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Autore: Scythe_Master_Branwen    05/02/2018    1 recensioni
-Qrow, credi che sia in grado di farlo?- domandò ad un tratto, il cuore che le martellava all’impazzata nel petto -Fare cosa?- il ragazzo aprì gli occhi, guardandola con aria interrogativa. Summer si portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio, poi prese il viso di lui tra le mani, le punte delle dita che toccavano il mento
affilato di lui -Questo...-
Questa Fic riguarda il mio interesse per la teoria secondo cui Qrow Branwen sarebbe il vero padre di Ruby Rose e il rapporto che il sopracitato Qrow aveva con Summer Rose prima che quest'ultima morisse.
Disclaimer: Tutti i personaggi qui presenti sono di proprietà di Rooster Teeth e la fic è stata scritta solo per il piacere di farlo e per l'affetto che provo nei confronti dei personaggi, ciò nonostante, la storia è di mia invenzione (pur essendo stata ispirata da una fan art su internet), pertanto non è possibile utilizzarla o citarla senza il mio consenso.
Buona Lettura!
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Qrow Branwen, Summer Rose, Taiyang Xiao Long
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Tu hai fatto cosa?!- era furente -Semplicemente ciò che era più logico fare. Tu non c’eri, così ho affidato la missione a lei- il tono di Ozpin era pacato come al solito -Sei molto bravo a rigirare la frittata, Oz. Tu mi hai mandato a cercare la Spring Maiden e sapevi bene che ci sarebbero volute settimane prima di trovare una traccia!- strinse i pugni per la rabbia -Dov’è adesso?- Ozpin sospirò, appoggiando il suo scroll sul tavolo; il dispositivo proiettò una mappa olografica -Qui- l’uomo si aggiustò gli occhiali sul naso, poi indicò un punto sulla mappa. L’ira di Qrow aumentò vertiginosamente -Sei per caso impazzito?! Lì...- Ozpin continuò per lui -...è dove sospettiamo ci siano indizi sul come sconfiggere Salem, sì- Spense lo Scroll, per poi continuare il discorso -Summer è una delle Cacciatrici più in gamba che abbia mai visto e le mie direttive erano di non ingaggiare alcun combattimento con i Grimm, sono certo che...- fu interrotto dal suono dell’ascensore e dal rumore di tacchi di corsa -Ozpin! Summer Rose ha appena mandato una richiesta di rinforzi immediati!- Glynda Goodwitch entrò trafelata nello studio comunicando la notizia. Il cuore prese a martellargli nel petto. Sbarrò gli occhi, mentre la sua mente già pensava ad ogni possibile scenario -Qrow...- ignorò Ozpin. Ignorò Glynda. Tutto ciò che gli importava era trovare Summer. Si lanciò fuori dalla finestra, trasformandosi in corvo a mezz’aria e battendo furiosamente le ali nel tentativo di andare più veloce.
Attraversò tutto Vale, ignorando fatica e dolore, dirigendosi sempre più a Nord, con il paesaggio sotto di lui che cambiava radicalmente. Dalla città ai villaggi, ai boschi, fino ad arrivare ad una foresta di alberi morti e macilenti.
Volò sopra i rami simili ad artigli, attento ad ogni suono, ogni rumore in lontananza e al più piccolo movimento a terra. Non sentì né vide nulla per una buona mezz’ora; stava per passare oltre quando un suono alla sua sinistra attirò la sua attenzione: Un ululato. E un fucile di grosso calibro che sparava. Summer doveva essere a non più di una decina di chilometri di distanza, a giudicare dall’eco.
Si catapultò là, sfruttando le correnti ascensionali per guadagnare più velocità. Avvicinandosi notò una schiera di cadaveri di Grimm di vario genere che andavano dissolvendosi. Era vicino. Il suono del fucile si faceva sempre più nitido, sempre più fragoroso. Poi la vide. Una macchia bianca sul terreno rossastro; si gettò in picchiata, puntando ad un Beowulf che stava per aggredire Summer alle spalle. Prese sempre più velocità, poi si ritrasformò, estrasse la spada da dietro la schiena, fece una capriola in aria e atterrò conficcando la sua lama nel cranio del Grimm proprio mentre quest’ultimo aveva spiccato un balzo.
