potuto esserci alla visita oggi?” disse esasperato “Non puoi tenermi il
muso, vado fuori di testa quando non mi parli!”
Emma, come scesa tra le nuvole, guardò Killian
un attimo perplessa, poi sorrise e scosse la testa “Non sono più arrabbiata,
stavo solo pensando!”
“La nostra bambina sta bene?” si affrettò a chiedere Killian, al quale venne mostrata la foto di una bambina
ormai completamente formata, sebbene ancora un po’ piccina. “La bambina sta
bene. Whale ha detto che dovrei mangiare in po’ di
più e rilassarmi. La mia pressione è ancora troppo alta, inoltre ha detto che
il mal di schiena peggiorerà andando avanti e questo ultimo punto mi preoccupa
parecchio. Già dormo poco adesso. Altro che rilassarsi, tua figlia mi vuole
morta!”
“Perchè che ogni volta che ti fa
impazzire improvvisamente nostra figlia diventa solo mia?”
“Perché è colpa tua se sono ridotta così!” disse Emma, per
poi vedere Killian avvicinarsi con aria sornione e spostandole
i capelli cominciò a baciarle il collo.
“Tu hai la colpa di essere così sexy!” disse l’uomo
divertito.
“sexy? Ma mi hai visto? Sembro una mongolfiera, una balena,
un pallone e non dirmi che sono bellissima o altre scemenze del genere perché
non ti credo!” disse Emma incrociando le braccia, mettendo un falso broncio.
Killian alzò le mani in avanti in segno di
resa e disse “ok, non te lo dirò, ma è vero, sei bellissima!”
“Killian!” Emma sospirò esasperata,
prima di ricordarsi di informarlo che il giorno dopo, lo avrebbe passato con Zelena.
“Quand’è che siete diventate grandi amiche?” chiese Killian curioso.
“Fra due giorni è il compleanno di Regina e volevamo farle un
regalo speciale!”
“ Che tipo di regalo?” chiese Killian
curioso.
“Lo vedrai!” rispose Emma sorridendo.
Il giorno dopo, come programmato, Emma e Zelena
si videro a casa della prima. Zelena abitando con Regina,
non poteva permettere che la sorella scoprisse il loro intento e quindi il
luogo di azione si era spostato a casa della salvatrice, più esattamente dentro
al garage, in quanto volevano evitare che Neve, arrivando di sorpresa,
rovinasse tutto. Il loro piano andò a buon fine, fu solo difficile spiegare
tutto a Killian, il quale a sapere cosa avessero
combinato le due, si prese quasi un infarto.
Zelena però non si sorbì la ramanzina,
perché riuscì a scappare giusto in tempo, prima che l’uomo tornasse a casa.
“Hai idea di quanto poteva essere pericoloso? Cosa avresti
fatto se qualcosa fosse andato storto? Non hai imparato niente dalle scorse
nostre avventure Swan?”
“Killian lascia che ti…” cominciò
Emma.
“No, non mi devi spiegare niente Emma. Sei stata avventata, molto avventata e sinceramente mi aspettavo
un po’ più di buon senso da parte tua nella tue condizioni!” disse Killian arrabbiato.
“Ehm…Emma e Zelena mi hanno spiegato
cosa è successo e se posso dire la mia io…” disse una voce che si trovava in mezzo
al loro discorso.
“Scusa amico, ma no! Felice di rivederti e tutto. Non voglio
assolutamente che tu pensi che tutto questo sia causa tua o che tu centri
qualcosa in questa storia. È colpa di mia moglie su tutti i fronti e voglio che
le sia chiaro quale pericolo ha corso!” disse Killian
arrabbiato.
“Non ho corso nessun pericolo. Zelena
e io abbiamo studiato nel minimo dettaglio tutto, perché non ci fossero
conseguenze per nessuno e mi sembra che
abbia funzionato. Allora perché ti agiti tanto? Io sto bene, la bambina sta
bene e allora perché tutta questa scenata? A questo punto sembra che sia tu
quello con gli ormoni impazziti!”
“No, Swan non ci provare. Non far
passare per cattivo me. Hai rischiato grosso e sebbene per fortuna non sia
successo niente, almeno ammetti di aver
fatto una gran scemenza. Ma cosa parlo a fare, tanto tu agisci e poi pensi!”
disse Killian fuori di sé allontanandosi da Emma e il
nuovo arrivato.
Emma provò a seguirlo, ma il loro ospite l’afferrò per
impedirle di muoversi.
“Sono successe molte cose e ancora non mi è tutto chiaro, ma
se conosco Killian è meglio che lo lasci sbollire un
po’. Dopotutto sono d’accordo con lui. Cioè sono davvero grato a te e Zelena per questa seconda possibilità, ma non dovevate
correre un tale rischio per me!”
“Senza offesa, ma lo
abbiamo fatto per Regina. Ha bisogno di te, ma la cosa assurda è che mi
toccherà sentire pure la sua di ramanzina!” disse accennando a un sorriso, che
si spense subito quando vide Killian tornare al piano
di sotto con un cuscino e una coperta.
“Che intenzioni hai?” chiese Emma, avvicinandosi a lui
confusa.
“Non è ovvio, dormirò sul divano!” disse il pirata
sistemandosi le lenzuola “In genere è chi è arrabbiato che manda l’altro a
dormire sul divano, ma non ho nessuna intenzione di lasciare mia moglie incinta
a dormire su sto coso!”
“Killian, ti prego!” disse Emma,
dispiaciuta di come si era messa la situazione.