Summer si girò di scatto, puntando il fucile in direzione del guaito improvviso, gli occhi sbarrati, le mani che le tremavano e le scariche della sua Aura, che si andava esaurendo, che crepitavano intorno a lei in un gioco di luci cremisi -Summer, sono io- Qrow si avvicinò piano, guardando la carneficina che aveva intorno. Centinaia di corpi che svanivano a poco a poco e Summer con il fondo del mantello bianco stracciato, un grosso taglio al fianco destro e alcuni graffi sulle braccia, il volto e le gambe.
Il suo sguardo fece capire a Qrow perché ci fossero così tanti Grimm: Summer non aveva paura, era letteralmente terrorizzata.
La ragazza sbatté le palpebre un paio di volte, come a volersi accertare che la persona che aveva davanti non fosse solo un miraggio, poi abbassò il fucile -Qrow...sei davvero tu- cadde in ginocchio e lui corse subito al suo fianco, stringendola nell’abbraccio più forte che fosse in grado di darle -Tesoro mio, sei salva- era così felice che stava per mettersi a piangere; Summer fece un sorriso stanco -Non...non mi hai mai chiamato così prima...devo proprio averti fatto spaventare- Qrow stava per rispondere quando il suo sguardo fu catturato da qualcosa dietro la spalla della ragazza: i cadaveri intorno a loro si stavano dissolvendo tutti, eccetto uno. Un colossale Deathstalker a cui mancavano due zampe, una chela e un occhio era accasciato a terra immobile, ma il suo corpo non stava scomparendo. La gioia di aver trovato Summer era tale, che il suo cervello ci mise una frazione di secondo in più per capire che cosa sarebbe successo. Una frazione di secondo fatale. Con un movimento rapido, la coda del Deathstalker scattò dritta contro di loro. Il tempo sembrò rallentare di colpo: impugnò la spada, ma era troppo tardi. Il pungiglione del Grimm si conficcò nella schiena di Summer, trapassandole il fianco. L’espressione sul volto di lei era di pura sorpresa -NO!!- Qrow tagliò di netto la coda della creatura, poi trasformò la spada in falce e caricò il Deathstalker, colpendolo ripetutamente e con violenza sulla testa, finché il corpo non si dissolse.
Corse da Summer -No, no, no, no...Summer. Summer!!- le sollevò la testa, prendendole il viso, più pallido che mai, tra le mani; controllò la ferita: dove il Grimm l’aveva colpita si stava allargando una macchia di sangue -Resta con me Sum, ti porto via di qui, solo...resisti un altro po’- gli occhi di Summer, un tempo pieni di vita e brillanti, ora erano quasi del tutto spenti -Va...Va...- la ragazza provò a parlare, ma a malapena riusciva respirare -Risparmia le forze, devi resistere solo finché non ti avrò portata via di qui- Summer gli prese una mano con delicatezza, stringendola debolmente -N-nostra...nostra figlia...p-prometti che...te ne prenderai cura...- inconsciamente, Qrow sapeva che non avrebbe mai fatto in tempo a portarla in un ospedale, ma si rifiutava di credere che sarebbe finita così -Ce ne prenderemo cura...io e te, insieme, ma devi restare con me, ok?- la sua voce era spezzata dalla disperazione. Doveva esserci un modo per salvarla; Summer scosse lievemente il capo, come se avesse letto i suoi pensieri -Va bene così, Qrow...Io s-sono felice...v-vorrei solo aver passato più tempo c-con te...- le lacrime iniziarono a rigargli le guance e a cadere sul mantello di lei -Ti prego Summer...non lasciarmi- le accarezzò dolcemente i cappelli -Lo sai?...v-vedo la collina e...e l’albero...- Summer lo guardò, facendo un debole sorriso e allungando una mano verso il suo volto -Q-Qrow...io...t-ti amerò sempre...- la sua mano ricadde inerte sulla ferita, mentre i suoi occhi si chiudevano -Summer? SUMMER?!- Il corpo della ragazza svanì tra le sue braccia sotto forma di migliaia di piccole luci rosse e all’improvviso, Qrow si ritrovò completamente solo. Solo con il suo dolore e la sua sofferenza. Solo con i suoi rimpianti.

Un Mese Dopo

Aveva i vestiti laceri e sgualciti, con diversi tagli e graffi un po’ ovunque, i capelli scarmigliati e l’espressione di chi non aveva più niente per cui vivere.
Dopo che Summer era scomparsa, lui era impazzito: aveva camminato per giorni in quella maledetta foresta scheletrica, in cerca di quanti più Grimm potesse trovare; Nevermore, Ursa, perfino Deathstalker, non aveva importanza. Sapeva solo che voleva ammazzarli dal primo all’ultimo. Doveva ammazzarli. Così fece, massacrando tutte le creature che incontrava, alcune con rapidità e freddezza, altre con brutalità e rabbia.
Ci mise quasi una settimana ad uscire da quell’inferno, dopodiché si era messo in viaggio verso quel posto; durante il suo cammino, Ozpin tentò più volte di mettersi in contatto con lui, ma ruppe il suo scroll al terzo tentativo dell’uomo.
Dopo tre settimane di marcia, finalmente era arrivato. La pioggia picchiettava insistentemente contro le sue spalle, inzuppandogli gli indumenti e il cielo plumbeo ogni tanto risuonava per il rumore di qualche tuono. L’erba intorno a lui aveva assunto una tonalità di verde decisamente più cupo di quanto ricordasse, forse a causa del brutto tempo. Continuò a camminare finché non si ritrovò davanti all’albero che stava in cima alla collina. Dove tutto era iniziato. Poteva quasi vedere sé stesso e Summer ridere insieme -Potrei restare qui con te, se ti va...- mormorò, stringendo l’elsa della spada con così tanta forza da farsi sbiancare le nocche. Estrasse l’arma e in quello stesso momento, un fulmine cadde poco distante con un lampo e un rumore tremendo.