“Emma, per favore, chiudiamo qui il discorso!” disse Killian, non guardandola.
Emma si morse il labbro e senza dire niente si recò al piano
di sopra.
Quando la sua amata non era più a portata di orecchio Killian disse “Mi dispiace che tu abbia dovuto assistere a
questa scena, amico. È che se fosse successo qualcosa a Emma e alla bambina
io…” disse Killian sedendosi sul divano, per poi
essere affiancato dall’uomo.
“Si comprendo Uncino. Comprendo anche la tua rabbia, avrei
agito allo stesso modo, solo che…mi dispiace anche per Emma. Lei voleva fare
solo contenta un’amica!”
“Lo so, ma è che in questo periodo sono successe così tante
cose. Ho rischiato di perderla così tante volte che sono terrorizzato!” disse
il pirata per poi vedere l’altro sorridere “Perché sorridi?” chiese Killian confuso.
“Stavo solo pensando a quante cose mi sarei perso se Emma e Zelena non avessero fatto questa pazzia. Sono successe così
tante cose durante la mia assenza. Insomma, tu ed Emma vi siete sposati e state
per avere un bambina. Mi sembra tutto così surreale, insomma l’ultima volta che
ti ho visto eri morto!”
Killian ricambiò il sorriso, per poi
lanciare un’occhiata alle scale con la coda dell’occhio.
Il giorno dopo arrivò non tanto in fretta per Emma, la quale
non era riuscita a prendere praticamente mai sonno a causa, non solo del solito
mal di schiena, ma anche a causa del litigio con Killian.
Scese al piano di sotto dove sentiva provenire l’odore di cibo appena preparato
e quando giunse in cucina trovò la sua porzione al suo posto abituale.
Emma prese posto accanto al loro ospite, ma non disse niente.
Sia appoggiò al tavolo con una smorfia.
“Emma tutto bene?” chiese il loro ospite preoccupato.
“Si!” disse la donna poco convincente.
Killian la guardò con uno sguardo preoccupato
e anche se non gli era ancora passata la rabbia della sera prima, disse
“Dovresti mangiare un po’. Ti farà bene!”
La donna abbassò lo sguardo quando vide che Killian continuava a non incrociare i suoi occhi. Prese la
forchetta e iniziò a mangiare, non tanto per fame, ma per quanto si era
raccomandato Whale. La bambina doveva mettere su
altro peso per far sì che al momento della nascita fosse di un peso ottimale.
Durante la colazione, Killian
discuteva con l’amico, su come sorprendere Regina, ma Emma non intervenne
nemmeno una volta. Anzì si alzò e si allontanò
nuovamente dai due.
Passò circa mezz’ora durante i quali Killian
risistemò la cucina. Successivamente si recò nella stanza da letto e vide Emma
sdraiata sul letto. Le si avvicinò e vide il suo volto contorto in una smorfia.
Killian sospirò e le si sedette accanto, iniziando a
massaggiarle la schiena.
La smorfia della donna si alleggerì dopo qualche minuto e Killian disse “Forse non dovremo andare al compleanno di
Regina!”
Emma aprì gli occhi e guardò l’uomo “Non posso non andare.
Dobbiamo portarle il suo regalo e…”
“Il suo regalo ha le gambe e conosce bene la città!” disse Killian cercando di fare ragionare la donna.
“Voglio andarci. Sono rimasta chiusa qui dentro per troppo
tempo. Voglio tornare a vivere una vita
normale…bhe per quanto mi è concesso!”
“D’accordo, ma appena il mal di schiena dovesse diventare
insopportabile o dovessi avere qualsiasi altro fastidio, me lo fai sapere e
torniamo a casa!”
Tutti ormai erano presenti da Granny,
dove Neve aveva organizzato la festa per Regina, aiutata da Zelena
e Granny. Erano presenti solo gli ospiti più intimi,
che negli ultimi tempi avevano legato con la ex Regina cattiva. Il locale era
interamente addobbato, con decorazioni sobrie e non troppo colorate, sapendo
che la festeggiata non amava troppo le cose vistose e sgargianti. Le tavole
erano piene di ogni bontà. Tutto era perfetto, mancava solo Regina.
Henry che aveva dato una mano con gli addobbi, conoscendo
molto bene i gusti della madre, si era preso il compito di tenere lontano la
donna dal locale, con qualsiasi sorta di scusa, per permettere alla nonna di finire
i preparativi.
“Sorpresa!” urlarono tutti quando Regina finalmente entrò.
Sebbene avesse capito dal comportamento di Henry che qualcosa bolliva in
pentola, fu sorpresa da quella festa. Gli anni precedenti, per un motivo o per
un altro, il suo compleanno non era mai stato festeggiato così in grande, al
massimo cenava insieme ai charmings e la sorella. Non
che le dispiacesse, ma una festa a sorpresa era qualcosa che mai si sarebbe
aspettata di ricevere, nemmeno dopo essere stata perdonata da tutti per i suoi
crimini.
Regina venne accolta a braccia aperte e quando tutti la
salutarono, Zelena le si avvicinò dicendole “In
genere i regali si aprono alla fine della festa, ma c’è un regalo che vorrebbe
unirsi ai festeggiamenti!” disse la donna, facendo voltare la sorella verso
l’entrata.
Il campanello della porta suonò e tutti, Regina soprattutto,
rimasero a bocca aperta quando lo videro.
Una parola uscì dalla bocca di Regina “Robin!”