Alcune Settimane Dopo

Lo trovò in un bar, con un bicchiere contente un liquido ambrato che di sicuro non era tè in una mano e la testa appoggiata sul bancone.
Ozpin era andato a cercarlo quasi un mese prima, dicendogli che Qrow era scomparso da qualche settimana dopo essere letteralmente saltato fuori dalla finestra del suo ufficio ed essere andato in cerca di Summer e chiedendo il suo aiuto per trovarlo.
Taiyang lo aveva cercato in vano per settimane, ma senza ottenere alcun risultato.
Quel giorno era stato esattamente come gli altri: un completo fallimento; aveva deciso di andare in un locale a bere qualcosa, per distendere i nervi e lì, quando meno se lo aspettava, lo aveva trovato.
Non perse tempo e corse da lui -Qrow! Dannazione, ti abbiamo cercato dappertutto, dov’eri finito?!- toccò il braccio dell’amico, che per tutta risposta si ritrasse, alzando leggermente la testa e fissando il bicchiere mezzo vuoto davanti a sé -Tai...vattene- il tono del ragazzo era piatto, privo di qualsivoglia emozione e la cosa assurda e che non sembrava nemmeno sotto l’effetto dell’alcol, nonostante lì affianco ci fossero altri cinque bicchieri identici al primo, ma vuoti -Qrow, ma che stai...- l’altro trangugiò in un sol sorso la bevanda, passandosi poi una mano sul mento per pulirlo da eventuali residui -Ho detto...vattene...per favore- la situazione era ben peggiore di quanto pensasse -Dimmi cos’è successo. Dove sei stato e dov’è Summer?- il ragazzo si immobilizzò quando sentì il nome della loro compagna di squadra, poi scattò in direzione della porta senza che riuscisse a fermarlo.
Qrow stava correndo più veloce di quanto potesse fare una persona che aveva bevuto quanto aveva bevuto lui e Taiyang faticò a stargli dietro; uscirono dalla città, addentrandosi in un bosco lì vicino, Qrow che lo staccava di una ventina di metri.
D’improvviso, il bosco lasciò spazio ad un’ampia radura verdeggiante. Solo a quel punto Qrow si fermò, girandosi verso di lui -Wow, ma che ti prende?!- la doppia canna del fucile del ragazzo era puntata contro la sua faccia -A me? Ti ho detto di andartene- il dito indice di Qrow corse al grilletto all’impugnatura della spada -Ora fallo, prima che decida di aprirti un buco in testa- la voce dell’amico era roca, come se non parlasse da giorni, ma c’era qualcos’altro dietro e lui voleva sapere di cosa si trattava.
Non perse tempo: con un calcio al piatto della lama, fece perdere la mira a Qrow, che sparò un colpo a vuoto, poi gli prese il braccio con cui impugnava la spada e lo torse, facendogli cadere l’arma di mano e infine lo buttò a terra, raccogliendo poi la spada e mettendosi in guardia; non sapeva maneggiare granché quella cosa, ma sperava che il ragazzo fosse troppo ubriaco per ricordarlo -Uccidimi- le parole che uscirono dalla bocca di Qrow lo colsero totalmente alla sprovvista -Che cosa?- l’altro si rialzò a fatica, massaggiandosi il braccio -Ho detto uccidimi. Tanto ormai non ho un vero e proprio motivo per vivere- chiuse gli occhi, inspirando profondamente; se Qrow era ridotto in quello stato, la spiegazione poteva essere soltanto una -Qrow...che cosa è successo?- il ragazzo sembrò ignorarlo, incamminandosi verso il centro della sconfinata pianura -Dove stai andando?- Taiyang non sapeva cosa fare -Se vuoi scoprirlo, dovrai seguirmi-.
Camminarono per una decina di minuti, finché non giunsero ai piedi di una piccola collina; Qrow cominciò a salire, costringendolo a fare di conseguenza. Lì non c’era niente, a parte una larga base di quello che un tempo doveva essere stato un albero abbastanza grande -Sai, io e Summer venivamo sempre qui quando tu e Raven uscivate insieme- le parole dell’amico e lo sguardo che aveva, gli fecero comprendere il perché l’avesse portato lì -Qrow...- lui proseguì, interrompendolo -Qui è dove abbiamo parlato tante volte, dove abbiamo riso insieme, dove mi ha detto che aspettava Ruby...questo è il posto in cui è cominciato tutto- non dissero altro, nessuno dei due, per alcuni minuti.
Fu Qrow a rompere quel silenzio -Non sono riuscito a salvarla, Tai- si girò a guardare l’amico, che iniziava ad avere gli occhi lucidi -L’ho trovata ma non ho potuto fare nulla per aiutarla- le lacrime iniziarono a scendergli lungo il viso -è morta tra le mia braccia...io...- Taiyang abbassò lo sguardo -Mi dispiace...mi dispiace tanto- Qrow crollò sulle ginocchia, accasciandosi sui resti dell’albero tagliato da lui stesso -La mia Summer...lei era tutto per me...e ora non c’è più...-.
Taiyang non sapeva cosa fare. Aveva immaginato che il motivo per cui Qrow fosse sparito per tutto quel tempo, fosse proprio la ragazza, ma tutto questo andava ben oltre le sue aspettative. Stava male per la morte dell’amica, ma era consapevole che il dolore che stava provando Qrow era immensamente più grande. L’unica cosa che poteva fare, era ricordargli per che cosa valeva ancora la pena vivere.
Si inginocchiò accanto a lui, posandogli una mano sulla spalla scossa dai tremori e dai singhiozzi -Qrow...io non so cosa dire. Non avrei mai pensato che a Summer potesse succedere una cosa del genere...ma ora devi cercare di essere forte e non solo per te stesso...- il ragazzo si tirò un po’ su, guardandolo negli occhi; in quegli occhi, Taiyang vide un uomo spezzato, distrutto, ma se non lo avesse tirato fuori da quella situazione, le cose sarebbero peggiorate in fretta -la piccola Ruby è disperata, Qrow. Tua figlia ha perso sua madre; ogni giorno lo passa alla finestra con Yang, aspettando che Summer ritorni...lei non lo farà, ma tu puoi! Quella bambina ha bisogno di te, adesso più che mai, sia come zio o come padre- Qrow si alzò lentamente, asciugandosi gli occhi e lasciando cadere le braccia lungo i fianchi -Io...lo so...hai ragione, ma come posso aiutare lei, se non riesco nemmeno ad aiutare me stesso?- Taiyang si alzò a sua volta -Puoi iniziare venendo a trovarla più spesso. Sono sicuro che le farebbe piacere e sarebbe un modo per distrarla- Qrow sorrise. Un sorriso triste e malinconico -Mi chiese di prometterglielo...- si girò a guardare il ragazzo dai capelli neri -che mi sarei preso cura di lei- Taiyang fece lo stesso sorriso dell’amico -Allora dimostrale che lo stai facendo-

Tempo Dopo

Qrow era in casa di Tai a giocare con Ruby, che si era appesa al suo braccio, dondolandosi come se fosse su di un’altalena, quando Taiyang lo aveva chiamato; aveva arruffato scherzosamente i capelli alla bambina, poi aveva raggiunto l’amico -Devo mostrarti una cosa- disse quello, afferrandolo per un braccio e trascinandolo nel bosco vicino casa.
Nel giro di cinque minuti erano arrivati ad una sorta di rupe -Tai, cos’è che vuoi farmi vedere così...- le parole gli morirono in gola quando vide ciò che il biondo stava indicando: a qualche metro dall’inizio dello strapiombo, c’era una lastra di pietra chiara, con sopra incisa una rosa dai petali infuocati e un nome. Summer Rose -Ho pensato che anche se non abbiamo un corpo da seppellire, è un bel modo per renderle omaggio...e tu e Ruby potrete venire qui ogni volta che vorrete- Taiyang era un po’ in imbarazzo, lo aveva capito -Tai...- guardò l’amico -...grazie- il ragazzo sorrise, come se di colpo avesse scaricato un mucchio di tensione -Posso...- l’altro capì al volo quello che gli voleva dire, annuendo e allontanandosi in direzione di casa sua.
Rimase nuovamente solo. Solo con Summer. Solo con il suo ricordo. Dalla tasca tirò fuori la foto che conservava del team STRQ; Lui, Summer, Raven e Taiyang, appena diplomati alla Beacon, giovani e con un’infinita serie di possibilità di fronte a loro.
La foto era un po’ rovinata: erano rimaste le lacrime che gli erano cadute quando aveva guardato quella foto la prima volta dopo la morte di Summer e la ragazza, nella foto, era cerchiata dal segno di un bicchiere umido che ci aveva appoggiato sopra, troppo ubriaco per affrontare il lutto, preferendo non vedere il suo sorriso, i suoi occhi, per non sentirsi anche peggio.
Guardò la foto per un po’, ricordando con nostalgia i vecchi tempi, poi se la mise in tasca e si chinò sulla tomba della sua amata, sfiorandola delicatamente, come se stesse toccando Summer in carne ed ossa -Mi dispiace...- si alzò, guardando il cielo che stava passando dall’arancio tenue al blu della sera, le stelle che iniziavano a fare capolino da dietro le nuvole -Non sono riuscito a dirtelo prima che te ne andassi, ma so che ovunque tu sia, mi sentirai...Io ti amo, Summer Rose e continuerò a farlo per il resto della vita- quasi come a volergli confermare che le sue parole erano state udite, un lieve alito di vento si alzò, solleticandogli la pelle; provava la stessa sensazione ogni volta che Summer lo accarezzava o lo sfiorava. Chiuse gli occhi, assaporando quel momento e riuscendo a percepire la presenza, anche se invisibile, della sua amata.
Sorrise malinconico, poi iniziò ad incamminarsi nella stessa direzione presa da Tai qualche minuto prima -Ci vediamo, Sum- mormorò mentre si allontanava -Ti prometto che mi prenderò cura di lei-

 

 

 

 

 

 

Grazie a tutti quelli che hanno seguito questa storia. Scrivere questi tre capitoli è stata un’emozione nuova per me, perché per la prima volta, ho pianto leggendo qualcosa che avevo scritto io e proprio mentre finisco di scrivere queste ultime parole, mi ritrovo a dovermi asciugare gli occhi più volte.
Spero con tutto me stesso che anche voi abbiate provato simili emozioni leggendola e spero che vi sia piaciuta.
Alla prossima!

   
 
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